3 aprile 2021 – Roma, stadio Olimpico - Campionato di Serie A, XXIX giornata - inizio ore 15.00
LAZIO: Reina, Marusic, Acerbi, Radu, Lazzari, Milinkovic (72' Akpa Akpro), Leiva (77' Cataldi), Pereira (52' Luis Alberto), Lulic (52' Fares), Correa, Immobile (72' Caicedo). A disposizione: Strakosha, Alia, Musacchio, Hoedt, Escalante, Parolo, Muriqi. Allenatore: S. Inzaghi.
SPEZIA: Zoet, Ferrer, Erlic, Chabot, Bastoni (65' Marchizza), Leo Sena (70' Agudelo), Ricci, Maggiore (65' Agoume), Gyasi, Piccoli (70' Nzola), Farias (70' Verde). A disposizione: Provedel, Ismajli, Capradossi, Terzi, Vignali, Pobega, Galabinov. Allenatore: Italiano.
Arbitro: Sig. Giua (Olbia - SS) - Assistenti Sigg. Cecconi e Scarpa - Quarto uomo Sig. Ghersini - V.A.R. Sig. Guida - A.V.A.R. Sig. Liberti.
Marcatori: 56' Lazzari, 73' Verde, 89' Caicedo (rig).
Note: osservato un minuto di raccoglimento con la Lazio che ha giocato la gara con il lutto al braccio per ricordare la scomparsa del calciatore della Primavera Daniel Guerini. Stefan Radu, con questa gara, diventa il primatista assoluto di presenze (402) in competizioni ufficiali con la maglia della Lazio. Espulso al 90'+6' Lazzari per gioco violento ed al 90'+7' Correa per doppia ammonizione. Ammonito al 20' Chabot, al 30' Pereira, al 77' Correa tutti per gioco falloso, al 90'+3' Inzaghi per comportamento non regolamentare. Angoli 3-4. Recuperi: 1' p.t., 7' s.t.
Spettatori: partita a porte chiuse per emergenza Covid 19.
? La Gazzetta dello Sport titola: "La chiude sempre lui, È Caicedo il salva-Lazio. Ancora un gol da 3 punti dell’ecuadoriano allo scadere. Per lo Spezia applausi e rimpianti, specie per il rigore".
Continua la "rosea": Ciro non segna più? Niente paura, ci pensa Caicedo a regalare alla Lazio altri tre punti d’oro. Lo aveva già fatto, l’ecuadoriano, nel precedente match interno con il Crotone. Contro lo Spezia concede il bis su rigore quando al 90’ manca un solo minuto. Ma per lui, per il Panterone, non è certo una novità. Segna sempre, e solo, al tramonto dei match. Ormai si è perso il conto dei gol (tutti decisivi) firmati poco prima del 90’ se non in pieno recupero. Al punto che non si capisce più se Inzaghi lo impieghi solo nei finali di gara per una questione tecnica o per mera scaramanzia. Al fotofinish. Questioni secondarie, però. Quello che conta, per il tecnico dei romani, è aver incassato una vittoria che permette alla sua squadra di guadagnare una posizione in classifica (scavalcata la Roma) e restare agganciata al treno Champions (il quarto posto è ora a 4 punti). E consente a Inzaghi di scrivere nuovamente il suo nome accanto a quelli mitici di Maestrelli ed Eriksson. Questa volta per il numero di vittorie consecutive interne, che è salito a 8 (proprio come riuscì ai due allenatori scudettati; il primato è però di 10 e appartiene alla Lazio 1936-37, guidata da Jozsef Viola). Una vittoria preziosa e storica che, proprio in quanto tale, fa passare in secondo piano il modo in cui arriva: a un soffio dal gong e su un rigore su cui lo Spezia protesta parecchio (il fallo di mano di Marchizza c’è, ma il giocatore non vede la palla ed ha il solo torto di allargare un po’ il braccio). Ma è la prestazione complessiva della Lazio che non scalda il cuore. La banda Inzaghi è meno brillante del solito, risulta spesso appannata e i giri del suo motore sono decisamente bassi.
Il bello... Capita se due dei tre uomini-chiave (Immobile e Milinkovic) non hanno smaltito le scorie degli impegni in nazionale e il terzo big (Luis Alberto) ha una caviglia gonfia. Lo spagnolo, a sorpresa, va in panchina (sembrava fosse out) e nella ripresa entra pure in campo, senza però illuminare il gioco come fa abitualmente. Pur meno arrembante del solito, la Lazio qualcosina riesce lo stesso a creare, ma le palle buone capitano sui piedi di Correa che i gol facili si rifiuta proprio di farli. Meglio, l’argentino, quando serve a Lazzari il pallone dell’1-0 al minuto 11 della ripresa. Il vantaggio dura poco però, annullato da una perla assoluta di Verde, che nello stadio degli esordi (è cresciuto nel vivaio della Roma) estrae una rovesciata volante che sembra la versione 2.0 di quelle hanno reso immortale Parola. E il brutto... Per lo Spezia, al di là del rigore finale, i rimpianti non mancano. La squadra di Italiano, ancora una volta, dimostra come inseguire la salvezza giocando bene non sia un’utopia. Prova impeccabile, specie nel primo tempo, col solo neo delle occasioni sprecate da Piccoli, Gyasi e Maggiore che, se capitalizzate, darebbero al match un’altra storia. Ma lo Spezia si fa apprezzare pure per come insegue (e trova) il pareggio dopo essere andato sotto. Con il tecnico che non esita a buttare dentro le risorse che ha in panchina e schierare i suoi con un audace 4-2-4. Il brutto (per entrambe le squadre) arriva in pieno recupero quando un duro intervento di Agudelo su Lazzari scatena una rissa di cui fa le spese l’ex Spal (rosso diretto). La Lazio finisce poi in nove per il secondo giallo che rimedia Correa. Peccato chiudere così un match iniziato con lo struggente ricordo di Daniel Guerini, il ragazzo della Primavera laziale scomparso la settimana scorsa in un incidente stradale.
