23 dicembre 2017 – Roma, Stadio Olimpico - Campionato di Serie A, XVIII giornata - inizio ore 12.30
LAZIO: Strakosha, Patric, de Vrij, Wallace, Marusic, Parolo, Murgia (65' Leiva), Lukaku, Luis Alberto (83' Felipe Anderson), Milinkovic-Savic (65' Lulic), Immobile. A disposizione: Vargic, Guerrieri, Basta, Bastos, Luiz Felipe, Radu, Jordao, Caicedo, Nani. Allenatore: S. Inzaghi.
CROTONE: Cordaz, Sampirisi (83' Faraoni), Ajeti, Ceccherini, Martella, Rohden, Mandragora, Barberis, Trotta, Budimir (83' Simy), Stoian (65' Tonev). A disposizione: Festa, Viscovo, Cabrera, Pavlovic, Aristoteles, Crociata, Kragl, Suljic. Allenatore: Zenga (in panchina il tecnico in seconda Carbone per squalifica del titolare).
Arbitro: Sig Calvarese (Teramo). - Assistenti Sigg. Vuoto e Paganessi - Quarto uomo Sig. Abbattista - V.A.R. Sig. Banti - A.V.A.R. Sig. Illuzzi.
Marcatori: 56' Lukaku, 78' Immobile, 86' Lulic, 89' Felipe Anderson.
Note: ammonito al 40' Milinkovic per proteste, al 68' Ajeti e al 74' Budimir per gioco falloso. Angoli: 10-3. Recuperi: 2' p.t., 2' s.t.
Spettatori: 38.000 circa.
La Gazzetta dello Sport titola: "La Lazio torna a casa. Zenga, solo gli applausi. Poker dei biancocelesti, che vincono all’Olimpico dopo due mesi. Il Crotone corre, pressa e resta in gara per 80’: poi il crollo".
Continua la "rosea": Come in un braccio di ferro in cui uno dei due contendenti, dopo aver restito a lungo (e bene), quando cede lo fa di schianto. La Lazio torna a esultare all’Olimpico, due mesi dopo l’ultimo successo in campionato (3-0 al Cagliari il 22 ottobre). E lo fa con la quarta goleada (quattro o più reti realizzate) della sua sorprendente annata. Ma il 4-0 finale è una punizione eccessiva per un Crotone che tiene botta per quasi un’ora e resta in partita fino a una decina di minuti dal gong. Alla lunga, però, il divario tecnico tra le due squadre viene a galla in tutta la sua crudeltà. Divario che per oltre metà gara non si vede sia per la capacità della squadra di Zenga di soffocare il gioco avversario con un pressing a tutto campo sia perché Inzaghi, forse, esagera con il turn over. In vista del match di martedì in Coppa Italia con la Fiorentina il tecnico tiene inizialmente a riposo i vari Leiva, Lulic, Radu e Bastos e chi li sostituisce non garantisce lo stesso contributo di idee e lucidità. Anche se poi è uno di loro, Lukaku, a sbloccare la gara quando sono in molti, tra i 40 mila accorsi all'Olimpico, a temere l’ennesima giornata storta dei biancocelesti tra le mura amiche.
Il laterale belga, alla prima rete con la Lazio, deve peraltro solo limitarsi a depositare in rete. Il gol che spezza l’equilibrio poco prima del quarto d’ora della ripresa "appartiene" più a Luis Alberto (imbucata millimetrica per Immobile) e allo stesso centravanti in versione rifinitore. È l’episodio spartiacque della gara. Perché da quel momento la Lazio si distende e il Crotone un po’ alla volta esce dalla partita. E con i calabresi che allentano la morsa i biancocelesti possono sprigionare tutto il loro potenziale offensivo. Prodotto da un’orchestra nella quale c’è sempre qualche nuovo singolo che si esalta. L’ultimo della lista è quel Felipe Anderson che entra a una decina di minuti dal termine e prima confeziona il 3-0 di Lulic, quindi realizza in proprio il 4-0 (cross di Parolo). Vittoria a parte, la rinascita del brasiliano (secondo gol stagionale dopo quello in Coppa col Cittadella) è la notizia più importante della giornata per Inzaghi. Unitamente alla ritrovata vena realizzativa di Immobile, che in campionato non segnava su azione dal 29 ottobre (suo il 2-0, di testa, su assist di Lulic). Segna tanto la Lazio e segna con tanti giocatori diversi (sono ora in 12 gli uomini andati a segno almeno una volta).
