Martedì 14 gennaio 2014 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Parma 2-1 14 gennaio 2014 - Coppa Italia - Ottavi di finale - inizio ore 21.00
LAZIO: Berisha, Konko, Ciani, Novaretti (76' Dias), Radu (56' Cavanda), Onazi, Biglia, Felipe Anderson, Ederson (66' Candreva), Keita, Perea. A disposizione: Strakosha, Guerrieri, Biava, Vinicius, Ledesma, A. Gonzalez, Klose, Floccari. Allenatore: Reja.
PARMA: Bajza, Cassani, Paletta, Felipe, Gobbi, Gargano, Marchionni, Parolo, Sansone, Cassano, Biabiany (66' Palladino). A disposizione: Mirante, Coric, Mesbah, Lucarelli, Rosi, Kone, Acquah, Galloppa, Munari, Mendes, Amauri. Allenatore: Donadoni.
Arbitro: Sig. Gervasoni (Mantova) - Assistenti Sigg. Stallone e Preti - Quarto uomo Sig. Tagliavento.
Marcatori: 25' Perea, 43' Biabiany, 91' Perea.
Note: ammoniti Biglia, Felipe, Perea, Cassani. Calci d'angolo: 7 - 5. Recuperi: 3' p.t., 2' s.t.
Spettatori: 9.000 circa.
La Gazzetta dello Sport titola: "Lazio all’ultimo soffio. La doppietta di Perea condanna il Parma. L’attaccante colombiano regala i quarti di finale a Reja. Non basta il gol di Biabiany: Donadoni beffato nel recupero".
Continua la "rosea": All’ultimo respiro e con un pizzico di fortuna. La Lazio prima si fa apprezzare, poi soffre, infine s’impone e passa il turno contro un Parma timido all’inizio, ma poi bello e sprecone. Partita equilibrata, con i padroni di casa molto bene nella prima mezzora e gli ospiti più propositivi nella restante ora di gioco. L’epilogo dei supplementari sarebbe il più logico, oltre che il più dispendioso per entrambe. A evitarli provvede, in pieno recupero, quel Brayan Perea che, grazie alla freschezza dei suoi 20 anni, è il più lucido a capire la traiettoria del cross di Candreva e a tradurlo nel gol qualificazione. Da Perea a Perea, il debutto stagionale in Coppa Italia dei detentori del titolo è nel segno del colombiano. E’ lui che apre le marcature al 25’, sfruttando una mezza papera di Bajza sul tiro di Anderson. L’1-0 arriva, meritatissimo, al termine di un segmento di partita tutto biancoceleste. La Lazio-2 funziona grazie soprattutto al trio di fantasisti nel 4-2-3-1 escogitato da Reja. Ma c’è anche un rovescio della medaglia che si intravede nella parte finale del primo tempo e poi ancor di più nella ripresa. E’ la mancanza di un adeguato filtro in mezzo che il Parma mette a nudo col passare dei minuti. Dopo un inizio fin troppo guardingo, la squadra di Donadoni esce bene nella ripresa dopo aver segnato sul finire del primo tempo con Biabiany che, lasciato solo, capitalizza il cross di Cassani. Il Parma si fa apprezzare grazie all’ormai abituale ed efficace 4-3-3. Agli ospiti manca l’ultimo passaggio. Colpa del riabilitato Cassano che si accende solo a tratti. Eppure la palla che può dare la qualificazione al Parma c’è: arriva al 24’ quando Sansone fallisce da pochi passi. La Lazio barcolla, ma non crolla. E alla fine si prende partita e qualificazione. Fondamentali i cambi nel finale. Donadoni toglie l’ottimo Biabiany per un Palladino che non entra mai in gara. Reja invece, dopo aver pensato a Klose, pesca in panca il titolarissimo giusto: Candreva. L’azzurro manda in crisi la difesa del Parma e poi scodella il cross del 2-1.
Il Corriere dello Sport titola: "Perea, doppietta al Parma. La Lazio passa ai quarti. La squadra di Reja vince 2-1. Per i gialloblĂą rete di Biabiany. I biancocelesti sfideranno il 29 gennaio la vincente di Napoli-Atalanta".
