18 agosto 2015 - Champions League - Turno preliminare (Play Off), gara d'andata - inizio ore 20.45
LAZIO: Berisha, Basta, de Vrij (92' Gentiletti), Mauricio, Lulic, Onazi (52' Milinkovic Savic), Biglia, Parolo, Candreva, Felipe Anderson, Klose (46' Keita). A disposizione: Guerrieri, Konko, Cataldi, Kishna. Allenatore: Pioli.
BAYER LEVERKUSEN: Leno, Hilbert, Tah, Papadopoulos, Wendell, Bellarabi, Bender, Kramer, Son (46' Mehmedi), Çalhanoglu (84' Brandt), Kiessling (93' Kruse). A disposizione: Kresic, Ramalha, Aranguiz, Donati. Allenatore: Schimdt.
Arbitro: Sig. Eriksson (SVE) - Assistenti Sigg. Klasenius e Wärnmark - Assistenti arbitrali aggiunti Sigg. Johannesson (SWE) e Strömbergsson (SWE) - Quarto arbitro Sig. Gustavsson (SWE).
Marcatori: 77' Keita.
Note: ammoniti Kiessling, Leno, Wendell, Mauricio, Milinkovic Savic, Papadopoulos. Angoli 3-4. Recuperi: 1' p.t., 5+1' s.t.
Spettatori: 45.000 circa.
La Gazzetta dello Sport titola: "Lazio, Keita dell'oro. Entra, crea, segna e batte il Leverkusen. Pioli scova in panca l'uomo anti Bayer, ma si fa male Klose: salta la gara di ritorno. A inizio gara ululati contro Wendell".
Continua la "rosea": La sorpresa forse e più enorme per loro, i tedeschi: come se avessero visto Angela Merkel in fila all'anagrafe per chiedere una carta d'identità italiana dopo la gita all'Expo. La Lazio dall'estate traballante, trascinatasi di sconfitta in sconfitta, dal Mainz alla Juve, è invece forte di carattere e si fa ritemprare dal fascino allegro del playoff per la vera Champions. Che non ha giudizi definitivi - tra una settimana si rivedranno - però ha modi irrimediabìli almeno nel primo match. Ciò a cui non credono quelli del Bayer Leverkusen è che l'avversario sia sempre capace di rimettersi in piedi anche dopo lo spavento più terribile, perché sembra spesso che stia per arrivare la sentenza che farebbe sfiorire l'ottimismo italiano. Invece no. Il numero delle occasioni da rete resta in equilibrio (6-6) però l'ordine cronologico vede quasi sempre prima i tentativi dei rossi e poi la replica. Quando però Keita se ne va in porta da metà campo, e non sbaglia come in precedenza, lo stupore dei rivali è così elevato che non riesce loro l'organizzazione di una risposta. Anzi è Anderson a buttare il contropiede del raddoppio, che avrebbe reso meno dubbiosa la trasferta a Leverkusen. Ma, visto come poteva andare, anche il vantaggio minimo giustifica l'urlo a fine partita. Assolutamente incivili invece gli ululati a inizio gara della curva nord verso Wendell, brasiliano di colore dei Leverkusen; lo speaker ha avvertito il pubblico di una possibile sospensione del match. Poi si è arrivati fino al termine. Come molte squadre tedesche, il Leverkusen è generoso dietro e svelto davanti. Pioli avrà senz'altro spiegato come entrare nei difetti altrui: tenere palla, aspettare, ripartire veloci perché da Papadopoulos, disastroso, a Wendell (doveva essere espulso) si vedono sgorbi tecnici e mancanze tattiche, anche passaggi senza pressing fuori misura, ma di tantissimo, o posizioni scentrate sui cross, più il regalo del Papa sulla rete.