Una macchina da gol che mai nella sua storia la Lazio aveva avuto, se è vero (come è vero) che le 43 reti segnate in 17 giornate sono una cifra record. Con i 4 gol incassati all’Olimpico sale invece a 36 il totale delle reti al passivo per il Crotone. Seconda peggior difesa della A col Verona e dopo il Benevento. È soprattutto lì che Zenga deve lavorare per rendere possibile il sogno di una seconda salvezza. Il modo in cui per un’ora i calabresi reggono l’urto del secondo attacco del campionato (cui concedono solo un paio di opportunità) è un’ottima base da cui partire. Quello che accade nella mezzora finale però è altrettanto preoccupante.
Il Corriere dello Sport titola: "E' una Lazio da Champions. Felipe super, un gol e un assist: è l’acquisto invernale di Inzaghi. Giornata di gloria anche per Lulic. Il Crotone resiste per 55’, poi Lukaku rompe l’equilibrio e Immobile sigla il 22º gol stagionale. I biancocelesti non vincevano all’Olimpico da ottobre".
Prosegue il quotidiano sportivo romano: Un poker al Crotone e la rincorsa Champions nel segno di Felipe Anderson, l’acquisto invernale di Inzaghi: un assist e un gol per arrotondare il successo e chiedere spazio al suo allenatore, che lo aveva mandato quasi subito a scaldarsi perché Luis Alberto si toccava l’inguine. Lo spagnolo ha resistito e il brasiliano ha atteso ottantatre minuti per entrare in campo e mettere il timbro su una partita già vinta con il raddoppio di Immobile, altro grande protagonista, a meno di un quarto d’ora dalla fine. Non inganni il risultato, perché il Crotone l’ha tenuto in discussione sino alle ultime curve della ripresa, quando si è offerto alle ripartenze irresistibili della Lazio in campo aperto. Bravo Inzaghi a gestire il turnover modello Europa League: in previsione dei quarti di Coppa Italia ha rinfrescato la squadra e proposto quattro cambi rispetto a Bergamo, chiudendo il conto con l’ingresso dei big Leiva e Lulic nell’ultima mezz’ora. Murgia non meritava di uscire, Milinkovic e Luis Alberto sì, ma una panchina più ricca e lunga ieri ha fatto la differenza. L’ex Liverpool ha protetto la difesa senza rischiare il giallo, il bosniaco ha servito l’assist per il colpo di testa di Immobile e ha segnato il terzo gol dopo la penetrazione in area di Felipe.
