14 settembre 2017 - Arnhem (Olanda), Gelredome - Europa League - Fase a gironi, gruppo K - I giornata - inizio ore 21.05
VITESSE: Pasveer, Dabo (82' Kolkett), Van der Werff, Kashia, Miazga, Buttner, Bruns (88' Mount), Linssen, Foor, Rashica, Matavz (79' Castaignos). A disposizione: Houwen, Van Bergen, Lelieveld, Faye. Allenatore: Fraser.
LAZIO: Strakosha, Bastos, de Vrij, Luiz Felipe (46' Immobile), Marusic, Parolo, Di Gennaro (61' Milinkovic-Savic), Murgia, Lukaku (67' Lulic), Luis Alberto, Caicedo. A disposizione: Vargic, Leiva, Patric, Radu. Allenatore: S. Inzaghi.
Marcatori: 33' Matavz, 51' Parolo, 57' Linssen, 67' Immobile, 74' Murgia.
Arbitro: Sig. Liany (Israele) - Assistenti Sigg. Biton e Shimon - Quarto uomo Sig. Yarkoni - Addizionali Sigg. Papir e Masiah.
Note: esordio con la maglia della Lazio, in una partita ufficiale, per Davide Di Gennaro. Ammoniti: al 32’ Luiz Felipe, al 70' de Vrij, all'82' Lulic tutti per gioco falloso. Angoli: 4-3. Recuperi: 1' p.t., 3' s.t.
Spettatori: 30.000 circa.
? I calciatori convocati per la partita odierna
La Gazzetta dello Sport titola: "Dentro Immobile la Lazio festeggia. Doppia rimonta a casa del Vitesse. I gol biancocelesti nella ripresa raddrizzano l’esordio europeo. A segno la punta, Parolo e Murgia".
Continua la "rosea": Ci vuole Ciro il Grande, sono i suoi giorni. Dopo l'abbuffata col Milan rieccolo protagonista nell’esordio in coppa: gol del 2Â-2 e assist per la zampata decisiva di Murgia. La Lazio completa con un’esaltante rimonta la bella serata europea delle nostre. Però Inzaghi ha dovuto chiamare in campo i big lasciati inizialmente in panchina a rifiatare. Le mosse dell’allenatore hanno messo una pezza alle carenze difensive: dentro Immobile dopo lo 0Â-1; dentro Milinkovic e Lulic dopo il 2Â-1 olandese. In piĂą anche un cambio di sistema tattico. Ciro ha sostituito il centrale mancino Luiz Felipe e la squadra è passata alla difesa a quattro. In questo modo Inzaghi pensava di riuscire a contenere Rashica, sgusciante esterno destro d’attacco del Vitesse, protagonista dell’azione che aveva mandato a bersaglio il centravanti Matavz (zampata sul secondo palo) in coda a una mezz’ora iniziale agevolmente controllata dai laziali pur in assenza di palle gol nitide, eccezion fatta per un cross di Marusic spedito fuori di testa da Luis Alberto nel cuore dell’area.
Errore di mira importante di un giocatore partito come spalla di Caicedo, che ha poi fatto una ventina di minuti da trequartista e ha poi concluso il match da regista arretrato. Segnalazione che rimarchiamo perchĂ© testimonia la reattivitĂ mostrata dal tecnico laziale dinanzi alle difficoltĂ . Originatesi, lo ribadiamo, soprattutto sulla fascia mancina dell’organizzazione difensiva. NĂ© Luiz Felipe nĂ© Lukaku sono riusciti ad arginare la furia devastatrice di questo Rashica che dopo il primo pareggio firmato da Parolo con un gran sinistro volante dal limite (per concludere in gloria un batti e ribatti originato dalla prima incursione di Immobile) ha costruito con cross in fotocopia il colpo sotto rete di Linssen. Ricacciando la Lazio nell’incubo della sconfitta. E’ qui, nella fase decisiva di un confronto emozionante, che i rinforzi fatti alzare dalla panchina si sono rivelati determinanti per rovesciare la pericolosa situazione. Però, attenzione: sia de Vrij sia Lulic hanno dovuto prendersi un cartellino per andare a contrastare l’uragano che si scatenava sulla fascia. E l’ultima penetrazione da destra si è chiusa con un suggerimento che ha messo sulla testa di Castaignos il pallone del 3Â-3, fortunatamente girato sopra la traversa. Analogo erroraccio lo aveva fatto sul 2Â-1 Bruns, sempre su assist di questo imprendibile Rashica: se avesse fatto gol lì (64’), il Vitesse avrebbe avuto ottime chance di chiudere il match in gloria.
