30 settembre 2020 – Roma, stadio Olimpico - Campionato di Serie A, I giornata - inizio ore 20.45
LAZIO: Strakosha, Patric, Acerbi, Radu (58' Bastos), Lazzari (70' D. Anderson), Milinkovic (70' Akpa Akpro), Leiva (49' Cataldi), Luis Alberto (70' Escalante), Marusic, Caicedo, Immobile. A disposizione: Reina, Armini, Kiyine, Lukaku, Parolo, Correa, Adekanye. Allenatore: S. Inzaghi.
ATALANTA: Sportiello, Toloi, Palomino, Djimsiti (46' Romero), Hateboer, Pasalic (56' de Roon), Freuler, Gosens (90' Mojica), Malinovskyi, Gomez (81' Muriel), Zapata (81' Lammers). A disposizione: Rossi, Carnesecchi, Sutalo, Caldara, Ruggeri, Diallo. Allenatore: Gasperini.
Arbitro: Sig. Maresca (Napoli) - Assistenti Sigg. Costanzo e Ranghetti - Quarto uomo Sig. Pasqua - V.A.R. Sig. Calvarese - A.V.A.R. Sig. Di Vuolo.
Marcatori: 11' Gosens, 32' Hateboer, 41' Gomez, 57' Caicedo, 61' Gomez.
Note: ammonito al 11' Marusic ed al 75' Caicedo per proteste, al 26' Freuler e Luis Alberto per reciproche scorrettezze, al 16' Djimsiti, al 40' Leiva, al 70' Cataldi, al 72' Acerbi ed al 90'+3' Romero tutti per gioco falloso. Angoli 7-3. Recuperi: 1' p.t., 3' s.t.
Spettatori: 1.000 circa in ragione delle vigenti norme anti-Covid 19.
? La Gazzetta dello Sport titola: "Atalantissima. La Dea travolge anche la Lazio. Poker all'Olimpico. Gomez in cattedra. Apre Gosens, raddoppia Hateboer e poi si scatena il Papu con una doppietta. Caicedo mitiga l’amarezza biancoceleste".
Continua la "rosea": Quattro gol al Torino e quattro alla Lazio, sempre fuori casa. Sei punti in due giornate, Gomez riproduzione in scala di Maradona, un gioco maturo e collaudato: come si fa a non inserire l’Atalanta tra le candidate allo scudetto? Il primo test vero, quello con la Lazio, altra potenziale aspirante al titolo, è stato superato di slancio, con cattiveria e personalità, con capacità di controllo del match. Più del risultato ridondante conta la prestazione, all’insegna della concretezza. Poco meno di un anno fa, nell’ottobre del 2019, il primo tempo di Lazio-Atalanta si era chiuso sullo 0-3, come ieri sera. Un anno fa la Lazio nella ripresa aveva rimontato, fino al 3-3 conclusivo. Ieri la squadra di Inzaghi si è illusa che la storia potesse ripetersi, quando Caicedo a inizio ripresa ha realizzato il gol dell’1-3. È stato un attimo, Gomez con una rete straordinaria, un sinistro a incrociare da fuoriclasse, ha spento ogni speranza di rimonta e l’Atalanta è entrata in modalità gestione, segno di una consapevolezza acquisita. La squadra non deve dimostrare più nulla e si muove con razionalità. Il tempo della semina è finito, è il momento del raccolto. Uomo su uomo. La demolizione della Lazio è stata scientifica, Gasperini l’ha pianificata con le marcature individuali a centrocampo, con l’incapsulamento delle fonti di Simone Inzaghi: Freuler sul creativo Luis Alberto; prima Pasalic e poi Gomez sul regista Leiva; Toloi spostato sul centro-sinistra della linea difensiva per smorzare la fisicità di Milinkovic. I marcatori hanno innervosito i marcati, li hanno mandati fuori di giri e un filo fuori di testa. Luis Alberto ha perso la pazienza sulle aggressioni di Freuler, ha reagito male a un brutto fallo.