Olimpico in festa, bella atmosfera e stadio finalmente pieno: 38 mila spettatori hanno accompagnato la Lazio, che in campionato non vinceva in casa dalla fine di ottobre. Meno quattro dall’Inter, distanze accorciate proprio nell’imminenza del big-match di San Siro che sabato prossimo chiuderà il girone d’andata. Zenga era squalificato e forse avrà visto ancora meglio la partita dalla Monte Mario. La sua squadra, guidata in panchina da Benny Carbone, per un’ora ha concesso pochissimo alla Lazio. Era chiusa e coperta bene, pressava Murgia, ma non ha mai rinunciato a giocare. Trotta, poco dopo la mezz’ora, ha avuto l’occasione buona per segnare girando la palla di testa sopra la traversa. Solo in avvio il Crotone aveva sofferto la pressione e il ritmo dei biancocelesti (4 angoli nei primi 6 minuti). Cordaz aveva respinto la conclusione volante di Luis Alberto, molto meno ispirato di altre volte. Lo spagnolo non ha chiesto il cambio, ma non stava bene e trotterellava, quasi mai è tornato indietro a ricevere palla e creare gioco, restando a lungo isolato. Era fuori dalla manovra, assente e abulico, anche Milinkovic. La Lazio così mancava di spunto e di idee negli ultimi trenta metri anche se Marusic era più efficace del solito al cross e Lukaku era marcatissimo sul versante opposto. Gli allunghi del belga sono diventati letali alla distanza. Dopo l’intervallo Luis Alberto e Milinkovic si sono trasformati e hanno cambiato passo.
Il Crotone è andato sotto quando cominciava a crederci. Troppo scoperta la difesa calabrese sul primo gol, avviato da un recupero palla di Lukaku. Luis Alberto ha servito Immobile, defilato a sinistra. Ciro ha saltato Ajeti e ha scodellato la palla per il velocissimo Lukaku, che lo aveva seguito a rimorchio e si era accentrato. Era dall’ultimo successo casalingo (3-0 al Cagliari) che la Lazio non chiudeva una partita di campionato senza prendere gol, ma anche ieri ha concesso due-tre occasioni. Il Crotone avrebbe potuto pareggiare subito. Martella di testa ha messo fuori e poi Strakosha è riuscito a rimediare dopo aver tentato (e sbagliato) un dribbling folle su Budimir. I cambi di Inzaghi hanno consentito alla Lazio di prendere il largo nell’ultima mezz’ora. Due gol falliti da Immobile e Marusic, al 33’ è arrivato il raddoppio firmato di testa da Ciro: bello il cross di Lulic dopo l’azione di sfondamento di Lukaku. Sedicesimo gol in campionato, ventiduesimo stagionale per il centravanti azzurro in attesa della sfida con Icardi. In sei minuti lo show di Felipe. Il brasiliano ha seminato mezza difesa del Crotone e ha servito di precisione Lulic: Ajeti è crollato a terra prima del destro potente di Senad. Quasi al novantesimo, a capo di un’azione condotta da Immobile e rifinita da Parolo, è arrivato anche il gol di Felipe, appostato sul secondo palo. E’ pronto per San Siro, il suo stadio preferito in trasferta.
Il Messaggero titola: "Lazio, lo show di Natale comincia nella ripresa. I biancocelesti tornano alla vittoria travolgendo il Crotone con un poker. Lukaku, Immobile, Lulic e Felipe a segno nella seconda parte di gara".
Prosegue il quotidiano romano: Quattro gol fatti, zero subiti e tre punti preziosissimi. La Lazio, prima di Natale, ritrova il sorriso perso nelle ultime partite e la strada verso la Champions torna a farsi meno ripida. Trentasei punti in classifica. Crotone battuto 4-0 in una partita dai due volti. Inzaghi voleva ritrovare il successo in campionato per lasciarsi alle spalle le polemiche che hanno intossicato mente e muscoli e per approcciarsi con spirito positivo alla sfida del 30 dicembre in casa dell’Inter, che rimedia il secondo ko consecutivo. Una sola vittoria nelle ultime cinque e nelle ultime sette i biancocelesti avevano sempre subito almeno una rete: ieri hanno ribaltato le statistiche. Ma c’è di più perché tra i marcatori ci sono Immobile e Felipe Anderson. Ciro torna finalmente a gol su azione, che gli mancava dal 29 ottobre scorso, a Benevento. Segnali di risveglio li aveva già dati in coppa Italia con la doppietta al Cittadella. Ieri ha confermato che il nervosismo è passato.