Spesso la Lazio non riesce a costruire un possesso omogeneo, non governa il pallone e gli scambi vengono interrotti dai rossi. I quali sfruttano la rapidità di Bellarabi e la genialità di Calhanoglu (ci prova anche dalla sua metà campo: fuori di poco) ma non riescono a impossessarsi della s?da. I motivi del confronto sono riassunti dal doppio palo dopo quasi mezzora: sassata di Bender, liberato dopo una riconquista e un palleggio non interrotto del Bayer; ma sulla respinta del legno, il contropiede vibrante di Anderson e l'invito a Klose che fa stendere Leno ma allarga l'angolo per il tiro: il suo palo è soltanto esterno. ll tedesco si infortuna nell'azione (salterà il ritorno) e lascia poi il posto a Keita, il sicario. Troppo spesso però il vocabolo adatto è confusione, con numerosi omaggi agli avversari: sbaglio io, poi sbagli tu, poi risbaglio io. Sarà colpa dell'estate. Ma per Pioli adesso conta di più avere al ritorno due risultati su tre a disposizione. D'altronde se non bastano le incertezze e i k.o. della preparazione, il tecnico ha pure parecchi disturbi di formazione. Marchetti con le costole fratturate, Radu squalificato, Djordjevic fuori uso, Gentiletti lasciato fuori all'inizio e poi la grana Klose. Biglia non è in serata per nascondere il pallone. Anderson non è in serata e basta, ma Parolo, Lulic, Basta, de Vrij e anche Milinkovic quando entra nella ripresa formano l'anima di un gruppo che anziché crollare si costruisce un destino apprezzabile. La stagione del Bayer è già più che avviata: si vede in alcuni duelli ad alta velocità.
Bellarabi e Calhanoglu hanno spesso il tempo giusto per avanzare, a Kiessling viene annullata una rete per fuorigioco giusto e difficile da cogliere; anche Mehmedi, dentro nella ripresa per Son, va vicino all'esultanza. I quattro davanti nel 4-2-3-l si intrecciano e si cambiano per far appesantire la Lazio e quando arrivano al tiro sono brividi. Ma la coppia centrale in difesa è inadeguata: ii ventenne Tah è migliore di Papadopoulos, però deve arrendersi pure lui a Keita. Schmidt sostiene di aver dominato e dice "di poter fare tre gol al ritorno". Poteva farli anche qui, ma prenderne altrettanti. Gli italiani talvolta sanno sorprendere.
Il Corriere dello Sport titola: "Lazio-Bayer Leverkusen 1-0, Keita fa volare i biancocelesti. Il giovane spagnolo, entrato al posto dell'infortunato Klose, alimenta le speranze biancocelesti. Esordio per Milinkovic-Savic".
Prosegue il quotidiano sportivo romano: Il gol che può portare la Lazio ai gironi della Champions League è di un ragazzo che una settimana fa aveva chiesto di essere ceduto. Keita decide l'andata dei playoff contro il Bayer Leverkusen con un colpo da grande attaccante e permette ai biancocelesti di guardare al ritorno in Germania, in programma tra una settimana, con maggiore fiducia. All'Olimpico finisce 1-0: la squadra di Pioli soffre, ma riesce anche costruirsi le occasioni migliori della gara, soprattutto in contropiede. Le preoccupazioni dopo un precampionato difficile e la delusione per la Supercoppa persa contro la Juventus svaniscono: la Lazio è viva e aumentano le chance di completare l'opera avviata con il raggiungimento del terzo posto nello scorso campionato. Unica nota stonata nella magica serata dell'Olimpico è l'infortunio di Klose, uscito al 45' per un problema muscolare. Pioli recupera De Vrij, che a sorpresa fa coppia con Mauricio e non con Gentiletti. A centrocampo, preferito il dinamismo di Onazi alla qualità di Cataldi e Milinkovic-Savic. In avanti, Klose guida l'attacco con Felipe Anderson e Candreva a supporto. Nel Bayer, Schmidt rischia Bender, che non è meglio, e si affida all'esperienza del bomber Kiessling. A Son, Bellarabi e Calhanoglu il compito di dare imprevedibilità all'attacco.
