24 novembre 2020 – Roma, stadio Olimpico - Champions League – Fase a gironi gruppo F, gara 4 - inizio ore 21.00
LAZIO: Reina, Patric (60' Luiz Felipe), Hoedt, Acerbi, Lazzari (68' Fares), Parolo (60' Akpa Akpro), Leiva (68' Cataldi), Luis Alberto, Marusic, Correa, Immobile (81' Muriqi). A disposizione: Strakosha, Furlanetto, Radu, Armini, Djavan Anderson, Andreas Pereira, Caicedo. Allenatore: S. Inzaghi.
ZENIT: Kerzhakov, Lovren, Rakitsky, Zhirkov (73' Azmoun), Malcom, Kuzyaev, Barrios (59' Driussi), Santos (37' Sutormin), Mostovoy (59' Musaev), Erokhin (73' Shamkin), Dzyuba. A disposizione: Lunev, Vasyutin, Prokhin. Allenatore: Semak.
Arbitro: Sig. Oliver (Inghilterra) - Assistenti Sigg. Burt e Bennet - Quarto uomo Sig. Madley - V.A.R. Sig. Kavanagh - A.V.A.R. Sig. Pawson – Delegato UEFA Sig. Stenger (Germania).
Marcatori: 3' Immobile, 22' Parolo, 25' Dzyuba, 55' Immobile (rig).
Note: ammonito al 38' Barrios, al 48' Lovren, al 76' Rakitsky, all'89' Acerbi tutti per gioco falloso. Angoli 6-2. Recuperi: 1' p.t., 3' s.t.
Spettatori: partita disputata a porte chiuse per emergenza Covid-19.
? La Gazzetta dello Sport titola: Lazio traguardo vicino. Immobile domina. Parolo è super. Zenit travolto: Inzaghi vede la qualificazione. Sale a 4 punti il vantaggio sul Bruges steso da Haaland. E adesso in casa del Dortmund sarà sfida tra piedi "caldi"".
Continua la "rosea": Sarà un Borussia-Lazio all’ultimo gol, ma gli ottavi non possono sfuggire. Sarà Haaland contro Immobile e non perché lo richiede l’epica un po’ stereotipata di queste sfide: è che sono i piedi "più" caldi d’Europa. Haaland chiama con due gol al Bruges e Immobile risponde alla grande contro lo Zenit. Il fenomeno di Dortmund è una tassa ineludibile, in questa Champions i centri sono già sei. Ma Ciro replica a distanza con due reti – favolosa la prima, "creata" e realizzata su rigore la seconda – che atterranno uno Zenit piccolo, piegato dal virus e che fa quasi tutto per mettere la Lazio nelle migliori condizioni. Segna anche Parolo e il 3-1 dovrebbe far contenti tutti. Non fosse che i gol potevano essere almeno il doppio: se Correa, Lazzari e Muriqi non avessero sprecato, o se non si fossero trovati un Kerzakhov sovrumano in almeno una parata. Non cambia niente per la classifica: Borussia e Lazio avanti quasi fianco a fianco, i belgi a -4 e normalizzati. Ma presentarsi dopo aver ribaltato i russi avrebbe obbligato i tedeschi a più circospezione. Letale in ripartenza. O forse meglio di no. Forse meglio che il Borussia si lanci come sa, all’assalto, perché quello è il terreno in cui la Lazio si esalta. Lo Zenit, per esempio, è come se non avesse studiato i rivali. Non si discute che i piani di chiunque possano saltare se, dopo quasi tre minuti, Immobile s’inventa il tiro della vita dai venti metri. Un destro che "cade" sotto la traversa neanche fosse teleguidato. Però nel calcio di oggi una partita si capovolge in un recupero (e la Lazio della zona Caicedo ne sa qualcosa).
