25 febbraio 2018 – Reggio Emilia, Mapei Stadium Città del Tricolore - Campionato di Serie A, XXVI giornata - inizio ore 15.00
SASSUOLO: Consigli, Adjapong, Acerbi, Peluso, Rogerio, Missiroli, Magnanelli (85' Sensi), Mazzitelli, Berardi, Babacar, Politano (70' Ragusa). A disposizione: Pegolo, Marson, Lemos, Dell'Orco, Duncan, Biondini, Frattesi, Cassata, Pierini. Allenatore: Iachini.
LAZIO: Strakosha, Wallace, Luiz Felipe, Radu, Marusic, Murgia, Leiva (60' Parolo), Milinkovic-Savic, Lukaku (60' Lulic), Felipe Anderson, Immobile (81' Nani). A disposizione: Guerrieri, Vargic, Patric, Basta, Bastos, Caceres, de Vrij, Luis Alberto, Caicedo. Allenatore: S. Inzaghi.
Arbitro: Sig. Manganiello (Pinerolo - TO) - Assistenti Sigg. Bidoni e Posado - Quarto uomo Sig. Rapuano - V.A.R. Sig. Calvarese - A.V.A.R. Sig. Di Liberatore.
Marcatori: 7' Milinkovic-Savic, 31' Immobile (rig), 47' Milinkovic-Savic.
Note: espulso al 54' Berardi (dopo intervento del V.A.R.) e al 62' Marusic. Ammonito al 20' Berardi, al 28' Leiva, al 35' Wallace, al 45+1' Lukaku, al 62' Rogerio tutti per gioco falloso, al 45+3' Missiroli per proteste. Angoli: 4-0. Recuperi: 3' p.t., 4' s.t. .
Spettatori: 3.301 per un incasso di euro 37.534, abbonati 5.281 per una quota di euro 69.655.
La Gazzetta dello Sport titola: "Show Lazio: torna sul podio. È sprofondo Sassuolo. Gli uomini di Inzaghi avanzano ancora in zona Champions League. Immobile una certezza, ma il valore aggiunto è Milinkovic.
Continua la "rosea": Cambiando l'ordine dei giocatori, il risultato non cambia. La proprietà commutativa felicemente applicata alla Lazio: Inzaghi lascia 4 titolari rispetto al giovedì di Europa League e non succede nulla, perché la solita macchina da gol non s’inceppa, anzi dimostra di funzionare sempre al massimo. La vittoria sul tenero Sassuolo, poco problematica e mai in discussione, significa la risalita al terzo posto, vista la frenata della Roma, con la zona Champions puntellata. Si riparte dunque da Strakosha, Leiva, Immobile e Anderson, in campo anche contro la Steaua. Inzaghi ritocca il modulo, passa al 3-5-2 con due punte di ruolo e lascia Luis Alberto in panchina, pensando al Milan in Coppa Italia e alla Juve. Il gol, arrivato in tempi brevi, facilita le cose: uno splendido destro di Milinkovic, leggermente deviato da Mazzitelli, che mette in chiaro chi sarà a comandare. Ma la superiorità della Lazio è evidente dovunque. Sulle fasce con lo sciagurato Marusic e Lukaku, al centro dove Lucas Leiva è libero di fare quello che vuole e in avanti, perché Immobile e Anderson sembrano giocare da sempre insieme anche se è la prima volta dall’inizio in campionato, di questa stagione. Ma il vero valore aggiunto è Milinkovic: è lui a firmare anche il 3-0 deviando di testa un cross di Anderson.
