26 novembre 2015 - Europa League - Fase a gironi gruppo "G", gara 5 - inizio ore 19.00
LAZIO: Berisha, Konko, Mauricio, Gentiletti, Radu, Candreva, Cataldi, Parolo, Kishna (80' Lulic), Klose (66' Milinkovic Savic), Matri (70' Djordjevic). A disposizione: Marchetti, Hoedt, Basta, Biglia. Allenatore: Pioli.
DNIPRO: Boyko, Fedetskiy (74' Shakhov), Douglas, Gueye, Lèo Matos, Chygrynskiy, Bezus (57' Zozulya), Matheus (41' Anderson Pico), Danilo, Bruno Gama, Seleznyov. A disposizione: Lastuvka, Edmar, Cheberyachko, Luchkevych. Allenatore: Markevych.
Arbitro: Sig. Mažeika (LTU) - Assistenti Sigg. Šimkus e Kazlauskas (LTU) - Assistenti arbitrali aggiunti Sigg. Dunauskas e Slyva (L TU) - Quarto arbitro Sig. Sužiedelis (LTU) - Delegato Uefa Sig. Minasyan (ARM).
Marcatori: 4' Candreva, 65' Bruno Gama, 68' Parolo, 93' Djordjevic.
Note: ammoniti Radu, Parolo, Danilo e Leo Matos per gioco scorretto, Milinkovic Savic per comportamento non regolamentare. Angoli: 10-2. Recuperi: 1' p.t., 3' s.t.
Spettatori: 3.000 circa.
La Gazzetta dello Sport titola: "Lazio, medicina Europa. Tris al Dnipro e primato. Davanti a soli 3 mila spettatori, Candreva, Parolo e Djordjevic archiviano la qualificazione: il ritiro porta bene ancora una volta".
Continua la "rosea": Ufficiale: la Lazio "europea" è tutta un'altra cosa rispetto a quella "italiana". Impacciata, balbettante e quasi sempre (almeno nell'ultimo mese) perdente in campionato, la squadra di Pioli ancora una volta ritrova se stessa e la vittoria in campo internazionale. Era già accaduto tre settimane fa, quando il successo in Norvegia sul Rosenborg aveva interrotto la striscia negativa in campionato. È accaduto di nuovo ieri contro il Dnipro. La musichetta dell'Europa League non avrà lo stesso fascino di quella della Champions, ma sui biancocelesti ha evidentemente un potere taumaturgico. Vittoria pesante quella sugli ucraini. Soprattutto perché chiude, con un turno di anticipo, sia il discorso qualificazione sia quello relativo al primo posto nel girone (che consentirà ai romani di essere testa di serie ai sedicesimi). Grazie al pari del Saint Etienne con il Rosenborg i biancocelesti centrano l'una e l'altro in un colpo solo, rendendo la prossima partita con la squadra francese (già qualificata come seconda) una pura formalità. Anzi, in realtà, quella gara un significato lo avrà. E per "colpa" della Lazio. Che col successo di ieri eguaglia il suo record di vittorie consecutive in Europa (quattro), già centrato nelle stagioni 1994-95 e 1997-98 (entrambe in Coppa Uefa). Vincendo a Saint Etienne la Pioli band firmerebbe dunque un primato storico per il club. Ma ai biancocelesti va già bene così, perché il successo col primo posto incorporato significa ricominciare a respirare dopo settimane di rovesci sul campo e musi lunghi nello spogliatoio.
