3 gennaio 2021 – Genova, stadio L. Ferraris - Campionato di Serie A, XV giornata - inizio ore 15.00
GENOA: Perin, Masiello, Zapata (33' Radovanovic), Criscito, Zappacosta, Behrami (73' Lerager), Badelj, Rovella (46' Zajc), Czyborra, Pjaca (46' Shomurodov), Destro (60' Scamacca). A disposizione: Paleari, Zima, Bani, Goldaniga, Dumbravanu, Ghiglione, Melegoni. Allenatore: Ballardini
LAZIO: Reina, Patric (46' Luiz Felipe), Acerbi, Radu, Lazzari, Milinkovic (81' Muriqi), Leiva (69' Escalante), Luis Alberto (88' Akpa Akpro), Marusic, Caicedo (81' Pereira), Immobile. A disposizione: Strakosha, Alia, Hoedt, Armini, Franco, Cataldi, D. Anderson. Allenatore: S. Inzaghi
Arbitro: Sig. Calvarese (Teramo) - Assistenti Sigg. Galetto e Prenna - Quarto uomo Sig. Di Martino - V.A.R. Sig. Mazzoleni - A.V.A.R. Sig. Tegoni.
Marcatori: 5' Immobile (rig.), 58' Destro.
Note: ammonito 43' Patric, 60' Milinkovic, 63' Czyborra, 69' Leiva. Angoli . Recuperi: 2' p.t., 3' s.t.
Spettatori: partita a porte chiuse per emergenza Covid 19.
? La Gazzetta dello Sport titola: "La Lazio gioca solo un’ora. Il Genoa c’è e sa rialzarsi. Immobile-gol, ma i biancocelesti non chiudono i conti. Per Ballardini 4 punti in 2 partite: rossoblù da battaglia".
Continua la "rosea": Un anno fa, la Lazio era sfacciata e infinita: sapeva ribaltare il tavolo anche quando sembrava non ci fosse più il tempo, inaugurò il 2020 vincendo a Brescia al minuto 91, si insinuava nelle sicurezze della Juve che aveva battuto in Supercoppa nell’ultimo match del 2019, confidava di poterle tenere testa in primavera, libera da impegni di coppa. Poi sappiamo come è finita. Questa partita può sembrare quella di Brescia, come potenziale degli avversari, ma la Lazio è diversa. Se vuole colmare il ritardo, come Inzaghi chiama la situazione di classifica, non deve giocare soltanto un’ora. Non può esitare nel chiudere i match. Oppure, se concede, dovrebbe sapersi rialzare, artigliare il risultato anche all’ultimo battito di gara. Era fra le sue specialità , adesso non le riesce più. La Lazio è nona, superata dal Verona. Si sosteneva che ansimasse nel tenere il doppio impegno: una sposa felice in Champions e una zitella angosciata in campionato dovrebbe sistemarsi proprio in questo periodo, con l’Europa lontana e impegni alla portata. Serviva un segnale di fiducia, che non arriva: una vittoria nelle ultime 6 uscite, tutto compreso. Era dal 2015-16 che i laziali non raccoglievano così pochi punti (22) nelle prime 15 giornate di campionato.
Genoa rialzato. Quattro punti in due uscite con la nuova gestione rendono vivo il Genoa nel mischione della bassa classifica. Questa discreta salute ritrovata ha diverse ragioni. C’è un adattamento alla partita diverso nel secondo tempo, aderente alle qualità dei giocatori che interpretano ruggendo i movimenti e le strategie di Davide Ballardini. Con due cambi (Zajc, anche trequartista, e l’imprendibile Shomurodov per Rovella e Pjaca) aumenta la convinzione del complesso, memore forse della rimonta di fine annata sullo Spezia: era il secondo successo del campionato, forse è stato rivisto nell’intervallo, ha dato fiducia e voglia di scalare. La fase difensiva, dopo le libertà della prima parte, incappa meno in distrazioni, non vengono replicati alcuni errori. Inoltre la banda rossoblù sembra divertirsi nel celebrare la solennità del contropiede e infila con precisione gli aghi nella difesa altrui. Shomurodov è la chiave per aprire con velocità e tecnica la protezione laziale. Prepara il pareggio di Destro, quasi sforna il raddoppio. Il Genoa marcia sulla distrazione altrui. L’azione del pari parte da una respinta in area rossoblù con sei laziali oltre la linea della palla. La Lazio non riesce a custodire il suo vantaggio, il Genoa riesce a darsi un tono diverso, rigoroso e battagliero.
I motivi. Immobile segna su rigore, costruisce occasioni, ne sbaglia una tutta sua sul solito secondo palo da corner (come riesca sempre a mimetizzarsi in quella posizione è un mistero). Alla fine incide sulla partita, come Mattia Destro, lui però in maniera contraria: la rete è l’unico lampo, ma come pesa. La Lazio del primo tempo sa sempre cosa fare, è spesso in anticipo fisico e tecnico sui rivali che soffrono a centrocampo, non riescono a trovare le uscite e le verticalizzazioni. Ma cala quando si affloscia Luis Alberto, quando Lazzari corre tanto quanto sbaglia, quando Leiva non prova nemmeno il fallo su Shomurodov. Il Genoa sale con fame e fuoco, come chiesto dal tecnico: anche se solo nella ripresa, basta per il pari.