Sabato 20 aprile 2013 - Udine, stadio Friuli - Udinese-Lazio 1-0 20 aprile 2013 - 3.524 - Campionato di Serie A 2012/13 - XXXIII giornata - inizio ore 20.45
UDINESE: Brkic, Benatia, Danilo, Domizzi, Basta, Allan, Lazzari, G. Silva, Zielinski (85' Badu), Pereyra, Di Natale (79' Ranegie). A disposizione: Padelli, Angella, Heurtaux, Faraoni, Pasquale, Rodriguez, Campos Toro, Merkel, Zielinski, Maicosuel. Allenatore: Guidolin.
LAZIO: Marchetti, Ciani, Dias, Biava, A. Gonzalez, Ledesma (60' Hernanes), Onazi, Stankevicius (61' Ederson), Candreva, Mauri (73' Floccari), Klose. A disposizione: Bizzarri, Scarfagna, Konko, Crecco, Kozak, Rozzi, Saha. Allenatore: Petkovic.
Arbitro: Sig. Guida (Torre Annunziata) - Assistenti Sigg. De Luca e Giachero - Quarto uomo Sig. Galloni - Assistenti di porta Sigg. Bergonzi e Cervellera.
Marcatori: 19' Di Natale.
Note: cielo coperto, terreno in perfette condizioni. Ammoniti: Lazzari, Ledesma, Domizzi, Ederson, A. Gonzalez. Angoli: 6-2 per l'Udinese. Recuperi: 1' p.t., 3' s.t.
Spettatori: 13.000 circa.
La Gazzetta dello Sport titola: "Udinese-Lazio 1-0. Ci pensa Di Natale. Friulani in zona Europa, crisi biancoceleste. Terza vittoria di fila per la squadra di Guidolin nella 33ª giornata di campionato. Decide la rete dell'attaccante, al 18° centro in questa serie A. I bianconeri agganciano proprio l'avversario di stasera e la Roma in classifica. Ospiti poco brillanti".
Continua la "rosea":
L'Udinese continua a scalare la classifica. Ed a fare un pensierino all'Europa, per la prossima stagione. Batte anche la Lazio, al Friuli, per 1-0. Decide una rete capolavoro di Di Natale. E la raggiunge in classifica, al quinto, posto, appaiata anche alla Roma, che ha una partita in più da giocare. Una posizione sorprendente, considerando il pessimo avvio di stagione. Ma i bianconeri hanno avuto tenacia. Fatto maturare qualche giovane - stasera il ragazzino polacco, Zielinski, ha fatto un figurone - trovato solidità dietro, e, poi in avanti hanno sfruttato il senso del gol di un attaccante senza tempo, come il 35enne Di Natale. La Lazio è in crisi nera. Perde ancora, dopo il k.o. interno contro la Juventus. Nelle ultime 13 giornate le vittoria sono solo due. I biancocelesti non sono in salute atleticamente: la squadra non corre come ad inizio stagione, e gli acciaccati, tra quelli in campo e quelli indisponibili, sono troppi per non abbassare la qualità del gioco. L'impressione è che la via più percorribile per agganciare l'Europa sia rappresentata dalla finale di Coppa Italia, la gara secca con la Roma. Le tappe di campionato sembrano troppo dispendiose per una squadra in palese riserva.