La tensione è salita, l’arbitro Maresca ha smarrito l’orientamento e tanta baruffa nell’aria ha facilitato i contrassalti atalantini. Visto che in mezzo i nerazzurri erano più impegnati a contrastare, i primi due gol, gli apriscatole della partita, sono arrivati dalle fasce, dalla sinistra per l’esattezza. Nel primo caso è stato Gomez a crossare sul secondo palo e Gosens è andato a raccogliere in area una "torre" di Hateboer, l’altro esterno, sporcata da Radu. Nel secondo Gosens ha crossato da sinistra per Hateboer accorrente sul versante opposto. Non due azioni fotocopia, ma figlie dello stesso principio, il cambio di gioco da una corsia laterale all’altra. Mordere in mezzo per colpire sulle ali. L’Atalanta si è modellata sull’avversario e qui sta la diversità, anzi la crescita dei gasperiniani. La squadra non rischia più di scivolare nell’avventurismo, ha imparato a fare calcoli. Ha smesso di affidarsi soltanto agli istinti primordiali, alla pancia, va di strategia e fa valere la fisicità, in parte strutturale, perché ad eccezione del Papu i giocatori sono grossi, e in parte indotta dalla preparazione "full metal jacket" di Gasperini. Il primo tempo si è chiuso in gloria con il 3-0 di Gomez, su respinta corta di Patric, l’ennesima dimostrazione di come l’Atalanta "scavi" gli avversari e li costringa all’errore. La differenza di Gomez. All’intervallo Gasperini ha tolto Djimsiti, ammonito, e inserito Romero: un calcolo saggio, meglio un neoacquisto vergine di gialli che un titolare appesantito da un cartellino.
L’inizio ripresa atalantino è stato opaco. Le marcature si sono un po’ allentate, Romero ha pagato lo scotto dell’esordio con un retropassaggio alla cieca che per poco non si è trasformato nell’autogol dell’anno. La Lazio ha preso coraggio, Caicedo ha trascinato i suoi a meno due quando non si era neppure al quarto d’ora. I laziali ci hanno creduto, ma Gomez in pochi minuti li ha riportati alla realtà con il gol che ha spazzato via ogni dubbio, rete straordinaria, per preparazione e conclusione. La Lazio recrimina per l’arbitraggio e non ha tutti i torti. Forse il primo gol atalantino è viziato da una spintina di Hateboer a Marusic, ma non ne siamo sicuri. Di certo l’intervento di Romero su Caicedo al limite dell’area, già sull’1-4, era falloso e meritava il giallo, però ad essere ammonito, per proteste, è stato l’attaccante, una cosa incomprensibile. Maresca ha diretto male nei due sensi: la traversa di Immobile è nata da una carica dell’attaccante a Sportiello, non rilevata. Spiace dirlo, l’arbitro è stato l’unico interprete non all’altezza di una partita bella e intensa, tra due squadre competitive. La sconfitta non ridimensiona la Lazio, la richiama a una maggiore attenzione difensiva, specie sugli esterni. Quanto all’Atalanta, abbiamo un’unica remora: la Champions le succhierà energie psico-fisiche, la costringerà a sforzi estremi. Se non ci fosse di mezzo l’Europa, non avremmo dubbi, Atalanta da scudetto.
? Il Corriere dello Sport titola: "Lazio, la scomunica del Papu. Doppietta di Gomez, apre Gosens poi Hateboer: Gasperini non si ferma. Ai biancocelesti non riesce la rimonta del 2019. La squadra di Inzaghi non ingrana e prende quattro gol finendo nella trappola dell'Atalanta. E domenica all'Olimpico arriva l'Inter".
