Mercoledì 29 gennaio 2014 - Napoli, stadio San Paolo - Napoli-Lazio 1-0 29 gennaio 2014 - Coppa Italia - Quarti di finale - inizio ore 20.45
NAPOLI: Reina, Maggio, Albiol, Fernandez, Reveillere, Inler, Jorginho (90' Dzemaili), Callejon, Hamsik (76' Pandev), Insigne (68' Mertens), Higuain. A disposizione: Rafael, Colombo, Uvini, Cannavaro, Bariti, Radosevic, Zapata. Allenatore: Benitez.
LAZIO: Berisha, Ciani, Novaretti, Dias (72' Biava), Konko (34’ Cavanda), Onazi (46' A. Gonzalez), Ledesma, Lulic, Felipe Anderson, Keita, Perea. A disposizione: Marchetti, Strakosha, Biglia, Hernanes, Pereirinha, Cana, Vinicius, Candreva. Allenatore: Reja.
Arbitro: Sig. Banti (Livorno) - Assistenti Sigg. Di Fiore e Padovan - Quarto uomo Sig. Damato.
Marcatori: 82' Higuain.
Note: ammoniti Jorginho ed Higuain per gioco scorretto, Lulic per proteste. Angoli 11-2. Recuperi: 3' p.t., 3' s.t.
Spettatori: 45.000 circa.
La Gazzetta dello Sport titola: "Coppa Italia, Napoli-Lazio 1-0. Gol di Higuain. Azzurri in semifinale. Al San Paolo decide la rete del centravanti argentino, nel finale, con un tocco da opportunista. Al prossimo turno gli uomini di Benitez affronteranno la Roma".
Continua la "rosea": Sarà il Napoli a sfidare la Roma nella semifinale di coppa Italia. Un gol di Higuain riproporrà anche in questa manifestazione una delle sfide più avvincenti del campionato. Benitez non vuole rischiare la qualificazione e schiera la formazione titolare, con Jorginho dal primo minuto. Reja, invece, preferisce non rischiare i migliori e porta con sè, in panchina, Klose, Candreva, Hernanes e Biava. Non per questo la Lazio si dimostra arrendevole. Ci sono poche emozioni, in ogni modo, nel primo tempo. Jorginho e Inler provano a lanciare qualche ripartenza, ma sotto porta c’è tanta imprecisione. Higuain è pericoloso all’8’, con un diagonale di sinistro respinto in angolo da Berisha. Poi, per ben due volte si fa anticipare da Ciani (17’) e Novaretti (39’) nell’attimo della conclusione. La Lazio è attenta, comunque, lascia pochi spazi per la manovra all’avversario. Onazi va via in contropiede (35’), ma ritarda l’apertura su Keita, lanciato verso Reina, sprecando una buona opportunità. La prima parte della gara si conclude con un palo colpito da Jorginho (40’), con un tiro a giro dal limite dell’area. È molto più intraprendente il Napoli nel secondo tempo. Novaretti (5’), viene graziato da Banti che non concede un rigore netto per un fallo dello stesso difensore laziale su Higuain. L’infrazione non viene segnalata nemmeno dal guardalinee, Di Fiore, che fa segno di proseguire. La maggiore pressione del collettivo napoletano costringe la Lazio ad arretrare nella propria metà campo. Callejon ci prova dalla distanza a sorprendere Berisha (10’), ma la conclusione finisce di poco a lato. Lo spettro dei supplementari spaventa non poco il Napoli, Benitez chiede ai suoi maggiore concretezza. Tuttavia, la rete qualificazione arriva al 37’, quando Callejon calcia dal limite dell’area. Il pallone sembra destinato a lato, ma la deviazione di Higuain regala al Napoli la semifinale con la Roma.
Il Corriere dello Sport titola: "Benitez soffia a Reja la sfida con la Roma".