All'Olimpico c'è l'atmosfera che si respira nelle serate che contano, il pubblico spinge subito la Lazio ad attaccare e i calciatori di Pioli raccolgono l'invito. Il primo pericolo arriva al sesto minuto: Lulic fa suo un pallone respinto dal muro di difensori avversari e calcia forte di destro, ma non è fortunato. La spinta si esaurisce nel giro di un quarto d'ora, frenata soprattutto da una condizione atletica che non può essere ancora quella ottimale. La Lazio deve gestirsi e per il Bayer aumentano gli spazi. Sulla fascia destra, la squadra biancoceleste balla: Onazi e Felipe Anderson non supportano Basta, così Wendell e Bellarabi trovano varchi invitanti. Proprio Bellarabi, al 23', sfiora il gol con un'azione personale: rientra su Basta, ma da pochi metri spara alto. Succede di tutto al 26'. L'Olimpico prima trema per colpa del palo centrato da Bender con un destro terrificante da fuori area, poi si esalta per il contropiede della Lazio con l'assist "no-look" splendido di Felipe Anderson per Klose, che anticipa il portiere in uscita e in spaccata centra il legno da posizione defilata. La Lazio chiude il primo tempo con un buon ritmo, aiutata anche dalla crescita di Felipe Anderson. Proprio per un fallo sul brasiliano, Wendell rischia la seconda ammonizione, ma l'arbitro Eriksson lo grazia. L'ultima occasione prima del riposo però è per i tedeschi, con Calhanoglu che inventa un destro dalla propria metà campo fuori di pochi metri.
La ripresa si apre con una pessima notizia per i biancocelesti: Klose accusa un problema muscolare alla coscia sinistra ed è costretto a uscire dal campo. Le scelte per Pioli sono obbligate, vista l'assenza di Djordjevic l'unico attaccante rimasto è Keita, che di recente ha chiesto di essere ceduto. Cambia anche Schmidt: Mehmedi sostituisce uno spento Son. È proprio il giovane spagnolo con la maglia numero 14 ad avere la prima occasione del secondo tempo: si invola tutto solo davanti a Leno, si fa recuperare da un difensore, poi rientra in possesso della palla, ma perde l'attimo giusto e il portiere riesce ad anticiparlo con un'uscita bassa efficace quanto maldestra. Altro cambio in apertura di ripresa per la Lazio. Al 53' arriva il momento del debutto all'Olimpico di Milinkovic-Savic, che rileva Onazi. La squadra di Pioli però cala nella fase centrale della seconda frazione, fa fatica a ripartire e soffre le accelerazioni improvvise di Bellarabi e Mehmedi, quest'ultimo vicinissimo al vantaggio al 64' con un destro dal limite che passa a una manciata di centimetri dal palo alla sinistra di Berisha. Nonostante le difficoltà, ancora una volta Keita ha la palla dell'1-0, ma sbaglia completamente la conclusione cercando di anticipare il portiere in uscita. Al 70', l'arbitro svedese annulla il gol realizzato da Kiessling per la posizione di fuorigioco dell'attaccante, che tocca la precedente conclusione di Calhanoglu. La decisione è di quelle complicate, visto lo sviluppo dell'azione, ma il guardalinee si fa trovare pronto.
L'uomo del giorno alla Lazio però è Keita, che al quarto tentativo fa centro. È il 77': il numero 14 sfrutta un errore di Papadopoulos, punta verso la porta palla al piede, resiste all'intervento di Tah, batte Leno con un diagonale preciso di destro e va a sfogare la propria rabbia con un urlo sotto la Curva Nord. L'Olimpico è in festa, la paura è passata. Prima del fischio finale, Felipe Anderson potrebbe raddoppiare. Finisce 1-0, il gol di Keita pesa come un macigno: tra una settimana, in Germania, la Lazio cercherà di completare l'opera.
