20 agosto 2017 - Roma, stadio Olimpico - Campionato di Serie A, I giornata - inizio ore 20.45
LAZIO: Strakosha, Wallace, de Vrij, Radu, Basta (67' Marusic), Parolo, Luis Alberto, Milinkovic, Lulic (85' Caicedo), Immobile, Palombi (67' Lukaku). A disposizione: Guerrieri, Vargic, Bastos, Luiz Felipe, Hoedt, Patric, Di Gennaro, Murgia, Lombardi. Allenatore: S. Inzaghi.
SPAL: Gomis, Oikonomou (55' Cremonesi), Vicari, Vaisanen, Lazzari (88' Mattiello), Schiattarella, Viviani, Mora, Costa, Paloschi (62' Borriello), Floccari. A disposizione: Marchegiani, Poluzzi, Gasparetto, Bellemo, Rizzo, Konate, Salamon, Schiavon, Antenucci. Allenatore: Semplici.
Arbitro: Sig. Abisso (Palermo) - Assistenti Sigg. Costanzo e Di Iorio - Quarto uomo Sig. Saia - V.A.R. Sig. Calvarese - A.V.A.R. Sig. Di Martino.
Note: esordio in serie A per Simone Palombi, Adam Marusic, Felipe Caicedo, Gomis, Vicari, Vaisanen, Lazzari, Mora e Cremonesi. Ammonito al 28' Luis Alberto, al 51' Wallace, al 75' Borriello, all'89' Viviani tutti per gioco falloso. Angoli 9-5. Recuperi: 1' p.t., 5' s.t.
Spettatori: 28.000 circa.
La Gazzetta dello Sport titola: "La Lazio sbatte su Gomis. E la Spal sfiora la storia. Il portiere due volte su Immobile, poi emiliani vicini alla vittoria. Brusco risveglio dei biancocelesti dopo il successo in Supercoppa".
Continua la "rosea": Dalla Supercoppa alla SuperSpal. Quasi mezzo secolo dopo la sua ultima apparizione, Ferrara torna nel massimo campionato da protagonista. Strappando un punto (meritatissimo) alla Lazio fresca di trionfo in Supercoppa e dimostrando di essere una formazione che, storia gloriosa a parte, in Serie A ha tutto il diritto di starci. Alla fine Semplici e i suoi esultano insieme agli oltre 2.000 tifosi arrivati dall’Emilia. Giustissimo così, ma non sarebbe uno scandalo se la Spal recriminasse addirittura per la mancata vittoria. Perché specie nel primo tempo la formazione di Semplici è implacabile nel concedere solo le briciole alla Lazio e rendersi pericolosa ogni volta che si affaccia in avanti. Il ritorno in Serie A dopo 49 anni potrebbe essere subito salutato con un gol in apertura, ma Viviani sugli sviluppi di un angolo calcia la palla sul palo da ottima posizione. Poi ci provano Schiattarella e Floccari, ma il primo viene stoppato da un prodigio di de Vrij, il secondo da un attento Strakosha. Il 3-5-2 con cui la matricola emiliana rende inerme la Lazio è semplice (come il nome del suo allenatore) e terribilmente efficace. Il trio difensivo concede pochissimo grazie al lavoro instancabile dei due esterni Lazzari e Costa che in fase di ripiego trasformano la difesa da tre a cinque.
In mezzo capitan Mora si fa in due e a volte anche in tre per raddoppiare e chiudere tutti i varchi. E quando la Lazio arriva lo stesso al tiro ci pensa un Gomis da applausi. Il portiere è il migliore dei suoi: nega due volte il gol a Immobile nella prima frazione di gioco e poi estrae il coniglio dal cilindro nel finale sul tiro dalla distanza di Lulic. La Spal è una squadra entusiasta e ferocemente concentrata che promette di fare l’impossibile per ribellarsi al ruolo di vittima sacrificale già designata. Specie quando anche l’ultimo arrivato Borriello si ambienterà a dovere. L’ex cagliaritano entra nel finale e fa in tempo a costruire una occasione interessante, ma la conclusione non è all’altezza. La maiuscola e inattesa prova della Spal è però anche figlia della serata da dimenticare della Lazio. La troppa (anche se comprensibile) euforia per il trionfo in Supercoppa intorbidisce le idee e i muscoli dei biancocelesti. Lo si capisce subito da come la formazione di Inzaghi approccia la gara. Due palle gol concesse nei primi 15 minuti ed entrambe sugli sviluppi di un angolo. Segno inequivocabile che la squadra non ha riattaccato la spina.
