17 dicembre 2017 – Bergamo, stadio Atleti Azzurri d'Italia - Campionato di Serie A, XVII giornata - inizio ore 20.45
ATALANTA: Berisha, Masiello, Caldara, Palomino (59' Toloi), Hateboer, Cristante, Freuler, Spinazzola, Ilicic, Petagna (71' Kurtic), A. Gomez. A disposizione: Gollini, Rossi, Mancini, Castagne, Gosens, Schmidt, Haas, Orsolini, Vido, Cornelius. Allenatore: Gasperini.
LAZIO: Strakosha, Bastos (54' Wallace), de Vrij, Radu, Marusic, Parolo, Leiva (75' Felipe Anderson), Milinkovic-Savic, Lulic (75' Lukaku), Luis Alberto, Caicedo. A disposizione: Vargic, Guerrieri, Luiz Felipe, Patric, Basta, Neto, Murgia, Jordao, Palombi. Allenatore: S. Inzaghi.
Arbitro: Sig. Irrati (Pistoia) - Assistenti Sigg. Meli e Di Fiore e Quarto uomo Sig. Manganiello - V.A.R. Sig. Rocchi - A.V.A.R. Sig. Schenone.
Marcatori: 19' Caldara, 22' Ilicic, 27' Milinkovic-Savic, 35’ Milinkovic-Savic 50' Ilicic (rig), 79' Luis Alberto.
Note: espulso il tecnico biancoceleste Simone Inzaghi per proteste. Ammoniti: Freuler per proteste, Gomez per comportamento non regolamentare, Hateboer, Bastos e Wallace per gioco scorretto. Angoli: 5-6. Recuperi: 0' p.t., 4' s.t.
Spettatori: paganti 2.545 per un incasso di euro 49.959,00, abbonati 14.147 per un rateo di euro 173.515,95.
La Gazzetta dello Sport titola: "La Dea scappa. La Lazio rincorre. È pareggio show. Sul 2-0 l’Atalanta spreca il k.o. e Milinkovic castiga con una doppietta. Poi Ilicic e Luis Alberto".
Continua la "rosea": Nel liquido indefinito che è oggi la corsa europea del nostro campionato, Atalanta e Lazio si sono tuffate con l’eleganza di chi sa offrire parabole sorprendenti, ma anche la foga di chi sente la necessità di vincere per non veder scappare le rispettive rivali. Alla fine l’idea di essere inciampata sul trampolino al momento dell’ultimo voto resta all’Atalanta, per due volte con il pallone ammazza-partita (Cristante il 3-0, Gomez il 4-2) e per due volte raggiunta. Alla Lazio resta la nitida sensazione di essere stata salvata entrambe le volte anche dalle superparate di Strakosha, oltre che dalla forza di reagire con il marchio del suo calcio, che produce gol da 15 partite consecutive. Quello che la porta a non tradire mai lontana dall’Olimpico (pur pareggiando dopo sette vittorie), dove continua ad avere il miglior attacco del campionato (23 gol). Quello del gol del 3-3, tutto palla a terra e traiettorie mandate a memoria: il segnale di un possibile ritorno a certi picchi di rendimento, anche se la squadra di Inzaghi ha vinto solo una volta nelle ultime cinque partite e pure ieri ha manifestato indecisioni difensive, oltre che l’ovvia disabitudine a giocare con un centravanti diverso da Immobile. Ma pure l’Atalanta è stata frenata da insolite imperfezioni: il contributo degli esterni di centrocampo, la fase difensiva degli interni, gli inciampi di Masiello.
