Mercoledì 29 aprile 2015 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Parma 4-0 29 aprile 2015 - Campionato di Serie A - XXXIII giornata - inizio ore 20.45
LAZIO: Marchetti, Basta, Ciani, Mauricio, Radu (72' Braafheid), Cataldi, Parolo, Candreva, Felipe Anderson (64' Keita), Lulic, Klose (78' Mauri). A disposizione: Berisha, Strakosha, Novaretti, Konko, Cavanda, Ledesma, Oikonomidis, Djordjevic, Perea. Allenatore: Pioli.
PARMA: Mirante, Cassani (61' Santacroce), Mendes, Lucarelli, Gobbi, Lila, Lodi (75' Mariga), Nocerino, Varela, Belfodil, Palladino. A disposizione: Iacobucci, Bajza, Jorquera, Mauri, Coda, Ghezzal. Allenatore: Donadoni.
Arbitro: Sig. Calvarese (Teramo) - Assistenti Sigg. Schenone e Bianchi - Quarto uomo Sig. Longo - Assistenti di porta Sigg. Cervellera e Saia.
Marcatori: 10' Parolo, 13' Klose, 15' Candreva, 81' Keita.
Note: ammoniti Belfodil, Mirante, Varela, Klose. Angoli: 9-2. Recuperi: 0' p.t., 2' s.t.
Spettatori: 45.000 circa.
La Gazzetta dello Sport titola: "La Lazio urla 4 gol e resta seconda. Ciao Parma: è B. Parolo, Klose, Candreva e Keita: i biancocelesti non fanno sconti, l'ex squadra di Pioli retrocede. Il miglior centrocampo ha restituito brillantezza ai biancocelesti".
Continua la "rosea": Il primo pensiero è per il Parma. La squadra di Donadoni retrocede in B. Una sentenza scritta da tempo. Il fallimento del club emiliano ha trascinato a picco tutto il pianeta gialloblù. Tecnico e giocatori, però, hanno nobilitato questi mesi da incubo dando una lezione di serietà a tutto il calcio italiano. La partita vera del Parma comincia oggi quando il tribunale dovrebbe permettere ai gialloblù di finire il campionato. Non sarebbe accettabile un'ipotesi diversa. Lucarelli e compagni meritano di restare in pista fino all'ultimo secondo del torneo. Poi, sarà decisivo il mese di maggio e le aste per l'acquisto della società. Chi è interessato si faccia avanti. Troverà un potenziale importante e un patrimonio umano formidabile. Il Parma retrocede. La Lazio, invece, difende il suo secondo posto. Bastava svuotare l'infermeria per ritrovare una squadra da Champions. Pioli recupera alcuni dei suoi titolari e tutti i problemi d'incanto svaniscono: 4-0 e avanti con il testa a testa con la Roma. Inutile nasconderlo, alcuni giocatori sono più speciali di altri. Uno di questi è Marco Parolo. Il centrocampista aveva saltato un paio di partite per una frattura alla costola rimediata nella gara contro l'Empoli. Ieri è sceso in campo sfidando un dolorino ancora fastidioso. E dopo dieci minuti con un siluro da 25 metri realizza il gol che manda in tilt il Parma. Rotto il ghiaccio la Lazio dilaga. Al 13' segna Klose che ribatte in rete una respinta di Mirante e tre minuti dopo è Candreva a realizzare il 3-0 con una micidiale azione di contropiede. Un gol dedicato alla figlia Bianca, come è scritto sulla maglia bianca che l'attaccante mostra felice alla telecamere. Il definitivo 4-0 lo firma nella ripresa Keita. E anche questo è un momento importante visto che si tratta del primo centro dello spagnolo in campionato. Sarà un'arma in più per Pioli.