C’è un sussulto nella parte centrale della gara che produce tre opportunità invitanti (due con Immobile, una con Milinkovic), ma la manovra è lenta e prevedibile, l’ardore agonistico la copia sbiadita di quello messo in mostra contro la Juventus. Anche Inzaghi ha le sue responsabilità . La scelta di Palombi (spaesato ed emozionato) è sbagliata, così come il tentativo di replicare il 3-4-2-1 visto con i bianconeri. Luis Alberto (che pure è uno dei pochi a salvarsi) soffre troppo là in mezzo. Sarebbe stato meglio proteggerlo col centrocampo a cinque. Certo, pesano anche le assenze di Leiva e Felipe Anderson. Oltre a quella di Keita, che però è tutto un altro discorso. Il passo falso dimostra comunque che la coperta a disposizione di Inzaghi è un po' troppo corta. Specie in avanti dove Immobile (che pure sfiora il gol in due circostanze ed è comunque pericoloso) non può sempre risolvere tutto da solo. Per Inzaghi un brutto e brusco ritorno alla realtà dopo la grande gioia per il trofeo portato a casa una settimana prima.
Il Corriere dello Sport titola: "Lo stop. Bloccata la Lazio. La Spal, di nuovo in A dopo 49 anni, merita il pareggio. I biancocelesti senza lo stesso furore mostrato in Supercoppa. Manca il colpo e alla fine è 0-0. Immobile troppo solo: gli serve una spalla che apra gli spazi. La prima del nuovo campionato sembrava solo una formalità . Il risultato dell’Olimpico invece premia la neopromossa e rende amaro il debutto di Lulic e compagni".
Prosegue il quotidiano sportivo romano: Il calcio è così. Dopo la Supercoppa strappata ai campioni della Juve, fa festa la Spal, promossa in A dopo 49 anni. Un pareggio all’Olimpico, nella partita d’esordio, Semplici lo avrebbe potuto solo sognare e invece lo ha meritato per la disciplina, l’ordine e l’attenzione dimostrata dai suoi esordienti per novanta minuti. E’ una delusione per la Lazio di Inzaghi, equivale quasi ad una sconfitta. Scarica e spenta, la squadra biancoceleste ha pagato l’impresa di una settimana fa, ma non solo. Si poteva prevedere una partita sofferta, dura e senza troppi spazi, ma davanti sono mancati in modo evidente i dribbling, i colpi geniali, le invenzioni di Felipe Anderson e Keita. Il brasiliano è infortunato e tornerà , il senegalese è in fuga, ormai fuori dal progetto e senza ancora un sostituto, fondamentale per regalare il tocco di classe in più ad una squadra solida, quadrata, ma forse monotona quando si deve "fare" la partita, anche perché Luis Alberto, l’unico in grado di inventare, era troppo lontano dalla porta per ovviare all’assenza di Leiva. L’impressione fondata è che la Lazio giochi meglio con una sola punta e con tanti inserimenti, come ha fatto per pochi minuti nella ripresa: nello stesso modo Inzaghi aveva piegato la Juve e la Roma nell’ultimo derby.