? Il Corriere dello Sport titola: "Lazio, sorpasso in zona Caicedo. Decide il Panterone su rigore quasi al novantesimo dopo il pareggio di Verde. Finale rovente: espulsi Lazzari e Correa, Inzaghi resta in 9. Spezia ko, scavalcata la Roma: il sogno Champions è vivo".
Prosegue il quotidiano sportivo romano: Sorpasso in zona Caicedo. Un altro gol del Panterone, a un soff?io dal novantesimo e su rigore concesso dal Var; per spedire al tappeto lo Spezia, scavalcare la Roma e tenere viva la corsa Champions. Ottava vittoria di fila all’Olimpico, un altro record per Simone Inzaghi: meglio non poteva festeggiare il quarantacinquesimo compleanno (domani) e il quinquennio sulla panchina della Lazio, proprio nelle ore in cui la firma sul rinnovo del contratto sembra vicinissima. Lotito gli aveva consegnato l’eredità di Pioli il 3 aprile 2016 e ora, prolungando il matrimonio con il suo f?iglioccio, indovinerebbe la mossa giusta a breve scadenza, non solo in proiezione futura. Perché l’annuncio si trasformerebbe in un segnale potentissimo al campionato e alla concorrenza, in chiave quarto posto. La Lazio, sul campo, ha dimostrato di continuare a crederci e ha portato a casa una vittoria pesantissima, per niente facile, con umiltà, pazienza, oarattere. Doti fondamentali quando non sei al top e se continua il digiuno di Immobile. Prima o poi la Scarpa d’Oro tornerà a segnare e Inzaghi prenderà il volo. Rissa. Rimpianti per lo Spezia, messo sotto soltanto per venti minuti nella ripresa. Gran primo tempo e f?inale all’assalto. Nel complesso Italiano non meritava di perdere.
Non è bastato il capolavoro di Verde per portare via il pareggio. Gol in rovesciata: Chapeau. Una bicicletta da applausi per l’ex romanista che aveva riequilibrato il risultato, sbloccato da Lazzari. Peccato per il far west indecoroso in pieno recupero, provocato da un’entrataccia di Agudelo. Trappola in cui è caduto l’esterno ex Spal, espulso per la reazione scomposta. L’arbitro Giua, forse il peggiore in campo, nel f?inale rovente ha cacciato anche Correa per somma di ammonizioni. La Lazio così ha f?inito in nove e domenica prossima a Verona si dovrà presentare senza due titolari ma sperando di recuperare Luis Alberto, entrato con una caviglia malconcia. Poco attacco. E’ stata una partita complicatissima alla ripresa del campionato, ma la Lazio ha saputo interpretarla con intelligenza, sapendo che il pressing dello Spezia avrebbe impedito di produrre il solito gioco. Mancavano le geometrie del Mago, costretto in panchina, e sulla fascia sinistra lo sprint di Marusic, arretrato in difesa per l’indisponibilità di Patric. Lulic non ha più il passo per saltare l’uomo e ha sofferto a lungo la spinta di Ferrer. Fares ha una cilindrata superiore, ma è molto meno aff?idabile nella fase difensiva: era stata studiata la staffetta.
Lo Spezia, nonostante la difesa a quattro, gioca con i due terzini in posizione altissima, pressa a tutto campo, accetta i duelli individuali. Maggiore tallonava Milinkovic e Leo Sena non concedeva respiro a Pereira, che in quella zona di campo giocava per la prima volta. Il brasiliano non è stato continuo o determinante, ma preciso, attento a non sbagliare. Stanno mancando i gol facili alla Lazio e più di Ciro, a cui si può perdonare un periodo di astinenza, stupiscono gli errori di Correa sotto porta. Non si spiega perché Caicedo debba continuare a guardare: anche ieri poteva entrare prima. Eurogol. La lazio si è distesa meglio a inizio ripresa, quando il ritmo dei liguri si è abbasato. Non a caso il gol è nato da un errore di Ricci. Leiva gli ha sf?ilato la palla e Correa ha lanciato Lazzari, abilissimo a catapultarsi in avanti. Italiano ha sganciato Nzola e Agudelo, traendo benef?ici dal trasloco di Gyasi sulla fascia sinistra. Bellissima la costruzione del gol, ancora meglio la rovesciata di Verde, subentrato a Farias. Con un solo tiro (rispetto ai 6 del primo tempo) lo Spezia ha trovato il pareggio nel momento in cui la Lazio stava provando a gestire. Luis Alberto con un piede solo, Leiva in riserva, Milinkovic sostituito. Non c’era più centrocampo. Restava l’anima in attesa dell’episodio favorevole. Angolo calciato da Cataldi, palla caduta sul braccio di Marchizza, esitazione di Giua, richiamato dal Var. Una sentenza Caicedo dal dischetto.