Tra i rincalzi necessariamente inseriti da Inzaghi (che doveva gestire le forze in vista di Genoa e Napoli) si è distinto Murgia, l’uomo della Supercoppa. Anche qui si è preso la grande soddisfazione del colpaccio decisivo. A metterlo in condizioni di sparo agevole una verticalizzazione di Immobile, però lui ha saputo resistere al tentativo di Van der Werff e con calma ha piazzato la stoccata alle spalle di Pasveer. Anche la difesa del Vitesse non ha fornito una prestazione impeccabile. Però questo dell’assetto difensivo è il tema che assillerà Inzaghi in vista del Napoli. Finché Wallace non torna al suo posto, bisogna scegliere assetto e uomini che diano le maggiori garanzie. Non sempre Immobile & Co. produrranno goleade.
Il Corriere dello Sport titola: "EuroLazio. Altra magia di Murgia. Due volte in svantaggio Inzaghi ribalta la partita con i cambi e il 4-3-1-2. Parolo e Immobile trovano il doppio pareggio, poi il blitz. Soffre in terra d’Olanda la squadra biancoceleste. Nella ripresa la svolta, aggredisce gli avversari e vince".
Prosegue il quotidiano sportivo romano: Sembra un sogno, invece è la favola di Murgia, centrocampista nato all’Eur, creatura di Inzaghi, lo allenava dai tempi degli Allievi, ora è il suo jolly resistente al turnover. Dopo la finale di Supercoppa con la Juve, l’ex capitano della Primavera ha deciso e firmato il primo colpo della Lazio in Europa League. Rimonta da applausi in Olanda, vinta la battaglia di Arnhem, a poche centinaia di metri dal ponte dove i tedeschi costruirono l’ultima resistenza nella seconda guerra mondiale. Due volte sotto, la squadra biancoceleste ha riacciuffato, sorpassato e messo sotto il Vitesse alle ultime curve della partita con orgoglio, passione e un’ovvia superiorità tecnica, emersa con chiarezza proprio nella ripresa, quando è entrato Immobile accanto a Caicedo dando un altro peso all’attacco. Decisivi i cambi di Inzaghi, bravo a correggere l’assetto tattico dopo l’intervallo e togliendo al momento giusto Lukaku (in evidente difficoltà ) e Di Gennaro, che non avevano più il ritmo e le gambe per reggere il confronto. Giuste in prospettive, prendendosi qualche rischio, anche le scelte di partenza: ha bisogno di alzare il livello e il minutaggio delle alternative, può farlo solo attraverso il campo.
Ordinata ma senza spunto negli ultimi trenta metri, la Lazio ha chiuso all’intervallo sotto di un gol e con il 62 per cento di possesso palla, un dato inusuale. Il Vitesse aspettava, la squadra biancoceleste "faceva" la partita. Di Gennaro, senza pressione, cercava di allargare la manovra sulle corsie, dove però non si guadagnava la superiorità . Marusic non sfondava, Lukaku aveva il motore spento, Murgia e Parolo non riuscivano a inserirsi, Luis Alberto tornava indietro a prendere palla, davanti Caicedo era isolato. L’ecuadoriano si è visto solo al settimo quando ha soffiato la palla a Kashia e ha saltato il portiere ma da posizione defilata non è riuscito a inquadrare lo specchio. Luis Alberto di testa ha messo a lato l’occasione più limpida e poi de Vrij, sugli sviluppi di un angolo, ci ha riprovato senza successo. Il Vitesse era tutto dietro, giocava d’attesa e mordeva, pronto a rovesciare l’azione appoggiandosi ai suoi tre attaccanti. Bene, molto bene Linssen, ma l’azione letale l’hanno costruita e finalizzata Rashica e Matavz appena superata la mezz’ora. Luiz Felipe, sino a quel momento sicuro, ha commesso un’ingenuità , perdendo palla e prendendo il giallo. Così un minuto dopo è andato troppo morbido su Rashica. Il kosovaro ha alzato la testa e ha piazzato il cross lungo sul secondo palo. Bastos stava dormendo, Matavz è sbucato alle sue spalle e ha depositato in rete.
