15 gennaio 2021 – Roma, stadio Olimpico - Campionato di Serie A, XVIII giornata - inizio ore 20.45
LAZIO: Reina, Luiz Felipe (69' Patric), Acerbi, Radu (83' Hoedt), Lazzari, Milinkovic, Leiva (65' Escalante), Luis Alberto, Marusic, Caicedo (65' Akpa Akpro), Immobile (83' Muriqi). A disposizione: Alia, Furlanetto, Armini, Parolo, Lulic, Pereira, Correa. Allenatore: S. Inzaghi.
ROMA: Pau Lopez, Mancini (70' Mayoral), Smalling, Ibanez, Karsdorp, Villar (60' Cristante), Veretout (46' Pedro), Spinazzola (70' Bruno Peres), Pellegrini, Mkhitaryan, Dzeko. A disposizione: Fuzato, Farelli, Kumbulla, Fazio, Juan Jesus, Diawara, Podgoreanu, Perez. Allenatore: Fonseca.
Arbitro: Sig. Orsato (Schio) - Assistenti Sigg. Meli e Mondin - Quarto uomo Sig. Irrati - V.A.R. Sig. Mazzoleni - A.V.A.R. Sig. Valeriani.
Marcatori: 15' Immobile, 24' Luis Alberto, 67' Luis Alberto.
Note: ammonito all'11' Milinkovic, al 20' Radu, al 34' Mancini, al 47' Acerbi, al 60' Smalling, al 62' Luiz Felipe, al 63' Leiva, al 71' Pedro, al 90' Mkhitaryan tutti per gioco falloso. Angoli 1-7. Recuperi: 2' p.t., 6' s.t.
Spettatori: partita a porte chiuse per emergenza Covid 19.
? La Gazzetta dello Sport titola: Derby, uragano Lazio. Solito Immobile. Super Luis Alberto. La banda Inzaghi annienta la Roma. Dominio netto nella sfida della capitale: doppietta per lo spagnolo. Giallorossi mai in partita: Ibanez punto debole sulla sinistra".
Continua la "rosea": La Lazio non ha sconfitto la Roma, la Lazio s’è abbattuta sulla Roma. L’ha scherzata, umiliata, presa a pallonate. Ha segnato tre gol, poteva metterne dentro cinque o sei. Ha fatto quello che ha voluto, giocando per 90’ un derby allo stesso modo, a "suo" modo, senza che dall’altra parte si manifestasse un segnale di vita, un tentativo di contromossa, il flebile rumore di una reazione. Zero. Il mistero è come la Roma sia ancora tra le prime tre in classifica. Una squadra che nel girone d’andata ha raccolto quattro punti contro le prime nove dovrebbe trovarsi più in giù. E ci arriverà continuando così, ridimensionando i sogni di Champions. Appena la rivale è di prima fascia le cose cambiano, le gambe tremano, le idee si fanno confuse. L’incontenibile Lazzari, il divino Luis Alberto e Immobile l’hanno distrutta scientificamente. Simone Inzaghi ha dominato il confronto tecnico con Fonseca. Un abisso. D’accordo che il rischio è dare un giudizio universale dopo ogni partita, ma per la Roma non siamo più al fatidico terzo indizio che fa una prova. Siamo alla certificazione ministeriale che qualcosa non va. Dominio Inzaghi. E spiace che l’immagine disastrosa della Roma finisca col sottrarre la ribalta alla Lazio. Perché i giallorossi avrebbero perso lo stesso, non c’è dubbio, ma probabilmente non così. Comunque s’era capito nel primo quarto d’ora come sarebbe finita. La Lazio aveva invitato la Roma a giocare sul suo campo, ma di sicuro non s’aspettava un "prego, s’accomodi" così sfacciato.
Tradotto in termini tattici: Inzaghi, presa palla, arretrava Leiva in difesa e avanzava tutti gli altri sulla linea d’attacco. Una specie di 4-0-6, paradossale, rischioso ma efficacissimo se l’altra accetta il confronto schiacciandosi e aspettando semplicemente gli eventi. Risultato: la Lazio aveva sempre il tempo di scegliere – lancione o palleggio verticale – e, appena la difesa romanista si muoveva in maniera scomposta, ecco che Lazzari partiva in velocità mentre gli altri accompagnavano l’aggressione. Uno sconquasso. Gol, errori e tattica. I primi due gol sono arrivati più o meno così, sull’assalto di Lazzari in versione Ufo, conclusi da Immobile e Luis Alberto. Con Ibanez nel panico e trapassato due volte, Smalling a guardare come le stelle e gli altri lontani. Sulla seconda rete, per la verità , le telecamere dopo il 90’ "trovano" un mani, ma cambia poco. Non c’è mai stata partita. E mentre Inzaghi dopo il 2-0 si permetteva il lusso di cambiare, normalizzando la posizione dei suoi in un più canonico 3-5-2, attenti e chiusi, per poi ripartire in contropiede velocissimi, Fonseca continuava con gli stessi, logori, principi. Non c’era un giallorosso da sufficienza, da Smalling a Veretout, da Spinazzola a Mkhitaryan stesso, tutti molli, arresi, senza idee, e non si capisce se siano stati i singoli a deprimere il collettivo o viceversa.