Il primo tempo è equilibrato. La Lazio, reduce dalla sconfitta con la Juve, schiera davanti Klose, non ancora al meglio, ma in crescita, supportato da Candreva e Mauri. Resta fuori Hernanes. 4-3-2-1 anche per Guidolin. Muriel è squalificato, allora Di Natale è solo là davanti, ma Pereyra e Zielinski provano a dargli una mano inserendosi da dietro negli spazi. La Lazio si fa pericolosa dalle parti di Brkic con un paio di tiri di Ledesma, ma il gol lo trovano i friulani. Il 18° del campionato di Di Natale. Che si regala e regala ai suoi tifosi un capolavoro. Mezza rovesciata a centroarea coordinandosi in modo meraviglioso sul cross dalla sinistra di Gabriel Silva. Marchetti è chiamato alle ripetizioni sulle uscite alte, con alterne fortune, sulle folate dei bianconeri, ma all’intervallo la differenza la fa una sola giocata: quella da fenomeno di Di Natale. Nel secondo tempo è proprio la squadra di casa, nonostante il vantaggio, a rendersi più pericolosa. Di Natale col suo passo rapido mette in crisi i lenti centrali avversari, soprattutto Dias. Marchetti è bravissimo a parare sul sinistro di Zielinski, messo in porta proprio da Di Natale, che aveva fornito la sponda sul triangolo. Dentro Hernanes ed Ederson per Ledesma e Stankevicius. Poi il destro di Di Natale in contropiede finisce appena largo. Marchetti era battuto. La Lazio, con dentro anche Floccari, alza il baricentro del gioco, fa possesso palla e si fa più aggressiva, ma non sfonda mai. Vince, per la terza volta di fila, l'Udinese. La solita intrusa tra le grandi di alta classifica.
Un altro articolo tratto dal quotidiano sportivo milanese:
Mai tre successi di fila in questo campionato: la miniserie della felicità e le frenate della concorrenza hanno riportato l'Udinese in zona Europa. Negli ultimi due tornei Francesco Guidolin assaggiò sempre il preliminare della Champions, stavolta si avvicina a una posizione che iscrive all'altra coppa, un ruolo che dà soddisfazione in primavera e diventa una terribile seccatura nell'autunno successivo. Troppo fresche le ammissioni del tecnico che raccontava il disagio nel tenere il doppio impegno per non chiedersi se all'Udinese convenga assalire di nuovo il torneo del giovedì. Però nessuno sosterrà pubblicamente di non volerci andare, quindi ci si gode il tentativo che sembrava irrealizzabile un girone fa, quando appunto l'Europa League prosciugava uomini e ambizioni. La terza vittoria consecutiva in uno scontro diretto interno con la Lazio (gli altri per la Champions) è meritata e poteva essere più ampia se i bianconeri non avessero regalato tre occasioni nella ripresa. Quindi il pieno porta ancora il marchio di Totò Di Natale: che segna per l'ottavo incontro di fila qui con i laziali, arriva a 171 in A, a 18 in questa stagione. Ancora due e tocca quota 20 per la quarta stagione consecutiva, negli ultimi 50 anni ci è riuscito soltanto Batistuta. Di Natale è il solito, si nasconde e riappare dove non ci sono difensori, sul cross di Gabriel Silva si alza in volo con le gambe a compasso e chiude in diagonale. Scena da album fotografico. Con lui anche Allan, Pereyra e Zielinski (nel secondo tempo) meritano l'ovazione. Ma nessuno ha steccato. Due vittorie nelle ultime 13 uscite per la Lazio, nessuna in trasferta dopo il 22 dicembre, quinto viaggio fuori dalla capitale finito senza punti.
Ecco spiegata la rimonta della concorrenza per l'Europa. Gli esterni difensivi sono ancora d'emergenza, cioè Gonzalez e Stankevicius come contro la Juve ma su fasce diverse (Gonzalez a sinistra) e agganciati a una difesa a tre dove rientrano Dias e Biava. Mancano Radu, Lulic, Cana, Pereirinha, mentre Konko è in panchina e la coppia Ledesma-Klose è sul prato con i dolori di recenti infortuni. Si nota. Petkovic imita il disegno dell'Udinese: 3-4-2-1 che diventa 3-4-1-2 quando inserisce, dopo Hernanes (fuori a sorpresa) e Ederson, anche Floccari. Ma i laziali non arrivano mai a chance serie, sembrano sgonfi, già con il derby di coppa in testa e manca più di un mese. L'unico che salta l'avversario è Candreva, però il tecnico lo sposta da trequartista (con Mauri) a unico esterno destro e lo sfinisce. Non c'è il meraviglioso Muriel di Parma, poiché squalificato. Zielinski e Pereyra sono i due sostegni alle spalle di Totò; Lazzari il centrale insieme a Allan, con Pinzi in panchina. La maturazione di Pereyra è un altro motivo della rifioritura dell'Udinese: Guidolin lo impiega sempre (32 presenze su 33), il ragazzo ha una collocazione più usuale ed è difficile strappargli la palla. Ma anche Zielinski cresce dopo un primo tempo anonimo: avesse sfruttato l'occasione del raddoppio, avrebbe insidiato il consenso per Di Natale. Che resta l'uomo in più della sua banda.
