Giovedì 12 dicembre 2013 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Trabzonspor 0-0 12 dicembre 2013 - Roma, stadio Olimpico - Europa League - Fase a gironi, gara 6 - inizio ore 21.05
LAZIO: Berisha, Cavanda, Biava, Novaretti, Radu, Ledesma, Felipe Anderson (58' Candreva), Onazi (65' Hernanes), Ederson (80' Klose), Keita, Floccari. A disposizione: Marchetti, Ciani, Biglia, Lulic. Allenatore: Petkovic.
TRABZONSPOR: Onur, Bosignwa, Yumlu, Bamba, Aykut, Colman, Akgun, Olcan Adin, Malouda, Alanzinho (65' Erdogan), Paulo Henrique (86' Emre Gural). A disposizione: Ozturk, Mierzejewski, Ozdemir, Javru, Janko. Allenatore: Akcay.
Arbitro: Sig. Turpin (FRA) - Assistenti Sigg. Cano e Danos (FRA) - Quarto arbitro Sig. Luzi (FRA) - Assistenti arbitrali aggiunti Sigg. Rainville e Bastien (FRA) - Delegato UEFA Sig. Sturkenboom (NED).
Note: ammoniti Akgun, Aykut, Biava, Erdogan, Radu e Candreva per gioco scorretto. Angoli 7-2 per la Lazio. Recuperi: 0' p.t., 4' s. t.
Spettatori: 6.500 circa.
La Gazzetta dello Sport titola: "Petkovic resta a rischio. Solo un pari con il Trabzon".
Continua la "rosea": Stavolta neppure l’isola felice dell’Europa League ridesta una Lazio sempre più in crisi. Finisce 0-0 con il Trabzonspor, così addio primo posto (la qualificazione come seconda era già in cassaforte) e addio anche ai 600 mila euro che il primato nel girone avrebbe garantito (Lotito se ne dovrà fare una ragione). La Lazio va dunque avanti, ma la sua corsa europea si fa ora in salita perché ai sedicesimi avrà in sorte una teste di serie. Nessuna recriminazione, però, per gli uomini di Petkovic. Che contro i turchi giocano una delle loro peggiori partite dell’anno, nonostante la stagione biancoceleste abbia già fornito altri spettacoli deprimenti. Ma anche in quelle situazioni la Lazio aveva avuto almeno l’attenuante di averci provato. Stavolta invece interpreta la gara come fosse un allenamento. Ritmi bassissimi, idee poche, azioni da gol zero. E pensare che il Trabzonspor, squadra onesta ma non trascendentale, evidenzia carenze difensive nelle rarissime occasioni in cui la Lazio pigia un po’ sull’acceleratore. Accade soltanto nei finali di tempo. In particolare nel primo, quando i padroni di casa si fanno vivi prima con Floccari e poi con Ederson. E quindi di nuovo nei minuti conclusivi con un paio di tentativi di Klose, subentrato nel finale.
In mezzo il deserto assoluto. E un’involuzione che continua senza soste. Il destino di Petkovic resta appeso a un filo che potrebbe spezzarsi già domenica se non batterà il Livorno. Forse proprio pensando a questa gara, decisiva per il suo futuro, il tecnico di Sarajevo si presenta contro i turchi con una squadra completamente rivoluzionata. Addirittura diversa per dieci undicesimi rispetto a Torino (Onazi unico superstite). Turnover, certo, ma anche voglia di ridare freschezza (con i giovani Anderson e Keita) a una squadra allo sbando. Tentativo fallito, tanto che alla fine le uniche note liete della serata sono i rientri dei "vecchi" Biava (dal primo minuto) e Klose (nel quarto d’ora finale). Magra consolazione.
Il Corriere dello Sport titola: "Lazio, arriva la contestazione".
