23 maggio 2021 – Reggio Emilia, Mapei Stadium - Campionato di Serie A, XXXVIII giornata - inizio ore 20.45
SASSUOLO: Consigli, Toljan (74' Ayhan), Ferrari, Chiriches, Kyriakopulos, Lopez (74' Bourabia), Locatelli, Berardi, Djuricic (57' Traore), Boga (62' Rogerio), Defrel (57' Caputo). A disposizione: Pegolo, Marlon, Peluso, Muldur, Obiang, Haraslin, Raspadori. Allenatore: De Zerbi.
LAZIO: Strakosha, Marusic, Parolo, Radu, Lazzari (87' Armini), Akpa Akpro (80' Moro), Leiva (80' Escalante), Cataldi (87' Bertini), Lulic, Correa (19' Fares), Muriqi. A disposizione: Reina, Alia, Patric. Allenatore: S. Inzaghi.
Arbitro: Sig. Prontera (Bologna) - Assistenti Sigg. Bercigli e Massara - Quarto uomo Sig. Rapuano - V.A.R. Sig. Massa - A.V.A.R. Sig. Meli.
Marcatori: 10' Kyriakopulos, 78' Berardi (rig).
Note: osservato un minuto di raccoglimento per le vittime dell'incidente occorso alla funivia di Stresa. Esordio in serie A per Marco Bertini. Espulso al 61' Kyriakopulos per doppia ammonizione. Ammonito al 50' Kyriakopulos per gioco falloso, al 90' De Zerbi ed al 90'+3 Parolo per proteste. Angoli 3-3. Recuperi: 1' p.t., 3' s.t.
Spettatori: gara disputata a porte chiuse per emergenza Covid-19.
? La Gazzetta dello Sport titola: "Sassuolo, vittoria amara. Sfuma l’euro-illusione. Il pari della Roma vanifica il successo su una Lazio rimaneggiata e stanca. Per i neroverdi record di punti".
Continua la "rosea": Roberto De Zerbi saluta con un record, occhi lucidi e tanti abbracci: dopo tre stagioni al Sassuolo il matrimonio si scioglie mentre si celebra il primato di punti in Serie A per una squadra pur sostenuta da una solida realtà imprenditoriale ma – spesso viene dimenticato – espressione di una cittadina di circa 40 mila abitanti. Non avviene il miracolo della qualificazione europea: i neroverdi agganciano soltanto la Roma, anzi fino all’85’ a La Spezia sono davanti, ma poi restano dietro per la differenza reti. La chiusura a quota 62 comunque supera la miglior prestazione del passato, i 61 punti del 2015/16 che significarono sesto posto ed Europa League. Anche se questo Sassuolo non riesce ad agguantare la Conference League, e l’ambizione autunnale mirava a quella dimensione, l’annata è soddisfacente. De Zerbi nel triennio ha compiuto un ottimo percorso di crescita personale e di squadra, ha fornito idee non banali, identità , versatilità tattica e progressi nella tecnica. Con lui sono diventati adulti parecchi giocatori (Locatelli l’esempio massimo), il patrimonio del club è accresciuto.
Per il Sassuolo si chiude un ciclo: salutarlo con la settima vittoria nelle ultime nove partite, e con undici punti in più rispetto al torneo passato, accresce la consapevolezza del proprio lavoro. Ma forse un finale del genere lascia il dubbio di non aver saputo compiere il passo in più che era probabilmente nelle possibilità . Lazio arrendevole. La Lazio vive più nell’incertezza, e non per il risultato di questa partita affrontata senza parecchi titolari fra cui Luis Alberto, Immobile, Milinkovic e Acerbi. In settimana ci sarà l’incontro tra il presidente Claudio Lotito e Simone Inzaghi, si vedrà se i piani per il futuro comprenderanno la riconferma dell’allenatore. Che ha raccolto dieci punti in meno dello scorso campionato, scendendo dalla postazione Champions a quella di Europa League. Però ha anche lottato con le tante traversie di un’annata particolare, impreziosita dagli ottavi di Champions League. Il giudizio sulla stagione rimane comunque sufficiente, la Lazio conferma per il quinto anno l’iscrizione a una corrida internazionale e chiude con distacco davanti alla Roma: per gli equilibri cittadini non è un dettaglio.
