26 agosto 2015 - Champions League - Turno preliminare (Play Off), gara di ritorno - inizio ore 20.45
BAYER LEVERKUSEN: Leno, Hilbert, Tah, Papadopoulos, Wendell, L. Bender, Kramer, Calhanoglu (79' Kruse), Bellarabi (89' Ramalho), Kiessling, Mehmedi (75' Brandt). A disposizione: Kresic, Donati, Beenisch, Ryu. Allenatore: Schmidt.
LAZIO: Berisha, Mauricio, de Vrij, Radu (56' Kishna), Basta, Onazi (82' Morrison), Parolo, Lulic, Felipe Anderson (70' Gentiletti), Keita, Candreva. A disposizione: Guerrieri, Cataldi, Milinkovic, Konko. Allenatore: Pioli.
Arbitro: Sig. Velasco Carballo (ESP) - Assistenti Sigg. Alonso e Yuste (ESP) - Assistenti arbitrali aggiunti Sigg. Gil Manzano e Del Cerro (ESP) - Quarto arbitro Sig. Nevado Rodriguez (ESP).
Marcatori: 40' Calhanoglu, 48' Mehmedi, 88' Bellarabi.
Note: espulso al 68' Mauricio per doppia ammonizione per gioco scorretto. Ammoniti: Bellarabi per proteste, Wendell per comportamento non regolamentare, Hilbert, Parolo e Lulic per gioco scorretto. Angoli: 9-4 Recuperi: 0' p.t., 3' s.t.
Spettatori: 28.222.
La Gazzetta dello Sport titola: "Una piccola Lazio si butta via. Difesa horror, passa il Bayer. Due errori di de Vrij e Mauricio (poi espulso) spianano la strada al Leverkusen che colpisce con Calhanoglu e Mehmedi. Bellarabi fa 3-0. Biancocelesti sempre in affanno".
Continua la "rosea": La Uefa, inondata di denaro dalle tv, risarcirà con paracaduti più cospicui anche le retrocesse nella coppa minore. Quanto allo stracitato ranking, familiare ormai come se fosse il nome del cane del vicino, non cambia moltissimo: si è perso il bonus d'entrata in Champions, ma i punti si guadagnano anche in Europa League, basta però saper vincere. Azione che alle italiane riesce poco in area Uefa, soprattutto in agosto. La Bundesliga in estate ci ha superato da tempo: un'altra dimostrazione è andata in scena ieri, confermando che lo spareggio è sempre una tortura per le nostre squadre. Si sapeva che negli ultimi cinque tentativi ne erano state eliminate quattro, mentre i tedeschi nello stesso periodo ne avevano persa soltanto una; si sperava che la tendenza non diventasse una sentenza per la Lazio: invece non ci scappa, nonostante il successo dell'andata. L'esito è inoppugnabile, l'equilibrio fragile della settimana scorsa non è durato nemmeno un tempo. Poi la Lazio è crollata, per errori propri e mancanze di uomini, carattere e anche forza. Mentre a Roma aveva ribattuto colpo su colpo, qui si affloscia appena prima e dopo l'intervallo. A metà ripresa resta anche in dieci, per il doppio giallo in otto minuti a Mauricio, mentre sullo 0-0 l'arbitro non aveva considerato un mani di Tah in area. Ma oltre ai tre gol, i laziali lasciano anche 22 tiri agli avversari, mai successo in tutto lo scorso campionato.