Il Messaggero titola: "Udinese-Lazio 1-0. Magia Di Natale. Bianconeri verso l'Europa, Petko amaro".
Continua il quotidiano romano:
L'Udinese passa al crocevia per l'Europa. La Lazio si ferma. Un gran gol di Di Natale e una prova praticamente perfetta di tutti i giocatori bianconeri stendono i biancocelesti di Petkovic. Quando incrocia l'Udinese, nelle gare chiave per l'Europa, la Lazio vede nero. Proprio come era già successo nelle ultime stagioni. La squadra di Guidolin, alla terza vittoria consecutiva, si accaparra tutti i tre punti in palio e riacciuffa i diretti avversari in classifica. La prima frazione si chiude con l'Udinese in vantaggio. Uno a zero il parziale. Decisivo un gol-capolavoro del capitano dei friulani. Di Natale, lasciato tutto solo in area, manda in rete con una splendida semirovesciata al volo. A servirlo un assist di Gabriel Silva, inventato sulla linea di fondo, dopo uno scambio tra i due giovani trequartisti, Zielinski-Pereyra, 40 anni in due, il futuro in casa bianconera. Di Natale sale a quota 18 gol in questo campionato e da come si muove in campo, dispensando giocate e tocchi dei suoi, punta a farne altri. La Lazio appare in calo di rendimento. Dopo un primo quarto d'ora di gara combattuta a centrocampo, con continui cambi di fronte, senza alcun pericolo concreto per le due difese, il gol friulano accende la partita. La reazione biancoceleste è immediata. Gli ospiti attaccano a testa bassa, ma quando si tratta di tirare in porta difettano di mira e controllo palla. Klose si danna l'anima, ma a parte un tiro sporco, fin troppo facile da ribattere per Benatia, non trova conclusioni degne di nota. Il tiro più insidioso arriva dai piedi di Ledesma, il migliore tra i suoi. Il suo sinistro da posizione defilata trova la respinta di Brkic.
L'Udinese controlla senza problemi il vantaggio e quando riparte in velocità dà l'impressione di tagliare senza troppi problemi la difesa della Lazio, costretta a rimediare allo svantaggio. Petkovic prova a cambiare volto alla partita con un doppio cambio al 16' della ripresa, fuori Ledesma e Stankevicius, il peggiore in campo, dentro Hernanes ed Ederson. Eppure le occasioni più clamorose capitano ancora una volta all'Udinese che avrebbe almeno tre palloni per chiudere la partita. Prima Basta calcia fuori a porta praticamente vuota su un errore di Dias. Poi Di Natale scambia con Zielinski che da due passi calcia addosso a Marchetti; palla in angolo. Una manciata di minuti e l'Udinese ci riprova, a parti invertite. Questa volta è il talentino polacco a bucare la difesa per vie centrali e a restituire il favore al suo capitano. La conclusione di Di Natale sfiora il palo lungo. Guidolin lo toglie a 10' dal termine, per regalargli una standing ovation dello stadio, che pochi minuti dopo omaggia anche Zielinski. In campo al loro posto Ranegie, per tenere alta la squadra, e Badu. Più passano i minuti più la Lazio dà l'impressione di sciogliersi di fronte alle giocate degli avversari. I bianconeri trovano con facilità l'area biancoceleste. Meno la porta difesa da Marchetti. Tanto basta, comunque, all'Udinese per conquistare i tre punti e cominciare a pensare in grande.