I motivi. Certo che la Lazio anche in questa serata è in super emergenza e Inzaghi è costretto anche agli esperimenti: mentre il Sassuolo trova subito il vantaggio con una stangata da fuori area di Kyriakopoulos, al primo gol nel nostro campionato, gli ospiti in color verde evidenziatore perdono anche Correa dopo 19 minuti e l’allenatore si inventa un 4-4-2 inserendo Fares e spingendo Cataldi (e talvolta Lulic) nella posizione di seconda punta. Il Sassuolo anche si distrae, forse per sentire le notizie dal Picco, ma Muriqi non inquadra la porta per il pari. Poi quando i padroni di casa al 61’ restano in dieci per il doppio giallo (in 11 minuti) a Kyriakopoulos, il pareggio sembra vicino ma Muriqi continua a sbagliare. Cresce invece il Sassuolo, con l’ingresso di Caputo che va a prendersi il rigore per il raddoppio di Berardi. Non avesse segnato Mkhitaryan, la festa sarebbe stata completa. Ma qui, passata la delusione a caldo, si sapranno accontentare.
? Il Corriere dello Sport titola: "De Zerbi saluta, Inzaghi quasi. Kyriakopoulos e Berardi su rigore: per la Lazio terzo ko nelle ultime 5 gare. Simone verso l’addio. Il Sassuolo si illude ma viene gelato dal pareggio in extremis della Roma: niente Europa per differenza reti".
Prosegue il quotidiano sportivo romano: Niente Conference League. Il Sassuolo ha chiuso all’ottavo posto, condannato da una peggior differenza reti generale rispetto alla Roma. Non sono bastati il gol di Kyriakopoulos e il raddoppio su rigore di Berardi per piazzare il sorpasso sui giallorossi. De Zerbi, con il record di punti (61) in Serie A, al passo d’addio ha piegato Inzaghi, quasi fuori dalla Lazio: nelle prossime ore si confronterà con Lotito, orientato a cambiare guida tecnica dopo cinque anni. Si sta consumando un divorzio lacerante. Tre sconf?itte, un pareggio e un solo gol realizzato nelle ultime cinque partite. Champions persa nel girone d’andata, ma la volata si è trasformata in un pianto. Quattro ko di f?ila in trasferta come non succedeva dal 2015 e l’attacco inceppato, ovviamente senza Ciro. Chissà se Lotito si accontenterà del sesto posto e della qualif?icazione in Europa League. Simone ha poche responsabilità . La conferma è arrivata dalla prova avvilente al Mapei di Muriqi: l’impegno non basta per imporsi, anche ieri si è mangiato due o tre occasioni clamorose, dimostrando lo scarso feeling con la rete. Senza i big, quasi tutti in vacanza o con la testa già all’Europeo, è andata in scena anche l’ultima partita di Lulic, l’eroe del 26 maggio. E’ come se si fossero chiuse due epoche negli stessi 90 minuti. E Lotito, guardando avanti, non potrà sbagliare una mossa, ricostruendo la Lazio dalle fondamenta.