Il primo tiro in porta della Roma arriverà solo all’85’ con Edin Dzeko. Tutti sotto standard i romanisti, tutti sopra i laziali che hanno giocato da squadra: impeccabili in difesa, con palleggio elegante in mezzo, e con azioni alla mano, tipo rugby, davanti. Nel secondo tempo Milinkovic e Immobile avrebbero meritatamente arrotondato il risultato se non fosse stato per Pau Lopez. Ma poi ci ha pensato Luis Alberto, ancora lui, a firmare il 3-0. Una lezione di calcio. Un derby da svolta. E la Roma? Sì, risposta esatta, era rimasta quella di prima. O meglio, dopo due cambi diciamo "a uomo", Cristante per Villar e Pedro per Veretout, una volta sul 3-0 Fonseca inseriva finalmente una punta, Borja Mayoral, per un difensore, Mancini, oltretutto il meno peggio, passando alla difesa a 4. Doveva farlo molto prima. Ma il guaio era ormai combinato. Ora si fa fatica a immaginare che la distanza tra Roma e Lazio sia quella vista nel derby. In classifica, la Lazio ha ancora 3 punti in meno, ma quella vista stasera si avvicina molto a quella che contendeva lo scudetto alla Juve prima del lockdown. Servono controprove. Alla Roma no: a lei serve una reazione e una svolta.
? Il Corriere dello Sport titola:
Prosegue il quotidiano sportivo romano:
? Il Messaggero online titola: "Lazio-Roma, la lezione di Inzaghi a Fonseca".
C'è solo la Lazio all'Olimpico: 3-0. La Roma non si presenta e crolla nel derby. Inzaghi umilia Fonseca. tatticamente. Giocando il suo calcio che il portoghese dovrebbe conoscere bene. Invece cade nella trappola ed esce subito di scena. Del resto contro le migliori non riesce proprio a vincere: solo 4 punti su 24 disponibili. Quindi 4 pareggi in 8 scontri diretti. E 4 sconfitte pesantissime (tra queste anche il 3-0 a tavolino di Verona). E' il limite dei giallorossi nella corsa Champions. Non dei biancocelesti, sempre lucidi contro le big. A senso unico. Il 3° successo di fila, tris inedito in questa stagione, rilancia la Lazio, adesso più vicina alla Roma (-3) e quindi alla zona Champions. Il 3-5-2 di Inzaghi è stato fatale ai giallorossi. Compattezza nella propria metà campo, aggressività con gli attaccanti, soprattutto con Immobile perché Caicedo ha avuto il compito di alzare la difesa avversaria andando incontro ai compagni. E gran lavoro sulle fasce con Lazzari e Marusic che hanno disintegrato rispettivamente Spinazzola e Karsdorp. Il 3-4-2-1 di Fonseca è fragile: la superiorità nel possesso palla non serve. In contropiede i biancocelesti sanno come andare a dama.
Ibanez regala entrambi i gol del primo tempo: si perde il pallone, consegnandolo a Immobile che calcia in solitudine, e subito dopo lo lascia a Lazzari che appoggia facile a Luis Alberto per il raddoppio. Davanti Mikhitaryan non decolla e Dzeko spreca prima delle 2 reti biancocelesti. Lettura sbagliata. Fonseca, però, perde il derby a centrocampo. Lascia sempre la Roma in inferiorità numerica. Leiva, con la disponibilità ai fianchi di Milinkovic e Luis Alberto, è spesso libero nell'impostazione e nella gestione. Pellegrini si abbassa in soccorso di Villar e Veretout, oscurati dalla qualità dei rivali, e di conseguenza fatica ad arrivare accanto a Dzeko. L'unica parata di Reina a fine partita, su Dzeko. Perché non si vedono chance giallorosse nemmeno nella ripresa. Aumentano quelle biancocelesti con Pau Lopez protagonista sui tiri di Milinkovic e Immobile. L'ingresso nel 2° tempo di Pedro per Veretout non regala efficacia. Nemmeno Cristante, in campo per Villar. Basta poco a Inzaghi per chiudere definitivamente la sfida: Escalante per Leiva e Akpa Akpro per Caicedo. Akpa Akpro invita alla conclusione Luis Alberto: piatto destro in buca. E vittoria in cassaforte. Terza volta il 15 gennaio, dopo i successi del '39 e dell'89.
? Il Tempo titola: "Solo Lazio. La squadra di Inzaghi domina il derby e si rilancia in campionato. Decidono l’ennesimo gol di Immobile e la doppietta di Luis Alberto. Giallorossi mai in partita, giocano senza coraggio e fanno troppi errori. Fonseca & Co. continuano a sbagliare contro le big: mai una vittoria".