La Repubblica titola: "Udinese-Lazio 1-0: magia di Di Natale, friulani in corsa per l'Europa. I capitolini partono bene ma la rete del bomber bianconero ne stronca le velleità: per il numero 10 è il centro numero 171 in Serie A, quello che vale l'aggancio ai biancocelesti in classifica e una robusta candidatura per la corsa all'Europa League".
L'articolo così prosegue: Chi corre e segna vince, chi non lo fa perde. Basta poco per descrivere la sfida tra Udinese e Lazio: la squadra fresca soffre inizialmente e viene fuori alla distanza, quella stanca mette in campo quel poco che ha per poi crollare. La differenza, in chiave realizzativa, la fa il solito Antonio Di Natale, la cui media-gol nelle sfide contro i biancocelesti al Friuli (10 reti nelle 8 gare giocate in casa) farebbe impallidire Messi e Cristiano Ronaldo: l'1-0 finale vale l'aggancio a quota 51 punti, con la formazione di Petkovic che resta avanti in classifica soltanto in virtù del 3-0 dell'andata. La scelta tattica di Petkovic sembra pagare in avvio: il mister di Sarajevo opta per Candreva e Mauri alle spalle di Klose, che al terzo minuto non arriva puntuale sul cross dell'esterno ex Cesena. I due fraseggiano a meraviglia al 13': stavolta è il tedesco a ricoprire i panni dell'uomo assist, tocco in profondità per Candreva che sbaglia lo stop che lo avrebbe lanciato a tu per tu con Brkic. Il problema laziale è il solito: manovra fluida fino ai 25 metri, poi qualcosa si inceppa. L'Udinese non ha di questi nodi da sciogliere e al 19' passa in vantaggio, praticamente al primo affondo. Silva scambia con Pereyra, il brasiliano prende d'infilata il pachidermico Stankevicius e mette in mezzo dal fondo: al resto ci pensa Totò Di Natale, destro in acrobazia su cui Marchetti non può nulla, fanno 171 gol in Serie A. La Lazio cerca subito il pari ma il sinistro di Ledesma viene respinto da Brkic.
Col passare dei minuti i bianconeri prendono le misure anche in fase difensiva, diventando padroni del campo. La ripresa mette a nudo tutte le difficoltà capitoline: i ragazzi di Petkovic non ne hanno più, il rientrante Dias gioca un secondo tempo da incubo. È lui al quarto d'ora a spalancare la porta a Basta, con un tentativo sciagurato di disimpegno: l'esterno serbo mette a lato dai 20 metri, con Marchetti fuori dai pali. L'ingresso di Ederson ed Hernanes non fa che sbilanciare ulteriormente la Lazio, totalmente scollata tatticamente nella ripresa. Al 16' sale in cattedra Zielinski: scambio con Di Natale, dribbling ai danni di Dias, sinistro respinto da Marchetti. Minuto 20, il centrale brasiliano della Lazio regala palla allo scatenato Zielinski, che guida centralmente la transizione e serve il suo numero 10: destro a lato. Dentro Floccari per Mauri, ora i romani sono letteralmente spaccati in 2 e ogni ripartenza mette i brividi a Marchetti, che alla mezz'ora viene graziato da uno stop sbagliato di Di Natale. Non succede più nulla: l'Udinese vince per il terzo anno consecutivo lo scontro diretto in chiave europea, la Lazio si è fermata a gennaio.