Prosegue il quotidiano sportivo romano: Niente settimana bulimica di derby romano. Mercoledì prossimo, all’Olimpico, arriverà il Napoli, per la prima semifinale di Coppa Italia contro la Roma, l’altra grande "nemica" della stagione, dopo la Juve, per la squadra di Benitez. Contro una Lazio non certo al meglio delle proprie possibilità, il Napoli ha impiegato oltre 80' per trovare la chiave di una partita piuttosto complicata, non bella, nobilitata però dalla presenza di oltre 45mila spettatori e dal debutto di Jorginho, e risolta con un colpo rapinoso di Higuain, che ha potuto sfogare tutta la tensione accumulata fin lì dalla squadra. Il Napoli resta dunque in corsa anche su questo fronte mentre la Lazio, campione in carica può consolarsi pensando di poter preparare al meglio il derby di campionato, con una settimana libera da a impegni. C’era da capire, qui al San Paolo, tra le tante, quale delle due squadre si sarebbe dimostrata più sensibile al gran tourbillon di mercato che in queste ore ha per protagoniste proprio Napoli e Lazio. Di sicuro nessuno è sceso in campo per "bruciare" l’erba napoletana. Ritmo frenato, tiri in porta rarissimi come rare sono state le accelerazioni: solo più volenterosi i padroni di casa, appoggiatisi, nel primo tempo, lungamente a destra, dove Lulic, eroe dell’ultima edizione, non ha certo vissuto una serata di gloria, dovendo rincorrere, spesso inutilmente, il solito brillante Callejon. A ispirarlo ci ha pensato la coppia centrale varata finalmente da Benitez, Jorginho-Inler, con l’ex veronese al debutto da titolare. Concretamente però, pur con maggior ordine rispetto alla Lazio, date anche le persistenti difficoltà al nuovo corso tecnico-tattico di Hamsik, il Napoli ha prodotto soprattutto possesso palla (63% dopo 45'), raccogliendo in concreto angoli (5-0 nel primo tempo), andando vicino al vantaggio solo al 42' con una bella giocata di Jorginho, su sviluppo di un corner, lesto a liberarsi di Felipe Anderson, e a cercare il palo lontano, colpendolo esternamente, superato Berisha.
Si è trattato, taccuino alla mano, della prima conclusione del match nello specchio della porta. Meglio, se così si può dire, aveva fatto (19'), Keita, mettendo alla spalle di Reina, ma a gioco fermo, dato che il talentino spagnolo-senegalese, che anche a Napoli ha confermato le sue grandi qualità, era in fuorigioco. Reja, qui, su un campo che di certo non lo lascia indifferente, visti i trascorsi, per parte sua, senza Klose influenzato, né Hernanes, influenzato lui sì dal mercato, si era affidato proprio al suo trio di giovanottini dorati Felipe Anderson-Keita-Perea, 58 anni complessivi. Se il primo ha confermato i suoi limiti europei e il terzo la sua acerba personalità, il vero problema è laziale è stato lo squilibrio a metà campo, dove Onazi ha passeggiato per 45' prima di essere sostituito giustamente, da Gonzalez. Un ingresso che ha dato dei vantaggi tattici evidenti alla Lazio. Partite del genere, comunque, hanno bisogno di solito, di una situazione da palla inattiva per essere sbloccate. E il Napoli in questo senso, a inizio ripresa, avrebbe avuto diritto alla più appetitosa delle situazioni in oggetto: un rigore netto, provocato da un intervento fuori tempo di Novaretti su Higuain in area. Senza arbitro d’area (in Coppa Italia non sono previsti), Banti ha sbagliato da solo (evidentemente a lui questa partita non porta bene). Anche la Lazio ha qualcosa su cui recriminare: Novaretti tirato per la maglia in area napoletana (25') su calcio d’angolo. Il passare dei minuti non fa bene al match. Benitez interviene davanti (fuori Hamsik e un Insigne in serata no, fischiatissimo e autore di un gestaccio verso la curva A, dentro Mertens e Pandev), Reja non potendo fare altro, cambia qualcosa dietro (Biava al posto di Dias). Ma non ha fortuna. Perché il Napoli trova il gol con un colpo d’istinto di Higuain (36'), tenuto in gioco da Ciani, lesto a deviare un tiro da fuori area di Callejon. Al Napoli basta questo per andare avanti e "agganciare" la Roma.