Tutto facile, insomma, per la Lazio che archivia il suo momento nero (un punto nelle ultime due partite), difende il secondo posto in classifica e ribadisce di avere uomini e personalità per respingere gli assalti di Roma e Napoli. Il recupero di Parolo e di Cataldi mette a posto il centrocampo. Aspettando, tra un paio di settimane, il ritorno dell'infortunato Biglia, il Pirlo biancoceleste. Questo per dire che la Lazio può ancora crescere. Pioli spera di avere l'argentino e anche l'olandese de Vrij (pure lui per il momento infortunato) per la delicata sfida contro l'Inter di Mancini. Chi può ritrovare con calma la forma migliore invece è Djordjevic, ieri in panchina dopo una lunga assenza. Al suo posto Klose sta facendo il fenomeno. Il campione tedesco è tornato a essere una macchina da gol. Il perfetto terminale di una squadra che ha grande facilità ad arrivare in porta grazie ad artisti del pallone come Candreva e Felipe Anderson (ancora non brillantissimo) e al potente Lulic. Tre perfetti trampolini di lancio. Dentro l'area, poi, ci pensa lui. Dodici reti in campionato, otto nel 2015. Il bomberone tedesco sta vivendo una seconda giovinezza e la sua classe e la sua esperienza sono benzina per una Lazio che sarà chiamata a un finale di campionato che ricorda un tappone alpino. Cinque partite tutte ad alto rischio. Il pareggio dell'Atalanta a Cesena condanna il Parma alla retrocessione. I gialloblù alzano bandiera bianca dopo sedici minuti e tre gol al passivo. Ma nella ripresa Lila scheggia la traversa con una conclusione dalla distanza e Palladino prova più volte ad addolcire il passivo. Nessuno comunque si illuda di trovare in questo finale di campionato una squadra-colabrodo. Gli allievi di Donadoni hanno dimostrato di avere orgoglio in dosi industriali. E alcuni elementi che il prossimo anno saranno comunque ancora in serie A.
Il Corriere dello Sport titola: "Lazio, poker da Champions. Parolo, Klose e Candreva chiudono la pratica Parma in 16 minuti. Nella ripresa arriva anche il gol di Keita. Gli emiliani salutano la A".
E' tornata la Lazio, anzi non era mai sparita. Si era solo presa una pausa. Troppe assenze pesanti e poca precisione ai tiro: non erano bastate 23 conclusioni per stendere il Chievo. La squadra di Pioli ieri ha invece asfaltato il Parma. Quattro gol, realizzando una tripletta nel giro di sei minuti: al quarto d'ora del primo tempo la partita era chiusa. Una bella risposta alla Roma che si è rimessa in moto e in attesa del Napoli. Il derby Champions è appena cominciato e alla volata la Lazio si presenta con un punto di vantaggio, tonica e spumeggiante. Fondamentale il recupero di Parolo e Cataldi a centrocampo per ridare slancio al motore. Determinanti come al solito Candreva e Klose. Lampi di Felipe, non ancora al top e primo gol in campionato per Keita, subentrato nel ?nale al suo amico brasiliano. Il Parma saluta la serie A. Con la sconfitta dell'Olimpico la retrocessione è matematica. La squadra di Donadoni ha salvato l'onore e la dignità anche ieri sera di fronte a un avversario troppo forte. Ora la speranza è di restituire il calcio a una città che non meritava e ha soltanto subìto il fallimento di Ghirardi. Per dieci minuti brividi e silenzio hanno sovrastato l'Olimpico, perché al pronti e via il Parma era già arrivato due volte davanti a Marchetti. Ii portierone di Bassano è uscito bene su Nocerino, servito da un colpo di tacco di Lila e al settimo ha respinto di pugno la sassata di Palladino dal limite dell'area. Occasione da gol limpida.
Era come se la Lazio fosse stordita e fosse ancora alla ricerca di se stessa dopo la sconfitta con la Juve e il pareggio con il Chievo. La scossa è arrivata dal tabellone dell'Olimpico che annunciava il gol di Doumbia e il sorpasso temporaneo della Roma. La magìa sul campo, invece, l'ha riaccesa Parolo. Voleva giocare con i suoi vecchi amici del Parma, recuperato in extremis da una frattura alla costola. Alla prima ripartenza della Lazio, ha colpito con un destro da 25 metri di rara bellezza. Sgommata di Candreva sulla fascia sinistra, appoggio a Lulic, rapido scarico a Parolo, sventola all'incrocio dei pali con effetto a uscire, niente da fare per Mirante. Ottava rete in campionato per l'ex del Parma. Quel gol ha avuto l'effetto di entusiasmare e ricaricare la Lazio. Era come se i biancocelesti avessero bisogno di tornare a divertirsi come non erano riusciti nelle ultime due settimane. E allora s'è rivista la squadra travolgente di Pioli, abilissima ad attaccare la profondità. Chiave tattica semplice: continuo movimento e scambio tra Lulic, Candreva e Felipe a ridosso di Klose. Fraseggio corto e appoggio dell'azione su Basta alternato ai lanci di Cataldi, sistemato in regia. E per la prima volta l'ex capitano della Primavera ha potuto sfoggiare le sue qualità di palleggio e di visione di gioco. Rispetto a Biglia, è meno efficace nel fraseggio ma più incisivo nel ribaltare la manovra e servire gli attaccanti. In sei minuti sono arrivati tre gol. Al 13' il raddoppio firmato da Klose. L'azione è partita da Candreva e l'ha rifinita Felipe. Il brasiliano ha lasciato sul posto Gobbi e ha crossato con un rasoterra potente al centro dell'area. Mirante ha respinto il sinistro di Radu ma non ha potuto evitare il tap-in del tedesco, al dodicesimo gol in campionato, il nono nelle ultime 14 giornate.