Stefano Pioli aveva sentito parlare bene di Roger Schmidt già prima di questo scontro. Era stato Pep Guardiola a descrivergli le virtù dell'allenatore del Leverkusen, perché il Bayern aveva giocato a Salisburgo un'amichevole durante la sosta invernale e da un viaggio di poco significato uscì una sconfitta per 3-0. Anche se non era un gara vera, perdere così fa sempre riflettere Pep. E sull'altra panchina c'era Schmidt, poi ritrovato in Bundesliga. Dunque se il collega italiano aumenta il numero dei difensori puri (3-4-3), il tedesco fa crescere la fila delle sue punte: ne piazza tre, con Bellarabi e Mehmedi ai lati di Kiessling. E quando i laziali diventano cinque, sale anche Calhanoglu: 4-3-3 sempre oscillante in 4-2-4 e 4-4-2. Così il Bayer toglie la superiorità ai rivali, li costringe all'affanno fin dalla partenza difensiva. "Calha", Mehmedi e Bellarabi vanno anche a segno, mentre Kiessling è un diavolo, fra falli presi e incursioni (una va sull'incrocio dei pali). E' vero che le reti sono degli omaggi: prima di de Vrij, poi di Mauricio, quindi il contropiede a campo aperto quasi allo scadere. Però anche prima la Lazio, senza un palleggiatore come Biglia, ansima troppo nella sua trequarti e riesce raramente a distendersi. Quando avviene però Keita impegna due volte il portiere Leno. Ma è un'illusione del primo tempo. In inferiorità e con l'angoscia del recupero, la Lazio si prosciuga. Pioli, pur se non ha battuto con tre gol il Bayern, talvolta riesce a uscire da uno scontato 5-4-1 senza possesso. Infatti uno tra Candreva e Anderson cerca di restare più alto, traducendo in 5-3-1-1 la sistemazione tattica. E quando riesce a dare profondità a Keita, la Lazio può almeno togliersi di dosso la pressione e restare meno compressa. Per tentare di arrivare alla rete che sul 2-O avrebbe ribaltato il tavolo, il tecnico mette Kishna per Radu, ripristina la difesa a quattro e davanti prova con il 3+1. Ma è poco il tempo per rianimarsi: dopo il rosso deve togliere Felipe Anderson (ancora deludente) e buttare dentro Gentiletti per irrobustirsi.
Visto che sono fuori Marchetti, Klose, Biglia e Djordjevic, non è che a Pioli resti molto per la mossa della disperazione. Ma a tradirlo sono anche i troppi errori nelle scene cruciali e quasi nessuno si salva. Talvolta serve una vita per rimediare ai proprio sbagli, ma il Leverkusen non ha tutto questo tempo e impiega una sola settimana per redimersi. Papadopoulos, pessimo all'Olimpico, resta pulito. Il greco che si mette a pregare prima del via, forse chiede soccorso a Zeus e viene ascoltato. Davanti non vengono fallite occasioni in sequenza, anzi il Bayer vola sulle disgrazie altrui. Calhanoglu ancora una volta è il migliore, dimostrando oltre al senso del gol anche disponibilità al sacrificio tattico. Per la decima volta il Bayer entra nei gironi di Champions, per la quinta volta su cinque supera il playoff. Questione anche di testa.
Il Corriere dello Sport titola: "Addio sogno Champions. Il Bayer fa 3-0 con Calhanoglu, Mehmedi e Bellarabi. I biancocelesti eliminati: vanno in Europa League".
Prosegue il quotidiano sportivo romano: Niente Champions. La Lazio scende in Europa League perché non è ancora pronta per il salto e perché non è arrivata bene all'appuntamento decisivo della stagione. Senza un centravanti di ruolo e non certo per colpa di Pioli, penalizzata dall'infortunio di Biglia e dagli errori di una difesa in cui anche il migliore come de Vrij, in ritardo di condizione, ha tradito. S'è aggiunta anche l'espulsione di Mauricio e in dieci sarebbe stata un'impresa titanica qualificarsi. Era dura resistere e conservare il gol di vantaggio firmato da Keita all'Olimpico. Troppo forte il Bayer Leverkusen. Ne hanno fatto tre i tedeschi e hanno rimontato, gestendo con pazienza, decisione e personalità la partita. Sono venuti fuori i limiti di esperienza e le lacune in alcuni ruoli della Lazio. Pioli, di più, non poteva fare. Il suo piano difensivo è saltato con il primo gol realizzato da Calhanoglu. Sarebbe servita maggiore fortuna o che l'arbitro spagnolo concedesse a Keita un rigore grosso come una casa (fallo di mano di Tah) sullo 0-0. A quel punto sarebbe cambiato tutto, ma i rimpianti sono legati all'episodio. L'analisi complessiva dei valori visti in campo è diversa. Per quaranta minuti è stata una partita difensiva, contrasti, poco palleggio, duelli in ogni zona del campo. Pioli con la difesa a tre ha ottenuto l'effetto di "alzare" la Lazio di una decina di metri e l'azione di Onazi e Parolo su Bender e Kramer permetteva di tenere lontano i tedeschi dall'area. Candreva e Felipe lavoravano da trequartisti e molto meno da esterni, ma il brasiliano ha faticato a entrare in partita, spesso intimidito dal ritmo e dall'aggressività del Bayer. A questi livelli non si possono perdere così tanti palloni.