Continua il quotidiano sportivo romano: Perea trascina la Lazio, ma quanta fatica per battere il Parma. La squadra di Reja supera i gialloblù 2-1 qualificandosi per i quarti di finale della Coppa Italia grazie alla doppietta del giovane colombiano. Il gol vittoria al 91’ regala ai biancocelesti la sfida del 29 gennaio contro la vincente di Napoli-Atalanta. Dopo i quattro punti in due gare di campionato, quindi, la cura Reja funziona anche in coppa mentre la squadra di Donadoni può recriminare per le numerose occasioni sprecate nel secondo tempo. Insieme a Ederson, Reja schiera in avanti il baby trio Felipe Anderson-Keita-Perea. A proteggere la difesa Onazi e Biglia, mentre Ciani-Novaretti è la coppia centrale di difesa. Donadoni risponde rilanciando dal 1’ Cassano, supportato in avanti da Biabiany e Sansone. Un 4-3-3 equilibrato, che però va in difficoltà sulle folate offensive dei biancocelesti. Nei primi 20’, infatti, la Lazio costruisce tre nitide palle gol non riesce a sfruttare. Al 2’ Radu di testa sfiora il palo di pochi centimetri. Al 16’ è la volta di Keita, servito ottimamente da Onazi, che spreca tirando alto davanti a Bajza. Poco dopo il portiere gialloblù para senza problemi un colpo di testa ravvicinato di Perea. L’attaccante biancoceleste ci riprova al 25’ e questa volta gli va bene. Su una conclusione insidiosa di Felipe Anderson, il portiere slovacco respinge male regalando a Perea la palla dell’1-0. Il Parma prova a reagire con Cassano, ma il tiro a giro di destro della stella gialloblù finisce a lato. Più grande l’occasione che capita sul piede di Parolo poco dopo, ma Berisha è molto bravo nel tuffarsi e deviare in angolo. La Lazio si fa più timida e al 43’ cade. Cross dalla destra, Biabiany controlla in area indisturbato e fa 1-1.
In avvio di ripresa la Lazio non riesce a ritrovarsi. Allungata nelle distanze tra reparti e lenta in mezzo al campo, la squadra di Reja si trova in difficoltà e dopo un tentativo di Onazi parato da Bajza, il Parma si fa pericoloso. Al 4’ giocata da applausi di Cassano che offre a Gargano un assist perfetto. Il piatto dell’ex Napoli, però, è completamente sbagliato. Il tecnico biancoceleste è preoccupato e cambia. Fuori Radu, dentro Cavanda. Poco dopo arriva il turno di Candreva al posto di Ederson. Donadoni risponde inserendo Palladino per Biabiany. La Lazio continua a sbandare in difesa e al 24’ Sansone spreca un’occasione incredibile appoggiando a Berisha con la porta completamente vuota. Novaretti è in grande difficoltà e al suo posto entra Dias. I supplementari sembrano ormai cosa certa, ma al 46’ Perea spunta in area gialloblù e batte Bajza regalando alla Lazio il passaggio ai quarti.
Il Messaggero titola: "Perea rilancia la Lazio".
Continua il quotidiano romano: Quando i titoli di coda sono già partiti e quando i supplementari sembrano proprio inevitabili, ecco il momento che cambia il destino della serata e porta la Lazio ai quarti della Coppa Italia. Un successo firmato da Perea e acciuffato nel primo dei 2 minuti di recupero, concessi da Gervasoni. Un rete improvvisa, che scaccia le paure che allignano sugli spalti, dà una boccata di ossigeno alla Lazio che elimina un buon Parma. Reja, come annunciato, rivoluziona completamente la squadra che ha schierato nelle 2 gare di campionato, e dà ampio spazio ai giovani. Negli undici non ci sono italiani in campo. Il trio d’attacco: Anderson-Perea-Keita non arriva ai 60 anni complessivi, un’iniezione di gioventù. L’intento del tecnico è quello di restituire alla formazione freschezza, vivacità e velocità , caratteristiche che sono mancate nelle ultime esibizioni. Una Lazio più offensiva del solito che prende subito al guinzaglio la partita, con alcune iniziative interessanti che la portano vicina al gol: Perea spreca da sotto misura, Keita alza la mira, ancora Perea devia fiacco di testa. Il colombiano, al terzo tentativo, riesce a segnare, bravo a ribadire in rete una corta respinta di Bajza, su conclusione di sinistro di Anderson. Per il centravanti si tratta del centro stagionale, uno per ogni competizione. Nel finale si regalerà anche il quarto gol, quello pesante e decisivo. Il giovane brasiliano Anderson appare più spigliato, esibisce un paio di spunti buoni anche se finisce per smarrirsi nel momento più importante dell’azione. Ma la sensazione è che Reja gli chieda dei compiti di copertura ai quali non è portato e che, probabilmente, lo limitano quando c’è da capovolgere il fronte del gioco.