Sono passati altri tre minuti e la Lazio ha trovato il terzo gol, ancora sfondando la difesa del Parma con una percussione centrale. Lulic ha toccato di testa e Candreva è scattato bucando Mendes e Lucarelli, ha atteso l'uscita di Mirante e lo ha beffato di destro. Ottava prodezza dell'azzurro con dedica alla figlia Bianca, che lo applaudiva in Monte Mario. Il Parma, che pure era stato messo bene in campo da Donadoni, ha accusato il colpo. Per Lucarelli e i suoi compagni, dopo diverse belle partite, si cominciava a materializzare la realtà della retrocessione. Hanno però continuare a correre, a contrastare, a giocare cercando almeno un gol per rimettere in discussione il risultato. Lo avrebbe meritato Lila: traversa. Klose s'è fatto ammonire (era diffidato e salterà Bergamo), Pioli ha sganciato Keita, la Lazio ha gestito il risultato per arrivare in fondo senza danni e ha fatto segnare lo spagnolo, servito da Candreva. L'Olimpico ha festeggiato pensando al duello Champions con la Roma: resterà aperto almeno sino al derby del 24 maggio.
Il Messaggero titola: "Lazio, così va bene. Dopo il mezzo passo falso con il Chievo la squadra di Pioli ritrova i gol e il successo contro il Parma. Primi minuti da brividi poi si scatenano Parolo, Klose e Candreva. Nel finale quarta rete di Keita".
Il sorpassino romanista è durato lo spazio di 5 minuti, pochi chilometri sulla corsia di sinistra, effimera illusione spezzata dal destro divino di Marco Parolo che rimetteva le cose a posto, riportando la Lazio davanti ai giallorossi. Poi era il tempo dello show biancoceleste: calcio d'autore, quello con tante bollicine, fatto di inserimenti, verticalizzazioni, occasioni e altri 2 reti per chiudere il conto con il Parma che, dopo un avvio spigliato, diventava frollo e vulnerabile e veniva ammansito senza problemi. La Lazio, con l'argento vivo addosso, prendeva al guinzaglio la partita, la giocava con personalità, determinazione e agio lasciando un segno profondo e indelebile nelle sue pieghe. Tutti i timori sparivano in fretta da un Olimpico che, trascinato dall'ottima prova della squadra, ritrovava la verve e i decibel delle serate migliori. Pioli cambiava tre elementi rispetto al Chievo: Ciani in difesa, Cataldi e la sorpresa Parolo in un centrocampo che appariva subito più vivace, agile e continuo nella costruzione. Il Parma veniva schiacciato sul piano del ritmo e degli stimoli perché la Lazio aggrediva, recuperava palla alto e ripartiva rapida negli spazi. I biancocelesti sfruttavano al meglio la velocità di Candreva e Felipe sulle fasce, dove gli emiliano andavano in costante ambasce, e la vena realizzativa di Klose, più che mai totem nel cuore dell'area. In pratica la sfida è finita ancora prima di cominciare: troppo evidente la differenza della cifra tecnica e la solidità delle formazioni in campo, con la Lazio che non ha mai mollato la presa, neppure sul 3-0.