Davanti Keita era isolato, ma almeno sgomitava. In avvio si è ritrovato subito a contatto con Leno, che ha evitato il peggio tirando via il pallone con i piedi, e poi alla mezz'ora ha fatto gridare il gol la Lazio. Sull'imbeccata di Felipe, lo spagnolo ha saltato Tah che si è sdraiato e ha sporcato il suo tiro con la mano. Rigore netto, negato da Carballo, tra le proteste di Candreva. Il Bayer viveva di fiammate, Bender e Kramer bloccati, toccava ai difensori avviare l'azione con difficoltà. Ma davanti i tedeschi sono fortissimi e Calhanoglu scivolava a sinistra, invece di restare statico nella posizione di numero 10, per creare sovrapposizioni con Mehmedi. Per due volte, con i tagli verso il centro, è andato vicino al gol dalla distanza. Poi Berisha, sul colpo di testa di Kiessling, è stato salvato dall'incrocio. Papadopoulos, anticipando Radu, ha firmato la quarta occasione del Bayer mettendo a lato di testa. Forte pressione tedesca tra il ventesimo e il trentesimo, la Lazio ha resistito e poi è riemersa. Purtroppo ha preso il primo gol nel momento in cui stava controllando la partita. Imperdonabile ingenuità di de Vrij. Kiessling gli ha soffiato la palla e l'ha rimessa al centro dell'area. Contrasto di Onazi, ginocchiata di Mauricio: come un flipper, il pallone è finito sul destro di Calhanoglu che l'ha sparato in rete. Il Bayer ha trovato entusiasmo, giocate, spazi.
La Lazio si è scollata e con un altro grave errore sulla linea difensiva, questa volta di Mauricio, ha preso il secondo gol. Sulla palla profonda e rasoterra di Bellarabi, Mauricio s'è fatto bruciare da Mehmedi. Lo svizzero, appena dentro l'area, ha folgorato Berisha. Copione stravolto. Pioli doveva cambiare per forza e allora ha tolto Radu e ha inserito Kishna, passando al 4-2-3-1 con Lulic terzino. In quel momento sì, sarebbe servito un centravanti come il pane. La Lazio non ha fatto in tempo a riorganizzarsi, perché è rimasta in dieci. Mauricio, già ammonito, ha steso Kiessling e si è fatto cacciare. Fuori Felipe, dentro Gentiletti. Poi anche Morrison. Niente da fare. L'illusione di un tiro mancato dal limite di Keita, sul capovolgimento de Vrij anticipato da Kiessling, assist di Brandt, terzo gol di Bellarabi e gran festa del Bayer.
Il Messaggero titola: "Harakiri Lazio. Addio Champions. I biancocelesti sbagliano troppo e regalano la qualificazione al Bayer. de Vrij e Mauricio, espulso a metà ripresa, protagonisti in negativo".
Prosegue il quotidiano romano:
Una sconfitta senza appello quella della Lazio in terra tedesca. Netto il 3-0 con cui il Bayer ribalta l'l-O dell'andata e si prende i gironi di Champions, facendo anche un regalo alla Roma (e alla Juve) che adesso potrà intascare 10 milioni in più grazie al market pool. Tedeschi straripanti e biancocelesti che fanno davvero poco per conquistarsi la qualificazione. Troppo leggera e svagata la squadra di Pioli che non riesce praticamente mai a giocare alla sua maniera. Il tecnico aveva chiesto aggressività e velocità sulle fasce per attaccare il Leverkusen. Candreva e Anderson sono due fantasmi che vagano per la BayArena e Keita lì davanti non può fare certo tutto da solo contro i rocciosi difensori di Schmidt. Se poi ci si mettono anche i difensori a sbagliare allora vuol dire che non è la serata giusta. Il primo gol è una catastrofe di de Vrij che chiede a Berisha di uscire lasciando palla al Bayer, nello sviluppo dell'azione la palla giunge a Calhanoglu che da pochi passi non sbaglia. L'olandese non è affatto in serata visto che poco prima aveva lasciato Kiessling colpire da solo di testa, fortuna per la Lazio che il pallone s'infrange sull'incrocio dei pali.