I biancocelesti comandano il gioco per metà tempo, almeno fino al vantaggio. Poi il Parma esce dal guscio, prova a reagire, alimentando la manovra sulle corsie esterne: con i guizzi di Biabiany e Cassano e con la spinta efficace di Parolo. Spreca un paio di situazioni per il pareggio che agguanta allo scadere con Biabiany, dimenticato da Konko, nel cuore di una difesa che, almeno nell’occasione, si dimostra distratta e imbalsamata. Le sfide di Coppa Italia hanno quasi sempre una connotazione tattica meno bloccata e lasciano spazi maggiori per la manovra in velocità , perciò la prima frazione risulta vivace e godibile, con una Lazio che si dimostra sicuramente più frizzante e incisiva. E con Ederson finalmente in grado di cambiare passo e incidere nel cuore della trequarti emiliana. A testimonianza della precaria condizione atletica del gruppo di Reja, arriva puntuale una netta flessione nella ripresa. Il Parma, più fresco e meglio organizzato, avanza il raggio d’azione di una ventina di metri, mettendo spesso alle corde la fragile difesa biancoceleste. Gli emiliani fanno vedere le giocate migliori, però sbagliano troppe volte l’ultimo tocco, quello che dovrebbe liberare l’uomo al tiro. La Lazio soffre, stringe i denti, prova a ripartire ma il trio offensivo perde di forza e di lucidità e neppure l’ingresso di Candreva riesce a rivitalizzare una manovra opaca. Il Parma costruisce al 24’ una nitida palla-gol per vincere ma Sansone, al momento del tocco vincente a due passi dalla riga, finisce per cadere sulla palla davanti all’incredulo Berisha.
Poi tocca a Palladino, pressato da Ciani, sprecare un’altra opportunItà nei pressi dell’area piccola. La Lazio perde compattezza e distanza tra i reparti, al cospetto di un avversario che attacca con 6-7 elementi e con il portatore di palla in grado di scegliere quasi sempre più soluzioni. La formazione di Donadoni fa la partita, però manca di uno stoccatore (Amauri resta in panchina) e non concretizza tutto il volume di gioco prodotto dai centrocampisti. Il Parma sbaglia e la Lazio capitalizza l’unica vera occasione di tutto il secondo tempo, con un guizzo di Perea che approfitta di una dormita generale dell’intera difesa ospite e firma la doppietta personale. Una rete che vale vittoria e qualificazione. La Lazio avanza, affronterà la vincente tra Napoli e Atalanta. Il Parma esce di scena a testa alta, con qualche recriminazione.
Tratte dalla Gazzetta dello Sport, alcune dichiarazioni post-gara:
Il 26 maggio lo ricordano tutti, ma il 19 dicembre? La Lazio che poi sarebbe entrata nella storia era praticamente fuori dalla Coppa Italia. Ci pensò Ciani a tenerla in vita, segnando al Siena e portando l’ottavo di finale ai supplementari, prima dell’epilogo ai rigori. Ieri, sempre sotto la Nord, è stato Brayan Perea a scacciare i fantasmi di una coppa da riconsegnare già a gennaio. Non aveva mai segnato all’Olimpico, Perea: lo aveva fatto a Bergamo e a Varsavia, nel giorno in cui la Lazio conquistò la qualificazione ai sedicesimi di Europa League. Anche quella sera, in Polonia, era tutta straniera e passò il turno, come ieri. Sorride, Brayan: "Abbiamo vinto col cuore, dedico la doppietta ai tifosi. Io sono pronto, lo sa pure Reja, anche se quando un giocatore non gioca da tanto fa fatica: mi ha detto che devo migliorare tanto. Ci manca fiducia, ma vittorie come questa aiutano a riacquistarla". Nella serata in cui Klose si era prima tolto poi rimesso la tuta, il colombiano ha mandato un messaggio al tecnico, che davanti vuole rinforzi. "Ho parlato con il presidente, chiedendogli qualche giocatore — dice Reja —. Lui ha detto che mi accontenterà , anche se Perea è un giocatore che fa reparto da solo e meglio di così non poteva fare. Quello del 2-1 è un gol bellissimo che ci dà carica e sicurezza, perché la squadra gioca con la paura, e ancora non la riconosco. Non dico che meritavamo la vittoria, ma la squadra ha avuto grande cuore e voglia di vincere". Una Lazio giovane, ma a cui nella ripresa si è accesa la spia rossa: "Non siamo brillanti, però non si può ottenere tutto e subito. Ci arriveremo: oggi (ieri, ndr) si è comunque visto che abbiamo due squadre. Keita? Ha margini di miglioramento, ma è come un alberello: quando è piccolo bisogna dargli un supporto per crescere, perché a volte i giovani crescono un po’ inclinati". Chiusura su Hernanes: "Ci ho parlato, l’impressione è che stia benissimo. Quando ci sono opportunità per migliorare, i ragazzi si guardano attorno, ma credo rimarrà con noi". Reja, il 26 maggio, non c’era, e neppure Perea e Felipe Anderson, che dice: "A Bologna è andata male, ma ho parlato con Reja ed è andata meglio. Ho capito il campionato italiano, e questa è la mia posizione giusta: ora devo soltanto giocare". C’era, eccome, Antonio Candreva, che ha servito l’assist per il secondo, decisivo, gol di Perea ai danni del Parma: "Ci tenevamo a vincere e quindi passare il turno perché siamo i campioni in carica e anche quest’anno vogliamo provare ad arrivare in fondo". Senza poter rivivere il derby in finale, ma in semifinale forse sì.