Volendo molto sintetizzare, ieri è finita in pareggio ed è rimasta negli occhi anzitutto la sfida fra un tridente e una coppia di fatto. Da una parte Petagna (un assist e mezzo rigore procurato), Gomez (l’altro mezzo, più un assist precedente) e Ilicic, che ispirato dal Papu ha realizzato lo spettacolare 2-0 e poi ha trasformato quel rigore. Ovvero: le qualità singole che stanno ricominciando a esaltare l’orchestra. Dall’altra Milinkovic (doppietta), che quando non gigioneggia sa diventare letale, con Luis Alberto, compagno di merende offensive per chiunque, che sembra saper decidere quando diventare immarcabile. Atalanta e Lazio avevano iniziato a guardarsi negli occhi riflettendo le loro immagini più recenti: aggressività e ritmo contro compattezza e anche prudenza, o forse attendismo forzato. Fino a otto uomini di Inzaghi davanti a Strakosha e troppo lontani da Luis Alberto e Caicedo per ostruire con coraggio il possesso nerazzurro. Puntuale da colpire al primo varco con armi non convenzionali: un centravanti — Petagna — che disegna un cross da trequartista e un difensore — Caldara — che stacca come un centravanti, sulla testa di Marusic. E poi con armi convenzionalissime: la qualità limpidissima e che non dà punti di riferimento di Gomez e Ilicic, stordenti nell’ispirazione e nel colpo volante del 2-0. Tutto in tre minuti, che avrebbero potuto ammazzare la Lazio.
Soprattutto se Cristante non avesse mirato il possibile 3-0 non in porta ma addosso a Strakosha, che lì ha iniziato a vincere il derby fra portieri albanesi. Perso poco dopo da Berisha, già prima poco rassicurante e ultimo colpevole (di cattiva protezione del suo palo) sulla volata del 2-1 di Milinkovic. Il penultimo era stato Masiello, molle anche su Luis Alberto all’alba del 2-2, rifinito da Parolo e poi battezzato ancora dal serbo, in libertà tutt’altro che vigilata. Ma ritrovare le sue certezze, nel frattempo perse dall’Atalanta, non è bastato alla Lazio per allontanare la maledizione della ripresa: 12° gol preso nei 15’ iniziali, ancora su finezza di Petagna (tacco) per Gomez atterrato secco in area da Bastos. Ma c’è una maledizione anche per il Papu, che in campionato non segna dal 20 settembre: Strakosha l’ha ipnotizzato almeno quanto 6’ dopo la combinazione Luis Alberto, Anderson, Caicedo, Luis Alberto ha fatto andare in trance l’Atalanta. Eh sì: la strada per l’Europa resta lunga. E soprattutto incerta.
Il Corriere dello Sport titola: "Tenacia e classe. E' Lazio infinita. Grande rimonta biancoceleste da 0-2 e poi da 2-3: Milinkovic con una doppietta e Luis Alberto conquistano un punto pesante. La squadra di Inzaghi pareggia a Bergamo a sei giorni dalla gara contestatissima con il Torino: ripresa due volte l’Atalanta dopo le reti di Caldara e Ilicic (due)".
Prosegue il quotidiano sportivo romano: Sì, il campionato della Lazio, orgogliosa e infinita, durerà a lungo anche se sarà dura recuperare in classifica. Lo ha dimostrato a Bergamo, dove è stata costretta a rincorrere per ottanta minuti l’Atalanta. Tripla rimonta, è finita 3-3 una partita vibrante, bellissima e impreziosita dai colpi di grandi fantasisti. Un punto non basta per riavvicinarsi alla Champions, ma serve per continuare a crederci. Mancava Immobile, ci hanno pensato Milinkovic (doppietta) e un gol fantastico di Luis Alberto a tenere in vita Inzaghi. Caicedo non è un finalizzatore, ha sgobbato e garantito il lavoro sporco, trovando un assist e finendo con un solo tiro. Poteva essere quello del sorpasso, è stato murato da Masiello. Pari giusto, l’Atalanta ha avuto più volte la possibilità di chiudere la partita e non c’è riuscita. Due o tre prodezze di Strakosha hanno mascherato i difetti della difesa biancoceleste. Prima Bastos e poi Wallace hanno faticato a tenere Gomez (un assist e un rigore provocato), Ilicic (doppietta) è stato a tratti incontenibile. Inzaghi dovrà trovare soluzioni alternative: il 3-5-2 paga se hai qualità e precisione nei cross dalle fasce, Lulic e Marusic garantiscono soprattutto corsa, Lukaku a forza di scaldare la panchina si sta perdendo.