Ieri ha lanciato al debutto Palombi, forse anche per dare un segnale chiaro ai suoi dirigenti: aspetta un altro esterno d’attacco al posto di Keita da qui al 31 agosto. Con gli stessi giocatori, però, la Lazio avrebbe potuto e dovuto vincere. La Spal ha persino avuto le occasioni buone nel primo tempo per trovare il gol. Nella ripresa ha pensato a difendersi, ma altro non doveva ed è stata premiata dall’organizzazione tattica e da qualche parata di Gomis. Semplici scontava l’assenza di Meret e deve ancora inserire i nuovi acquisti, a partire da Borriello, mandato in campo nella ripresa. Dopo la sbornia della Supercoppa, la Lazio non poteva avere lo stesso furore e passo esibiti di fronte alla Juve, Inzaghi aveva chiesto una prova di maturità e forse i suoi giocatori erano convinti che prima o poi il gol arrivasse per diritto divino. Invece non è andata così. La Spal era chiusa, messa bene in campo da Semplici, attenta e astuta, quasi non avvertisse l’emozione del debutto in serie A, più reattiva sui contrasti: 25 duelli vinti all’intervallo contro i 16 della Lazio, troppo molle e compassata, imprecisa negli appoggi e senza cambio di passo sulle corsie esterne. Così i rimpianti sono venuti a Semplici: Viviani s’è divorato, sugli sviluppi di un angolo, la prima occasione della partita e il suo piatto destro ha scheggiato il palo. de Vrij ha salvato sul tiro di Schiattarella e Vaisanen, sul finire del primo tempo, è andato vicino al gol di testa.
La Lazio non riusciva a velocizzare l’azione e neppure a dare profondità , anche perché i tre centrali della Spal non concedevano spazi. Senza Felipe e Keita, Inzaghi ha puntato sull’esordiente Palombi. L’ex centravanti della Primavera era più impegnato a tamponare Viviani che a cercare duetti con Immobile. Non hanno mai legato le due punte e l’assenza di Lucas Leiva aveva portato Luis Alberto, l’unico centrocampista di fantasia, in regia. Non è un caso che lo spagnolo abbia provato più volte a inserirsi per vie centrali. Ci ha provato Milinkovic di potenza e di testa, Gomis ha salvato due volte anche su Immobile, ma la Lazio per tutto il primo tempo non ha mai dato l’impressione di poter sfondare. Si avvertiva la mancanza dei dribbling e dei colpi geniali di Keita o Felipe a ridosso del centravanti azzurro, quasi soffocato dal modulo a due punte. Nella ripresa la Lazio ha accentuato la pressione e alzato il baricentro. La Spal non usciva quasi più dalla propria metà campo, ma non rischiava di prendere gol. Due buone occasioni sono state fallite di testa da Parolo e da Immobile. Semplici ha tolto Paloschi e inserito Borriello, appena arrivato. Inzaghi ha cambiato gli esterni. Dentro Marusic e Lukaku, Lulic si è spostato a centrocampo, fuori Basta e Palombi, estraneo o quasi alla manovra. Con una sola punta (Immobile), più palleggio a centrocampo e la freschezza di Lukaku e Marusic, la Lazio è cresciuta e ha stretto d’assedio l’area di rigore emiliana. Sono fioccati gli angoli, Gomis ha respinto il missile di Lulic, Inzaghi nel finale ha sganciato invano Caicedo. Sarebbe finita così anche giocando per tre giorni.
Il Messaggero titola: "Lazio, la partenza con la Spal è falsa. I biancocelesti faticano e non vanno oltre il pareggio contro gli emiliani. Non convincono le scelte iniziali: Lukaku e Marusic entrano tardi".
Prosegue il quotidiano romano: Un punto e a capo. La Lazio inizia con un pareggio per 0 a 0 contro la neo promossa Spal. Dopo la vittoria in Supercoppa ci si aspettava un avvio di campionato decisamente diverso. Le preoccupazioni di Inzaghi sono emerse fin dai primi minuti di gioco e non solo quelle legate alla maturità . Il successo di domenica scorsa, forse, qualche energia mentale per forza di cose l’ha tolta. Ma quello che è emerso in modo chiaro è che appena manca qualche pedina importante i biancocelesti scoprono di avere una coperta troppo corta. Il 3-5-2 senza l’imprevedibilità di Felipe Anderson o di Keita e senza il fulcro di centrocampo inevitabilmente finisce per essere un modulo poco efficace contro le squadre che si chiudono. Se poi ci si mette anche che Lukaku e Marusic entrano troppo tardi, ecco spiegato il pari di ieri: il risultato a sorpresa della giornata. Un punto che deve insegnare molto alla Lazio, che torna con i piedi per terra. Euforia invece in casa Spal che in trasferta parte molto bene. Giusta l’esplosione di gioia dei 2.500 tifosi arrivati da Ferrara.