Dal Messaggero:
All’ultimo battito del cuore, si strappa la maglia e scalcia la bandierina: è l’esultanza sfrenata di Brayan. Doppio pallonetto, finalmente la prima volta di Perea all’Olimpico: terzo e quarto gol per il "Coco", dopo Bergamo (Campionato) e Varsavia (Europa League). E’ l’unico biancoceleste ad aver segnato in tutte le competizioni: "E’ cresciuto, si muove molto e fa gol", la scoperta di Reja. "Siamo una grande squadra e dobbiamo vincere sempre. Io devo solo continuare così, sto imparando da Klose, gli chiedo di tutto ogni giorno. Dedico la doppietta a Dio, alla famiglia e ai tifosi che credono nelle mie qualità . Le critiche non mi spaventano", risponde l’allievo Perea. Si fa il segno della croce, benedice prima un rasoterra di Felipe Anderson, poi un assist di Candreva allo scadere: "E’ un momento difficile, sono dieci giorni che lavoriamo bene e ci tenevamo tanto a passare il turno. Siamo campioni in carica e vogliamo arrivare in fondo in Coppa Italia. Penso che stiamo bene, ma non ancora al top". Un eufemismo, a sentir Reja: "Non meritavamo di vincere, non riconosco ancora la mia Lazio. Per il 30% c’è un problema mentale, abbiamo paura, il resto sono guai fisici e tattici. Abbiamo bisogno di ritrovare la condizione, non è un momento brillante. Ma le vittorie ci aiutano a ritrovare le sicurezze che ci mancano". Dimenticare il secondo tempo: Perea salva la faccia alla Lazio. Aveva ciccato un’occasione d’oro dopo un minuto, s’intestardiva sui soliti tacchetti, poi la doppietta liberatoria. A scavalcare le critiche e gli ottavi di Coppa Italia: "Anch’io voglio vincerla, mi sarebbe piaciuto esserci quel 26 maggio", urlava già il 5 giugno, dopo le visite mediche in Paideia.
Gli avevano mostrato le immagini della festa eterna, prima di rispedirlo due mesi nel limbo del Deportivo Cali. A settembre si presentava a Formello per occupare il posto ingombrante da extracomunitario lasciato vuoto da Yilmaz. Mica facile per questo bambinone gigante con centottantotto centimetri di gracile allegria. Reja lo striglia di continuo, lo istruisce sulla posizione. Lo stava sostituendo con Klose, lo benedice al novantunesimo: "Lui e Felipe Anderson hanno dimostrato coraggio, li ho pungolati e hanno risposto. Straordinario Onazi a centrocampo. Biglia ha carattere – assicura Reja – e domenica ci dimostrerà la sua qualità ". L’esperimento "nuovi" funziona a metà : "Nessun rischio, ho messo in campo la squadra che stava meglio fisicamente. Dovevo vedere all’opera Novaretti e Ciani". Dopo Biava e Dias c’è il vuoto: "La Lazio tornerà sul mercato, ne ha necessità ". Tutto su Quagliarella e magari su un difensore. Coi soldi del Profeta? Reja non si oppone, la Lazio è pronta ad aprire l’asta: "Hernanes? Per ora è meglio non sbilanciarsi", sussurra Tare. In Inghilterra lo seguono Tottenham, Arsenal e Liverpool, in Spagna c’è l’Atletico Madrid di Simeone, in Italia lo ha chiesto Mazzarri, Galliani ne ha parlato con Lotito. Che vuole 18 milioni, ma può forse cedere a 15-16: la plusvalenza sarebbe comunque di quasi dieci milioni contro una richiesta di rinnovo tra i 2,5 e i 3 milioni a stagione. Ne guadagna 2,4, Guarin, che Reja voleva già alla Lazio: l’Inter accetterebbe subito lo scambio, ma il giocatore non ci sta. Floccari bisbiglia il sì al Bologna.