Lo Zenit invece si offre sull’altare sacrificale come Inzaghi non avrebbe immaginato. Prevedibile nel palleggio, lento in difesa, inerme sugli esterni e con poca protezione centrale: il 4-2-3-1 vacilla sulla botta immediata di Ciro e sembra liquefarsi sul rasoterra di Parolo, da lontano, dopo ripartenza e ispirazione di Correa. La Lazio va in contropiede incrociando palloni e uomini e arriva al tiro dal centro. Manco alla playstation. Sembra finita in 22’. Inzaghi, tutto studiato. Invece no. Nell’unico errore difensivo di un reparto per il resto compattissimo – quando Acerbi lascia mezzo metro in più a Dzyuba in area – ecco il gol che mette un po’ a rischio le cose. Anche questo era prevedibile, ricordando l’andata. Ma il pari sarebbe stato troppo. La differenza è anche nella guida tecnica. Semak è simpatico ma un po’ sprovveduto. Inzaghi ormai gestisce il turnover con sicurezza prima sconosciuta e fa capire che certe situazioni non sono un caso. Tutto è studiato. Le discese a sinistra sull’asse Marusic-Acerbi. La superiorità a centrocampo dove soffre soltanto Leiva contro il mobilissimo Malcom, ma Luis Alberto dirige con la bacchetta del maestro e Parolo pare un ragazzino. E soprattutto Correa, l’"uomo chiamato contropiede" per come s’insinua tra le linee e riparte sempre in dribbling verticale, squassando uno Zenit che sconosce il concetto – oggi necessario – di anticipo.
Obiettivo primato. Quella che non è esaltante è la mira ma, se hai Immobile così, puoi concederti qualche leggerezza: sull’ennesimo contropiede Correa-Lazzari, Ciro si procura il rigore e poi lo trasforma come volesse spaccare la rete. Dopo la fase della furia arriva quella del controllo: mentre lo Zenit cambia giocatori, sposta le pedine come su una scacchiera del piccolo chimico – l’esterno Kuzayev diventa centrocampista centrale – e prova a sostenere Dzyuba, la Lazio non rischia niente e anzi Muriqi si fa stoppare il 4-1 di un niente. Ora c’è da sperare che lo Zenit, ieri obiettivamente compromesso dal virus, ritrovi giocatori e morale per opporsi al Bruges. Perché a Dortmund sarà dura e la Lazio, ora 8-4 sui belgi in classifica, potrebbe ritrovarsi con un vantaggio minimo, anche se con due risultati su tre. Ma questa è una Lazio da ottavi.
? Il Corriere dello Sport titola: "E' un Ciro da Oscar. Immobile continua a brillare: dopo la rete al Crotone, la doppietta in Champions. Parolo-Dzyuba gol. Ora il Borussia, poi decide il Bruges".
Prosegue il quotidiano sportivo romano: La stella di Immobile, candidato ai Globe Soocer Awards 2020 con Ronaldo e Messi, ha illuminato la notte della Lazio formato Champions. Una doppietta di Ciro e il sigillo di Parolo per stendere lo Zenit San Pietroburgo, tenuto in partita dalle prodezze del suo portiere e dall’arbitro inglese Oliver (lo stesso del bidone d’immondizia al posto del cuore evocato da Buffon) che avrebbe dovuto lasciare i russi in 10 cacciando Barrios per doppia ammonizione. E’ f?inita 3-1, ma non sarebbe stato strano se la Lazio avesse segnato altri due o tre gol. Una sinfonia offerta dalla squadra di Inzaghi, seconda nel girone dietro al Borussia Dortmund e vicinissima alla qualif?icazione agli ottavi. Simone è ancora imbattuto come il suo maestro Eriksson vent’anni fa, nella stagione che portò allo scudetto e ai quarti di Valencia. Basterà un punto all’ultimo turno in casa con il Bruges per tagliare il traguardo, ma Immobile e la Lazio proveranno di sicuro a sfilare il primo posto ai tedeschi. Strategia, attenzione difensiva, costruzione arretrata e ripartenze: interpretazione sublime. Il calcio verticale dei biancocelesti ha confermato di essere ancora più incisivo e meno decifrabile in Europa.