Prosegue il quotidiano sportivo romano: Un tracollo. Troppo forte l’Atalanta, già in quota scudetto accanto all’Inter, al Napoli e al Milan. La Lazio, ancora in attesa dei nuovi acquisti, ha fallito il primo esame Champions, ma sarebbe un alibi proiettarsi sui ritardi del mercato se non per sottolineare quanto servirebbe in difesa. Inzaghi trema perché domenica dovrà affrontare anche Conte senza Luiz Felipe e forse Radu, uscito per noie muscolari. Gasp, dimostrando una superiorità totale, ha calato il poker senza rinforzi nell’undid di partenza. Sulle corsie esterne non c’è stata partita e non a caso l’hanno indirizzata i gol di Gosens e Hateboer. Imbarazzante il confronto con Lazzari e Marusic. La doppietta di Gomez ha inchiodato [[Inzaghi (II) Simone|Inzaghi], uno dei suoi principali ammiratori, cancellando il guizzo di Caicedo e l’errore di Immobile che avrebbe potuto rimettere in discussione 11 risultato. Scarso il contributo di Milinkovic e Luis Alberto. L'Atalanta è solida, sembra indistruttibile, sospinta da una corsa inf?inita. Ora sta diventando persino cinica: ha vinto segnando 4 gol con 6 tiri nello specchio, bissando il poker di Torino. Attacco formidabile. La Lazio forse non meritava una punizione così severa e avrebbe potuto raccogliere di più (nel conto entra la traversa colpita da Immobile), ma da tre anni soffre e fatica in modo bestiale a giocare contro l’Atalanta, piegata solo nella f?inale di Coppa Italia, interpretata in altro modo e portata a casa a capo di un combattimento lungo 80 minuti.
Impatto. Ecco il paradosso, ripensando allo 0-3 rimontato l’anno scorso e all’avvio pieno di buone intenzioni nonostante Gasperini, godendo di riferimenti precisi, avesse montato marcature blindate sulle fonti di gioco laziali. Pasalic si alzava per andare a tamponare Leiva, Toloi spostato sul versante sinistro per contrastare Milinkovic nel gioco aereo, Freuler a mordere le caviglie di Luis Alberto. La Lazio non aveva iniziato male, anzi. Nel riscaldamento si era fermato Correa, che sarebbe stato fondamentale con i suoi strappi per aprire gli spazi. Così Inzaghi si è appoggiato, forse in modo troppo ripetitivo, alle sponde di Caicedo, vincente nel duello con Palomino solo alla distanza. Sportiello ha disinnescato la prima occasione capitata a Marusic e al decimo Gosens ha trovato il gol, dettato dalla solita apertura geniale di Gomez. Hateboer ha colpito di testa, il tocco di Radu ha messo fuori causa Zapata e Acerbi, il tedesco si è inserito e ha depositato in rete. Diversità. La partita si è piegata a favore dell’Atalanta, feroce nei duelli, spietata nelle ripartenze, bloccata bene dietro. Ecco la vera differenza, scavata dalle difese e dagli esterni, decisivi nel 3-5-2. Un altro errore di Marusic (risucchiato da Zapata) ha favorito il raddoppio di Hateboer, pescato libero da Gosens. La reazione si è esaurita nella traversa colpita sotto misura da Immobile. Nell’ultimo quarto la Lazio ha perso sicurezza e palleggio, incassando anche il terzo gol. Un gioco da ragazzi per Gomez, dopo l’errore di Patric, saltare Acerbi e far fuori Strakosha.
Illusione. Inzaghi così ha pensato allo stesso cambio di un anno fa (Cataldi per Leiva) e nella ripresa la Lazio ha mosso palla con velocità superiore, tornando di nuovo all’assalto. Gasp aveva sganciato Romero per Djimsiti e Pasalic per De Roon. Sportiello ha salvato su Marusic ma non su Caicedo. Il gol del Panterone poteva riaprire il conto se un attimo dopo Immobile, in fuga, non avesse fallito il raddoppio e se appena due minuti più tardi Gomez non avesse inventato un altro dei suoi capolavori. Patric gli ha concesso un metro e il Papu (imbeccato da Malinovskyi) ha preso la mira, sganciando un sinistro all’incrocio imprendibile per Strakosha.
? Il Messaggero titola: "Lazio, stavolta niente rimonta. L'Atalanta travolgente nel primo tempo, termina in vantaggio per 3-0. Nella ripresa i biancocelesti provano il bis dell'impresa dell'anno scorso, ma Gomez spegne i sogni".