Prosegue il quotidiano sportivo romano: Sepolta dai fischi dell’Olimpico, la Lazio ha chiuso ingloriosamente il girone di Europa League. Uno squallido pareggio e niente sorpasso sui turchi del Trabzonspor, che portano a casa un bonus di 500mila euro, il primo posto e potranno presentarsi da teste di serie lunedì al sorteggio di Nyon. Poca gente, ma infuriata: alla fine è scattata una pesantissima contestazione. La Curva Nord, che di solito se la prende con Lotito, ha travolto la squadra al grido di mercenari e ha invitato Petkovic alle dimissioni. Così non si va da nessuna parte e la società biancoceleste ora dovrà riflettere, pensando se sia il caso di anticipare i tempi o aspettare Natale e altre due partite di campionato per decidere la svolta. Dal campo non arrivano segnali buoni. Semmai sono soltanto negativi. Questa è una squadra sfiduciata, senza gioco e slanci. Non solo non si vede l’organizzazione tattica. Ieri sera sembrava mancassero anche le motivazioni giuste. Nonostante la qualificazione fosse già al sicuro, bisognava vincere per garantirsi una prospettiva migliore nel torneo europeo e una vittoria avrebbe consentito di preparare con maggiore tranquillità la sfida di domenica con il Livorno. I giocatori sono sfibrati, vuoti mentalmente, fuori dimensione. Occorre correre presto ai ripari e c’è poco da scherzare, altrimenti non sarà difficile ritrovare molto presto la Lazio invischiata nella zona retrocessione.
Rispetto alla partita di Torino, Petkovic ha confermato solo Onazi nel blocco dei titolari e ha cambiato gli altri dieci. Diverso anche l’atteggiamento. La Lazio ha lasciato il possesso palla e il controllo del gioco ai turchi del Trabzonspor e si è disposta in posizione d’attesa sulla linea mediana. La fase difensiva ha funzionato meglio, perché non sono saltate le coperture e quando i turchi sono riusciti a verticalizzare la manovra, dietro ci ha pensato Biava a intervenire, confermando di essere (a 36 anni) il miglior difensore in organico per tempismo e lettura dei movimenti. Malouda ci ha provato dalla distanza e Berisha, rispetto a Marchetti, almeno per tutto il primo tempo, non ha visto entrare in area di rigore da solo nessuno degli attaccanti del Trabzonspor. Non succede mai in campionato. Una prudenza superiore nella fase di non possesso ha però rallentato l’azione offensiva. Per una buona mezz’ora non è successo niente. La Lazio era troppo lenta nella circolazione del pallone. Ederson e Keita si sbattevano, spesso soli contro tutta la difesa turca. Floccari era fuori dal gioco e Felipe Anderson non riusciva a incidere sulla fascia, preferendo aprire gli spazi per le discese al cross di Cavanda.
E’ bastato alzare appena il ritmo per penetrare nell’area e mettere alle corde il Trabzonspor. Nel giro di otto minuti, la Lazio ha conquistato quattro angoli e creato quattro occasioni buone per passare in vantaggio. Ederson non ha dato potenza al suo colpo di testa e poi ci ha riprovato in rovesciata. Sugli sviluppi di un angolo la zuccata di Floccari non ha inquadrato lo specchio. Allo scadere del primo tempo neppure Felipe Anderson è riuscito a far gol: a capo di una combinazione tra Ederson e Keita, ha alzato sopra la traversa di destra dal dischetto del rigore. Era quasi più difficile sbagliare che centrare la porta, a dimostrazione che si tratta di un periodo davvero stregato per la squadra di Petkovic. Ma la fiammata è durata pochissimo. Tutti si aspettavano che la Lazio ripartisse nella ripresa nello stesso modo, premendo con decisione, invece niente. Solo sbadigli. E allora la Curva Nord ha cominciato a contestare. Ai soliti cori ostili nei confronti di Lotito, si sono aggiunti gli insulti alla squadra e i fischi a Petkovic, invitato ad andarsene. Vlado ha inserito Candreva al posto dello spaesato Felipe Anderson e poi anche Hernanes, togliendo Onazi. Bruttissima partita, piena di errori e di strafalcioni. La Lazio, invece di crescere, si è spenta e ha smarrito l’ordine. L’attacco era diventato una questione individuale e dietro sono cominciate le prime sofferenze, perché la squadra stava iniziando a sbilanciarsi. Dentro anche Klose per chiudere, nell’ultimo quarto d’ora, con l’irresistibile tentazione di Petkovic: il 4-2-4 per l’assaltone (si fa per dire), ma il finale è stato deprimente. Zero occasioni da gol. E tantissimi fischi.