Il Messaggero titola: "Scatto Keita. La Lazio sogna. Dalla voglia di addio al gol Champions lo spagnolo firma la vittoria con il Bayer. La squadra di Pioli non brilla e vince, è un passo avanti verso la qualificazione".
Prosegue il quotidiano romano: Esiste uno strano destino che nella notte più importante della stagione della Lazio accompagna i biancocelesti in una vittoria fatta di solo cuore. Quando si cominciava a sentire l'amaro in bocca per una gara non giocata benissimo dai ragazzi di Pioli, è il fattore K che addolcisce una notte di metà agosto facendo sognare i tifosi biancocelesti. K come Keita. Suo il gol al minuto 77 con cui la Lazio batte il Bayer Leverkusen nell'andata dei play-off di Champions League. Balde supera Tah in velocità, entra in area e infila Leno con un preciso diagonale. Palo e gol. Esplode l'Olimpico che accarezza dolcemente il suo enfant-prodige. Già, proprio lui che dopo la finale di Supercoppa a Shanghai aveva battuto i piedi per terra come un bambino capriccioso perché il mister non riusciva proprio a vederlo. Dicevamo del fattore K e di quel destino che ferma il condottiero Klose costringcndolo a restare negli spogliatoi all'intervallo per un guaio muscolare. Il gioiellino spagnolo entra con l'incoscienza della sua giovane età gettandosi subito su ogni pallone, ma la foga di dimostrare quanto vale lo tradisce facendogli fallire due nitide occasioni da gol. Ma certi finali non puoi proprio cambiarli. E allora urla quanto vuoi Keita, questa notte è ancora tua. Ad onor del vero va detto che oltre al gol del numero 14 laziale sono subentrate un pizzico di buona sorte e una svista arbitrale che hanno aiutato, e non poco, la Lazio. La mira sbilenca dei giocatori di Schmidt salva più volte Berisha e compagni, e quando la dea bendata si distrae c'è Eriksson a metterci una pezza. lnspiegabile il gol annullato al Leverkusen al minuto 69. Sul tiro di Calhanoglu, il fischietto svedese vede un fuorigioco di Kiessling.
Non è stata una bella partita. Un match prevalenteniente tattico dove le due squadre si sono affrontate ben consapevoli dei rispettivi limiti. Sicuramente è sembrata un'altra Lazio rispetto a quella immobile vista contro la Juventus, ma il gioco latita ancora e si fa molta confusione a centrocampo. Ci sono voluti diversi minuti prima che i brividi provocati dalla musichetta della Champions League si placassero. Dieci minuti in cui i biancocelesti hanno liberato la mente di ogni timore. Ma certe notti nascondono tante trappole e quando i fantasmi sembrano ormai lontani eccoli risbucare più nitidi di prima. Il Bayer affonda con la velocità dei suoi centrocampisti e la difesa laziale va in crisi, fortuna che la buona stella è lì a vigilare e non abbandona i ragazzi di Pioli che si risvegliano dopo una sassata di Bender che si stampa sul palo. Un brivido lungo la schiena dei tifosi e una soossa per i giocatori in campo. Sul capovolgimcnto di fronte Anderson è velocissimo ad andare via in velocita, pallone filtrante delizioso per Klose che a dispetto dei suoi 38 anni brucia sullo scatto il difensore del Leverkusen, salta Leno in uscita e in scivolata colpisce il palo. Quando ormai i biancocelesti sembravano aver ripreso in mano il pallino del gioco, ecco nuovamente un black out. Nella ripresa la musica non cambia e così lungo la schiena dei tifosi biancocelesti corrono tanti brividi prima che il diagonale di Keita faccia esplodere l'urlo della Nord.