Capendo subito che sarebbe stato un pomeriggio difficile per il freddo più che per l’avversario, la Lazio sceglie il risparmio energetico, decidendo di aspettare il Sassuolo. Per questo Iachini dice che i suoi hanno contenuto una "squadra abituata a tirare 30 volte a partita", e guardando le statistiche non ha tutti i torti. Ma la Lazio ha dato una dimostrazione di personalità, rallentando quando serviva e colpendo nei momenti chiave. In 10, Inzaghi ha lasciato Immobile da solo, arretrando Anderson e spostando Murgia al suo posto sulla fascia. Lazio sempre uguale a se stessa, anche quando entra Parolo per Leiva e Lulic per Lukaku: poche occasioni, zero pericoli. La crisi del Sassuolo è conclamata: non vince dal 23 dicembre, in 8 partite ha conquistato 3 punti. Non sa vincere e non sa più segnare, visto che è rimasto all’asciutto in 9 delle 13 partite in casa e che Immobile, da solo, ha fatto 8 gol in più. La classifica piange, anche perché in coda si è accorciata e sono in arrivo due scontri diretti, con Chievo e Spal. Dicendo che serve più concretezza sotto porta, Iachini scopre l’acqua calda. L’impressione è che il disagio sia più profondo, che i giocatori simbolo siano lontani da una forma accettabile, fisica e mentale. Berardi per esempio: proprio la sua espulsione, decisa dalla Var come il rigore di Peluso, chiude una partita mai aperta.
Il Corriere dello Sport titola: "Ciro & Sergej gol. Lazio al galoppo. Due reti di un Milinkovic sempre più stellare, la 23ª di Immobile l’incontenibile. E ora coppa e Juve. Tutto facile per la squadra di Inzaghi che batte senza patemi anche il Sassuolo scavalca l’Inter, grazie al miglior attacco del campionato, trascinata dai suoi assi".
Prosegue il quotidiano sportivo romano: È una galoppata fantastica e chissà se Inzaghi supererà il record di Eriksson, 57 partite ufficiali nella stagione dello scudetto tra campionato e coppe. Anche questa Lazio sembra insaziabile e alterna i suoi campioni, tra una competizione e l’altra, con una naturalezza sorprendente e senza avvertire la stanchezza. Ieri, con un filo di gas, ha schiantato il Sassuolo, è tornata al successo in trasferta e ha consolidato la zona Champions, riprendendosi (complice il rinvio della Juve) lo scettro di miglior attacco del campionato con 64 gol. Sono 89 dall’inizio della stagione e se Immobile è salito a quota 23, eguagliando il proprio record in Serie A, il vero protagonista da celebrare questa volta si chiama Sergej Milinkovic. Ha segnato due gol pazzeschi, uno più bello dell’altro, ora sono 9 in campionato, regalando una prestazione sontuosa a tutto campo. Recupero palla, ricami da regista offensivo, cambi di gioco, contrasto. Centrocampista completo e moderno, in grado di abbinare una classe superiore ad un fisico d’acciaio, non a caso lo seguono club come Paris Saint Germain e Real Madrid. Lotito gongola. In tasca si trova un assegno circolare da cento e passa milioni di euro.
Giovedì, per rimontare con la Steaua, Inzaghi aveva lasciato fuori il serbo e ieri se lo è ritrovato fresco e riposato per stroncare il Sassuolo e organizzare, nella settimana che porterà alla semifinale di Coppa Italia con il Milan e poi al big match con la Juve, un turnover mai visto. Sette novità rispetto all’Europa League e titolarissimi come Luis Alberto, Parolo, Lulic e de Vrij lasciati in panchina. Non ci sono stati contraccolpi. Bene la difesa tutta nuova e guidata da Luiz Felipe. Il giovane brasiliano sa vedere il gioco, non ha paura e ha cancellato Babacar: nessuno si è accorto che stava sostituendo l’olandese, prossimo all’addio. Male il Sassuolo. Non è proprio entrato in campo, ha combattuto poco e male, picchiando quando non serviva. Allarme rosso per Iachini, confermato dalla società nonostante abbia raccolto solo 3 punti nelle ultime 8 giornate. Il problema vero riguarda l’attacco, è il peggiore del campionato: appena 15 gol e in 9 partite su 13 al Mapei il Sassuolo non ha segnato. Chissà se basterà Babacar, appena arrivato. Il rischio retrocessione è concreto. Servirebbero nervi saldi e un altro spirito. Berardi, invece, è arrivato al quarto rosso stagionale. Peggio è andato solo l’arbitro Manganiello, in completa confusione. La Lazio, quando si è aperta a ventaglio nel suo classico ribaltamento del gioco, ha trovato il primo gol ed erano appena solo sette minuti. Da Murgia a Immobile, la palla è finita sull’out sinistro dove hanno combinato Lukaku e Felipe, abile a smarcare Milinkovic. Il serbo, con una tranquillità da amichevole in famiglia, ha preso la mira e ha accarezzato la palla, sporcata appena da Mazzitelli. La parabola è finita all’incrocio dei pali scavalcando Consigli.