Il Messaggero titola: "Lazio, addio coppa".
Continua il quotidiano romano: Niente doppio derby di Coppa Italia, in semifinale approda il Napoli al termine di una partita sofferta, risolta da un episodio fortunoso quando la sfida è incanalata verso i supplementari. Onore e applausi alla Lazio che, nonostante le importanti defezioni, tiene bene fino all’ultimo confermando la crescita di condizione e di mentalità. Benitez tiene molto al trofeo, anche per risollevare il morale dei tifosi un po’ delusi dalle ultime esibizioni, e allora schiera la migliore formazione possibile, con l’esordio da titolare del nuovo acquisto Jorginho. Reja, al contrario, deve rinunciare ad alcuni degli elementi migliori come Klose, Hernanes, Candreva, Biava e manda in campo una difesa a tre inedita: Ciani, Novaretti, Dias. Un assetto che comunque si rivela efficace in quanto la squadra, grazie al grande lavoro dei centrocampisti, che pressano e raddoppiano sul portatore di palla, limita bene gli avversari. Gli azzurri, infatti, confermano le difficoltà nel costruire gioco al San Paolo: sia per la mancanza di centrocampisti di qualità, sia per l’involuzione di Hamsik, sia per lo scarso movimento degli esterni che raramente attaccano la profondità. Ledesma e Onazi lottano su ogni pallone, chiudendo bene gli spazi, si sacrificano molto anche Lulic e, soprattutto, Keita che rientra spesso a contrastare Maggio. Sul settore di destra Konko (nuovamente infortunato dopo mezzora...) tiene facilmente a freno Insigne, piuttosto spento nella serata. Fischiatissimo, alla sostituzione con Mertens, risponde platealmente al pubblico.
La Lazio lascia l’iniziativa agli avversari e, in fase difensiva, tiene anche tutti gli effettivi sotto la linea del pallone ma quando riparte alimenta la manovra con rapidità. Se Keita è vivace e ispirato, non altrettanto si può dire di Anderson che appare inadeguato e si smarrisce in effimeri dribbling senza vincerne uno. Il primo tempo dei biancocelesti è tatticamente perfetto, per impostazione, ordine e capacità di controllo anche se si dimostra evanescente in attacco dove il trio di "ragazzi" non arriva mai al tiro. Al Napoli, che rumina calcio lento e prevedibile, alla vana ricerca di sbocchi offensivi, vengono concessi dei corner e alcuni cross sui quali i difensori proteggono bene Berisha, impegnato solo dalla distanza. L’unica vera occasione azzurra arriva al 42’ ed è firmata da Jorginho, il cui destro scheggia il palo. La ripresa si apre con un maldestro intervento di Novaretti su Higuain, in area, che l’arbitro "perdona". Il canovaccio della sfida non cambia, con il Napoli che cerca di forzare il dispositivo tattico biancoceleste ma può sfruttare solo i tiri dalla distanza in quanto i centrocampisti di Reja non mollano una zolla di terreno e la cerniera difensiva è sempre solida. La Lazio c’è e ribatte colpo su colpo, con i guizzi di Keita e le incursioni di Lulic. Il tecnico friulano, però, dopo essere stato costretto a sostituire Konko e Onazi, deve togliere anche Dias: tre infortuni che cambiano l’assetto della formazione ma non ne limitano né la determinazione, né la compattezza e le distanze tra i reparti restano immutate.