Promossa a metà la Lazio di Pioli. Quello che è balzato agli occhi è l'assenza di un leader. Un uomo d'esperienza. Quello che quando c'è da soffrire è il primo a tirare fuori il carattere e ad urlare in mezzo al campo. Quel ruolo avrebbe dovuto recitarlo Biglia con tanto di gradi a fasciargli il braccio. Ma l'argentino sembra un lontano parente di quello apprezzato lo scorso anno. La fascia di capitano sembra pesargii e gioca sempre contratto senza mai dare il guizzo in più. Anche Parolo, che Pioli ha nominato allenatore in campo, resta in ombra, giocando una partita anonima. Nel primo tempo ci prova Klose ma 38 anni si cominciano a fare sentire. Goditi questa notte Lazio, sognare è lecito. Ma vietato ubriacarsi di gioia perché il 26 agosto, nella gara di ritorno, nel fortino del Bayer, ci sarà da soffrire.
Il sito web Uefa.com commenta così la gara:
La S.S. Lazio supera di misura il Bayer 04 Leverkusen e conquista un prezioso vantaggio nell'andata degli spareggi di UEFA Champions League. Decide la sfida dell'Olimpico un gran gol a tredici minuti dalla fine di Keita, entrato a inizio ripresa. Nel primo tempo le due squadre colpiscono un palo a testa: i tedeschi con il capitano Lars Bender, i padroni di casa con Miroslav Klose. Nella ripresa la squadra di Schmidt sblocca il risultato con Stefan Kiessling, ma il gol è annullato per fuorigioco dello stesso attaccante. La sfida di ritorno alla BayArena è in programma mercoledì 26 agosto.
La S.S. Lazio è più vicina alla fase a gironi di UEFA Champions League. All'Olimpico, nell'andata degli spareggi, i Biancocelesti conquistano una preziosa vittoria di misura contro i temuti tedeschi del Bayer 04 Leverkusen, senza subire reti: è un gran gol di Keita a tredici minuti dalla fine a firmare l'1-0 finale. La squadra di Stefano Pioli potrà dunque giocare per due risultati su tre nella sfida di ritorno, in programma a campi invertiti tra otto giorni. Dopo aver rischiato un po' - ai tedeschi di Roger Schmidt è stato annullato per fuorigioco un gol di Stefan Kiessling - la Lazio ha trovato lo spunto vincente con il giovane attaccante 20enne, entrato a inizio ripresa al posto di Miroslav Klose. Sospinta dal calore dei suoi tifosi, la Lazio parte forte e ha subito una buona occasione con Senad Lulic: il tiro del bosniaco, schierato esterno sinistro di difesa, è però deviato da Roberto Hilbert in calcio d'angolo. I tedeschi comunque non stanno a guardare e rispondono al 23', quando Karim Bellarabi mette a sedere con una bella finta Dušan Basta e calcia forte di destro, mandando di un soffio alto. Maurício, con un prodigioso recupero, anticipa proprio al momento di calciare Son Heung-Min, solo davanti a Etrit Berisha. La partita si infiamma e al minuto 26 sia Leverkusen sia Lazio gridano al gol. Lars Bender, il capitano, con una fiondata di destro da fuori area centra il palo; sul capovolgimento di fronte, Felipe Anderson verticalizza per Klose che salta Bernd Leno ma si allarga troppo: anche il tiro del bomber tedesco colpisce il legno. Incredibile.