Il primo gol dell’Atalanta è nato da un triplice errore. Lulic era in uscita e ha sbagliato l’appoggio su Luis Alberto, ma soprattutto non è rientrato. Radu è uscito a coprirlo, De Vrij lo ha seguito. Petagna ha pennellato un cross da trequartista. Marusic non è saltato e Caldara, alle sue spalle, ha colpito. La Lazio sembrava addormentata e tre minuti dopo ecco il raddoppio. Gomez ha saltato Marusic con facilità e ha alzato la palla dietro la linea difesa. Ilicic sul taglio ha fulminato Radu e ha colpito al volo, beffando Strakosha. Gol alla Del Piero. L’albanese ha tenuto in piedi la Lazio, respingendo il destro ravvicinato di Cristante. L’apparente equilibrio spezzato dall’uno-due dell’Atalanta, abilissima nel palleggio con Freuler e Cristante, sostenuti da Ilicic e Gomez, abituati a "entrare" verso la trequarti. Dentro quel fraseggio (dopo 25 minuti il 60% di possesso) era affogata la Lazio, in inferiorità a centrocampo. Luis Alberto era avanzatissimo, forse doveva assistere Caicedo, ma Parolo e Milinkovic subivano i mediani dell’Atalanta, Lulic e Marusic non tenevano i raddoppi sulle fasce. Milinkovic, come a Marassi, ha scosso e trascinato la Lazio verso la rimonta.
Se il serbo ci ha messo la firma, è stato soprattutto il movimento di Luis Alberto a decidere. Quando lo spagnolo è tornato indietro a prendere palla, dando un appoggio ai mediani, è cambiata la partita. Cristante e Freuler non sapevano più come prenderlo e chi guardare. Milinkovic al 27' ha rianimato la Lazio, solita percussione centrale, palla accarezzata con la suola e sinistro nell’angolo dopo aver toccato il palo. Berisha è sembrato incerto anche sul 2-2 del serbo, originato da una discesa di Luis Alberto e dal tocco all’indietro di Parolo. Caicedo era isolato come prima, ma la Lazio aveva preso il controllo del centrocampo, così Gasp ha risposto con la mossa. Ilicic trequartista su Leiva, Gomez e Petagna punte centrali. E l’Atalanta, dopo l’intervallo, è tornata in vantaggio. Triangolo tra Gomez e Petagna, tacco a liberare l’argentino. Era in agguato il solito Bastos, in ritardo e irruento. Rigore ineccepibile, trasformato da Ilicic. Inzaghi ha sostituito l’angolano con Wallace, poi alla mezz’ora anche Leiva e Lulic con Felipe e Lukaku. Il Var ha annullato il 4-2 di Caldara per fuorigioco e la Lazio ha trovato il pareggio con un’azione pazzesca di Luis Alberto. Dallo spagnolo a Felipe, tocco per Caicedo, di nuovo al mago Luis e destro in rete. Finale palpitante. Inzaghi allontanato dopo un’entrata di Hateboer ai limiti del rosso (solo giallo), Caicedo murato, Gomez fuori. E tutti a casa con il pareggio.
Il Messaggero titola: "Lazio, tris da rimonta. L’Atalanta segna due volte, Milinkovic la raggiunge poi va in gol Ilicic e ci pensa Luis Alberto a pareggiare. Partita spettacolare senza una reciproca attenzione alla fase difensiva e risultato in linea con le occasioni".
Prosegue il quotidiano romano: Un pari di rabbia. Sofferto. Cercato. Inseguito. Strappato con le unghie e con i denti. Due volte in svantaggio, la Lazio rimonta sempre l’Atalanta e porta via da Bergamo un punto piccolo ma importante. Un punto che muove, seppur di poco, la classifica e che restituisce morale ai biancocelesti dopo la sconfitta contro il Torino. Era fondamentale non perdere e così è stato. La Lazio resta imbattuta in trasferta e dimostra a se stessa di esserci ancora per la Champions. Troppi però gli errori in difesa. L’Atalanta, invece, può solo prendersela con se stessa per una vittoria buttata via. La mancanza d’Immobile lì davanti si fa sentire. Caicedo è più statico e per Luis Alberto servirlo nello spazio diventa difficile. I biancocelesti, soprattutto nelle prime fasi, sono molto contratti e sbagliano diversi palloni. Non va certo meglio all’Atalanta che non sfrutta mai i regali avversari. E allora sono le individualità a dover fare la differenza. Milinkovic va a ritmo alterno: quando decide di giocare non ce n’è per nessuno. E’ il più forte in campo per distacco.