Il ritorno in serie A dopo 49 anni e i cori incessanti dei propri supporter regalano agli spallini una scarica d’adrenalina incredibile. Nei primi minuti i ragazzi di Semplici mettono in difficoltà la Lazio, che entra in campo con ancora qualche coriandolo della Supercoppa tra i capelli. Il tempo di capire che il campionato è iniziato e Viviani sorprende tutti con un piattone destro, fortuna per Strakosha che c’è il palo a salvare il risultato. La Spal chiude bene gli spazi e riparte. I biancocelesti, senza Leiva, faticano a manovrare a centrocampo, tanto che il primo pericolo lo creano con un cross dalla mediana, il colpo di testa di Milinkovic esce di pochi centimetri. Dalla panchina Inzaghi si sbraccia e chiede in continuazione di chiudere le linee e portare meno la palla. I lanci lunghi non facilitano il gioco, anzi. Il tecnico vorrebbe più scambi di palla, ma la sensazione è che manchi l’elemento aggregante. La Lazio fa fatica e spesso si affida alle intuizioni dei singoli. In avanti il giovane Palombi, all’esordio in serie A, appare spaesato e così Immobile si prende tutto l’attacco sulle spalle, peccando in qualche occasione di egoismo. Manca l’uomo che gestisce il pallone e che detti i tempi, fondamentale con il 3-5-2. Inoltre, senza gli esterni di gamba, vedi Lukaku o Marusic, i biancocelesti perdono anche l’altra loro arma.
Inzaghi lo capisce con un pizzico di ritardo e così a metà del secondo tempo li butta dentro tutti e due. La Spal costruisce gioco, corre tantissimo, ma sbaglia altrettanto, così di pericoli alla porta di Strakosha ne crea pochissimi. Un buon debutto quello dei ragazzi di Semplici, che nel corso della stagione metteranno in difficoltà diverse squadre e soprattutto non dateli per già retrocessi. Di sicuro Borriello, quando entrerà in forma, sarà un innesto importante. Per quanto riguarda la Lazio, dal punto di vista del gioco, quello di ieri non può essere considerato un passo falso rispetto alla finale di Supercoppa. Quella con la Juve era una gara a sé. Servirà del tempo per ritrovare i meccanismi e le giuste giocate. Ieri poi mancavano pedine importanti dalle quali diventa difficile prescindere. Il discorso che è forse più giusto fare è che senza certe pedine la coperta non è sufficiente. La Lazio ha un organico di livello sui tredici, quattordici giocatori, ma per affrontare tre competizioni sono ancora pochi. Il mercato è aperto per rimediare.
Tratte dal Corriere dello Sport, alcune dichiarazioni post-gara:
Falsa partenza. Due punti persi al debutto in campionato, niente festa per la Supercoppa. Si poteva immaginare una partita complicata, eppure Inzaghi è deluso come tutta la Lazio. Una squadra matura, anche soffrendo, avrebbe potuto e dovuto trovare il gol per piegare la Spal e portare a casa il successo. Lo ha spiegato proprio Simone. "Dovevamo e potevamo fare meglio. La Spal ha fatto la partita che sapevamo, non si sono solo difesi, ma ripartivano molto velocemente, hanno meritato il pareggio. Noi abbiamo sbagliato passaggi e combinazioni. Ci sta di non vincere queste partite. Siamo mancati a livello tecnico, troppo lenti nella circolazione, serviva più velocità . Quando abbiamo fraseggiato bene, non li abbiamo puntati come dovevamo. Dietro i nostri difensori sono stati bravi a tenere le ripartenze della Spal". Siamo all’alba del campionato, non si possono cambiare giudizi sulla base di un risultato, la Lazio ha i suoi valori e punterà in alto. Inzaghi lo ha confermato. "Champions? L'ho detto a Formello, il nostro obiettivo è far ricredere tanta gente. Abbiamo una squadra di qualità , abbiamo vinto la Supercoppa, ora dobbiamo rimanere nei posti alti della classifica. Ci sarà la concorrenza di corazzate importanti, ma cercheremo di toglierci soddisfazioni anche quest'anno".