La squadra di Schmidt ricorre spesso alle cattive e ben tre giocatori ospiti sono ammoniti; prima dell'intervallo c'è una chance per Hakan Çalhanoglu, che calcia addirittura da centrocampo e per poco non beffa un Berisha fuori posizione. La ripresa si apre con due cambi: Admir Mehmedi rimpiazza Son Heung-Min nell'attacco del Bayer, in quello della Lazio Pioli richiama Klose e getta nella mischia Keita. Il giocatore cresciuto nella cantera del FC Barcelona ha subito una buona chance in contropiede, innescato da Felipe Anderson, ma è fermato prima da Jonathan Tah e poi dal portiere avversario Leno; i Biancocelesti cambiano ancora e il nuovo acquisto serbo Sergej Milinkovic-Savic, 20 anni, prende il posto del nigeriano Ogenyi Onazi. Lo 0-0 non si sblocca, ma le occasioni fioccano. Hakan Çalhanoglu con due punizioni mette i brividi a Berisha, sostituto dell'infortunato Federico Marchetti, mentre Keita è una minaccia costante per la difesa dei tedeschi. Mehmedi mette i brividi all'Olimpico prima con un tiro che esce di un soffio, poi con un destro deviato in porta da Kiessling: il gol, però, è annullato per fuorigioco dello stesso attaccante tedesco. Così, a tredici minuti dalla fine, la squadra di Pioli passa. Micidiale allungo di Keita, che piazza l'allungo e lascia sul posto Tah, battendo Leno con un perfetto diagonale destro. I Biancocelesti sono avanti 1-0, l'Olimpico esplode malgrado nel recupero Felipe Anderson fallisca il colpo del ko: tra otto giorni in Germania basterà un pareggio per completare l'opera.
Tratte da Il Messaggero, alcune dichiarazioni post-gara:
Disteso e soddisfatto, ma col sorriso a metà bocca. Pioli è un po' rammaricato per l'andamento della gara e più di un po' per via degli infortuni. Il risultato sul Leverkusen, tutto sommato, per la difficoltà che c'è stata nella ripresa, è buono, ma il tecnico si proietta al futuro e senza avere a disposizione i due unici centravanti della rosa, Djordjevic e Klose, più Marchetti e Braafheid, non sarà così agevole il ritorno, ma anche l'avvio della stagione vera e propria. "E' stata una partita complicata, lo sapevamo, ma l'1-0 è importante, anche se dobbiamo andare in Germania a lottare su ogni pallone, senza arrendersi mai. I ragazzi hanno giocato con il cuore e ho rivisto lo spirito guerriero. Abhiamo vinto il primo round, ma dobbiamo lottare e sudare come matti se vogliamo andare in Champions". C'e gioia per la vittoria, ma è contenuta in vista del ritorno, ma anche per una serie di problemi che cominciano a diventare davvero troppi. Una serie d'infortuni che iniziano a preoccupare, soprattutto per quanto riguarda il reparto avanzato. E Pioli non si tira indietro anzi va avanti e con sincerità ammette: "Non è un momento semplice, anche perché lì davanti abbiamo delle necessità e lo stop di Klose le amplifica. Abbiamo bisogno di un giocatore in più". E così ecco che Keita resta per forza e in più, oltre all'imminente ritorno di Mauri, il diesse Tare cercherà di accontentare Pioli e acquistare un attaccante. Sulla lista già c'è Borini, ma si potrebbero aggiungere due vecchi pallini del direttore albanese: Adebayor e Matri, ma c'è il veto di Mihajlovic. Piace anche D'Ambrosio. A risolvere la serata, con un gran gol da centravanti, è stato Keita, il giocatore che dopo la Supercoppa aveva espresso il proprio malumore per non essere stato considerato. E tra le note liete accennate da Pioli], una di queste è proprio per il giovane attaccante spagnolo. "Sono felicissimo per questo ragazzo. E' così che devono reagire i giocatori, ovvero dimostrare in campo che meritano di giocare e Keita ha dimostrato in campo di essere pronto". Ma dopo l'elogio, arriva la pizzicata: "Non ho promesso nulla ai miei giocatori, non ho sposato nessuno di loro, sanno bene che devono dimostrare tutto sul campo".