Primo cambio dopo l’intervallo. Fuori Luiz Felipe, dentro Immobile, la Lazio è passata al 4-3-1-2 e ha reagito trovando subito il pareggio con una sberla di sinistro di Parolo dal limite. La partita è rimasta apertissima. Di Gennaro e Lukaku avevano la spia della riserva accesa, da un’ingenuità del belga (fallo laterale sbagliato e poi dribbling di Rashica) è arrivato il raddoppio del Vitesse. Linssen ha bruciato Marusic, troppo fermo. La Lazio ha sbandato e sofferto per qualche minuto, durissimo il contraccolpo, ma non è andata al tappeto e ha avuto la forza di rialzarsi. Inzaghi ha tolto Lukaku per Lulic e ha cambiato Di Gennaro con Milinkovic, scalando Luis Alberto in regia. Proprio l’imbucata del serbo ha creato i presupposti del pareggio: bellissimo l’assist di tacco di Caicedo a smarcare Immobile, piatto piazzato nell’angolo quasi come con il Milan. L’arbitro non ha cacciato Matavz che avrebbe meritato il rosso per un colpo proibito a Bastos ma la Lazio ha piazzato il sorpasso alla mezz’ora. Ancora uno spunto di Immobile e l’inserimento letale di Murgia, rapidissimo a mettere fuori causa Pasveer. Mezza qualificazione è già in tasca.
Il Messaggero titola: "Lazio, ci pensa Ciro. Europa League: Immobile entra, segna e fa segnare dando il lĂ alla rimonta con il Vitesse. I biancocelesti hanno recuperato due volte lo svantaggio, prima del gol-vittoria di Murgia".
Prosegue il quotidiano romano: La Lazio delle seconde linee ha sofferto, è andata sotto, mentre quella dei titolari ha dominato, ribaltato la situazione e regalato a Simone Inzaghi il primo successo europeo. Sul campo del Vitesse la Lazio ha compiuto il primo passo verso la qualificazione con un successo sofferto (3-2) ma meritato e costruito nella ripresa quando la squadra biancoceleste è riuscita a ribaltare il risultato, che gli olandesi avevano sbloccato nel primo tempo, grazie a una dormita collettiva della difesa. Luiz Felipe e Bastos erano i principali responsabili di un’amnesia collettiva. Il turn over di Inzaghi era forse esagerato e così gli errori individuali penalizzavano il rendimento collettivo che risultava apprezzabile, pur senza segnare alcun gol. Nell’intervallo il tecnico rivisitava l’assetto tattico e cambiava il fragile Luiz Felipe con Immobile. Dalla difesa a 3 passava a quella a 4 che dava maggiori garanzie e, soprattutto, l’inserimento del goleador dava subito una maggiore forza all’attacco che appariva incisivo e minaccioso in ogni frangente. Il pareggio, che arrivava con uno splendido tiro al volo di sinistro di capitan Parolo, restituiva alla formazione sicurezza ed entusiasmo e faceva lievitare il rendimento del centrocampo: "Chi è entrato nella ripresa ci ha dato una grossa mano. Andare sotto in Europa non è mai facile, l’abbiamo recuperata con il gioco e la voglia di vincere".
L’ingresso di Milinkovic, al posto dell’evanescente Di Gennaro, dava poi al reparto forza e maggiore personalità . Con la difesa a quattro Lukaku doveva arretrare a fare il terzino e così, dopo un buon primo tempo da centrocampista, naufragava come difensore, confermando lacune tecniche e tattiche gravi nell’interpretazione di questo ruolo. Sua e di Marusic le maggiori colpe sul secondo vantaggio del Vitesse, tra una difesa imbalsamata che concedeva spazio per il cross e il tocco ravvicinato. Una difesa che appariva inadeguata e impreparata, che stava per compromettere la prima serata europea di Inzaghi. "Dovevamo essere più cattivi, siamo stati bravi a correggere gli errori e a vincere la partita" dice il tecnico. La squadra laziale, però, tirava fuori il meglio e riusciva prima a pareggiare una seconda volta con Immobile, smarcato da un sontuoso tacco di Caicedo, quindi a ribaltare completamente la situazione. Toccava ancora al giovane Murgia assurgere al ruolo di elemento decisivo. Dopo aver regalato a Immobile un assist, il centravanti ricambiava poco dopo la cortesia.
