22 settembre 2019 – Roma, stadio Olimpico - Campionato di Serie A, IV giornata - inizio ore 20.45
LAZIO: Strakosha, Luiz Felipe, Acerbi, Radu, Marusic, Milinkovic, Leiva (74' Parolo), Luis Alberto, Lulic (84' Jony), Correa, Immobile (63' Caicedo). A disposizione: Proto, Guerrieri, Vavro, Bastos, Patric, Lazzari, Cataldi, Berisha, Adekanye. Allenatore: S. Inzaghi.
PARMA: Sepe, Darmian, Iacoponi, Bruno Alves, Gagliolo, Hernani, Brugman (78' Sprocati), BarillĂ , Kulusevski, Inglese (85' Cornelius), Gervinho (75' Karamoh). A disposizione: Colombi, Alastra, Dermaku, Pezzella, Laurini, Scozzarella. Allenatore: D'Aversa.
Arbitro: Sig. Abisso (Palermo) - Assistenti Sigg. Villa e Gori - Quarto uomo Sig. Minelli - V.A.R. Sig. Massa - A.V.A.R. Sig. Liberti.
Marcatori: 8' Immobile, 67' Marusic.
Note: ammonito al 24' Kulusevski, al 46' Leiva, al 61' BarillĂ , al 91' Iacoponi tutti per gioco falloso. Angoli 10-5. Recuperi: 0' p.t., 4' s.t.
Spettatori: 25.000 circa.
? La Gazzetta dello Sport titola: "La Lazio ritorna bella. Il Parma dura poco. Lite Immobile-Inzaghi. Ciro segna, poi l’attaccante manda a quel paese il tecnico al momento del cambio. Chiude Marusic".
Continua la "rosea": Le partite della Lazio vanno lette al contrario, si parte dalla fine e si risale. Nelle due sconfitte precedenti di questa settimana, le era stata fatale l’incapacità di mantenersi bella e tonica. Il peggio era comparso dopo un’ora: impossibilità a difendere il vantaggio, caduta sempre per 2-1, come se non si sapesse gestire. Contro il Parma invece la banda di Inzaghi riesce a scollarsi da queste insicurezze si inventa una conclusione diversa. A fine primo tempo, con il solito risultato di 1-0, c’è la curiosità di vedere se i laziali riusciranno ancora a rovinarsi la vita. Invece se la migliorano: vista al contrario, la prestazione è addirittura migliore nel secondo tempo. Più occasioni che nel primo (7-5), un altro gol e un palo, anche più corner e soprattutto zero possibilità per gli avversari, che prima avevano avuto tre chance. Il Parma chiude con un solo tiro in porta, la Lazio non finiva senza gol presi dalla prima giornata.
I protagonisti. Ciro Immobile non segnava su azione all’Olimpico dal 4 novembre scorso. Però se il Parma si fa trovare nudo dopo soli 8’, i laziali non possono non approfittarne. Per nudità si intende un blocco centrale spostato in avanti, per aggredire alto, ma in maniera sconsiderata. Tanto che la rete sgorga da un rilancio anche pensato di Strakosha, con Luis Alberto libero di verticalizzare per la corsa fra due difensori del centravanti. Il colpo da biliardo per la carambola sul palo opposto viene apprezzato anche da Roberto Mancini, in tribuna. Meno contento invece Inzaghi quando sostituisce Immobile nella ripresa, al 18’: l’attaccante lo manda a quel paese, voleva un altro gol e aveva appena mandato in porta di tacco Correa. Proprio dopo questa bellezza mi cambia? E dire che Ciro non era stanco perché aveva saltato la trasferta di Cluj. Come Luis Alberto, il migliore qui. Lo spagnolo colpisce anche il palo direttamente da corner; la Lazio anestetizza tutto il Parma, partendo da Gervinho, e scaccia le sue paure. Pure sul secondo centro, il primo stagionale di Marusic, c’è la delizia del suggerimento di Milinkovic.
I motivi. Il 3-5-2 di Inzaghi secondo consuetudine si modula anche diversamente in alcune fasi di gioco: 3-1-4-2 per prendere palla dalla difesa, con gli esterni che si alzano per cercare di dare ampiezza e spingere gli attaccanti verso centro area. Oppure 3-3-2-2 per far entrare gli interni Milinkovic e Luis Alberto. Altra caratteristica, la densità sulla sinistra (Luis Alberto, Lulic, anche Correa). Ma nella ripresa, ecco un altro miglioramento, si apre anche a destra, luogo del raddoppio e di altre scene da applausi. Il Parma resta in partita per mezzora (Strakosha impedisce il pari a Inglese), mentre si rassegna alla sconfitta dopo l’intervallo. Forse sperava che la Lazio fosse quella delle ultime due uscite.