E' stata sollerta e meritata, ma la Champions va ancora conquistata. Il concetto arriva direttamente dallo spogliatoio laziale. E il primo a cominciare è Antonio Candreva. "E' stato difficile giocare contro di loro ma pur soffrendo tanto alla ?ne siamo riusciti ad avere la meglio, peccato perché il risultato poteva anche essere più ampio, ma va bene così". Sulla condizione il biancoceleste non cerca alibi: "Loro sono più avanti e la mia non è una scusa, anche perché è normale in avvio di stagione non essere ancora al massimo, ma la forma arriverà giocando e già a Leverkusen staremo meglio". Per il ritorno si prevede una battaglia: "Andremo in Germania con una voglia incredibile di centrare un risultato straordinario". Gli fa eco Senad Lulic: "E' un risultato sicuramente positivo. In queste partite è importante non prendere gol in casa. Le possibilità di passare il turno sono più alte oggi. Ma abbiamo da giocare ancora novanta minuti. La vittoria in questi match è quello che conta. Piano piano stiamo ritrovando la Lazio dello scorso anno". Chiude il presidente Lotito: "Splendida e sofferta vittoria, ci incoraggia per un'altra stagione memorabile".
Nota: in un articolo de Il Messaggero è riportata la notizia dell'"esordio" della "Fan zone":
Il bilancio finale di Lazio-Bayer parla di due arresti, ma anche di una partita sostanzialmente tranquilla. Due tifosi laziali sono stati fermati perché hanno tentato di entrare uno con un coltello, l'altro scavalcando i cancelli. Oltre agli arresti, per loro sono scattati i Daspo. In Questura sono soddisfatti per come ha funzionato l'innovazione della divisione della curva (c'era un cordone di steward) e per il fatto che non sono stati lanciati petardi e fumogeni (uno è stato acceso ma spento subito). Le prove generali del nuovo sistema di gestione della sicurezza all'Olimpico in occasione di gare internazionali sono andate bene (durante il primo tempo c'è stato solo il caso degli ululati contro un giocatore di colore del Bayer provenienti, secondo l'arbitro, da settori dei tifosi di casa). Ma all'esito positivo del sistema preparato per Lazio-Bayer - andata dei preliminari di Champions giocata ieri sera all'Olimpico - ha contribuito la timida risposta dei tifosi tedeschi. Da Leverkusen sono arrivati in pochi, non più di 300. In centro storico, salvo qualche eccezione riconoscibile dalla sciarpa al collo, si sono visti poco e soprattutto i tedeschi sono stati educati, distanti anni luce dai comportamenti degli hooligan del Feyenoord che presero d'assalto la Barcaccia. Piazza di Spagna, in particolare, ieri era la sorvegliata speciale, con agenti in borghese e molti uomini della polizia municipale, che per fortuna sono stati impegnati soprattutto nel richiamare i turisti che immergevano i piedi nella Barcaccia.
Oltre alle limitazioni sulla vendita di alcolici in una vasta fetta del centro, c'è stato anche l'esordio della fan zone. Si tratta dell'area destinata ai tifosi ospiti: potevano bere e trovare i bus che li avrebbero accompagnati allo stadio. In mattinata, però, la polizia tedesca aveva informato i colleghi italiani che le previsioni sul numero dei supporter ospiti andavano ridimensionato, dalla cittadina della Renania sarebbe arrivata una rappresentanza molto esigua. La gestione della fan zone è stata semplice: solo in 100-150 sono confluiti a Villa Borghese, nella zone del Galoppatoio, come consigliato anche dai depliant in tedesco forniti dalla Questura. Lì hanno potuto rilassarsi, bere alcolici di bassa gradazione, per poi salire attorno alle 18 sui pullman. Alcuni di loro hanno scambiato quattro chiacchiere con i giornalisti: "Siamo qui per la partita, poi ci fermiamo un paio di giorni", ha detto un ragazzino. Un altro tifoso tedesco spiega: "Gli hooligans? Non ci sono qui. Magari qualche gruppo più grosso allo stadio, ma non credo. Non siamo come quelli del Feyenoord - ha assicurato Manfred, 40enne venuto con moglie e due figli -. Sappiamo cosa è successo in piazza di Spagna, ma noi siamo pacifici". In effetti tra i tedeschi c'erano anche tante famiglie per la partita, ma anche per vedere Roma. Nessun problema anche per l'afflusso allo stadio e per il traffico.