Tratte dalla Gazzetta dello Sport, alcune dichiarazioni post-gara:
Udine amara per la Lazio. Come negli ultimi due anni. Allora la trasferta friulana era costata ai biancocelesti la Champions in entrambe le occasioni, stavolta compromette seriamente la qualificazione in Europa League che, se dovesse mancare, derubricherebbe la stagione laziale da buona a fallimentare. È un'ipotesi ancora lontana, ma solo perché la squadra di Petkovic ha a disposizione la ciambella della finale di Coppa Italia. Certo però che il cammino in campionato è ormai diventato una specie di Via Crucis per la Lazio. Voltare pagina. "E' vero, ammette il capitano Stefano Mauri, le cose non vanno come dovrebbero. Il problema è che abbiamo perso la stima in noi stessi, troppo spesso ci facciamo assalire dalla paura di perdere e poi finiamo col perdere davvero. Nel girone di andata era tutto diverso, ci divertivamo a giocare e tutto ci veniva facile. Anche qui a Udine eravamo partiti bene, poi una volta preso il gol ci siano disuniti e non siano stati capaci di reagire". Il problema è che, sconfitta dopo sconfitta, la Lazio sta precipitando. È stata raggiunta dall'Udinese a 51 punti (anche se resta in vantaggio nel confronto diretto grazie al 3-0 dell'andata) ed oggi rischia concretamente di essere staccata dalla Roma (che affronta in casa il Pescara) e superata dall'Inter (che a San Siro riceve il Parma). "Nulla è compromesso, osserva Mauri, la corsa per l'Europa League è tutta da giocare. Noi ci vogliamo qualificare attraverso il campionato senza aspettare la Coppa Italia. Che resta un obiettivo importantissimo, ma al quale penseremo tra un mese. Prima vogliamo finire bene il campionato. Adesso l'importante è reagire subito. Finalmente avremo a disposizione una settimana intera per preparare al meglio la trasferta di Parma, dove dovremo assolutamente ripartire". La Lazio tornerà ad allenarsi martedì, Petkovic ha infatti concesso due giorni di riposo alla squadra. Ieri, intanto, al Friuli incontro tra il suo predecessore Edy Reja (arrivato dalla vicina Gorizia) e il presidente Claudio Lotito. I due hanno poi seguito la partita in tribuna a pochi metri di distanza. Non c'era invece il d.s. Tare, in missione di mercato all'estero.
Dal Messaggero:
"Complimenti all'Udinese, che è stata molto concreta e disciplinata, ha conquistato questa vittoria con un solo tiro in porta nel primo tempo. È un momento negativo per i risultati, ora dobbiamo analizzare quanto fatto soprattutto nel primo tempo. Avevamo dei giocatori fuori e altri non al top come Hernanes e Ledesma, purtroppo dobbiamo essere più concreti e più cinici e provare a vincere anche queste partite in cui le cose non ci vanno tutte bene". È un Vladimir Petkovic con l'aria rassegnata quello che, dai microfoni di Sky, commenta la sconfitta della sua Lazio contro l'Udinese. "Facciamo pochi gol ma nel primo tempo abbiamo creato qualcosa - dice ancora il tecnico della Lazio - e, quando è così bisogna imparare ad allargare il gioco e a cercare anche il tiro da fuori. Paghiamo questo momento soprattutto per le motivazioni e sul piano emotivo, abbiamo dei cali che non dovrebbero avere le grandi squadre, in questo dobbiamo crescere". Sul gol di Di Natale, Petkovic dice che "eravamo troppo arretrati e scalando sicuramente dovevamo essere più vicini al giocatore, non può succedere che uno abbia cinque metri per girarsi e segnare. Non è la prima volta che vedo Di Natale fare gol del genere, ne avevamo parlato tanto e per questo mi arrabbio ancora di più perché gli abbiamo lasciato lo spazio". Ora la Lazio per salvare la stagione ha la finale-derby di Coppa Italia. "A noi servono i punti per conquistare l'Europa anche senza la vittoria della coppa - risponde il tecnico -. È sempre difficile sapere come può concludersi un derby, non possiamo giocarlo come se fosse l'unica via per noi per andare in Europa".