5 dicembre 2023 – Roma, stadio Olimpico - Coppa Italia, Ottavi di finale - inizio ore 21.00
LAZIO: Provedel, Hysaj, Patric (65` Marusic), Gila, Pellegrini, Guendouzi, Rovella (80` Cataldi), Kamada (80` Basic), Isaksen (27` Felipe Anderson), Castellanos (65` Immobile), Pedro. A disposizione: Sepe, Mandas, Lazzari, Ruggeri, Kamenovic, Gonzalez, Sana Fernandes. Allenatore: Sarri.
GENOA: Leali, Vogliacco (80` Fini), Dragusin (69` De Winter), Matturro (61` Haps), Hefti, Kutlu, Jagiello (61` Malinovskyi), Thorsby, Martin, Galdames, Retegui (69` Puscas. A disposizione: Calvani, Sommariva, Sabelli, Fini, Papadoupolos, Arboscello, Pittino. Allenatore: Gilardino.
Arbitro: Sig. Sacchi (Macerata) - Assistenti Sigg. Raspollini e Laudato - Quarto uomo Sig. Forneau - V.A.R. Sig. Di Martino - A.V.A.R. Sig. Muto.
Marcatori: 5` Guendouzi.
Note: ammonito 49` Galdames, 86` Fini, 90'+3' Pellgerini. Angoli . Recuperi: 2' p.t., 4' s.t.
• Il Corriere dello Sport titola: "Guendouzi prenota il derby. Alla Lazio basta un gol del francese al 5’: è ai quarti e aspetta la Roma, che dovrà sfidare la Cremonese. I biancocelesti sbloccano subito la gara con il Genoa poi creano tanto ma non riescono a concretizzare. Basic e Immobile sfiorano il 2-0. Il centrocampista vero mattatore ma Sarri perde per infortunio Isaksen e Patric".
Prosegue il quotidiano sportivo romano: Raccogliendo quel poco che semina, difendendo il golletto di uno scatenato Guendouzi segnato in contropiede, sperperando le altre poche occasioni create, la Lazio cigolante di Sarri s’è regalata i quarti di Coppa Italia. Massima attesa, aspetta la vincitrice di Roma-Cremonese del 3 gennaio per sapere chi sfiderà. Il destino sollecita un nuovo derby di Coppa Italia. Nuovo, ma non sarebbe mai quello del 2013. Gli altri fanno la partita, la Lazio si prende le vittorie con spietata marpioneria contropiedista. È rimaneggiatissima, ieri ha perso Isaksen e Patric per infortunio, si aggiungono alla maxilista. Per fortuna di Mau sono vicini al rientro Casale e Zaccagni. La sindrome "stiramenti", iniziata durante l’ultima sosta, deve far interrogare Sarri.
Le assenze. Problemi di scelta non ce ne sono stati per Mau. Organico spolpato ancora di più dalla punizione inferta a Vecino. A sorpresa ha tolto il riposo a Provedel. Ha confermato il cambio di terzini (Hysaj e Pellegrini) inserendo Rovella anziché Cataldi e Isaksen con Castellanos e Pedro. Davanti s’è presentato il Genoa di Gilardino, formazione rinfrescata è dire poco. Otto cambi, fuori Martinez, Vasquez, Badelj e Messias con Malinovskyi in panchina più lo squalificato Frendrup. Gila ha scelto il 3-5-1-1 in costruzione ordinando pressing alto. In fase di non possesso era un 4-5-1. Galdames regista, Jagiello dietro Retegui. Thorsby dava il via al pressing o stava incollato a Guendouzi, cercava un buco tra Hysaj e Patric. Per quanto svalutata di protagonisti, una partita al dente. Avara di squisitezze. Posto che la formazione schierata non era il massimo, la squadra di Sarri ci ha dato dentro nei primi dieci minuti. Ce ne ha messi cinque per colpire sfruttando un’imprecisione di Hefti in uscita. Pellegrini, smagliante per tutta la partita pur non giocando mai (perché?), s’è involato sulla sinistra anticipando Jagiello. Discesa libera, ha servito Guendouzi. Piattone e 1-0. Gol con il vituperato contropiede, anche se recuperando palla oltre il centrocampo.