Immobile rindossa i panni del trascinatore. Urla dopo aver battuto di testa Cordaz e abbraccia i compagni, che per quasi tutta la gara lo hanno aiutato a spingere la palla in porta. Sorride Ciro, esulta Felipe. Il brasiliano entra nella ripresa e firma il poker biancoceleste. Indica il cielo a ringraziare Dio e il mondo torna nuovamente a colori. L’infortunio è alle spalle, questo è il tempo di segnare e vincere, come cantano i trenta mila spettatori che ieri sono tornati a colorare di biancoceleste lo stadio Olimpico. Partita dai due volti dicevamo, nel primo tempo la Lazio non gira come sa e fa fatica a scardinare il muro tirato su da Zenga (in tribuna per squalifica). Mancano i big a fare la differenza: Luis Alberto non trova il feeling con Immobile e Milinkovic non ripete la grande prova di Bergamo. Nella ripresa è Lukaku la chiave del successo. Scioglie l’imbarazzo dei primi 45 minuti e sulla corsia di sinistra dà vita ad un vero e proprio show. È lui l’autore del vantaggio. Immobile premia la sua cavalcata, servendolo a porta vuota: primo gol stagionale in campionato con la maglia biancoceleste. Una prestazione che spiana la strada per il suo rinnovo. In panchina Radu e Leiva esultano mimando un incontro di pugilato. Apre Jordan e chiude Anderson.
Felipe ritrova il gol in campionato. Sono 57 i minuti giocati dal brasiliano, che dopo il lungo infortunio sta ritrovando la forma migliore. La rincorsa ad una maglia da titolare va alla grande. L’altro protagonista di giornata è il capitano, Lulic. Inzaghi gli concende un po’ di riposo, ma nella ripresa è "costretto" a mandarlo dentro. Senad dà brillantezza, serve l’assist che fa sbloccare Immobile e firma la rete del 3-0: "Abbiamo un gruppo splendido, si vede che ci divertiamo in campo e fuori. Siamo sempre contenti, soprattutto quando si vince. Speriamo sia sempre così. Il campionato è lungo, i punti persi si possono anche recuperare. Dobbiamo continuare su questa strada, con questo gioco, l’importante è parlare sul campo con prestazioni come oggi, al resto pensano gli altri", sottolinea il bosniaco. Ora la sfida con l’Inter per testare le reali ambizioni del 2018.
Tratte dal Corriere dello Sport, alcune dichiarazioni post-gara:
Casa Inzaghi all’Olimpico. Simone ha cominciato a festeggiare il Natale portando suo figlio Lorenzo in campo, come avviene alla fine di ogni partita, per segnare un gol sotto la Curva Nord. Gaia era in Monte Mario. Euforia Lazio, bellissime le immagini di coda, mentre i giocatori ringraziavano il pubblico, tornato a popolare lo stadio, quasi quarantamila tifosi per avviare la rincorsa alla Champions. "Un pubblico così ci dà una grande carica. Ci hanno incitato dall’inizio alla fine. Festeggiare il Natale vincendo davanti ai nostri tifosi era il massimo che potessi chiedere", ha spiegato Simone. Era fondamentale riprendere a vincere dopo la flessione di risultati dell’ultimo mese. Partita faticosa, piegata nell’ultima mezz’ora. "Il Crotone era ben organizzato e accorto, ci ha concesso poco nel primo tempo. Nella ripresa si è vista una bella Lazio. Avevamo bisogno di questa vittoria, l’abbiamo centrata. I ragazzi sono stati bravi e lucidi. Era una partita insidiosa, il primo gol l’ha messa in discesa". Tra poche ore i quarti di Coppa Italia, ma tutti pensano all’Inter. "Prima abbiamo la Fiorentina, è un trofeo a cui teniamo. Poi ci penseremo. Sarà una partita signifcativa, da preparare al meglio". Brutte notizie sul fronte de Vrij, sta emergendo l’orientamento negativo dell’olandese. Inzaghi continua il suo pressing. "Per me è stato un piacere allenarlo in questo anno e mezzo, ha grandi qualità, è un difensore straordinario. Sta parlando con la società, mi piacerebbe trovare il rinnovo sotto l’albero, ma sono cose che riguardano loro, noi seguiamo gli sviluppi".