Una prima svolta (in attesa di quella in campionato) che basta alla società per decretare la fine del ritiro (che già a settembre, nell'immediato, aveva dato effetti benefici) imposto dopo il pari interno col Palermo. I biancocelesti si conquistano la fine del castigo grazie a una prestazione poco scintillante ma estremamente efficace. Contro un Dnipro che deve solo vincere per riaprire i giochi qualificazione, i romani (cui basterebbe un pari) derogano per una volta alle caratteristiche di squadra aggressiva per giocare invece d'attesa e sfruttare gli spazi con le ripartenze. Progetto tattico che dà i frutti già dopo quattro minuti grazie al gol di Candreva su ribaltamento di fronte innescato da Parolo. Pioli opta per un quasi inedito 4-4-2, modulo che meglio si adatta alle bisogne. Con un Klose bravo ad oscillare tra il ruolo di seconda punta e quello di rifinitore. Lazio quadrata, poco spettacolare, ma più concentrata nella fase difensiva. Con l'unico torto di cercare il raddoppio con troppa sufficienza. Un errore strategico che per poco non costa caro, perché a metà ripresa in una delle rare incursioni in area il Dnipro trova il pareggio con Gama. La Lazio "italiana" accuserebbe probabilmente il colpo. Non quella "europea" (nel frattempo corretta da Pioli in un più classico 4-2-3-1 grazie all'ingresso di Milinkovic per Klose). Così nel giro di tre minuti i biancocelesti tornano in vantaggio con Parolo (bravo Kishna a confezionargli l'assist) e poi in pieno recupero triplicano con Djordjevic (subentrato a Matri). Conquistata l'Europa, adesso Pioli deve riprendersi l'Italia. Sarà più complicato.
Il Messaggero titola: "Lazio, sorriso nel deserto. In Europa League i biancocelesti con il Dnipro ritrovano la vittoria prendendosi qualificazione e primo posto. Candreva sblocca subito il match in un Olimpico vuoto poi il pareggio ucraino e le reti di Parolo e Djordjevic".
Prosegue il quotidiano romano: In un colpo solo la Lazio ritrova la vittoria, i sorrisi e la qualificazione. Il successo per 3-1 contro il Dnipro porta i biancocelesti ai sedicesimi con un turno d'anticipo e, complice il pareggio del St. Etienne in casa del Rosenborg, anche il matematico primo posto nel girone. Un traguardo che la Lazio non aveva mai raggiunto alla quinta gara e soprattutto lo fa stabilendo il suo personale record di punti, 13. I biancocelesti ne avevano totalizzati al massimo 12 nella stagione 2012/13. L'Olimpico è un deserto di ghiaccio ma i poco più di 3000 spettatori si riscaldano battendo le mani alla voglia messa finalmente in campo dai ragazzi di Pioli. Il cambio di modulo sperimentato dal tecnico dà i frutti sperati. Il 4-4-2 restituisce ai biancocelesti il gioco e la dinamicità che sembravano essere svaniti tra isterismi e musi lunghi. Azioni corali e voglia di lottare: si tornano a vedere sprazzi di bel gioco nella gelida serata europea. Decisivi, ironia del destino, proprio quei giocatori che domenica avevano fatto più parlare. Candreva, il più discusso dello spogliatoio laziale, apre le danze con un bel diagonale. Il bell'Antonio si è sacrificato molto correndo come un dannato sulla fascia. Un gioco da ragazzi poi saltare, il probabile futuro compagno, Douglas e firmare la rete del vantaggio. Il gol rilassa la Lazio, anche troppo. Delittuose le tante occasioni concesse agli ucraini, squadra apparsa decisamente lontana parente rispetto a quella che la scorsa stagione era andata a un passo dal conquistare il trofeo continentale.
E così arriva anche il pareggio. Ma la voglia di non sbagliare è troppa, Pioli cambia nuovamente modulo passando al 4-2-3-1 e Parolo, che domenica aveva bacchettato tutti i compagni, riporta in vantaggio i biancocelesti con una bastonata da fuori area (con deviazione). Il tris di Djordjevic è il sigillo a una bella serata. Non è stata una buona serata invece per l'arbitro lituano Mazeika che commette una serie di errori clamorosi come il rigore non concesso a Kishna in avvio di gara. Una vittoria importante che almeno per il momento allenta la pressione su un allenatore finito nel mirino della critica e della società e su un gruppo chiuso nel ritiro di Formello per ritrovarsi. Per ora la decisione sembra aver dato una scossa a tutti i giocatori che hanno dimostrato di voler ancora lottare per la maglia della Lazio. Tanto che lo stesso Pioli ha ordinato il rompete le righe. Certo il compito è stato facilitato da un modestissimo Dnipro che non è sembrato avere la giusta rabbia per risollevare le sorti di una qualificazione già compromessa. Ora però testa subito al campionato dove i problemi da risolvere sono decisamente maggiori. Si riparte dalla difficile trasferta di domenica a Empoli, con uno spirito nuovo. Si spera.