Alla mezz’ora il raddoppio della Lazio su rigore firmato da Immobile e concesso dall’arbitro dopo l’intervento del Var per sanzionare il tocco di mano di Peluso. Ciro ha centrato il bersaglio, sesto gol nel giro di una settimana dopo la doppietta al Verona e la tripletta con la Steaua. Quando il centravanti di Torre Annunziata segna, la Lazio vince. E’ una sentenza. In avvio di ripresa è arrivato il terzo gol. Prodezza da standing ovation di Felipe Anderson. Il brasiliano ha alzato lo sguardo, ha visto l’inserimento di Milinkovic e gli ha scodellato la palla sulla testa con un cross dolcissimo, calibrando il giro giusto tra i due difensori del Sassuolo. Peluso e Adjapong non sono riusciti a salire sulle spalle del gigante serbo. La partita era finita. E’ servito il Var per cacciare Berardi (già ammonito) per un intervento durissimo su Radu e poi Marusic ha reagito alla strattonata di Rogerio stendendolo con una gomitata. Imperdonabile leggerezza (da scontare sabato con la Juve). Inzaghi, però, sta già pensando al Milan.
Il Messaggero titola: "La Lazio si riposa e fa tre gol. Ampio turnover in casa del Sassuolo ma vittoria facile per salire al terzo posto: 2 reti di Milinkovic, una di Immobile".
Prosegue il quotidiano romano: La Lazio si riprende il terzo posto. I biancocelesti battono 3-0 il Sassuolo, rispondono all’Inter e soprattutto scavalcano la Roma, ko contro il Milan (0-2). Tutto facile per gli uomini di Inzaghi, 52 punti in classifica, che grazie ad una doppietta di Milinkovic e ad un rigore di Immobile centrano la terza vittoria consecutiva tra coppa e campionato. Interrotto anche il digiuno in trasferta dopo il ko contro Milan e Napoli. Nono successo lontano dall’Olimpico sui sedici totali. Dopo le cinque reti contro la Steaua in Europa League, i biancocelesti ne mettono a segno altre tre. Ora sono 64 i centri totali in campionato. Tra i marcatori immancabile il nome di Ciro (ieri capitano), che fa 23 reti in 23 gare, una media addirittura superiore a quella del record assoluto di Higuain di 36 centri. Agganciati Cavani e Salah nella classifica della Scarpa d’Oro. Davanti a lui c’è solo Kane del Tottenham: 24. Numeri da far stropicciare gli occhi, quelli di Immobile e di tutti i suoi compagni. Notte fonda, invece, per il Sassuolo in caduta libera. "Pensiamo partita dopo partita", le parole di Inzaghi sabato in conferenza stampa. Già, piccole bugie a fin di bene, perché nei pensieri del tecnico la semifinale di ritorno di coppa Italia conta. E pure tanto.
Ecco perché al Mapei fa l’ennesimo turnover ragionato. A riposo de Vrij, Lulic, Luis Alberto e Parolo. Cambia ancora una volta la difesa: Wallace, Luiz Felipe e Radu. Giusto il tempo di prendere le misure e il rientrante Milinkovic disegna un arcobaleno che squarcia il cielo plumbeo di Reggio Emilia. Grazie ad una leggera deviazione di Magnanelli esce un capolavoro. Quinta rete da fuori area per il serbo. Esultano i numerosi tifosi presenti al Mapei (trasferta chiusa solo per i residenti nella regione Lazio). Iachini urla e si sbraccia in panchina. Vorrebbe Politano (convocato dal ct Di Biagio per il prossimo stage) più largo sulla sinistra per mettere in difficoltà la catena di destra laziale. Ma il talentuoso esterno tende più ad accentrarsi, subendo sempre il raddoppio. Il terreno di gioco, ghiacciato, non aiuta. I giocatori scivolano di continuo. Tanto che Immobile è costretto a cambiare le scarpe. Il pit stop gli porta bene: raddoppia su rigore. Gol numero 23 in campionato. Settimo al Sassuolo. Ma è grottesco quello che succede in occasione del penalty assegnato per un mani di Peluso in area. Inizialmente Manganiello lascia correre e dopo circa due minuti, complice lo stop dell’azione, torna indietro sulla sua decisione richiamato dal Var Calvarese e assegna la massima punizione. La palla tocca prima il fianco, ma Peluso fa un gesto successivo con la mano volontario a portare avanti la sfera. In totale ci vogliono quasi 4 minuti, dal ventisettesimo al trentunesimo.