Il Messaggero titola: "La Lazio è sparita".
Continua il quotidiano romano: Magari a Petkovic, forse soltanto a lui, la Lazio è piaciuta... In realtà la squadra stecca ancora e deve accontentarsi del secondo posto del girone, meritando i fischi del pubblico. Un’altra serata amara e di contestazione per una squadra in confusione, ormai sparita dai radar, che non riesce a battere neppure il Trabzonspor. Il tecnico pensa al campionato e rivoluziona ancora la formazione, cambiando ben 9 elementi rispetto allo schieramento iniziale di Torino. Si rivede Biava, dopo 3 mesi, ed è un recupero importante in quanto conferisce maggiore solidità alla difesa. In attacco torna Anderson, schierato a destra, con Keita a sinistra e Floccari centrale. La delicata sfida di domenica, contro il Livorno, induce l’allenatore bosniaco a preservare molti titolari. Cambiando così di frequente gli interpreti, è normale attendersi difficoltà nella manovra così il Trabzonspor si muove compatto, segue schemi più collaudati, prediligendo il fraseggio, senza rischiare mai di scoprirsi. E’ la Lazio che, dovendo vincere per conquistare il primo posto, è chiamata a fare la partita, però stenta nel prendere in pugno l’iniziativa. La serata scivola via senza sussulti, piuttosto noiosa, con i biancocelesti che si affidano ai guizzi di Ederson e del giovanotto Keita, sempre agile sulla fascia e in grado di attaccare con rapidità gli spazi. La Lazio-Due non riesce a costruire una manovra fluida e incisiva e i cross che spiovono in area sono preda dei difensori turchi. Manca un centravanti di ruolo e di peso. Il meglio arriva nel finale di tempo: prima Floccari sfiora il palo di testa, quindi Ederson non inquadra la porta su rovesciata, infine Anderson getta alle ortiche la più nitida e facile delle occasioni da gol, calciando alto un rigore in movimento.
Nella ripresa la Lazio fa ancora meno. Comincia con sussiego lasciando il centrocampo agli avversari, abili e precisi nella circolazione della palla. I tifosi, spazientiti, cominciano a contestare pesantemente: presidente, allenatore, calciatori e direttore sportivo. Petkovic prova a far lievitare il tasso qualitativo, con gli inserimenti di Candreva ed Hernanes, però la squadra si muove poco senza palla, non dimostra la determinazione necessaria e produce davvero poco. In mezzora solo una conclusione di Floccari, "murata" da Bamba. Keita si spegne, Ederson rimane troppo enucleato dalla manovra, mentre il Trabzonspor acquista metri e convinzione e appare sempre più sicuro dei propri mezzi. Petkovic manda in campo anche Klose e propone il solito schieramento finale, che sa tanto di mossa della disperazione: 3 attaccanti, insieme a Candreva ed Hernanes, con la Nord, sempre più delusa, prosegue nella contestazione. La Lazio avanza a sussulti, ci mette la volontà , ma non basta contro i modesti turchi che rimediano un figurone. Mentre i biancocelesti rimediano un’altra figuraccia.