Il sito web Uefa.com commenta così la gara:
Con una giornata d'anticipo, la S.S. Lazio conquista la qualificazione ai sedicesimi di UEFA Europa League e il matematico primato nel Gruppo G. Allo Stadio Olimpico, i Biancocelesti superano 3-1 il FC Dnipro Dnipropetrovsk e infilano la quarta vittoria su cinque partite del raggruppamento: sono i gol di Antonio Candreva, Marco Parolo e Filip Djordjevic a far felice Stefano Pioli. A digiuno di vittorie in campionato da un mese - tre sconfitte e un pareggio nelle ultime quattro partite - la Lazio ha confermato il collaudato feeling con la UEFA Europa League, ottenendo il terzo successo su altrettante partite casalinghe nel raggruppamento. Pronti via la Lazio è già in vantaggio. Parolo ha una grande intuizione e serve alla perfezione Candreva, che non dà scampo a Denys Boyko: 1-0 per i Biancocelesti. La reazione degli ucraini è affidata a Matheus, sul cui sinistro Etrit Berisha - portiere di coppa - fa buona guardia. La squadra di Pioli reclama invece, invano, un rigore per un atterramento in area dell'olandese Ricardo Kishna. Matheus è l'uomo più pericoloso del Dnipro, ma al 21' il sinistro dell'attaccante brasiliano esce a lato non di molto. La Lazio reagisce con una conclusione dal limite di Miroslav Klose, schierato in avanti al fianco di Alessandro Matri e servito proprio dall'ex attaccante di Juventus e Milan, ma il bomber tedesco spedisce alto.
Prima dell'intervallo, piove sul bagnato per gli ospiti, visto che Matheus è costretto a lasciare il campo: al suo posto, entra il connazionale Anderson Pico. Nella ripresa Matri tenta subito una finezza con un pallonetto, che Boyko riesce comunque a parare. Il Dnipro getta nella mischia anche Roman Zozulya al posto di Roman Bezus e al 65' trova il pareggio. Il gol lo firma il portoghese Bruno Gama, che raccoglie un suo cross respinto dalla difesa di casa e supera Berisha con un bel destro. L'equilibrio è ristabilito, ma solo per tre minuti. Al 68', infatti, Kishna serve Parolo che calcia secco di destro e - complice una deviazione - mette nel sacco: 2-1 per la Lazio. Pioli toglie Matri e Kishna e inserisce Djordjevic e Senad Lulic, la Lazio conduce in porto la vittoria senza eccessivi patemi, anzi è Danilo Cataldi su punizione a impegnare il portiere avversario prima del tris realizzato proprio da Djordjevic, a segno in mischia in pieno recupero. I Biancocelesti staccano il pass per i sedicesimi e vincono aritmeticamente il girone, ora possono concentrarsi sulla risalita in campionato. Il Dnipro, finalista la scorsa stagione, saluta la UEFA Europa League.