Benitez prova a ridisegnare il Napoli e inserisce Mertens e Pandev, nell’intento di aumentare la spinta e risolvere i problemi nella costruzione della manovra, macchinosa e farraginosa. Il Napoli esce dal torpore fisiologico e diventa più minaccioso con Jorginho che alza un pallone invitante (34’). È il preludio al gol, rocambolesco e contestato, che arriva appena 2 minuti dopo: tiro di Callejon che colpisce Higuain, tenuto in gioco da Ciani, e palla che finisce in rete. Gol valido ma che sfortuna per l’incolpevole Berisha! Un episodio che premia i partenopei e mortifica l’impegno e la prova dei detentori del trofeo che comunque salutano a testa alta.
Tratte dal Corriere dello Sport, alcune dichiarazioni post-gara:
Un quarto di finale che cade il 29 di gennaio, a poche ore dalla chiusura del mercato puoi gestirlo solo sul piano tecnico, nel dopo partita, giusto se vinci. Ma a Reja questo ieri nella "sua" Napoli, non è stato concesso. Chiaro che al tecnico, alla prima sconfitta da quando è tornato alla Lazio, dopo 3 vittorie e due pareggi, questo stop è costato molto. E dover bordeggiare poi a caldo tra quello che è successo al San Paolo e soprattutto quello che sta succedendo dentro e intorno alla sua squadra, poco è piaciuto. Ha cercato in tutti i modi di restare al tema delle serata, l’allenatore laziale, non sempre riuscendoci. E se in fondo in fondo aver evitato tre derby in otto giorni gli sia davvero dispiaciuto non è stato chiaro: "Mi spiace essere uscito da una manifestazione a cui tenevamo, essendo i campioni uscenti". Tutto qui. Reja, piuttosto ha sottolineato altri aspetti del match: "Abbiamo contenuto bene il Napoli nel primo tempo. Per questo sono soddisfatto della prestazione della squadra. Peccato per qualche ripartenza sprecata, una in particolare con Onazi... Ci ha messo in difficoltà Callejon, il vero valore aggiunto del Napoli. Lui e Higuain da una parte, dall’altra una squadra particolarmente giovane, soprattutto in avanti, con Felipe Anderson-Keita e Perea. Tutti promossi, però, per lui: "Sì, anche i giovani hanno retto bene, ma gli infortuni di Konko e Dias e la stanchezza hanno inciso. Non dovrebbero essere infortuni gravi. I ragazzi hanno speso molto nel primo tempo, non riuscivamo poi a tenere la palla. Ma devono imparare. Li aspettiamo e vediamo se ci possono dare una mano".
Chiuso piuttosto ermeticamente, Reja, su Hernanes, destinato all’Inter: "La questione non mi riguarda. Io do solo pareri tecnici. Di questa storia ne stiamo parlando da un po’ non vi do nessun giudizio, non voglio parlare di questa storia". Più che a quello che è ormai il passato, Reja sembra più interessato al futuro. In questo senso il tema su chi possa sostituire tecnicamente il Profeta è argomento che non si può eludere. E l’allenatore della Lazio, qualche elemento lo fornisce: "Se Felipe Anderson può sostituire Hernanes? Potrebbe, ma lui è più una mezza punta; ha buona corsa ed è potente fisicamente, ma a me pare più adatto alle zone laterali, questo credo sia il suo ruolo". Tra i tanti temi complessi di questo momento in casa Lazio c’è anche quella relativa al portiere. Reja la mette così: "Marchetti è il primo portiere, ha avuto un attacco influenzale e Berisha lo ha sostituito egregiamente. Quando Federico sarà in forma tornerà titolare". Tutto chiaro dunque, ma si può dire altrettanto dei programmi della Lazio? L’allenatore non si scompone: "I programmi sono chiari, abbiamo due obiettivi e non credo si stia smontando la squadra. Abbiamo venduto Floccari e al suo posto in quel ruolo dovrebbe arrivare un calciatore di buon livello (Postiga, ndr). Per Hernanes ci sono richieste ma bisogna parlare con il ragazzo, lui è sereno e non esterna nessun desiderio particolare. Il progetto è più chiaro rispetto al passato, conoscevo già la squadra e ora bisognerà risalire il più possibile in campionato. Poi vogliamo programmare anche il futuro, mi auguro di andare avanti in Europa e agguantare il quinto-sesto posto". C’è spazio anche per un pensiero "napoletano" di Reja: "I fischi ad Insigne? Conosco il pubblico di Napoli, direi che si è trattato di un eccesso d’amore, loro sanno quanto il ragazzo possa dare ma è "giusto" che non Lorenzo non sia sempre al top, specialmente in una stagione complessa come quella del Napoli".