Le prime risposte del campo, con il mercato aperto, potranno aiutare tecnico e dirigenti a completare la squadra. "Keita da sostituire? Sì, la società sa quello che deve fare, siamo sempre in contatto, prima si risolve e meglio sarà per tutti. Ma una settimana fa abbiamo battuto la Juve con questi giocatori. Probabilmente potevamo sfruttare meglio alcune occasioni, ma la Spal non ha rubato nulla". Dopo la frenata di sabato, ieri Inzaghi si è arreso alla cessione di Hoedt. "Nelle prossime ore dovrebbe concludersi questa operazione. Un giocatore scontento non si trattiene mai. Richieste al presidente? Senz'altro. Le sanno sia Lotito sia Tare. Dobbiamo sostituire Keita e sostituiremo anche Hoedt, che per noi era un giocatore importante". Da qui al 31 agosto arriveranno un attaccante esterno e un difensore centrale. E’ mancata la fantasia con la Spal. "Lo sapevamo, Felipe è un giocatore importante, speriamo di recuperarlo presto. Leiva aveva dato la disponibilità ma abbiamo preferito non rischiarlo. Palombi doveva fare come gli altri, non gli è capitata l’occasione, ma si è meritato di giocare per quanto aveva fatto vedere in ritiro". La Lazio sembra più efficace con tanti centrocampisti e una sola punta davanti. "Non so, il modulo lo abbiamo anche cambiato, con l’ingresso di Lukaku e Marusic si è spostato Luis Alberto in posizione più avanzata. Avremmo dovuto fare in qualsiasi caso una partita migliore. Siamo partiti per il campionato, ora prepariamoci bene per il Chievo perché sarà una partita dura e importante prima della sosta".
Un capitano deve dire sempre come stanno le cose: "Facciamo fatica contro le squadre che si chiudono". Lulic, dopo aver alzato al cielo la Supercoppa, da caposquadra sperava in un esordio in campionato diverso. E invece la Lazio ha sbattuto contro le barricate. Storicamente si fa fatica con le squadre che s’arroccano dietro, è successo anche ieri, ma non è stato l’unico ostacolo, sarebbe sbagliato crederlo. Lulic, così come tutti, sperava in un’altra Lazio: "Siamo un po' delusi, questi avversari si devono battere, soprattutto in casa. Non abbiamo preso gol, è l’unica cosa positiva. La Spal aveva fisicità e dinamicità , è sempre difficile giocare contro questo tipo di realtà . Non è stata una partita molto facile, rimane un po' di rammarico, non abbiamo fatto quello che volevamo". Ecco cos’è mancato per il bosniaco: "Dovevamo far girare meglio la palla ed avere la pazienza giusta per andare in profondità . Abbiamo avuto anche grandi occasioni, per questo rimane un po' di delusione". Si punta Verona per il riscatto: "Il Chievo? A Verona la partita è sempre difficile, hanno giocatori che si conoscono da anni. Per noi sono sempre state gare complicate. Due anni fa abbiamo perso 4-0, dobbiamo prepararci bene per domenica, sappiamo quello che ci aspetta".
E’ un capitano anche Parolo, è il vice di Lulic. Le sue disamine sono sempre argute: "Sono due punti persi. Siamo stati troppo leziosi, abbiamo fatto girare il pallone lentamente. Ci è mancato lo spunto negli ultimi 20 metri. Queste partite bisogna vincerle. Dobbiamo essere più fluidi e soprattutto più cinici. Dobbiamo migliorare". A Parolo è stato chiesto se è necessario un intervento di mercato da qui al 31 agosto. Non ha messo bocca nelle scelte della società : "La Spal ha fatto la sua partita, si è chiusa bene. Volevamo vincere, si sono difesi con grinta. L’anno scorso, contro il Crotone, abbiamo segnato al 90esimo con un guizzo, stavolta non ci siamo riusciti. Se serve qualcosa sul mercato? La Lazio ha bisogno di migliorare, di crescere di condizione. La brillantezza ti aiuta nelle piccole cose durante una gara".