Il sito web Uefa.com commenta così la gara:
Missione fallita per la SS Lazio, che non riesce a riscattare il brutto periodo in campionato, facendosi fermare sullo 0-0 dal Trabzonspor AS, pareggio che significa secondo posto nel Gruppo J di UEFA Europa League. All’Olimpico, nell’ultima giornata della fase a gironi, i Biancocelesti giocano un ottimo primo tempo, ma non riescono a capitalizzare le tante occasioni create e vedono così sfumare il primo posto. Alla squadra di Vladimir Petkovic serviva una vittoria per scavalcare in classifica i turchi, ma malgrado l’imbattibilità europea, non è riuscita a scardinare l’ordinata difesa degli avversari: adesso dovrà vedersela contro una testa di serie nei sedicesimi di finale. L’undici iniziale dei Biancocelesti è inedito, con la coppia Diego Novaretti-Giuseppe Biava in difesa e il capitano Cristian Ledesma come regista. In avanti, i giovani Keita Baldé Diao e Felipe Anderson giocano in appoggio al bomber di coppa Sergio Floccari. Mustafa Akçay, invece, schiera la miglior formazione possibile; confermando il chiaro intento di voler passare il girone al primo posto. Nel suo 4-2-3-1 il tecnico turco si affida alla solida coppia difensiva formata da Souleymane Bamba e Mustafa Yumlu, mentre il capocannoniere della competizione Olcan Adin è schierato come esterno destro offensivo, in appoggio all’unica punta Paulo Henrique.
Sono gli ospiti a creare i primi pericoli in avvio di gara: al 7’ Florent Malouda riesce a liberarsi sulla trequarti e a calciare violentemente con il sinistro, trovando pronto Etrit Berisha che si oppone distendendosi sulla propria sinistra. I più attivi tra le fila laziali sono i due esterni Keita e Felipe Anderson, ma spesso i loro cross non trovano nessuno in area. Il primo acuto dei padroni di casa è di Ederson, che su punizione impegna nella presa a terra il capitano ospite Onur Krvrak. E’ sempre il brasiliano il più attivo per gli uomini di Petkovic, il suo destro al 36’ viene ancora una volta controllato dal Krvrak. Le migliori occasioni per i Biancocelesti arrivano negli ultimi cinque minuti della prima frazione: dopo Floccari, che sfiora il palo sugli sviluppi di un corner, al 43’ è Ederson a provare la rovesciata e a non trovare la porta da pochi passi. L’ultimo sussulto dei padroni di casa è di Felipe Anderson che, liberato sul dischetto dal perfetto assist di Keita, spedisce la sfera poco sopra l’incrocio dei pali a conclusione di una bellissima azione corale. I Biancocelesti chiudono così il primo tempo ancora a secco, ma con rinnovate speranze in vista della ripresa.
Che si apre con il sinistro debole di Ederson che, nonostante una buonissima prestazione, non riesce a trovare il primo gol stagionale in Europa. Gli ospiti si fanno vedere al 53’ con Mustafa Yumlu, abile a deviare in area su un calcio piazzato, ma sfortunato nel non trovare l’angolo della porta di Berisha. La partita vive un lungo periodo di pausa, che viene ravvivato da un veloce contropiede laziale al 70’, quando Floccari raccoglie la sponda di Novaretti in area, ma trova sulla sua girata la scivolata provvidenziale di Bamba. Petkovic nell’ultimo quarto d’ora si gioca anche la carta Miroslav Klose, ma è l’altro subentrato Antonio Candreva a provare l’incornata senza successo al 77’. La manovra dei Biancocelesti è troppo lenta e permette ai Granata di controllare agevolmente il pareggio, così la Lazio si deve accontentare del pari, uscendo dal campo tra gli implacabili fischi dei suoi tifosi.