A centrocampo dominano Leiva e Parolo che corrono senza sosta e recuperano un numero incredibile di palloni. L’Atalanta, però, ci crede di più e così è Caldara a portare in vantaggio i nerazzurri con un bel colpo di testa. Marusic non è esente da colpe. Così come Radu che si lascia scappare Ilicic in occasione del raddoppio. Ma è tutta la difesa a non girare al meglio. Dopo il primo gol è calato il buio nella testa dei ragazzi di Inzaghi. Prodigioso Strakosha su un tiro ravvicinato di Cristante. La parata ha il merito di risvegliare la Lazio che alza il baricentro e preme con maggiore convinzione. Milinkovic trova un colpo da biliardo sul primo palo. Berisha non attentissimo. Così come sul gol del pari sempre del serbo che lo beffa ancora sul suo palo. Sergej, capito il momento difficile, ha finalmente preso in mano la squadra come gli chiedeva a squarciagola Inzaghi. Meritati gli applausi che scaldano le mani congelate per il grande freddo. Il tutto sotto gli occhi attenti del ds della Juve, Fabio Paratici. La ripresa si apre con l’ennesima follia di Bastos che stende Gomez in area. Penalty trasformato da Ilicic. Doppietta anche per lui. Continua il momento negativo del difensore angolano.
Inzaghi lo cambia con Wallace. Anche lui non proprio in serata. C’è il suo zampino sul gol di Caldara, giustamente annullato grazie al Var per fuorigioco. Subito dopo il difensore brasiliano regala una palla incredibile a Gomez che si divora il colpo del ko. Settima gara di fila in campionato in cui la Lazio subisce almeno una rete. Inzaghi (allontanato in seguito da Irrati) manda dentro Felipe Anderson e Lukaku per cercare di dare maggiore peso agli spunti offensivi laziali. Ed è proprio dai piedi del brasiliano che nasce la rete del pari. La Champions resta a cinque punti, un traguardo non impossibile. Di certo Inzaghi dovrà registrare la difesa e trovare alternative in avanti quando Immobile non c’è.
Tratte dal Corriere dello Sport, alcune dichiarazioni post-gara:
Inzaghi sorride, il suo amico Gasp l’ha rincuorato. "Ci ho parlato, dice sia stata l’Atalanta migliore della stagione. Volevo vincerla, ma ci prendiamo questo pareggio con una squadra forte e su un campo complicato, dove vinceranno in poche. Non a caso sono arrivati quarti l’anno scorso e non era semplice rimontare tre volte. A volte bisogna sapersi accontentare", ha raccontato il tecnico della Lazio, allontanato nel finale dall’arbitro Irrati. Aveva chiesto l’intervento del Var e il rosso per l’entrata di Hateboer su Radu. "La mia espulsione? Penso fosse evitabile. Avrei voluto stare con la mia squadra nell’ultimo quarto d’ora, Irrati non mi ha permesso neanche di vedere la partita dal tunnel. Mi ha curato bene...". Se l’è presa con l’arbitro di Pistoia. "Credo fosse prevenuto, stava arbitrando bene, sono entrato di cinque centimetri in campo. Mi dispiace perché non ho protestato per tutta la partita, un po’ di comprensione ci voleva, non ho mancato di rispetto a nessuno".
La difesa sta imbarcando acqua, si ripetono gli errori di Bastos. "Cercheremo di sfruttare questa settimana per recuperare giocatori importanti e analizzare i gol subiti. Bastos è rientrato e ha fatto delle buone gare, aveva un brutto cliente come Gomez. L’argentino ha grandissima qualità e gli spazi se li crea, potevamo far meglio ma ci sono i suoi meriti. Ha sofferto anche Wallace. [[Bastos+] l’ho tolto perché era già ammonito". La Lazio usciva da una settimana di tensione e di polemiche arbitrali. "Ho chiesto alla squadra di non pensarci, ci abbiamo messo tutte le nostre forze, vogliamo restare aggrappati alle prime". Appena 5 punti nelle ultime 5 giornate, più il rinvio con l’Udinese, la flessione è testimoniata dai risultati. La Lazio sembra stanca. Per la prima volta Inzaghi lo ha ammesso. "Penso di sì, sono d’accordo, abbiamo giocato di più rispetto alla scorsa stagione, venivamo da tre partite in sei giorni, forse i miei ne hanno risentito. Ma siamo stati bravi a non disunirci dopo l’uno-due tremendo dell’Atalanta, rimontando su una squadra fisica e organizzata. La Lazio ha dimostrato di avere un grande carattere. Ora dovremo essere bravi a chiudere l’anno nel migliore dei modi senza perdere altro terreno".