Prosegue il quotidiano romano: Senza difesa. In tutti i sensi. La Lazio ne prende 4 dall’Atalanta (a punteggio pieno) e si trova già a fare i conti con se stessa. Perché se con il Cagliari, che è un cantiere aperto, i limiti sono stati camuffati, con la squadra di Gasperini sono usciti fuori con tutta la loro evidenza. Una partita quasi fotocopia rispetta a quella dello scorso anno: quella che lanciò la grande galoppata laziale. Stavolta però la rimonta non è riuscita. I biancocelesti non ne hanno avuto la forza. 0 meglio l’Atalanta è stata più forte. Straordinario Gomez e non solo per la doppietta. Dicevamo di una riflessione obbligatoria che la Lazio deve fare perché se anche Acerbi commette degli errori marchiani allora è il caso di porsi parecchie domande. E bisogna farlo anche urgentemente. E’ vero, è ancora presto (siamo solo alla seconda giornata) e tutto si può aggiustare ma il gap con l’Atalanta si vede già benissimo. Chissà magari che il ds Tare non possa ripensarci e riaprire il mercato. Di certo il solo Hoedt non può cambiare i destini di una difesa che ha un anno in più e che ora subisce anche di più. D’accordo nel dire che le critiche preventive portano negatività ma anche pensare di fare sempre bene tutto produce lo stesso effetto. I limiti ci sono. Sarebbe folle sostenere il contrario o ostinarsi a nasconderli per partito preso. Ma i motivi della sconf?itta di ieri sera non devono essere riconducibili solo alla Lazio, l’Atalanta ha tantissimi meriti. La squadra di Gasperini gioca a memoria e sempre a livelli altissimi. D'altronde non si arriva ad un passo dalla semifinale di Champions per caso.
Riflessioni. E la Lazio non è nemmeno fortunata perché pronti via nel riscaldamento Inzaghi è costretto a rinunciare a Correa per un problema lombare. Situazione che costringere il tecnico a cambiare anche impostazione della partita. Perché con l’argentino avrebbe giocato di ripartenza, con Caicedo, invece, il gioco si fa più statico. L’Atalanta la mette subito sul f?isico e la Lazio fatica. L’arbitro Maresca va un po' nel pallone lasciando correre troppo. E così nella sf?ida entra anche il nervosismo. Soprattutto tra i biancocelesti che già appannati nel f?isico lo diventano anche nella mente. Luis Alberto e Freuler vengono quasi alle mani. Nell'azione del primo gol di Gosens proteste veementi della Lazio che chiede una spinta di Hateboor ai danni di Marusic. L'arbitro e il Var lasciano correre. Episodio che alimenta ancora di più il nervosismo laziale. La squadra di Inzaghi nello spazio di 9 minuti (dal 32’ al 41’) ne prende altri due. Da mani nei capelli il movimento della difesa in occasione del raddoppio di Hateboor: in quattro vanno a chiudere su un giocatore lasciando libero l'olandese. E va anche sottolineato che entrambi i gol arrivano dalla sinistra dove Marusic fa una fatica infernale. Non va meglio nemmeno a destra dove anche Lazzari passa più tempo a rincorrere che a farsi correre dietro. E quando hanno la chance di fare male sbagliano. La Lazio prova a reagire con l'orgoglio ma è la traversa a spegnere gli entusiasmi di Immobile (non proprio nella serata migliore).
Maresca appannato. La Scarpa stavolta non è affatto d'oro. Nella ripresa si divora almeno un paio di volte il raddopio dopo il gol del 3—1 di Caicedo (tra i partenti e che ieri nemmeno avrebbe dovuto giocare). Una rete che avrebbe di fatto riaperto i giochi. Niente da fare. A spedire la Lazio nell’angolino ci pensa Gomez con uno straordinario gol. Inzaghi, capisce di non avere più speranze, e cambia Luis Alberto, Milinkovic e Lazzari. Una mossa in vista della gara di domenica alle 15 contro l'Inter (a punteggio pieno e con 9 gol segnati). Altro grande esame per capire davvero dove potrà puntare la Lazio. Soprattutto in una stagione Champions. Male l’arbitro Maresca che nega un rigore solare a Caicedo ammonendolo per simulazione. E non è l'unica scelta sbagliata. P.S. Al di là di tutto forse sarebbe il caso di trovare cinque minuti per f?irmare il rinnovo di contratto di Inzaghi. Sarebbe un segnale positivo. Una gesto da famiglia. Sempre che tutti siano d'accordo.