Era l’azione che decideva il match e consegnava alla Lazio un’altra vittoria. Murgia era bravo nella gestione del pallone e algido nella conclusione vincente, dopo aver resistito a una carica. Con l’ingresso anche di Lulic la squadra riacquistava la sua vera fisionomia a portava a casa una bella affermazione, pesante e preziosa, in vista dei prossimi impegni. Con il Nizza, che ha vinto 5-1 in trasferta, adesso la Lazio guida il girone e può guardare avanti con ottimismo. Bravo Inzaghi a capire i difetti e cambiare pelle alla formazione dopo le iniziali difficoltà : "Volevamo partire con il piede giusto e ce l’abbiamo fatta". In campo internazionale il turn over massiccio rappresenta sempre un rischio ma la squadra ha saputo rimediare in corsa e far valere la superiore qualità degli uomini migliori.
Il sito web Uefa.com commenta così la gara:
Inizia bene l’avventura della Lazio in UEFA Europa League. Sul campo del Vitesse, nella prima giornata del Gruppo K, i Biancocelesti vanno due volte sotto ma riescono a imporsi con un bel 3-2 in rimonta: il gol decisivo per la squadra di Simone Inzaghi lo firma Alessandro Murgia, proprio come avvenuto in Supercoppa italiana contro la Juventus. La Lazio va subito vicina al vantaggio con Felipe Caicedo, schierato titolare da Inzaghi: l’attaccante dell’Ecuador approfitta di una disattenzione in difesa degli olandesi, supera Remko Pasveer ma calcia a lato di poco. I Biancocelesti insistono, Luis Alberto svetta bene sul cross del montenegrino Adam Marušic ma non inquadra lo specchio della porta di testa. Il Vitesse si affaccia dalle parti di Thomas Strakosha con Matt Miazga, difensore statunitense in prestito dal Chelsea che va vicino al vantaggio sugli sviluppi di una punizione battuta da Thomas Bruns. La squadra di Inzaghi risponde subito con Stefan de Vrij, ma il difensore olandese manda di poco alto sopra la traversa.
Ma al 33’ i padroni di casa sbloccano il risultato. Lo sloveno Tim Matavž sfrutta il cross di Milot Rashica e da due passi insacca l’1-0. La Lazio avrebbe subito la chance di pareggiare con Caicedo, che solo davanti a Pasveer calcia alto complice la deviazione di Maikel van der Werff. Il primo tempo si chiude sull’1-0 per il Vitesse, ma nella ripresa entra in campo un’altra Lazio. Anche perché in attacco si rivede Immobile, che prende il posto del difensore brasiliano Luiz Felipe. Pasveer si rifugia in corner sul bolide di Luis Alberto, ma al 51’ arriva il pareggio. Il gol lo firma, con una conclusione al volo dal limite, Parolo, dopo un grande intervento del portiere di casa su Immobile. Gli olandesi non ci stanno, Rashica prima e Bruns poi sfiorano il 2-1 che trova Linssen dopo appena sei minuti: il numero 11 deve solo spingere il pallone in porta sul traversone ancora del kosovaro Rashica. I Biancocelesti non si abbattono e complice un’altra sostituzione di Inzaghi - Sergej Milinkovic-Savic al posto di Davide Di Gennaro - ribaltano la gara.
Dopo un grande intervento di Strakosha su Matavž e un clamoroso gol fallito da Burns, l’incontro torna in equilibrio. Splendida azione della squadra di Inzaghi, tacco di Caicedo per Immobile che "inchioda" il 2-2. Non basta, perché dopo una girata dello stesso attaccante del Manchester City i Biancocelesti trovano addirittura il 3-2. Errore gravissimo di van der Werff, Murgia ringrazia per il regalo e di sinistro supera ancora Pasveer. Luc Castaignos, in prestito dallo Sporting Lisbona e con un passato nell’Inter, anticipa di testa Strakosha ma manda alto sopra la traversa. La Lazio resiste anche nei tre minuti di recupero e porta a casa un successo prezioso.