Sono bastati pochi minuti a Felipe Anderson per ricandidarsi come titolare. "Per la prima volta avevo a disposizione tutti gli attaccanti, Nani e Caicedo non sono entrati in campo, dovrò essere bravo a scegliere ogni volta. Ora le rotazioni si allungano. Felipe mi ha dimostrato di avere grandissima voglia e comincia a star bene, sono contento che abbia fatto due gol in due spezzoni di partita, se non avessimo sbloccato il risultato sarebbe entrato prima. Sicuramente con il suo rientro la Lazio si rinforza". Difficilmente cambierà il modulo rinunciando alla difesa a tre, ma non lo ha escluso. "Dipende dalle partite che affronteremo, posso scegliere la formazione più funzionale. Ma ora abbiamo trovato certezze, a Genova avevo sistemato Milinkovic in fase di non possesso sul play avversario, dovremo essere bravi, ci sono tanti impegni". Buone risposte da Lukaku e da Murgia. "Grande rosa? Noi abbiamo bisogno di tutti. Murgia, Milinkovic, Luis Alberto sono usciti, ma ci hanno aiutato a vincere, così come chi è entrato. I nostri centrocampisti sono stati molto importanti, recuperando tanti palloni. Davanti abbiamo giocatori di qualità, quando ripartiamo diventiamo pericolosi". E’ entrato anche Leiva, risparmiato inizialmente perché diffidato. "Alessandro ha giocato un’ottima partita come Milinkovic e Luis Alberto, avevo bisogno di forze fresche. Se un allenatore vede entrare con quello spirito Lulic, Felipe Anderson, Leiva, può essere contento. Meglio di così non poteva andare". Murgia in cabina di regia lo ha accontentato. "Davanti alla difesa mi aveva soddisfatto in Europa League, questa era una partita non semplice, è stato marcato sempre a uomo da Trotta, eppure Alessandro si è disimpegnato bene. Alla fine volevo cambiare e ho preferito tenere Parolo quando sono entrati Lulic e Leiva".
E’ stato bello ritrovare tutto sotto l’albero di Natale: "Ho ritrovato il gol davanti alla mia gente, in questo periodo di Natale, insieme ai tre punti. Mi mancava soprattutto la vittoria in casa. Sono felice perché è arrivato tutto insieme. Tutto bello". Ciro "pigliatutto" Immobile s’è ripreso tutto in una volta, in primis una serena rivincita a nome di se stesso e del suo popolo. Meglio tutto per tutti che tutto solo per uno, la pensa così il bomber della Lazio, altruista come pochissimi bomber del passato e del presente. Ha festeggiato il Natale laziale servendo un gol e segnandone uno. Ha colpito di nuovo, nel rispetto di una regola che è eccezione. Gli incredibili record di Ciro Immobile vanno aggiornati: sedici gol in campionato, uno in meno di Icardi, re dei marcatori della serie A, aspettando la super sfida di sabato a San Siro. Ventidue gol stagionali, quarantuno nell’anno solare. Sette assist, uno solo meno di Candreva dell’Inter. Questa è cronaca. C’è la firma di Immobile sul 53% dei gol segnati dalla Lazio in questa serie A (23 portano il suo marchio, considerando reti e assist, su 43 totali della squadra). Ciro "pigliatutto" Immobile non segnava su azione, in casa, in campionato, dal 22 ottobre (Lazio-Cagliari). In un pomeriggio ha servito un assist d’oro a Lukaku, ha colpito di testa, s’è rilanciato dopo il rosso di Giacomelli (Lazio-Toro): "La classifica marcatori? Spero di rimanere lassù fino alla fine. Icardi è un grande campione, sta facendo grandi cose. Sarà una bella sfida...".