Doppietta. La Lazio è passata al primo assalto. Aoerbi si era già sganciato in attacco, l’azione da destra s’è spostata sulla fascia opposta e Leiva ha pescato Immobile. Barrios e Douglas Costa troppo lenti nel tentativo di chiusura, Ciro ha stoppato e si è girato indovinando dai 22 metri un destro pazzesoo all‘incrocio dei pali. Un eurogol per spingere la Lazio e portarla sul suo terreno preferito, raccolta bene dietro, pronta a trovare profondità attraverso le solite, fulminanti ripartenze. Uno slalom di Correa e un destro di Luis Alberto sono stati il preludio al raddoppio, innescata da un’altra azione verticale. Lo spagnolo ha portato palla e ha servito il Tucu, scarico all’indietro verso Parolo, rasoterra nell’angolo più o meno dalla stessa posizione in cui aveva segnato Immobile, da fuori area. Spreco. Sotto di due gol, lo Zenit si è svegliato anche perché ha sfruttato l’episodio per ristabilire subito le distanze. Troppo morbida la Lazio. Con un solo passaggio di Rakitsky i russi sono arrivati al limite, Acerbi non ha fatto in tempo ad accorciare la marcatura, stop e sinistro in diagonale di Dzyuba. Semak aveva disegnato un modulo ibrido, 4-2-3-1 in fase difensiva, costruzione a tre con Barrios tra i due difensori centrali e Douglas Costa (costretto a uscire dopo la mezz’ora per infortunio) mediano "sfalsato" dietro i quattro giocatori più offensivi. Assetto votato alla pressione costante su Reina per ostacolare la costruzione arretrata di Inzaghi, ma lo Zenit era spaccato in due.
Lazzari e Marusic si abbassavano sulla linea dei tre centrali, la lazio ha preso pochi rischi e saltando la prima pressione riusciva a ripartire e ribaltare con pericolosità il gioco. Il rimpianto: non aver trovato il terzo gol sprecando tre occasioni gigantesche con Luis Alberto, Parolo e Lazzari, su cui a un sospiro dall’intavallo Kazhakov ha sfoderato un’altra prodezza. Tris. Così lo Zenit è rimasto in partita, palleggiava e lottava, concedendo campo aperto e spazi enormi. Da un’altra ripartenza letale, innescata da Correa con Lazzari lanciato a velocità folle, è nato il rigore conquistato e trasformato da Immobile. L'intervento a tenaglia era da cartellino giallo. Oliver ha graziato Barrios, già ammonito, e subito dopo Semak lo ha richiamato sganciando Driussi. Inzaghi ha risposto con Luiz Felipe (per Patric) e Akpa (per Parolo), poi sono entrati anche Cataldi e Fares, infine Muriqi, vicinissimo al poker. Cinque cambi per rifrescare la Lazio e arrivare in fondo con un f?ilo di gas.
? Il Messaggero titola: "Lazio è qui la festa. Champions, i biancocelesti battono lo Zenit e sono a un passo dagli ottavi di finale che mancano da vent’anni. Super Immobile, sblocca il match dopo soli 3’ di gioco".
Prosegue il quotidiano romano: Più il rumore dei nemici si fa insistente e più la Lazio gonfia il petto. Maggiori saranno le pressioni e migliore sarà la risposta sul campo. Dopo la sconfitta contro la Sampdoria i biancocelesti hanno ritrovato il furore che nel pre lockdown li aveva lanciati in orbita. Ieri, battendo lo Zenit 3-1 si è piazzata tra le stelle della Champions, ad un passo dagli ottavi. Un traguardo che mancava da 20 anni. Basterà un piccolo passo ancora e pure la matematica incoronerà la squadra di Inzaghi. L'anima della squadra. Eccola la pagina di storia più attesa. Ancora da completare. Ma infinitamente bella. Il tratto più marcato è sempre quello di Immobile. Infinito Ciro. Più forte del Gene N e dei tamponi. Più forte delle critiche e delle malignità. E segna sempre lui. Come Signori, meglio di Signori. Settimane da incubo che ha superato grazie ad una grandissima forza interiore e al gruppo sempre più punto di forza della Lazio di Inzaghi. Gli hanno tolto la gara con la Juve e due partite di Champions. "Quando non gioco a calcio sono come un bimbo a cui mancano i giocattoli. Ci ho dedicato una vita e quindi è doppia la rabbia quando non posso giocare" rimarca polemico. Ha sofferto in casa e una volta sul campo ha sfogato la rabbia segnando. Lo ha rifatto anche ieri. Due volte. Il primo: assist di Leiva (altro a cui i tamponi hanno tolto parecchio) e destro da 20 metri di assoluta bellezza. Roba da videogiochi. "Lo hai provato alla Playstation" scrive la moglie Jessica. "Vedi che devo giocarci di più" risponde Ciro finalmente sorridente.