Tratte dal Corriere dello Sport, alcune dichiarazioni post-gara:
La Lazio è grande anche in Europa, tre gol al Vitesse e primo colpo in trasferta, tenendo il passo del Nizza. Vittoria pesantissima al debutto nel girone, Simone Inzaghi può sorridere. Si è imposto sul campo dove suo fratello Pippo segnò alla Turchia agli Europei del Duemila. "Ci tenevo, è stato un esordio bello, partita tirata, eravamo andati bene anche nel primo tempo, ma dovevamo essere più cattivi e sfruttare un paio di occasioni. Ho visto un grande spirito, non è facile andare sotto due volte e rimontare in Europa". Buone individualità e corsa, gli olandesi hanno tenuto testa alla Lazio. "Il Vitesse è una buona squadra, non ero contento di averli presi al sorteggio. Davanti sono pericolosi e alla prima disattenzione abbiamo preso un gol da evitare. Nella ripresa poi ci siamo corretti dal punto di vista tattico e abbiamo rimontato. Non era mai successo in questa stagione di andare sotto, ma ho avuto buone risposte dai ragazzi". Il turnover era obbligato, Inzaghi l’ha vinta con i titolari recependo segnali positivi da alcune alternative. "Quest’anno sarà più difficile con l’Europa League, spenderemo tanto a livello fisico e mentale. I giocatori vanno alternati nel migliore dei modi. Di Gennaro ha dato buone geometrie, l’ho visto bene, non giocava una partita ufficiale da maggio, ci ha dato un buon aiuto. Lo stesso Luiz Felipe ha fatto bene. Sapevo che in undici si poteva vincere, l’ho tolto per non rischiare l’espulsione. Avrebbe dovuto accorciare la marcatura su Rashica, ma era timoroso, aveva paura di prendere subito il secondo cartellino giallo. E poi in quell’azione qualcuno dei suoi compagni lo avrebbe potuto aiutare".
Buono il debutto di Caicedo. "Sono contento della sua prestazione, ha lottato, ci ha aiutato a tenere su palla ed è stato bravissimo sul gol di Immobile". Devono crescere gli esterni. "Lukaku non ha più di 50-60 minuti". Ovviamente una menzione speciale per l’uomo partita, specialista in gol decisivi, il suo pupillo Murgia. "Gli posso solo dire bravo, continua così. Alessandro dopo quel gol in Supercoppa non aveva trovato più spazio, è sempre il primo ad arrivare al campo, l’ultimo ad andare via, è un professionista esemplare, si merita le giuste soddisfazioni. Ha già segnato due gol decisivi, deve continuare così". Il cambio tattico Inzaghi lo ha spiegato così. "Il modulo? Ci siamo messi con il 4-3-1-2 con gli attaccanti un po’ più larghi. Luis Alberto doveva attaccare il portatore di palla del Vitesse. Potevamo segnare di più, ma sono soddisfatto: abbiamo vinto e ho avuto le risposte che cercavo. La squadra ha dimostrato carattere, si giocava in un ambiente difficile e in uno stadio bello, siamo cresciuti nella ripresa meritando il successo". Quando gli è stato chiesto se con Nani e Felipe potrebbe esserci abbondanza in attacco, ha risposto di no e sottolineato l’importanza della scoperta spagnola.
"Spero rientrino presto, ci daranno tanto. Luis Alberto ha cambiato tre ruoli, è partito da punta, è arretrato prima da trequartista, poi da regista. E’ il nostro valore aggiunto di quest’anno, ha giocato cinque partite su cinque per novanta minuti sinora, complimenti a lui, non posso farne a meno, si sta rivelando un giocatore preziosissimo per la Lazio". Inzaghi alla fne ha rinunciato ad arretrare Leiva per non cambiare troppo la difesa, il reparto che al momento lo preoccupa di più. "Dietro siamo pochi, dobbiamo stare attenti a scegliere, potevo mettere Radu, ma non era il caso di rischiarlo. Leiva mi aveva dato ampia disponibilità per giocare in quel ruolo, l’ho provato e aveva fatto bene, poi in mattinata ho riflettuto, avevamo già Luiz Felipe e Bastos, ho preferito tenere almeno de Vrij e ha risposto con un’ottima partita". Ora sotto con il Genoa.