Prosegue il quotidiano romano: Solo la Lazio. La squadra di Inzaghi domina il 153° derby delle capitale, il primo dell’era Covid e rilancia le sue ambizioni in campionato. La Roma, non ci mette né cuore, né testa, né tantomeno coraggio e si consegna mani e piedi ai rivali cittadini che la demoliscono pezzo per pezzo sfruttando tutte le debolezze di un gruppo che sembrava pronto al decollo e invece torna bruscamente con i piedi per terra. La strada per Fonseca & Co. sarà lunga e molto tortuosa e forse mangiare un po’ polvere non farà male a chi pensava di essere già tra le stelle: così non è. La Lazio riprende la sua strada fatta di cose concrete: decidono i gol di Immobile e la doppietta di Luis Alberto migliore dei biancocelesti che non vanno oltre nel punteggio solo grazie alla buona serata di Pau Lopez (uno dei pochi giallorossi a salvare la faccia). Lotito se la ride, i Friedkin assaporano per la prima volta tutta l’amarezza del derby della capitale: anche questo servirà alla nuova società per fare il punto e capire che direzione prendere. La loro squadra non ci mette gli attributi, non ha cattiveria e conferma il trend stagionale: non ha mai vinto contro una big, che qualcosa vorrà pur dire... o no!?. Nessuna sorpresa nelle formazioni iniziali nel silenzio spettrale dell’Olimpico: una roba da far paura pensando alla stracittadina di Roma.
Stavolta però i tifosi sono rimasti fuori, hanno incitato le proprie squadre già a ridosso dei rispettivi centri sportivi perché quando si parla di derby non c’è Covid che tenga... alla faccia del distanziamento sociale. Inzaghi conferma in blocco gli undici biancocelesti che la settimana scorsa avevano espugnato Parma con Caicedo al fianco di Immobile e Correa in panchina. Tra i pali c’è Reina unico laziale ad esordire in un derby della Capitale. Discorso simile sulla sponda giallorossa con Fonseca che non cambia il gruppo visto nelle ultime uscite. C’è anche Smalling che sembrava in dubbio alla vigilia per una botta rimediata alla caviglia: ma l’inglese ha stretto i denti per esserci. Tra i giallorossi sono addirittura quattro gli esordienti: Mhkitaryan, Villar, Ibanez e Karsdorp. Era la sfida tra le due squadre che in serie A segnano di più nei primi quindici minuti di gioco e la Lazio non tradisce la tradizione. O sarebbe meglio dire che la Roma consegna ai "padroni" di casa il gol del vantaggio dopo quindici minuti di gioco. Ibanez fa una cosa da arresto, invece di darla indietro a Pau Lopez sull’attacco di Lazzari, si inalbera in un inutile dribbling che innesca l’affondo implacabile di Immobile: il bomber napoletano segna il suo settimo gol alla Roma e fa decollare la Lazio.
A Inzaghi si mette nel verso giusto, perché la sua squadra si ritrova nella condizione ottimale di poter aspettare e chiudersi lì dietro, mentre la Roma inizia il suo sterile possesso palla che porterà alla fine della gara a un triste bilancio: due soli tiri in porta di Dzeko che sbaglia clamorosamente sotto misura. Per il resto la Lazio è padrona, ha più cuore e voglia e agguanta il raddoppio su un’altra enorme ingenuità della difesa giallorossa che va in bambola ad ogni affondo biancoceleste. Il 2-0 porta la firma di Luis Alberto ma sulla dinamica del raddoppio le moviole avranno pane per i loro denti. Incomprensibile se Ibanez tenga in gioco Caicedo o no, ma di certo l’attaccante laziale partecipa all’azione, ma per come andrà a finire cambierà ben poco: nessun alibi per i giallorossi tritati dalla Lazio. Nella ripresa Fonseca prova a cambiare: mette dentro Pedro per Veretout eppoi Villar(?) per Cristante mostrando di essere in bambola anche lui. La cosa infatti non cambia e la Lazio dilaga nella seconda parte di gara con Lazzari che asfalta Ibanez dalla sua parte e la coppia Immobile-Luis Alberto che ad ogni affondo rischiano di far male ai giallorossi. Arriva così il meritato terzo gol laziale che porta la firma ancora di Luis Alberto. Finisce così, perché la Roma non c’è più e i biancocelesti possono fare ciò che vogliono. Bilancio senza storia: ha vinto la Lazio perché ha capito che partita doveva giocare, ha sfruttato tutte le debolezze di una Roma ancora in via di formazione e l’ha punita: pesantemente. Ora le prospettive delle due squadre di Roma cambiano. La Lazio col vento in poppa corre per tornare lì dove deve stare tra le prime del campionato, i giallorossi dovranno leccarsi le ferite e fare l’unica cosa che possono in questo momento: dimenticare rapidamente questa sconfitta dolorosissima.