Tratte dal Corriere dello Sport, alcune dichiarazioni post-gara:
Non c’è più la Lazio, non risponde ai comandi, non corre e non riesce a tirare in porta. Per la prima volta Petkovic è stato travolto dai fischi dello stadio Olimpico. La Curva Nord lo ha invitato ad andarsene. Il tecnico bosniaco resiste, va avanti per la sua strada, tornerà a Formello oggi e domani per preparare la partita contro il Livorno, una sfida che ora comincia ad assumere contorni pazzeschi e inimmaginabili. Continuerà ad allenare sino a quando Lotito e Tare non decideranno di esonerarlo, perché Vlado sembra stia solo aspettando quel momento come una liberazione. Ha glissato sui fischi. I tifosi mai sino a ieri sera gli si erano rivoltati contro. "Anche a noi dispiace se non arrivano i risultati. Meritavamo le critiche, abbiamo tentato di creare, di vincere, ci voleva un pizzico di fortuna. Come ho vissuto i fischi? Non li ho sentiti, perché ero concentrato sulla partita. Dobbiamo accettare la contestazione e continuare a lavorare, creando positività all’interno per cercare di trasmetterla ai tifosi". La Lazio ha prodotto una fiammata e qualche occasione buona per segnare soltanto nell’ultimo quarto d’ora del primo tempo. Prima e dopo la partita è stata un pianto. "Meritavamo di più, anche se non abbiamo giocato un grande calcio. Il Trabzonspor non voleva perdere, non abbiamo sfruttato le occasioni. E’ mancata la voglia di imporsi, è mancata la fiducia. Sono contento a metà , non era il risultato che volevamo".
Petkovic continua ad attribuire la responsabilità principale della crisi alla testa. "Ci serviva lo spunto o il gol per sbloccarci. E’ un blocco mentale. Siamo frenati". Il clima negativo non aiuta. "Cerchiamo durante gli allenamenti di allentare la tensione. Bisogna avere il piacere di giocare. Con i crampi dentro lo stomaco e la testa poco serena, non si ottiene niente. Ci vogliono i risultati per sbloccare certe cose". La Lazio ora non riesce neppure a sfruttare i calci d’angolo. "Non è casuale. Manca la convinzione e la concentrazione per mettere la palla dietro la linea. Ci vuole più fame, meno paura. Facciamo il contrario, rendiamo le cose semplici troppo complicate". Deludenti i tre brasiliani. Su tutti Hernanes. "Dovrebbe giocare come l’anno scorso, quando ci sono tre mediani ha l’obbligo di spingere, questa volta erano in due e doveva tornare di più. Non è cambiato il suo ruolo. Quest’anno abbiamo tanti giocatori che non segnano. Ci mancano continuità e cattiveria". Neppure Ederson e Felipe Anderson riescono a ingranare. "Non siamo in un buon momento e i giocatori dipendono dalla squadra. Dobbiamo dare di più per la squadra. Devo pretendere di più".
Lunedì a Nyon la Lazio conoscerà l’avversaria dei sedicesimi. Potrebbe pescare una big in arrivo dalla Champions o una delle vincenti degli altri gironi, esclusa la Fiorentina. "Mi piacerebbe una squadra del centro Europa, gli altri avranno il vantaggio di giocare la seconda in casa, ma tutto è relativo, lo abbiamo visto l’anno scorso. Ora importante tornare con la testa e con le gambe sul campionato. Penso al Livorno. E’ più importante vincere domenica". Possibilmente con Klose dal primo minuto. "Sembra sia andato bene, verifichiamo nei prossimi due giorni se sarà in grado di cominciare la partita con il Livorno". Non era un girone irresistibile e la Lazio si è piazzata al secondo posto. Petkovic non ha accettato le critiche per aver fallito il sorpasso sui turchi, che hanno festeggiato un’impresa. "Non mi sembra che le squadre italiane e anche la Lazio negli anni precedenti abbiano fatto faville in Europa. Noi, in due anni, abbiamo perso solo una partita su venti. Volevamo il primo posto. Il Legia Varsavia veniva dai preliminari di Champions. Non era così scarso il girone. E abbiamo giocato meglio del Trabzonspor, meritavamo di vincere". Anche i tifosi della Lazio meritano di vedere un altro calcio.