Ancora lui, Alessandro Murgia, primo gol europeo: "Mi piace essere etichettato come l’uomo decisivo". E’ l’asso di Coppe, è l’uomo dei 3-2, dei fotofinish. L’eroe della Supercoppa è anche il goleador dell’Europa League. S’illumina di prodigio, si butta sui traguardi, è il prescelto. Ieri, ad Arnhem, il suo gol vittoria ha trasmesso le stesse vibrazioni, la stessa autentica emozione del gol rifilato alla Juve all’ultimo attimo. Alessandro Murgia percepisce gli eventi: "L’emozione, quando si segna, è sempre grande. Fare centro in Europa è ancora più bello! E la reazione della squadra è stata bellissima, ha recuperato un doppio svantaggio. Si vede che siamo un grande gruppo, remiamo nella stessa direzione. Spero di diventare capitano in futuro. Il cammino europeo è ancora lungo, pensiamo già al Genoa". I gol di Alessandro Murgia, un fglio della Lazio, sono un inno. Di più, sono un urlo. E’ il laziale che tutti speravano di avere in squadra. S’è arrampicato anche in Europa, da spavaldo e risoluto agonista. Visto il gol? Ha resistito alla carica, s’è infilato in area e che stoccata finale! Ha bucato da volpone pur avendo 21 anni, questo è cinismo d’autore. Non bisogna aver paura di avere coraggio. Murgia non ha mai avuto paura. E quando non ci arriva con i ri?essi sui palloni, si aggrappa al cuore e allo spirito: "Non è mai facile giocare in questi stadi pieni, con il pubblico vicino al campo, si fa sentire. Abbiamo la capacità di variare i moduli, abbiamo messo l’anima in campo. Faccio un plauso a tutti. A livello europeo si incontrano giocatori forti, il ritmo è più alto, l’intensità aumenta. Noi non siamo da meno. Inzaghi ci trasmette lo spirito giusto, ci dà tanta carica. Giocando ogni tre giorni è il momento di far vedere la nostra forza. Tutti quanti. Siamo una grande squadra al di là degli interpreti".
Murgia è stato speciale, ha corso da area ad area, ha premuto sull’acceleratore, mai sul freno e giocherà anche a Genova (Parolo è squalifcato): "Io ci spero, sono a disposizione. Continuerò ad allenarmi al massimo aspettando una chance. Mi sento bene, sento la fiducia di tutti, più di così non posso chiedere". Destro, sinistro, di testa. Segna in tutti i modi: "Quando sono lì davanti penso a fare gol, non a come prendere il pallone. Ciro mi ha fatto un bel passaggio, anche un po’ fortunato. Il gol mi rende ancora più felice se serve alla vittoria. Continuerò a spingere e a fare più gol possibili". Murgia segue l’esempio di Parolo, centrocampista goleador: "Abbiamo ribaltato la partita col gioco, con tanta voglia di vincere, la squadra si è mossa bene. Loro sono stati bravi a sfruttare due occasioni, abbiamo sempre avuto voglia di reagire". Peccato per la partenza in salita: "Se siamo bravi a fare tre gol quando gli altri ne segnano 2, le partite si vincono. Loro - ha aggiunto Parolo - hanno fatto delle belle giocate, non è facile difendere contro giocatori forti e rapidi. E’ una prova di maturità , stiamo crescendo". Per Parolo 10 presenze in Europa e 4 gol, numeri da record per un mediano: "Era una bella palla, invitante. Mi sono coordinato e l’ho presa bene. L’Europa mi porta fortuna, ho segnato tanti gol in poche partite. Mi piace il clima europeo, giocare in stadi pieni, dove si respira adrenalina. Speriamo di andare avanti il più possibile. E spero anche di ripetermi contro il Napoli". E’ stata una notte da capitano: "Andare sotto in Europa non è mai facile. Abbiamo qualità e in campo si è visto il nostro spirito. Mi giravano le scatole, non volevo perdere la prima da capitano. Abbiamo vinto di squadra". Sempre più star Luis Alberto, ieri si è triplicato: "Adesso sono diventato un altro giocatore. La colpa prima era mia, non capivo il gioco italiano. Punta, trequartista e regista, ho fatto un po’ di tutto. Per me è uguale".