Il colpo ha gonfiato le vele agli avversari, fino alla mezzora s’è visto solo il Genoa. Gila (il difensore) ha iniziato a impappinarsi. Prima gli ha soffiato palla Retegui (parata di Provedel). Poi se l’è bevuto Kutlu, ha iniziato ad azionare il sinistro servendo Retegui. Buco di Patric e girata alta dell’italo-argentino. Ancora Kutlu e Gila faccia a faccia, il tiro-cross del turco ha trovato pronto Provedel. Una pallaccia di Guendouzi ha rimesso in gioco lo scatenato Kutlu, sinistro alto. La Lazio? Graziata. Stava a metà tra l’idea di giocare o attendere la manna. Tridente respinto a valle, ma anche poco assistito dal centrocampo. Kamada, vice Luis, a spasso, sempre più "assente". Rovella arida sorgente di gioco. Guendouzi unico a fornire palloni geniali. Castellanos s’è visto solo su angolo. Pedro ha provato ad accentrarsi giocando sotto punta. Isaksen s’è fatto male al 27', primo strap. È entrato Felipe Anderson, ancora più svagato del solito. Subito tre palloni persi. Non restavano che il contropiede e Guendouzi. Il francese ha continuato a imperversare in lungo e in largo. L’apertura per Pedro, tagliando la trequarti con un ficcante passaggio parabolico, è stata d’appalusi. Leali ha parato la stangata dello spagnolo.
La ripartenza. È stato il Genoa a rifarsi avanti con Retegui, aiutato da Gila, che poi l’ha murato. Gilardino è passato al 4-4-2 con Malinovskyi e Haps (cursore di sinistra). Sarri ha perso Patric, è rimasto con Marusic centrale. È entrato Ciro. È uscito Retegui. Pellegrini ha servito Felipe (incornata fuori). Immobile è stato murato da Leali. Poi ha lanciato il desaparecido Basic davanti alla porta. Passaggio a Leali. Da disperso a disperato.
• Tratte dal Corriere dello Sport, alcune dichiarazioni post-gara:
Ora il contestatore è Sarri: "Sono alla Lazio da tre anni e siamo sempre in crisi. Adesso siamo in crisi e abbiamo vinto tre partite nell’ultima settimana". Catastrofismo, pensa che si tratti di questo. Saranno stati i fischi di Lazio-Cagliari, saranno giudizi e commenti. Tutto insieme suscita la collera di Mau: "Con il Cagliari la squadra ha fatto una buona partita, ha avuto la responsabilità di non chiuderla, come con il Genoa. Poi la gente guarda la classifica. Si parte da presupposti sbagliati". Rancore, difesa feroce, per dirla con un suo termine. Sarri non vuole che si guardi la classifica, difficile non farlo. E’ vero che le vittorie stanno arrivando in campionato e nelle Coppe, ma non può smentire i fatti. E’ una Lazio resistente più che consistente, si è visto anche ieri: "E’ stata una partita meno noiosa rispetto al Cagliari. Abbiamo ritrovato la solidità, l’aspetto negativo è che non chiudiamo i risultati. Il palleggio a tratti è stato più veloce". Sarri ha accusato di nuovo le condizioni del campo per giustificare l’utilizzo dei lanci lunghi: "Effetto terreno dell’Olimpico, è pericoloso uscire in maniera pulita. L’anno scorso in questo periodo il campo era buono". Lunedì aveva visto Castellanos nervoso, non incide: "Soffre nel non segnare, era entrato nervoso con il Cagliari, ci ho parlato, ha risposto che lo è perché non sta facendo gol".
Sarri ha ammirato un Guendouzi travolgente: "Ragazzo di grande energia e personalità, uno a cui piacciono le sfide, si butta dentro la partita. È in buone condizioni fisiche e mentali. Ha qualità e quantità". In difesa s’è rischiato di più contro Retegui, le risposte sono comunque piaciute a Mau: "Dietro sono stati bravi a tenere la linea. Nel finale addirittura con Marusic difensore centrale per la prima volta in questi tre anni. Dell’atteggiamento della linea sono contento e anche dall’atteggiamento della squadra". Felipe Anderson è sparito di nuovo: "Costante non lo è mai stato. L’anno scorso ha avuto un lungo periodo positivo. È croce e delizia, ora siamo nel periodo della croce. Bisogna aspettare. Se pesa il contratto? Lui è un ragazzo estremamente sensibile, ma non penso a questi aspetti materiali. Conoscendolo direi di no". Pellegrini è stato smagliante, ecco perché non gioca: "Ci sono tante motivazioni. Lazzari e Pellegrini faccio fatica a farli giocare".