Giornata da dimenticare per Manganiello, salvato ancora una volta dal Var, in occasione dell’espulsione di Berardi (entrataccia su Radu). Poco dopo rosso anche a Marusic per una sbracciata su Rogerio. La Lazio è assoluta padrona del campo e le differenze tra le due squadre sono enormi. Passa un solo minuto dall’inizio della ripresa e Milinkovic dà una testata alle speranze del Sassuolo, salendo in cielo e firmando la sua personale doppietta: nono centro in campionato. Gioco, partita, incontro. Per il Sassuolo invece, vista la vittoria della Spal, si complica e non poco la corsa per non retrocedere: un solo gol nelle ultime 5 gare e la vittoria manca addirittura dal 23 dicembre scorso.
Tratte dal Corriere dello Sport, alcune dichiarazioni post-gara:
I numeri sono guanti di sfida. Sette giorni, tre vittorie, partite chiuse ad inizio secondo tempo, dieci gol fatti, uno solo subito (irregolare, contro la Steaua). La Lazio schiacciasassi, divertendosi più che faticando, è ripartita e si sente prontissima per sfidare Milan (mercoledì in Coppa Italia) e Juventus (sabato in campionato). I guanti di sfida li lancia Inzaghi: "Il campanello d’allarme lo abbiamo affrontato con serenità, ero certo di non aver perso la mia Lazio. Vogliamo andare in fondo ad ogni competizione, il traguardo più vicino è la finale di Coppa Italia, sarà una grande sfida contro il Milan, una partita bellissima. La qualificazione è aperta, 50% per entrambe, vedremo chi sarà più bravo. Poi penseremo alla Juve. Mi fa enormemente piacere essere in corsa su tre fronti". La vittoria di Reggio Emilia ha garantito continuità ad una settimana perfetta e ne ha aperta un’altra da conquistare: "Tutti bravissimi. Siamo partiti con il piede giusto battendo il Sassuolo".
Inzaghi s’è coccolato Milinkovic e Immobile più Felipe: "Milinkovic si è ritagliato uno spazio importante, ha grandissime qualità, abbina quantità, è un centrocampista che corre tanto, è un ragazzo molto giovane, ha tanta voglia di migliorarsi, il suo futuro è roseo". Tifa per il suo Immobile: "Mi auguro che Ciro vinca la Scarpa d’Oro, la merita per come lavora. Tutti i compagni si stanno mettendo al suo servizio, è un leader, speriamo che continui a segnare, non ne dubito". Nuovi complimenti per Felipe, assistman delizioso: "Luis Alberto veniva da due partite, volevo lanciarlo in corsa, gliene avevo parlato, non ce n’è stato bisogno, mercoledì sarà importante. Felipe aveva una gara in meno nelle gambe, è rientrato nel migliore dei modi, ha fatto una partita di grandissimo sacrificio quando siamo rimasti in 10, è stato bravo a legare la squadra. Sarà importante per il finale". Inzaghi, invidiatissimo, vorrebbe tenersi stretti tutti i suoi big: "C’è la speranza che restino tutti, per aprire dei cicli devi cercare di mantenere i migliori. Ma si sa, il mercato è sempre aperto. In estate avevamo perso giocatori importantissimi come Keita, Biglia e Hoedt. Inizialmente ci si poteva preoccupare, chi è arrivato si è calato nel progetto. La società è stata bravissima a prendere giocatori che in quel momento erano meno affermati. Chi gioca non fa rimpiangere chi riposa".