Nesta gli ha fatto i complimenti: "Questo è forte!", ha scritto su Twitter. Keita l’ha ringraziato a fine partita: "Nesta è un grande campione, uno dei più forti al mondo, sono orgoglioso delle parole che ha speso per me". Keita consacrato dai big laziali, era felice in zona mista per il messaggio scritto da un campione come Nesta durante Napoli-Lazio. Ma l’eliminazione dalla Coppa Italia gli ha lasciato l’amaro in bocca: "Peccato per la qualificazione mancata, c’è stato un grande sforzo fisico e mentale da parte nostra, non possiamo avere rimpianti. Il Napoli ha avuto un colpo di fortuna e si è preso il risultato. Eravamo i vincitori della Coppa Italia, volevamo difenderla a tutti i costi, ci abbiamo provato, non possiamo farci nulla. Pensiamo partita dopo partita, cerchiamo di vincerle tutte, non ci eravamo posti il problema dei tre derby da giocare in poco tempo". Si guarda avanti, si guarda oltre: "Adesso dobbiamo fare del nostro meglio in campionato e in Europa, mi piace la mentalità di Reja. Sto lavorando molto bene con la Lazio, mi sento in forma, cerco di imparare dai più grandi per crescere. Reja e Bollini mi aiutano in tutti i modi". Keita cresce, vuole diventare grande: "Nel finale c’è stato un calo fisico e psicologico, dobbiamo allenarci ancora più intensamente. Con Perea e Felipe Anderson ci capiamo bene, sono due ragazzi giovani e forti. Con l’aiuto di Ledesma e Biglia non possiamo che fare bene".
L’Europa non ha più scorciatoia per la Lazio, bisognerà arrivarci dal campionato o compiendo un miracolo, vincendo l’ultima Coppa rimasta quest’anno. L’Europa, via Coppa Italia, s’è infranta a Napoli per i vincitori dell’edizione 2012-13, per i campioni di Roma. E’ saltato il triplo derby, s’è dissolta la possibilità di centrare la qualificazione bissando il successo del 26 maggio. Il campionato, è questa la strada che appare meno proibitiva. L’Europa si conquista centrando il quarto o il quinto posto, il quinto è alla portata dei biancocelesti grazie alla rimonta iniziata con l’era Reja. Edy è a meno cinque punti dall’Inter (quinta), ha dimezzato lo svantaggio, la Lazio era a -11 punti prima della sosta natalizia, era reduce dal capitombolo di Verona. L’Inter, lanciatissima, era lontana, sembrava inarrivabile. Edy ha battuto i nerazzurri all’Olimpico, s’è ripresentato così davanti ai tifosi biancocelesti. La rimonta è andata avanti nelle successive tre partite (Bologna, Udinese, Juventus). Quarto e quinto posto assicurano l’accesso all’Europa, sono occupati da Fiorentina e Inter. Ma c’è la possibilità che anche il sesto posto diventi una porta. Da cosa dipende? Dalla semifinale di Coppa Italia Fiorentina-Udinese. Se i viola andranno in finale, considerando Napoli e Roma in Champions (le altre due semifinaliste), il sesto posto diventerà un lasciapassare europeo.