? Tratte dal Corriere dello Sport, alcune dichiarazioni post-gara:
Lucida, cinica e spietata l’Atalanta, sfortunata, ingenua e imprecisa la Lazio. Il risultato è un 4-1 in favore dei bergamaschi. Un passivo pesante, una sconf?itta che brucia e che fa male a Simone Inzaghi. L'allenatore esce dalla partita con tanti spunti su cui rif?lettere per migliorare e crescere, ma adesso l'obiettivo è voltare pagina in fretta: "Purtroppo gli episodi - ha spiegato il tecnico — non hanno girato dalla parte giusta. Bisogna rivedere bene la prestazione, abbiamo subito sicuramente delle reti evitabili. E non mi riferisco solo ai difensori, ma a tutta la squadra che doveva fare attenzione. Il quarto gol di Gomez lo puoi accettare, sugli altri dovevamo fare meglio. Complessivamente però abbiamo fatto una buona gara a livello di ritmo e di impegno. Abbiamo tenuto tanto il possesso del pallone, tirando di più dei nostri avversari. La differenza è che loro pur calciando meno volte in porta hanno segnato quattro gol, sono stati più bravi di noi. Chiaramente adesso commentiamo una sconfitta che fa male, ma che a mio giudizio non rispecchia quello che si è visto durante la partita. Noi in ogni caso abbiamo dato tutto quello che avevamo in questo momento. Evidentemente non basta contro determinate squadre come l'Atalanta". Non cerca alibi Inzaghi, prende atto di una sconfitta pesante. Ma al tempo stesso vuole tenere in considerazione pure gli aspetti positivi mostrati dai suoi giocatori. Anche la scorsa stagione alla fine del primo tempo la squadra biancoceleste era andata sotto 3-0 all’intervallo, ma rispetto ad allora effettivamente la Lazio non è apparsa così inerme e succube dell’avversaria.
In questa circostanza ha cercato di giocarsi le sue carte, mantenendo il possesso palla e creando molte occasioni (non sfruttate) in avanti, mostrandosi però troppo molle dietro: "La prestazione c’è stata, ai ragazzi ho detto che hanno messo un grandissimo spirito. Ripeto, secondo me il risultato non corrisponde a quello visto in campo. Sul 2-0 abbiamo colpito una traversa clamorosa, sul 3-1 c'è stata una palla di Immobile che si sarebbe potuta trasformare nel 3-2, invece l’abbiamo fallita e loro sul capovolgimento di fronte hanno segnato il 4-1. Purtroppo bisogna anche essere bravi a indirizzare gli episodi e questa volta non sono stati favorevoli a noi". A condizionare ulteriormente la gara è stato anche un atteggiamento fin troppo nervoso della squadra di Inzaghi, soprattutto nei riguardi dell'arbitro Maresca: "Purtroppo certe cose capitano. Ci possono essere state delle sviste, ma noi dovevamo essere comunque bravi a mantenere la calma per fare di più e meglio. Probabilmente ci siamo innervositi già al primo gol di Gosens, ma lo abbiamo fatto nel modo sbagliato. Non sappiamo se sia stato regolare o meno, ma cambia poco. In quel momento avevamo in mano la partita, avevamo cominciato bene. Probabilmente la miglior prestazione nelle sfide con l'Atalanta negli ultimi anni, compresa quella della finale di Coppa Italia che abbiamo vinto contro di loro". La Lazio ora non può far altro che leccarsi le ferite e iniziare a preparare il secondo big match di questo avvio di stagione, quello contro l’Inter all’Olimpico in programma domenica. Una sfida a cui Inzaghi ha iniziato a pensare già nella parte conclusiva del match con i bergamaschi, richiamando in panchina Lazzari, Milinkovic e Luis Alberto a venti minuti dalla fine: "Sapevamo di avere queste due partite molto importanti prima della sosta. Cercheremo di recuperare forze e energie, sperando di non commettere le disattenzioni che si sono viste con l'Atalanta".