Il secondo su rigore. Alla faccia di chi lo ha sempre definito un giocatore da campionato italiano. No, Ciro ha dimostrato che anche in Champions fa sfigurare gli altri. Tre centri nelle uniche due partite che ha potuto giocare. Due perle. Una più bella dell’altra. Difficile scegliere. Immobile è l’anima di una Lazio bella e ribelle. Di una squadra che si diverte e fa divertire. Nessuna sconfitta nel girone. E ottavi praticamente ad un passo. Applausi. A segno anche Parolo con un altro tiro da fuori. Marco non segnava all’Olimpico addirittura dallo scorso gennaio contro la Cremonese in Coppa Italia. Il gol di Dzyuba, subito dopo è soltanto una parentesi, che riapre solo sulla carta la partita. Cataldi capitano alla Nesta. A chiudere i giochi ci ha pensato sempre Immobile che si prende il pallone e va a calciare dal dischetto, giusto che il gol sia suo, in una serata in cui non c’è nessuno che stona nonostante gli acuti. Correa è in forma strepitosa e semina il panico nell’area dello Zenit. Così come Akpa Akpro: mostruoso. E Cataldi unicocapitano romano in Champions dopo Nesta. Per i russi le trasferte europee si confermano maledette: 14 partite (comprese le qualificazioni) senza successi (3 pareggi e 11 sconfitte). Milinkovic ok, Muriqi no. E le belle notizie per Inzaghi non sono finite perché a breve riavrà anche Milinkovic. Probabilmente già da oggi. Il centrocampista ieri è tornato a Roma, avendo ricevuto l’ok per interrompere l’isolamento in Serbia in presenza di un tampone negativo. Era risultato positivo durante il ritiro con la nazionale per gli impegni in Nations League. Salvo sorprese, oggi svolgerà le visite mediche per poi aggregarsi alla squadra. Contro l’Udinese potrebbe partire dall’inizio. Da valutare le condizioni di Muriqi che potrebbe aver riportato una lesione muscolare.
? Il sito web "Uefa.com" commenta così la gara:
Tris allo Zenit, Lazio a un passo dalla meta. All’Olimpico i Biancocelesti di Inzaghi battono 3-1 la formazione russa, restano imbattuti e si avvicinano alla qualificazione agli ottavi: Immobile firma una doppietta, segna anche capitan Parolo.
La Lazio non dà scampo allo Zenit San Pietroburgo e compie un passo importante verso la qualificazione agli ottavi di UEFA Champions League. All’Olimpico la squadra di Simone Inzaghi batte 3-1 i russi nella quarta giornata del Gruppo F e consolida il secondo posto in classifica, alle spalle del Borussia Dortmund suo prossimo avversario: i gol Biancocelesti portano la firma di Ciro Immobile, autore di una doppietta, la prima nella competizione, e Marco Parolo. La Lazio, che questa sera ha conquistato l’ottavo risultato utile consecutivo, è partita subito con il piede premuto sull’acceleratore, sbloccando il risultato in apertura e costruendo tantissimo, grazie a un ispirato Joaquín Correa. Ai Biancocelesti, per staccare il pass per la fase a eliminazione diretta, sarà sufficiente non perdere nell’ultimo impegno contro il Club Brugge, l’8 dicembre a Roma. La sfida inizia come meglio non potrebbe per i padroni di casa. A Immobile, che contro il Borussia Dortmund aveva impiegato sei minuti per sbloccare il risultato, stavolta ne bastano la metà, tre, per "fulminare" Mikhail Kerzhakov con un tiro da fuori area: il portiere rimane impietrito sul bolide del bomber Biancoceleste. Luis Alberto va vicino al raddoppio, che si materializza comunque al 22’. Correa, in ripartenza, scarica per Parolo, che con un destro rasoterra da fuori area batte ancora il portiere avversario: 2-0 per la squadra di Inzaghi.