Ha ovviamente abbassato il ritmo, gestito la situazione tentando di cloroformizzare il gioco, con un'attenta e sagacia circolazione del pallone, rischiando pochissimo e cercando la profondità con guizzi improvvisi. Sono bastati un paio di recuperi importanti per restituire alla squadra la sua vera identità tattica e una manovra collaudata e incisiva. Gli emiliani, reduci da una serie di risultati positivi, venivano accreditati di buone credenziali, però hanno incontrato un avversario che ha ritrovato passo, spirito e gol. E non hanno avuto scampo, nonostante abbiano comunque lottato nella ripresa per evitare che la sconfitta, seppur pesante, si trasformasse in una mattanza. La Lazio è apparsa soddisfatta del risultato, ha fatto più che altro accademia come si trattasse di un proficuo allenamento. Anderson, ancora un po' sottotono, Klose ha probabilmente cercato un'ammonizione che gli costerà la squalifica ma che gli consentirà di essere in campo nelle ultime e decisive gare. C'è stata gloria anche per Keita, che magari giocherà titolare a Bergamo, il quale ha inseguito e trovato il primo gol in campionato. La festa è così diventata completa per una Lazio tornata prepotentemente vittoriosa e protagonista. Ha rintuzzato l'assalto della Roma, in questo derby infinito, e oggi attende la risposta del Napoli a Empoli. La lotta Champions è entrata nel vivo, con la squadra di Pioli più che mai decisa a difendere il secondo posto. Soprattutto adesso che è tornata a segnare tanto usando il fioretto.
Tratte dal Corriere dello Sport, alcune dichiarazioni post-gara:
Dove eravamo rimasti? A due partite fa, al quattro a zero sull'Empoli che era valsa l'ottava vittoria consecutiva. Poi la sconfitta in casa della Juventus e il pari amaro all'Olimpico contro il Chievo. Eppure Pioli era convinto che la sua Lazio non fosse sparita, anzi. Il tecnico aveva difeso le ultime due prestazioni dei suoi, parlando soltanto di poca incisività, di episodi poco fortunati e di squadra allungata. Nessun calo di forma, quindi. E la partita con il Parma - seppure per la Lazio si metta subito bene - gli dà ragione. In sei minuti, dal 10' al 16', i biancocelesti sistemano la pratica Parma, sulla quale arriva nel ?nale anche la ciliegina di Keita. Un 4-0 che vale una bella iniezione di fiducia per i biancocelesti in vista della trasferta in casa dell'amico Reja, domenica a Bergamo contro l'Atalanta. Anche perché già da ieri sera, con la conferma del secondo posto solitario, i tifosi laziali sono tornati sereni in vista dei prossimi impegni. "Abbiamo avuto il giusto impatto - racconta Pioli alla fine - e non dobbiamo farci ingannare dal risultato largo perché abbiamo battuto una squadra che stava facendo bene". Pioli non vuole pensare all'intero finale di campionato. Da sempre è abituato a ragionare di partita in partita: "E' continueremo a farlo, pensando con la squadra a restare concentrati solo sull'Atalanta. A Bergamo vogliamo fare punti, per me è la prossima la partita più importante. Vorrei solo ricordare che siamo in lotta con squadre che erano state costruite per vincere lo scudetto e per andare avanti nelle coppe: per noi questo è motivo di orgoglio".
Anche perché il rush si preannuncia equilibratissimo: "Come tutto il campionato - conferma Pioli - gli avversari sono molto forti, si deciderà tutto nelle battute finali. E pensiamo solo a noi stessi, non certo a ciò che fanno gli altri". La Lazio gli è piaciuta: "L'importante è muoversi sempre, lo abbiamo fatto e infatti abbiamo trovato trame e imbucate giuste con maggiore frequenza". Grandi meriti alla regia di Cataldi. Pioli, però, non pone limiti al ragazzo: "Se da regista può diventare un campione? Può diventare un centrocampista totale. Deve ancora crescere ma ha già grandi qualità, è intelligente e dinamico. A metà campo può fare qualsiasi tipo di lavoro, ha fatto un'ottima partita". Poi Keita, che è tornato al gol: "Per lui è importante - racconta il tecnico biancoceleste - perché lo stava cercando e quando non riesci a sbloccarti rischi di intestardirti. Ci potrà dare tanto d'ora in avanti, in qualsiasi posizione giocherà". E proprio Keita può essere scelto come centravanti a Bergamo, dove mancherà Klose per squalifica: "Il giallo di Miro ci può stare, vorrà dire che sarà pronto per le ultime quattro... E se il terminale sarà Keita sono convinto che farà bene".