Lo spogliatoio non è rotto, manca altro. Ledesma è stato chiaro: "I problemi li abbiamo in campo, non li abbiamo dentro lo spogliatoio. Dobbiamo tirarci fuori da questa situazione da soli, senza alibi. Siamo compatti, su questo metto le mani sul fuoco. Le voci su Petkovic cittì? Non dobbiamo tirare in ballo certi argomenti, non c’entrano con la squadra. Parliamo tra di noi tutti i giorni, ma non è con una chiacchierata che si risolvono i problemi". Sembrava un attacco a Petkovic (partito dai microfoni di Sky), in zona mista il centrocampista ha corretto il tiro: "Non è una questione di nomi, è un insieme di cose che non girano. I fischi sono normali, non stiamo facendo bene. Noi siamo con l’allenatore". Contano i fatti e deve garantirli la Lazio al completo, partendo dall’allenatore, proseguendo con i giocatori: "Dovevamo vincere, non siamo riusciti a buttarla dentro soprattutto nel primo tempo. Sapevamo che con il passare dei minuti sarebbe stato tutto più difficile perché ai nostri avversari bastava il pareggio. Le prestazioni danno ragione a chi ci contesta e a chi non è contento, non c’è da abbassare la testa. C’è solo da lavorare pensando che dobbiamo cambiare l’opinione della gente". Ledesma è da anni a Roma, non sta trovando spazio, è sempre il vice-capitano. Ha chiamato tutti all’ordine: "E’ giusto che tutti, noi, l’allenatore e la società , ci prendiamo le responsabilità . Non rimane altro da fare, questo è il calcio, quando non si fanno risultati succedono queste cose. Se cominci una stagione in un certo modo e non riesci a uscirne fuori devi dare una sterzata al più presto, più passano le partite in campionato e più sarà difficile".
La paura si fa sentire: "In campionato siamo in una zona pericolosa, bisogna tirarsi fuori, dobbiamo guardare a noi stessi e non vedere quanti punti ha in classifica l’avversaria contro cui giochiamo. Che non stiamo facendo bene lo dimostrano la classifica e le prestazioni". L’Europa ha generato un’altra delusione: "Non arrivare primi cambia molto, è inutile negarlo. Non ci sono segreti, bisogna lavorare sul campo e a volte è una questione di centimetri, basta poco e la palla va dentro. La situazione è questa, la classifica parla chiaramente. I fischi e la contestazioni sono normali, il calcio è così. Non sta succedendo nulla di diverso rispetto a quello che può succedere quando una squadra non brilla". Biava è l’unica nota positiva, il suo ritorno sarà utilissimo: "Sono contento di essere tornato, il campo mi mancava. Ho retto sino alla fine, ma la cosa più importante era arrivare primi. Siamo molto dispiaciuti, possiamo fare bene anche con le squadre che scendono dalla Champions. I risultati ci hanno penalizzato, abbiamo le qualità per uscirne. E’ un periodo che gira male, siamo tutti in difficoltà . Il problema non è dei difensori o della fase difensiva, il problema è di tutto l’ambiente. Basterà ritrovare la fiducia dell’anno scorso e tutto andrà bene". Biava è uno dei più esperti, va seguito: "La convinzione c’è, ma forse entriamo in campo un po’ contratti e non ci riescono le cose normali. L’ambiente ha perso fiducia nei nostri confronti e di questo ne risentiamo quando giochiamo. Rimbocchiamoci le maniche e torniamo quelli di una volta. La classifica? Siamo troppo in basso, c’è tutta l’intenzione di uscire da questa situazione, speriamo che giri questo momento". L’ultima battuta su Petkovic: "Se le voci ci condizionano? Le voci danno sempre un po’ di fastidio, ma noi siamo contenti del mister, così come della società . Dobbiamo dare qualcosa di più come squadra. Il sorteggio? Se vogliamo andare avanti dovremo incontrare anche le big, quando siamo in condizione possiamo mettere in difficoltà chiunque".