Ciro Immobile, dopo l’eliminazione mondiale, dopo qualche gol mancato, dopo Giacomelli e il Var, s’è messo da solo a riparare il suo destino: "Le statistiche ci sono. Sono partito fortissimo, ma a novembre ho avuto un po’ di appannamento, la botta della Nazionale l’ho sentita anche con la Lazio, ma sono sempre rimasto sereno. Mi dispiace solo perché nell’ultimo periodo abbiamo perso dei punti e ora vogliamo recuperarli. I torti subiti? L’importante è che la squadra sia unita, a noi interessa solo vincere le partite. Di ciò che accade fuori dal campo se ne occupa la società". Immobile non si fa fermare da niente e nessuno: "Sono momenti che capitano, vanno affrontati e ne sono uscito, spero di fare sempre meglio. Bisogna uscirne a testa alta, ho lavorato ancora di più". Lo stesso vale per la Lazio: "Queste partite sono una trappola, se non le sblocchi ti innervosisci e rischi di risolverle in extremis, col Crotone era andata così l’anno scorso. Era importante vincere, era tanto che non ci riuscivamo in casa. Eravamo lenti nel primo tempo. Nel secondo tempo siamo entrati in campo con un altro piglio". Col piglia tutto Immobile.
L'arbitro Calvarese respinge i gadget biancocelesti Dal Corriere dello Sport:
Regalo di Natale respinto, rifiutato sentitamente. E alla Lazio non è piaciuto il gesto. Alta, altissima tensione tra gli arbitri e la società di Lotito. L’arbitro Calvarese e i suoi collaboratori ieri hanno lasciato sul tavolo dello spogliatoio arbitrale le maglie e i gagliardetti biancocelesti. E’ consuetudine, non solo a Natale: la squadra di casa li fa recapitare agli arbitri a fine partita, sono omaggi consentiti. Il rifiuto dell’arbitro Calvarese, dei guardalinee, del quarto uomo, di Var e Avar non ha una spiegazione ufficiale, ma un episodio accaduto dopo la contestatissima Lazio-Toro aiuta a capire quanto è accaduto. La Lazio, arrabbiatissima per le decisioni dell’arbitro Giacomelli, aveva inviato una lettera ai vertici arbitrali per avvertirli che non avrebbe più omaggiato i "fischietti" con i gadget societari. Calvarese e i suoi collaboratori, forse stupiti dalla presenza dei cadeau nello spogliatoio rispetto alla comunicazione inviata dal club biancoceleste, hanno deciso di lasciarli all’Olimpico. Di sicuro hanno pesato anche le polemiche violente dei giorni scorsi, le accuse pesantissime mosse dalla Lazio, dai dirigenti, da Inzaghi e dai giocatori. Ma si era superato il limite del consentito. E ieri il nome dell’arbitro Giacomelli, legato a slogan offensivi, riecheggiava all’Olimpico nonostante l’arbitro fosse Calvarese.
Da "Il Messaggero":
Gagliardetto e maglie? No, grazie. L’arbitro Gianpaolo Calvarese e i suoi assistenti hanno rifiutato gli omaggi fatti dalla Lazio. Come consuetudine il club biancoceleste fa recapitare nello spogliatoio degli arbitri un piccolo presente. Un gesto comune tra tutte le squadre di serie A. Stavolta però il pacco è stato riconsegnato alla Lazio tra lo stupore generale dei dirigenti biancocelesti che hanno visto il gesto come slealtà sportiva. L’arbitro in questione non ha voluto commentare l’episodio ma è chiaro che le ultime polemiche non siano andate giù all’Aia. In particolare il rifiuto potrebbe essere dovuto all’apertura di un fascicolo da parte della procura Figc su Giacomelli, il fischietto di Lazio-Torino.