Il raddoppio è un altro pasticcio della retroguardia laziale che lascia duettare i tedeschi, poi Mauricio si perde Mehmedi che davanti a Berisha non sbaglia. Il terzo gol è la conseguenza di una squadra che è affondata con il suo condottiero. Una notte nera per la difesa della Lazio e per Pioli che non ne azzecca una: dalla difesa a tre, a preferire Mauricio a Gentiletti. Grossolani gli errori di de Vrij e dello stesso Mauricio. Il brasiliano completa l'opera disastrosa facendosi anche espellere per un doppio giallo nello spazio di 8 minuti. Goffo l'intervento su Kjessling, non certo un fulmine, che lo aveva superato in velocità. L'arbitro Carballo non può fare altro che tirare fuori il secondo giallo. Il Bayer spinge a mille nel primo tempo sfruttando la velocita e la bravura tecnica di Calhanoglu, Bellarabi e Mehmedi. Sono proprio loro a creare pericoli costanti alla Lazio con conclusioni dalla distanza. E non a caso sono proprio loro tre a schiantare Anderson e compagni. I biancocelesti tengono botta ma le sfuriate dei tedeschi sono difficili da contenere. La Lazio lo fa meglio nel primo tempo. Dove crea qualche piccolo pericolo al portiere del Leverkusen. La più nitida e quella che capita a Keita, bravo Leno a deviarla in angolo ma sul tiro c'e un mani di Tah che il fischietto spagnolo non sanziona nonostante le forti proteste laziali. I biancocelesti fanno una fatica tremenda a ripartire e quando lo fanno il Bayer è sempre bravo a raddoppiare le marcature soffocando sul nascere le idee della Lazio.
E ironia del destino e proprio nel momento in cui la Lazio stava mettendo la testa fuori che il Leverkusen la punisce. Il gol a freddo all'inizio della ripresa è una mazzata enorme che stende definitivamente i biancocelesti. La difesa a tre non funziona affatto e Pioli lo capisce troppo tardi. Solo dopo il secondo gol dei tedeschi si convince a cambiare togliendo Radu e facendo scalare Basta e Lulic sulla linea arretrata. Ma ormai il danno è fatto e il tiro a segno del Bayer continua senza soste fino al definitivo 3-0. La Lazio esce a testa bassa dalla BayArena, con i tifosi laziali che invitano i giocatori a tirare fuori gli attributi. Il divario tra le due squadre è apparso evidente. Le assenze di Biglia e Klose non possono essere la giustificazione a tutti i mali. Non bisognava certo arrivare a una partita così fondamentale in queste condizioni fisiche e mentali. Forse serviva uno sforzo in più dal mercato. Ora però bisogna ripartire. La cosa più difficile sarà resettare completamente quanto accaduto ieri sera e ripartite da quello che di buono c'è. Deprimersi sarebbe un suicidio.
Il sito web Uefa.com commenta così la gara:
La Lazio deve abbandonare il sogno di giocare la UEFA Champions League. Alla BayArena, nel ritorno degli spareggi, i Biancocelesti non riescono a difendere il vantaggio conquistato all'andata: il Bayer Leverkusen si impone 3-0 con i gol di Hakan Çalhanoglu, Admir Mehmedi e Karim Bellarabi e conquista la fase a gironi. Forte dell'1-0 ottenuto all'Olimpico grazie alla rete di Keita, la squadra di Stefano Pioli poteva contare su due risultati su tre, ma si è dovuta inchinare allo strapotere dei tedeschi di Roger Schmidt, che dopo aver sbloccato il risultato alla fine del primo tempo hanno dilagato nella ripresa, complice l'espulsione di Maurício. I Biancocelesti, dunque, giocheranno in UEFA Europa League anche in questa stagione. Il primo acuto è della Lazio, complice uno svarione difensivo di Jonathan Tah, ma Bernd Leno si ritrova miracolosamente il pallone tra le braccia dopo i tentativi di Keita prima e Felipe Anderson poi. I padroni di casa rispondono con un diagonale di Bellarabi, che termina di poco a lato. La partita è interessante, le occasioni fioccano da una parte e dall'altra anche se i tedeschi spingono con più convinzione, anche per la necessità di rimontare. Çalhanoglu ci prova senza fortuna con due fiondate tipiche del suo repertorio, mentre Dušan Basta mette i brividi alla squadra di Schmidt con un destro che termina alto non di molto.
Al minuto 25 la squadra di Pioli ringrazia la dea bendata. Sul cross dalla sinistra la torsione di Stefan Kiessling è vincente, ma l'incrocio dei pali grazia Etrit Berisha, immobile. La Lazio risponde con il "solito" Keita, che trova pronto Leno sul primo palo e protesta invano per una trattenuta dell'impacciato Tah. A cinque minuti dall'intervallo, però, il Bayer Leverkusen passa. Stefan de Vrij si addormenta in area e favorisce l'inserimento di Kiessling, che crossa basso e forte in area: Ogenyi Onazi spazza il pallone ma colpisce Maurício, diventa un assist per il turco Çalhanoglu, che di destro mette nel sacco. Per la Lazio è tutto da rifare, il Bayer Leverkusen elimina di fatto il passivo dell'andata. Anche perché, tre minuti dopo l'inizio della ripresa, la squadra di Schmidt bussa per la seconda volta. Maurício commette un altro errore e favorisce la fuga dello svizzero Mehmedi, che con un destro dal basso verso l'alto non dà scampo a Berisha. La Lazio annaspa e rischia di naufragare, ma proprio il portiere albanese la tiene a galla con una provvidenziale uscita bassa sullo scatenato Çalhanoglu.