Tratte dalla Gazzetta dello Sport, alcune dichiarazioni post-gara:
Finalmente un ostacolo superato. Missione compiuta in Europa League anche per le indicazioni che ha fornito il 3-1 sul Dnipro, tanto positive da far terminare il ritiro di Formello. Stefano Pioli ha l'aspetto decisamente rinfrancato per la ripartenza della Lazio. "Una vittoria che ci ha permesso di superare il turno da primi ed era quello che volevamo. Ma non può essere un passo fine a se stesso, dobbiamo dare continuità. Bisogna proseguire a dare risposte e a fare risultati positivi". Il tecnico sottolinea altri motivi incoraggianti. "Non ci siamo abbattuti dopo il pari del Dnipro e questo è un segnale importante. Anzi, abbiamo ripreso a lottare". Un rammarico: "Potevamo e dovevamo sfruttare meglio le ripartenze". Ha funzionato anche la novità con Klose e Matri affiancati sul fronte offensivo dal primo minuto. "Ci sono le caratteristiche giuste. Avevamo bisogno di più presenza al centro. Klose è intelligente nel frasi trovare libero negli spazi, mentre Djordjevic e Matri attaccano bene gli spazi ed abbiamo esterni adatti a questa soluzione tattica, che può rivelarsi utile pure nel futuro". Torna sulla Lazio ritrovata nella serata gelida dell'Olimpico. "Bisogna insistere e fare il lavoro di questa partita. Abbiamo giocato da squadra. Dopo Empoli ci aspetta un mese di dicembre con tanti impegni, compreso quello di Coppa Italia. Conterà anche avere un gara quella di Saint-Etienne da disputare senza l'assillo del risultato". Tante attenzioni anche per Douglas, il difensore centrale del Dnipro da tempo nel mirino della Lazio ed ora uno degli obiettivi in vista del mercato di gennaio. Il d.s. Tare spiega: "Un ottimo giocatore, non lo scopriamo certo oggi, l'anno scorso è stato il migliore in Europa League. Lo stimo ma non abbiamo avuto incontri col Dnipro. Stiamo seguendo 3-4 situazioni. Ci serve un elemento di esperienza che possa dare subito un aiuto alla squadra". Il 25enne brasiliano all'uscita dallo stadio parla chiaro: "Mi piacerebbe venire alla Lazio? Si, assolutamente"... Già a gennaio? Douglas abbozza anche un sorriso. "Non lo so, vediamo. Tutto può essere".
Un primo passo verso la luce, per abbandonare il lungo tunnel in cui si era infilata. La Lazio batte il Dnipro, ottiene la qualificazione ai sedicesimi di Europa League e lo fa da prima del girone con un turno d'anticipo. Non è la fine della crisi, ma si può tirare un sospiro di sollievo nella speranza che si trovi finalmente la tranquillità di voltare pagina anche in campionato. "Vincere aiuta a vincere. Speriamo sia di buon auspicio ora per Empoli - il pensiero di Matri a fine partita -. In questi giorni, durante il ritiro, abbiamo parlato dei nostri problemi, speriamo di averli risolti. Sicuramente per ripartire ci vuole l'atteggiamento giusto, quello che abbiamo messo in campo". È sembrato sollevato Marco Parolo: "L'obiettivo lo abbiamo raggiunto. Ora dobbiamo confermarci. Il gruppo è compatto, abbiamo voglia di risollevarci in classifica". Soddisfatto pure Miro Klose: "Non potevamo sbagliare, per questo era importante l'atteggiamento: dovevamo dare un segnale". Con il Dnipro, Klose ha giocato quasi da trequartista, tornando indietro alla stagione 2009-10, quando Van Gaal, al Bayern, lo schierava da numero 10. L'anno scorso Miro si lamentò di quel periodo in un'intervista a Die Zeit, dichiarando che non si sentiva "libero di muoversi". "Il mister mi chiedeva di giocare in spazi che io semplicemente non vedevo". Ieri invece, con i compiti che gli ha assegnato Pioli, si è trovato bene. Segno che filosofie di calcio diverse cambiano il modo di intendere uno stesso ruolo: "Posso giocare lì - ha confermato ieri il tedesco -, devo aiutare solo di più in fase difensiva. Però in questo modo abbiamo più giocatori in area: non c'è solo un calciatore ad attaccare il primo palo". Insomma, Pioli è riuscito a far indossare al campione del mondo la maglia da trequartista che con Van Gaal gli stava stretta. Anche questo può essere un primo passo per ripartire.