Pellegrini. Proprio Pellegrini ha parlato a Mediaset, quasi in lacrime per l’emozione. Ha rigiocato, si sentiva ai margini: "Era importantissimo passare il turno e dare continuità ai risultati. Tutti devono farsi trovare pronti, scendere in campo era difficile dopo 14 partite vissute seduto in panchina. Si fanno sentire ed è normale che uno come me ci tenga a essere a disposizione. Sono contento della prestazione. Quarti con la Roma? Un quarto di finale è già importante, il fatto che possa essere un derby lo rende ancora più stimolante".
Guendou-sì, finalmente il gol. Stavolta non gliel'hanno annullato, nemmeno il Var ha potuto nulla: cinque minuti per stappare la partita e prendersi la gioia cancellata nell'esordio a Napoli per il fuorigioco di un compagno (Zaccagni). C'è riuscito alla 18ª presenza, ora che è diventato un titolare inamovibile. Ha tolto presto la veste da subentrante. Ha mirato l'angolino e l'ha centrato, ok il tiro è giusto: Leali ci ha messo un attimo di troppo ad andare giù e ad allungare il braccio, quando l'ha fatto il pallone era già passato. "Merci" a Pellegrini, feroce in pressing nello strappare il possesso a Jagiello sulla trequarti, preciso a servirla all'indietro per il francese, appena entrato in area. S'è sfogato durante l'esultanza, Guendouzi: aveva il grido in gola da parecchio, l'ha tirato fuori nel debutto in Coppa Italia, in un freddo martedì sera all'Olimpico. "Sono molto felice per il mio primo gol con la Lazio. Voglio farne altri. La Coppa Italia è un obiettivo, non è facile ma proveremo a vincerla".
Contributo. Partorita una rete desiderata da tre mesi, spesso rinviata per questione di centimetri, sfortuna o imprecisione. Dedica speciale alla sua Maëlle, in dolce attesa: il gesto del pancione, poi il cuore con le dita. Sta facendo innamorare anche i tifosi. Non avrà colpi da fuoriclasse, le qualità e lo strapotere fisico di Milinkovic, mezzala biancoceleste da sogno degli ultimi otto anni, eppure finora è stato uno dei più apprezzati dai laziali (e meno fischiati) per il carattere dimostrato. C'erano pochi dubbi sotto quest'aspetto, per lui parlava il curriculum e le maglie indossate. Determinazione costante, carisma a disposizione anche nelle serate poco "allettanti", con tanti titolari a riposo o fermi per infortunio. Il gol e tanto altro, è servito tutto per eliminare il Genoa e centrare la qualificazione ai quarti.
Applausi. Contrasti, rientri difensivi, centrocampista box to box, nelle statistiche 139 tocchi totali. A volte si è ritrovato anche nella porzione di campo di Kamada, decisamente meno vivo rispetto all'ex Marsiglia. Per poco, sempre nel primo tempo, non si trasforma anche in assistman per Pedro (come già successo in Champions League nella trasferta di Glasgow): cross basso dalla fascia destra, aveva sorpreso tutti pescando sul secondo palo lo spagnolo, murato con il corpo da Leali. Una serata da trascinatore e non solo per il timbro immediato, risultato decisivo fino al novantesimo. Pochi ghirigori, massima efficacia. Ha ricevuto gli applausi della Tribuna Tevere dopo un tunnel a Retegui, quelli della Curva Nord per un recupero difensivo a pochi passi da Provedel.
Leader. Una prestazione simile era una necessità viste le problematiche nate all'improvviso a centrocampo (Luis Alberto out per un problema muscolare e Vecino non convocato per motivi disciplinari). Guendouzi doveva guidare la Lazio sulla mediana, regalare corsa e sacrificio al reparto, in dono ha portato anche il gol vittoria in apertura di match. Dentro la partita dall'inizio alla fine, garantendo chilometri e buone giocate tecniche, nell'ultimo quarto d'ora hanno permesso alla squadra di lanciare le ripartenze sciupate a tu per tu con il portiere rossoblù. Una gara intera da leader, senza pause o paure, a differenza di qualcun altro nell'ultimo periodo. Oui, finalmente: ieri Guendouzi si è preso la Lazio sulle spalle.