Pioli prova a correre ai ripari, inserendo l'olandese Ricardo Kishna - a segno all'esordio in campionato contro il Bologna FC - al posto di ?tefan Radu, al rientro dalla squalifica. La manovra della Lazio stenta però a decollare e anzi è il Leverkusen, con Bellarabi, a sfiorare il tris. I Biancocelesti restano anche in dieci perché Maurício rimedia due gialli nello spazio di otto minuti e lascia i compagni in inferiorità numerica. Arriva un altro cambio per riequilibrare la squadra - Santiago Gentiletti prende il posto dello spento Felipe Anderson - mentre Schmidt regala la standing ovation agli autori dei due gol, Çalhanoglu e Mehmedi. La Lazio ci prova con la forza della disperazione, ma in contropiede subisce il terzo gol. L'assist di Julian Brandt per Bellarabi è perfetto, il centrocampista deve solo spingere il pallone in rete. Per i padroni di casa è festa grande, i Biancocelesti avevano sognato un epilogo diverso.
Tratte da Il Messaggero, alcune dichiarazioni post-gara:
Lo sguardo tradisce tutta la delusione per una notte da incubo. Gli si legge in faccia a Pioli quanto questo 3-O bruci. Inevitabile anche solo pensare di abbozzare un mezzo sorriso perché da salvare, della trasferta tedesca, non c'è veramente nulla e il tecnico non può fare altro che ammettere la Caporetto a tinte biancocelesti: "Non siamo assolutamente pronti per questi livelli. Questa partita ci dice che dobbiamo lavorare ancora e continuare a crescere. Vogliamo riprenderci: sono sicuro che lo faremo. Loro erano molto forti: sono anni che fanno la Champions, a noi sono sicuramente superiori. Dobbiamo crescere se vogliamo puntare a tornare a grandissimi livelli". Lampante la differenza delle due squadre in campo, Pioli non puo fare altro che ammetterlo: "Il Bayer è stato più bravo di noi, ha giocato su ritmi diversi, abbiamo commesso troppi errori. Primo tempo equilibrato, poi troppe ingenuità, il Bayer ha fatto meglio di noi. Ci ha impedito di giocare, hanno vinto meritatamente". Il tecnico è stato tradito dai suoi uomini migliori. Mauricio e de Vrij da mani nei capelli per gli errori che hanno commesso. Due ingenuità costate due gol e per il brasiliano anche l'aggravante dell'espulsione. Ma non solo loro perché Candreva e Anderson avrebbero dovuto dare la scossa e invece sono stati fulminati dai lampi rossoneri.
"Troppe disattenzioni. C'era la possibilità di tornare in partita, ma l'inferiorità numerica ci ha tagliato le gambe. Loro sono stati più bravi e più intensi di noi, non per scelte e neppure per atteggiamento. Bisogna saper leggere meglio le tante situazioni, abbiamo commesso tanti errori, nel secondo gol bisogna temporeggiare di più. E stato un colpo duro, dovevamo prestare più attenzione. Potevamo stare in partita fino alla fine per cercare il pallone giusto, purtroppo non ci siamo riusciti" il commento di un Pioli molto abbattuto. Ma non parlategli di errori nella scelta del modulo e dei giocatori: "Rifarei le stesse identiche scelte. Non sono affatto pentito". L'addio alla Champions vuol dire, numeri alla mano, che la Lazio non avrà i 30 milioni garantiti dal passaggio alla fase a gironi. Tradotto, anche il mercato ne risentira. Al momento la priorità resta quella di comprare un attaccante. La pista più calda porta a Matri. Lotito e Galliani hanno avuto un contatto, resta il nodo legato all'ingaggio troppo alto del milanista. Sulla lista compaiono anche i nomi di Beric, Campbell, Borini e Adebayor. Non sono esclusi movimenti anche in difesa qualora Tare riuscisse a piazzare Cana e Konko.