? Il Corriere dello Sport titola: "La Lazio sa vincere, ma Ciro si arrabbia. Immobile segna, nella ripresa viene sostituito e contesta. Marusic poco dopo raddoppia. Dopo due sconfitte Inzaghi ritrova la strada maestra: battuto il Parma".
Prosegue il quotidiano sportivo romano: A nervi scoperti. Con un filo di gas, una doppietta e il ritrovato palleggio per schienare il Parma e risalire al quinto posto, tenendosi nella scia della Roma. La Lazio è viva, forse anche troppo, considerando la lite in campo tra Inzaghi e Immobile. Una vera e propria ribellione del bomber, furioso per essere stato sostituito nel cuore della ripresa da Caicedo. Sino a quel momento, dopo aver sbloccato il risultato con un bellissimo diagonale e inventato di tacco una palla-gol per Correa, Ciro era stato il migliore in campo accanto a Luis Alberto, vero dominatore della linea mediana per idee e palloni giocati (131 con 103 passaggi). Incredulo l’Olimpico, cambio poco comprensibile. E’ andata bene a Simone, che stava già pensando alla sfida di San Siro con l’Inter e ha bisogno di aumentare le rotazioni. E’ arrivato subito il raddoppio, firmato da Marusic con l’assistenza di Milinkovic e la sponda di Caicedo. Poi sono fioccate le occasioni per segnare anche il terzo. La Lazio è uscita bene alla distanza, questa volta è durata novanta minuti e non un tempo solo. Strategia perfetta, lucide le correzioni tattiche di Inzaghi. Era obbligatorio uscire da una settimana da incubo. Poco, pochissimo Parma e solo sino all’intervallo.
Ripartenze. Altro che pressing alto. Le analisi, come si era intuito dopo le sconfitte in fotocopia con Spal e Cluj, hanno portato Simone a rivedere l’atteggiamento. Niente furore. Attesa, raziocinio, ricerca degli spazi senza esporsi o andare subito all’assalto con l’idea di non spendere tutte le energie nel primo tempo. Stanare il Parma e colpirlo in profondità , questo era il tema tattico. Così sono bastati otto minuti per trovare il gol di Immobile. Solo due passaggi per transitare da un’area all’altra, azione avviata dal portiere e conclusa dal centravanti. E’ stato bravo Strakosha a pescare Luis Alberto. Lo spagnolo ha disegnato l’invito verticale nel corridoio. Il centravanti della Lazio ha bruciato sullo scatto Iacoponi e da posizione defilata ha colpito. Palla sul palo e in rete. Quarto gol in campionato, novantesimo della carriera in biancoceleste per Ciro, proprio sotto gli occhi del ct Mancini e nello stadio dove il 12 ottobre cercherà di timbrare la qualificazione agli Europei.
Palleggio. Ritmi più bassi. Inzaghi aveva chiesto ai suoi giocatori di capire i momenti della partita e la Lazio ha arretrato il baricentro, proteggeva i suoi tre centrali. Non intendeva dare campo ai velocisti del Parma, soprattutto Gervinho, controllato a vista da Luiz Felipe. Lulic arretrava a sinistra sino a diventare quasi il quarto della linea difensiva con la missione di aiutare Radu su Kulusevski. Una sola occasione concessa a Inglese e su cui ha rimediato Strakosha con una prodezza. Brugman alzava la palla nel tentativo di scavalcare Acerbi. La Lazio ha aspettato, dimostrava pazienza, giocava con molta più tranquillità , senza perdere palleggio e controllo della partita. Lunga durata. Stavolta la Lazio è tornata in campo con la testa giusta, ha alzato i ritmi e concesso venti minuti di palleggio piacevolissimo dopo l’intervallo. Cercava con più decisione il raddoppio. Sepe ha alzato sopra la traversa una bomba di Immobile. Sei angoli a fila, Luis Alberto ha persino colpito il palo dalla bandierina. Era nell’aria il raddoppio, divorato da Correa liberato dall’invenzione di Immobile, subito dopo sostituito da Inzaghi. "E’ assurdo" urlava. Ciro ha sbottato in modo plateale, Simone l’ha ripreso e rimproverato in panchina. Sono passati quattro minuti e la Lazio ha trovato il gol della sicurezza. Da Caicedo a Milinkovic, palla a scavalcare Pezzella, Marusic ha infilato in diagonale. Quando Abisso ha fischiato e la Lazio stava raccogliendo gli applausi dell’Olimpico, Simone ha sfiorato Ciro con una carezza. Tutto è bene quel che finisce bene.