Il gruppo dei titolari, con il turnover, è in aumento: "L’ho sempre saputo. Io non lascio indietro nessuno, sono tutti partecipi". Così è entrato nelle menti dei suoi uomini: "Ho trovato grandissima disponibilità. L’anno scorso, giocando la Coppa Italia, mi sono accorto che nelle settimane con tre partite alcuni uomini arrivavano stanchi, per questo cerco sempre di cambiare". Tra i più sacrificati c’è Nani: "Il problema è che davanti ha Immobile, è rientrato Felipe, c’è Caicedo, c’è concorrenza. E’ un professionista esemplare, allenandosi bene avrà chance". Ad Inzaghi non è andata giù l’espulsione di Marusic: "Un’ingenuità. Non lo avremo con la Juve, è l’unico neo". Simone, in diretta su Sky, ha incassato i complimenti di Paolo Di Canio, ex compagno di Lazio, e ha replicato: "Io ero nella fase calante, lui stava molto bene. Di Canio non era importante solo nello spogliatoio, faceva la differenza in campo". Inzaghi, oppositore del Var, non ha cambiato idea: "Favori? Noi? Proprio no... Bisogna andare avanti, resto della mia idea. Per me il rigore fischiato al Sassuolo c’è. Non commento. Le immagini si commentano da sole".
Studia per diventare il nuovo de Vrij: "E’ un grande difensore, cerco di imparare più cose possibili da lui, sino a giugno potrà istruirmi molto. Anche i brasiliani presenti in squadra mi sono di grande aiuto ogni giorno". Luiz Felipe studia da de Vrij e ha già imparato a farne le veci, sa come bisogna sostituirlo. E’ designato come l’erede futuro, ha fatto passi da gigante, a sorpresa è stato rieletto titolare ieri a Reggio Emilia. Il futuro è già iniziato: "Sto lavorando per restare nella Lazio per tanti anni, per riuscire a fare sempre meglio. Mi trovo benissimo e voglio migliorare per la mia squadra. Vivo un momento incredibile, tutti mi stanno dando fiducia, dal diesse Tare a Inzaghi sino ai miei compagni. Voglio continuare a crescere. Mi sento pronto. de Vrij, Radu, Wallace, Caceres e Bastos sono dei punti di riferimento. Devo continuare a lavorare in questo modo per non deludere". Il diesse Tare gli ha riconosciuto un premio, il rinnovo fino al 2022. L’ha scoperto, l’ha portato a Roma, era certo del suo valore, ma ieri ha confessato un po’ di stupore: "Luiz Felipe è cresciuto molto - ha detto Tare a Mediaset - anche più di quanto ci aspettassimo. Merita di essere titolare". Luiz Felipe ha incassato i complimenti e s’è goduto la vittoria di Reggio Emilia: "E’ un grande momento per la Lazio, dobbiamo continuare così per arrivare in Champions, è il nostro obiettivo. Ora dobbiamo concentrarci al 100% per la sfida contro il Milan. Pensiamo partita dopo partita. Prima i rossoneri, poi la Juventus".
Centravanti fisici e tecnici, per Luiz Felipe non c’è preferenza, è pronto a marcarli tutti: "E’ uguale, un difensore lavora tanto per essere pronto a tutto. Bisogna stare sempre attenti, sia contro calciatori con caratteristiche come quelle di Babacar sia con gli altri centravanti della serie A". Verona più Sassuolo, due vittorie di fila in campionato senza subire gol. L’esultanza di Wallace: "Abbiamo vinto e non abbiamo preso gol. Con gli attaccanti che abbiamo se non subiamo reti è facile vincere. Dobbiamo affrontare tante partite, il nostro obiettivo ormai si conosce, è arrivare in alto in campionato, in Champions". Tempo da orsi ieri al Mapei Stadium. Wallace non s’è fatto condizionare dalla temperatura gelida: "Una volta, con il Monaco, avevo giocato nel gelo, in casa dello Zenit. La Roma? Pensiamo a noi. Ora battiamo il Milan in Coppa".