Lo Zenit ha il merito di tornare subito in partita, con un guizzo di Artem Dzyuba, che sul servizio dell’ucraino Yaroslav Rakitskiy batte Pepe Reina con una conclusione precisa. La Lazio accusa il colpo e Aleksandr Yerokhin ha sul destro la palla del pareggio, ma il centrocampista calcia alto. Quando attaccano però i Biancocelesti fanno sempre paura. Correa serve tre assist uno più bello dell’altro, a Luis Alberto, Parolo e Manuel Lazzari, ma la squadra di Sergei Semak riesce ad andare all’intervallo con un solo gol da recuperare. Nella ripresa la prima chance è per Dejan Lovren, ma il difensore croato ex Liverpool non trova lo specchio della porta su punizione. Così è la Lazio a trovare il tris. Correa dà il via a una transizione, Lazzari scarica per Immobile che viene steso in area da Wílmar Barrios: è rigore, che lo stesso attaccante della nazionale trasforma con freddezza. Correa, su un cross al "bacio" di Francesco Acerbi, fallisce di testa il poker, dopo gli ingressi in campo di Luiz Felipe e Jean-Daniel Akpa Akpro. Reina neutralizza bene il tentativo di Malcom, poi entrano in campo anche Danilo Cataldi e Mohamed Farès. Il risultato finale, comunque, non cambia più: la Lazio di Inzaghi vince con merito 3-1 ed è a un passo dagli ottavi.
? Tratte dalla Gazzetta dello Sport, alcune dichiarazioni post-gara:
Segna sempre lui. E risolve sempre lui. Si scrive Lazio, ma ormai si legge Ciro Immobile. Altre due reti, che spingono i biancocelesti verso gli ottavi di Champions e avvicinano lui al mito Silvio Piola, l’unico capace di segnare di più (almeno finora) con la maglia della Lazio. La prima doppietta in Champions arriva grazie ad un gol-lampo (il secondo più veloce di sempre per la squadra romana in Champions dopo quello di Nedved al Leverkusen nel 1999) e all’ennesimo rigore trasformato. Una risposta a chi lo considera un cecchino infallibile solo nelle mura domestiche del nostro campionato. Con le due di ieri salgono infatti a 7 le reti realizzate in Champions, tra quelle di quest’anno (3) e le 4 segnate col Dortmund sei anni fa nella sua precedente esperienza nella regina delle competizioni europee. Rinato. Dopo venti giorni passati tra un tampone e l’altro, tra un esame positivo ed uno negativo, una volta avuto il via libera Ciro è tornato a macinare gol come prima e più di prima. Una rete a Crotone sabato ed ora la doppietta allo Zenit. Per un totale, con la maglia della Lazio, che sale a 132, ventisette reti in meno del re dei bomber laziali di tutti i tempi, Silvio Piola. "Sono molto contento, sia dei gol sia dei risultati - dice alla fine l’attaccante -. Abbiamo fatto una partita eccezionale. Io ero super motivato. Avevo tanta rabbia e tanta voglia di far bene". Una vittoria che spiana alla Lazio la strada verso gli ottavi di Champions: "Abbiamo l’opportunità di chiudere il girone da primi facendo un partitone a Dortmund. Se dovesse andar male ci giocheremo poi tutto con il Bruges all’ultima giornata". E in quanto ai primati che sta collezionando in serie Ciro ammette: "Fa enormemente piacere entrare nelle classifiche del club. Leggo nomi che hanno fatto la storia e questo mi riempie d’orgoglio". E a proposito di miti, anche i due con cui quest’anno se la vedrà per la classifica marcatori di Serie A non sono male: "Quando è arrivato Ronaldo ho avuto uno stimolo in più per fare ancora meglio. E lo stesso sta accadendo adesso con Ibra. Li studio attentamente e cerco di imparare da loro". E oggi dalla Serbia torna Milinkovic che si è negativizzato.