? Il Messaggero titola: .
Prosegue il quotidiano romano:
? Tratte dalla Gazzetta dello Sport, alcune dichiarazioni post-gara:
Lazio punto e a capo. Dopo le due sconfitte in fotocopia di Ferrara e Cluj, i biancocelesti tornano alla vittoria. Un successo che mancava da un mese, da quel rotondo 3-0 conquistato a Marassi contro la Sampdoria che aveva suscitato grandi consensi e grandi illusioni. Consensi e illusioni venuti meno prima col pareggio nel derby, poi ancor di più con il doppio, inatteso k.o. con la Spal in campionato e col Cluj in Europa League. Sconfitte che avevano lasciato scorie visibilissime nel corso del primo tempo, quando la Lazio dopo aver sbloccato la gara ha fatto fatica a gestire la partita. Scorie visibili anche nel nervosismo strisciante che serpeggiava nella squadra e che è esploso al momento del cambio Immobile-Caicedo, con il centravanti napoletano che ha mandato platealmente a quel paese il tecnico per la sostituzione. La vittoria ha rimesso però le cose a posto. A fine partita Simone Inzaghi si sente liberato: la Lazio è tornata a vincere. "Venivamo da due sconfitte brucianti per i ragazzi e per i tifosi - spiega il tecnico -. Contro il Parma, abbiamo fornito un’ottima prestazione. Eravamo ben organizzati in campo. Una squadra più abile in fase in controllo? Siamo stati maggiormente lucidi e abbiamo effettuato più tiri. Con i tanti impegni la gestione della rosa diventa più difficile. Siamo tornati venerdì mattina dalla trasferta in Romania. I giocatori li coinvolgo tutti, abbiamo tante partite davanti. Martedì andremo già a Milano. Dovremo recuperare forze ed energie, ma avremo meno tempo rispetto alla squadra di Conte perché abbiamo giocato in Europa League e le nostre gare sono di giovedì". Inzaghi e l’importanza della vittoria ritrovata. "Era importante vincere perché la classifica è molto corta. Il calendario è molto fitto: abbiamo preparato in pochissimo tempo la gara con il Parma. In quelle due brutte sconfitte, la Lazio aveva comunque giocato bene".
L’innesto di Caicedo che ha scatenato l’ira del sostituito Immobile. "Anche Felipe ha giocato bene, sono felice della sua prova". Elogi pure per Luiz Felipe. "Sta crescendo, dopo la Nazionale non è tornato al massimo. In Romania aveva fatto solo un allenamento intero, l’ho scelto stasera contro Gervinho e Inglese. Un allenatore deve essere bravo a valutare i giocatori nella settimana. A Ferrara avevo fatto delle scelte. Caicedo e Parolo per me sono due titolari...". Tre punti preziosi, anzi fondamentali. Ma molto importante che siano arrivati senza subire gol, visto che la tenuta difensiva aveva lasciato parecchio a desiderare nelle ultime gare. "Siamo molto soddisfatti sia della vittoria sia di non aver incassato gol - ammette Luiz Felipe -. Ci tenevamo a riscattarci dopo le due sconfitte rimediate con Spal e Cluj, siamo stati contenti di averlo fatto davanti al nostro pubblico che ci ha dato una grande mano. Abbiamo fatto ciò che l'allenatore ci ha chiesto, abbiamo imparato dai nostri errori che ora non capiteranno più". Luiz Felipe ha anche parlato del malinteso avuto con Strakosha nel primo tempo che per poco non è costato caro alla Lazio. "Non ci siamo capiti ma poi abbiamo parlato e abbiamo chiarito tutto. Gervinho? Non è stato facile marcarlo, ma devo ringraziare lo staff tecnico che mi ha dato i consigli giusti per neutralizzarlo". E adesso c'è la sfida di San Siro con l'Inter mercoledì sera. "Ci arriviamo col morale giusto - ha assicurato il difensore brasiliano -, sarà una partita difficile, ma possiamo dire la nostra".