Correa ko. Dieci minuti di possesso e il Sassuolo, con il primo tiro in porta, ha trovato il gol. Sassata di Kyriakopoulos, sfruttando la punizione a due toccata da Berardi. Strakosha, coperto, s’è fatto sorprendere dai 25 metri. Quando la Lazio ha cominciato a giocare, s’è fatto male Correa, di nuovo dolorante al polpaccio e costretto a chiedere il cambio. Mancavano Immobile, Acerbi, Luis Alberto, Milinkovic, Luiz Felipe, più Caicedo e Pereira, e Inzaghi non se l’è sentita di inserire subito Moro, impiegato sabato con la Primavera. Così è entrato Fares da terzino sinistro ed è cambiato il modulo. Difesa a quattro e Cataldi (fuori ruolo) in attacco con Muriqi. Il kosovaro si era fatto vedere nell’unica occasione in cui era stato servito in profondità (palla sull’esterno della rete dopo aver aggirato Consigli) e il Tucu aveva alzato la mira di testa. La Lazio, con il 4-4-2, ha coperto meglio le corsie laterali. Akpa Akpro è sembrato più a suo agio da mediano in coppia con Leiva e anche Parolo, difensore centrale accanto a Radu, stava rispondendo bene. Davanti, invece, mancavano colpi e rif?initure. Lulic ha provato a inserirsi, Lazzari (sbilanciato da Ferrari) ha gridato al rigore. Frontera non lo ha concesso e Massa al Var si è ben guardato dal richiamarlo: agghiaccianti le sviste arbitrali ai danni della Lazio nell’ultimo mese di campionato.
Sigillo Berardi. Il Sassuolo, in controllo, si era avvicinato al raddoppio con um’altra sberla di Kyriakopoulos. Nella ripresa, invece di gestire, si è abbassato. La Lazio ha alzato gli esterni. Mossa semplice ma eff?icace di Inzaghi. Marusic e Fares hanno cominciato a spingere in attacco, Lazzari e Lulic si accentravano per creare spazio e concedere sovrapposizioni. L'ennesimo scatto dell’esterno ex Spal ha provocato l’espulsione di Kyriakopoulos per doppia ammonizione. De Zerbi, in dieci e senza terzino sinistro, ha tolto Boga e ha inserito Rogerio. Servivano gli inserimenti per riempire l’area, ma Cataldi non è una punta e Lulic nemmeno. Muriqi, di testa, si è divorato un’altra palla gol clamorosa prima che il Sassuolo, in contropiede, trovasse il rigore del raddoppio: dal dischetto ha segnato Berardi. Sotto di due gol, Inzaghi ha sganciato Moro (per Akpa) e ha inserito Escalante per Leiva, riportando Cataldi a centrocampo. Non c’era più possibilità di rimontare. Parolo e Strakosha hanno evitato il tris di Caputo, De Zerbi è stato gelato dalle notizie in ar— rivo da La Spezia.
? Il Tempo titola: "Troppe assenze e zero stimoli, vince il Sassuolo. L'ultima gara dei biancocelesti. Senza troppi titolari la Lazio si arrende 2—0 a Reggio Emilia e chiude al sesto posto".
Prosegue il quotidiano romano: Scende il sipario sul campionato, per la Lazio arriva una sconf?itta indolore, in ogni modo utile per evidenziare — qualora ce ne fosse ancora bisogno — tutti i limiti di un organico imperfetto, qualitativamente mediocre nelle seconde scelte. Priva di Acerbi, Luiz Felipe, Luis Alberto, Milinkovic e Immobile la squadra biancoceleste cede il passo al Sassuolo: le assenze evidenziano tutti gli errori di un mercato quasi fallimentare, le differenti motivazioni degli interpreti fanno il resto. Inzaghi assegna la titolarità della porta a Strakosha, e dopo dieci minuti si comprende il motivo per il quale Pepe Reina sia stato il portiere titolare durante la stagione: sinistro da oltre 30 metri di Kyriakopoulos, e palla in rete. La reazione della Lazio è f?lebile, Muriqi conferma tutti i suoi limiti fallendo il pareggio a porta vuota. Ma è un'occasione f?ine a se stessa, che spunta come un'oasi nel deserto.