Mago Luis è un prestigiatore. Difficile togliergli la palla. Quando è partito verso Berisha, aveva già visto Felipe libero tra le linee, lo ha servito con un tocco semplice in verticale e si è messo a correre, superando il brasiliano in velocità. Nel momento del passaggio di Felipe per Caicedo, stava già entrando in area di rigore. Bravissimo l’ecuadoriano nei suoi movimenti con le spalle alla porta. Ha capito l’inserimento di Luis Alberto e l’ha mandato a rete con un passaggio preciso e pulito di sinistro. Lo spagnolo, arrivando di corsa, aveva spaccato centrocampo e difesa dell’Atalanta. Non sapevano come prenderlo, era successa la stessa cosa nel primo tempo, quando aveva deciso di arretrare il proprio raggio d’azione infilandosi tra Freuler e Cristante, impegnati nel lavoro di tamponamento su Parolo e Milinkovic. Luis Alberto era solo e non ha perdonato Berisha: destro in corsa e in diagonale verso l’angolo più lontano, così è arrivato il 3-3. Tripla rimonta e pareggio pesantissimo per la Lazio. Non serve per accorciare le distanze dalla Champions, ma è buono per continuare a crederci ed è arrivato su un campo difficilissimo. Luis Alberto, però, non era soddisfatto. Voleva vincere la partita, s’è arrabbiato per la falsa partenza. "Grande carattere, ma dovevamo tirare fuori lo stesso temperamento dall’inizio della partita. Non è possibile giocare come abbiamo fatto nei primi 20 minuti. E’ difficile quando cominci e ti ritrovi sotto 2-0. Se partissimo meglio, potremmo vincerle tutte", ha raccontato lo spagnolo.
Ci sono dei difetti da correggere, la difesa prende troppi gol, c’è stata una flessione nell’ultimo mese, mancava Immobile, gli esterni non concretizzano una mole di lavoro impressionante. Luis Alberto ha parlato di carenza di concentrazione. "Adesso dobbiamo lavorare e migliorare dove sbagliamo, soprattutto nella concentrazione. Non è possibile segnare tre gol e non vincere", ha raccontato a bordo campo. Quinto gol in campionato dello spagnolo, il primo in trasferta, sesto stagionale considerando l’Europa League. Fuori casa aveva già segnato a Marassi, nella scorsa stagione. Firmò un altro pareggio con una sberla dai 25 metri fissando il 2-2 in rimonta con il Genoa. Era stato il suo primo squillo, avrebbe conquistato Inzaghi e la Lazio qualche mese dopo, durante la preparazione estiva di Auronzo di Cadore. "Primo gol in trasferta? Sì, mancava solo questo e l’ho fatto. E’ servito per il pareggio, ma io volevo vincere". Una perla il gol del pareggio, ma Luis Alberto era stato altrettanto decisivo nel primo tempo. Da una sua percussione era nato il raddoppio di Milinkovic, servito da Parolo. Soprattutto lo spagnolo aveva rianimato la Lazio. Nei primi venti minuti era rimasto davanti, in coppia con Caicedo, fuori dal gioco.
Forse Inzaghi lo voleva più avanzato per assistere l’ecuadoriano e creare più imprevedibilità nella notte in cui doveva fare a meno di Immobile. Oppure lo spagnolo si stava semplicemente gestendo. Usciva da una settimana complicata e in cui si era allenato poco, con il Torino era stato costretto a lasciare il campo per una fitta ai flessori. Si temeva un infortunio muscolare, scongiurato dagli esami e dalla sua grande forza di volontà. Anche ieri sera, dopo aver prodotto una serie di allunghi e di azioni impressionanti, verso la fine del primo tempo aveva rallentato. Sembrava con la spia della riserva accesa. Inzaghi ha avuto il merito di tenerlo in campo sino in fondo. Mago Luis l’ha ringraziato, inventando il gol del pareggio. Classe straordinaria, trequartista da Barcellona. E’ l’Iniesta della Lazio.