Si fa male Correa, e Inzaghi prova a rabberciare una formazione di per sé limitata: Cataldi gioca come seconda punta accanto a Muriqi, il gioco passa per i piedi di Akpa Akpro e Leiva, Lulic e Lazzari sono gli esterni di centrocampo mentre in difesa - con Parolo e Radu centrali - Fares e Marusic si occupano delle corsie esterne. In avvio di ripresa Lulic ci prova dal limite trovando pronto Consigli. Al 58' Muriqi fallisce un'altra occasione monumentale a cinque metri dalla porta: infierire sull'attaccante kosovaro non avrebbe senso, non si spara sulla Croce Rossa. Tanto più che poco dopo - di testa - fallisce ancora il bersaglio da posizione invitante. Il Sassuolo resta in dieci uomini per l'espulsione di Kyriakopoulos, la Lazio prova a chiudere l'avversario nella propria area ma al 78' i padroni di casa trovano il raddoppio con Berardi che realizza un rigore assegnato dopo un fallo di Parolo su Caputo. La Lazio — pur in superiorità numerica - a questo punto è in balia delle onde; Strakosha salva su un destro ravvicinato di Caputo che batte da pochi passi. C'è ancora il tempo per il debutto in serie A del giovane laziale Bertini, poi arriva il fischio finale.
? Tratte dal Corriere dello Sport, alcune dichiarazioni post-gara:
E' sbottato alla fine, ha dato sfogo a tutta la rabbia che teneva in corpo mimetizzata, ad un sentimento di delusione e rancore, i suoi occhi ieri raccontavano tutto ciò che ha taciuto: "Non so cosa accadrà , si vedrà il da farsi, ci incontrererno mercoledì con Lotito. Si discuteva del mio rinnovo l’anno scorso, quando eravamo in corsa per lo scudetto prima del Covid. Sono passati quasi 16 mesi, posso aspettare altri tre giorni senza problemi perche è la Lazio altrimenti non avrei aspettato". Simone Inzaghi è esploso dopo cinque anni di Lazio, dopo oltre rm anno vissuto in scadenza, rimanendo appeso alla panchina e ai dubbi di Lotito. Fino a ieri aveva sempre "giustif?icato" l’attesa del presidente, s’è stufato di farlo. Simone, allo stremo della sua resistenza, sa che forse è arrivato al capolinea. Proverà a lanciare un contrassalto per difendere il posto, il divorzio è nell’aria, rischia di essere animoso, traumatico. Simone ha snocciolato il suo bilancio con orgoglio e nostalgia: "Posso dire che sono stati cinque anni felici, uno migliore dell’altro. Ho ereditato una squadra ottava, presa nel ritiro di Norcia quando infuriava la contestazione. Abbiamo vinto tre trofei, piazzandoci davanti a delle corazzate. C’è solo un problema che è la Lazio, sapete cosa rappresenta per me. Sono qui da 21 anni, per nessuna squadra avrei aspettato 16 mesi senza rinnovo. Negli ottavi di Champions ero l’unico allenatore in scadenza. Sono andato avanti, ho avuto la fortuna di allenare ragazzi meravigliosi. Non hanno ascoltato le voci, i problerni, i rinnovi slittati. Mi tengo anche questa stagione, siamo arrivati sesti con rammarico. Siamo arrivati agli ottavi di Champions, abbiamo aggiunto record ai record di questi cinque anni".
Le carenze. Simone ha marcato le differenze tra big e riserve, nelle ultime settimane l’ha fatto più volte, ieri ancora di più, s’è tolto il sassolino dalla scarpa: "Quando non ho avuto problemi con i giocatori più importanti abbiamo battuto squadroni. Il Milan, che per lunghi tratti ha dominato il campionato, è stato messo sotto dalla Lazio, ma eravamo al completo. Quando manca qualche giocatore importante ne risentiamo. I nuovi, come negli altri anni, hanno sempre avuto bisogno di tempo. Quando siamo al completo io mi diverto tanto nel veder giocare la Lazio e penso vi siate divertiti anche voi", ha detto a Sky. Sa che gli errori sono stati commessi da tutti quest’anno, di certo il destino s’è messo di traverso: "Il rammarico c’è, volevamo arrivare tra le prime quattro. Per il quinto anno di f?ila saremo in Europa, siamo tornati negli ottavi Champions dopo 20 anni, abbiamo f?irmato il record di 12 vittorie di f?ila in casa, prendiamo ciò che di buono è stato fatto. Il rammarico è per tutte le vicissitudini vissute, ma va bene così".