2 dicembre 2023 – Roma, stadio Olimpico - Campionato di Serie A, XIV giornata - inizio ore 18.00
LAZIO: Provedel, Lazzari, Patric, Gila, Marusic, Guendouzi, Rovella (46' Cataldi), Luis Alberto (56' Kamada), Isaksen (83' Vecino), Immobile (65' Castellanos), Pedro (65' Felipe Anderson). A disposizione: Mandas, Sepe, Hysaj, Pellegrini, Ruggeri, Basic. Allenatore: Sarri.
CAGLIARI: Scuffet, Hatzidiakos (32' Sulemana), Goldaniga (83' Nandez), Dossena; Zappa, Makoumbou, Prati (88' Pavoletti), Azzi, Viola (46' Oristanio), Petagna, Lapadula (32' Luvumbo). A disposizione: Radunovic, Aresti, Mancosu, Deiola, Pereiro, Jankto, Wieteska, Augello, Obert, Shomurodov.. Allenatore: Ranieri.
Arbitro: Sig. Dionisi (L'Aquila) - Assistenti Sigg. Peretti e Politi - Quarto uomo Sig. Camplone - V.A.R. Sig. Guida - A.V.A.R. Sig. Pagnotta.
Marcatori: 8' Pedro
Note: ammonito al 12' Hatzidiakos, al 75' Nandez. Espulso al 27' Makombou. Angoli . Recuperi: 2' p.t., 5' s.t.
• Il Corriere dello Sport titola: "Pedro, rischi e fischi. Il gol dello spagnolo e Provedel regalano i tre punti ma i tifosi contestano e il Cagliari protesta. Rossoblù in dieci per 69 minuti (rosso a Makoumbou) e pericolosi sino alla fine: i biancocelesti portano a casa il successo ma la crisi non è superata".
Prosegue il quotidiano sportivo romano: Sarri lo ringrazi, Lotito lo premi. La manona santa di San Provedel salva la classifica e la vittoria, non la faccia della Lazio. Giù fischi dai tifosi alla fine di una partita giocata per 69' (recupero compreso) in 11 contro 10, dopo le dormite finali, dopo la paratona del portierone-stregone sull’incornata di Pavoletti (minuto 91) e l’assalto di Oristanio sprecato a porta spalancata, dopo un finale vissuto sotto attacco, guardando una Lazio presa dal panico, rannicchiata davanti al suo Provedel. Tutto questo ha spinto l’arena a non festeggiare, era furente lo sdegno. Il Cagliari e Ranieri la vivono come un’atroce beffa, si lamentano per l’On Field Review chiamato dal Var Guida sul rosso a Makoumbou che per l’arbitro Dionisi era stato giallo. Il Cagliari e Ranieri hanno nella storia, nelle gambe e nel cuore il pathos delle grandi imprese. Ne hanno sfiorata un’altra chiudendo con un uomo in meno e 4 attaccanti lanciati all’assalto (Petagna, Pavoletti, Oristanio e Luvumbo). La Lazio, fedelissima del thrilling, dal gol di Pedro (8' pt), e dopo l’espulsione di Makoumbu (27' pt), è riuscita a sparacchiare tre volte nel secondo tempo. Una con Cataldi (subentrato a Rovella per una discutibile scelta tecnica), due con Castellanos dopo l’uscita di Ciro. Innocua la ciabattata di Taty consegnata a Scuffet. Spreco a botta sicura, si è fatto murare da Sulemana. A Sarri è andata di lusso, ma in campionato non può pensare di raccomandare l’anima al portiere e agli dei. L’hanno assistito solo sul risultato, non sul futuro. È finito ko Luis Alberto (stiramento?), s’aggiunge alle assenze.
Le scelte. Mau è ripartito con Isaksen, ha scelto Pedro e bocciato Felipe Anderson, unica sorpresa. Ranieri non ha mai avuto voglia di patteggiare, s’è presentato con il 3-4-1-2, con il tridente: Viola trequartista e schermatore di Rovella. Petagna e Lapadula davanti. Difesa a 3 alta, rischiosa. Atteggiamento aggressivo. La Lazio ne ha approfittato subito giocando il pallone con Marusic e Lazzari, in libertà riuscivano ad affondare. Isaksen ha iniziato a puntare lo sciagurato Hatzidiakos, al terzo assalto è nato il gol di Pedro. Lazzari ha sfruttato uno svenimento del greco e ha servito lo spagnolo, bravo a tagliare al centro (primo gol in A quest’anno). Ancora Hatzidiakos ha steso un indiavolato Isaksen beccandosi un giallo pesante. Qui la Lazio ha iniziato a spegnersi e Sarri a infuriarsi, quasi è entrato nell’area tecnica di Ranieri per farsi sentire. La parata di Scuffet su Pedro e punizione di Luis Alberto sventata dal portiere hanno dato il la alla reazione del Cagliari: incornata di Lapadula dopo un pallone perso da Pedro. I sardi hanno provato a pressare e a crossare per i due centravanti, ma hanno esposto la difesa a vari "tre contro tre" con gli attaccanti laziali. Da un lancione di Patric è nato il contropiede di Guendouzi e il fallo (giallo poi rosso) di Makoumbou per chiara occasione da gol.
La mossa. Ranieri si è coperto con il 5-3-1 prima di passare al 4-4-1 inserendo Sulemana e Luvumbo per Hatzidiakos (ammonito) e Lapadula. Viola a destra, Luvumbo a sinistra. Petagna punta centrale. Sarri s’è ripresentato con Cataldi al posto di Rovella (la scelta aveva pagato) e ha perso Luis (11' st). Ranieri ha cambiato Viola con Oristanio, più corridore, più esterno. Ciro, prima di uscire, non ha sfruttato uno slalom di Isaksen. Felipe e Castellanos (subentrati) hanno sprecato occasioni. Ranieri con Nandez e Pavoletti. Sarri con Vecino mezzala e Kamada nel tridente. L’incornata di Pavoletti sventata da Provedel è nata da un pallone regalato da Marusic. L’occasionissima di Oristanio da un folle retropassaggio di Lazzari. Tutti furibondi e Sarri non s’è presentato in conferenza. Influenza, la giustificazione.
• Il Messaggero titola: .
Prosegue il quotidiano romano: .
• Il Tempo titola: .
Prosegue il quotidiano romano: .
• La Gazzetta dello Sport titola: .
Continua la "rosea":
• Tratte dal Corriere dello Sport, alcune dichiarazioni post-gara:
Un balzo felino che pesa due punti in più sulla classifica della Lazio. Non è il gol all'Atletico Madrid nel finale, ma qualcosa di molto simile: anche perché la porta è la stessa, sotto la Curva Nord, e comincia ad avere qualcosa di prodigioso. Di sicuro, questo è il clean sheet più pesante della stagione per Ivan Provedel, protagonista della vittoria biancoceleste sul Cagliari.
Provedel. "È stato un intervento importante - ha detto il portiere commentando la parata su Pavoletti - ed è andata bene. Sarebbe stato un peccato essere raggiunti cosi, nell’unica occasione che hanno avuto. Non ero mai stato chiamato in causa prima, ma il calcio vive di attimi e farmi trovare pronto è il mio mestiere". Insieme a Pedro, è il portiere della Lazio il grande protagonista della vittoria: "Di scontato non c'è nulla, con uomo in meno o in più è sempre difficile, loro sono pure in un momento di salute. Di certo da noi ci si può aspettare di non arrivare all'ultimo secondo soffrendo così, ma arrivavamo da una settimana che ci ha portato via tanto a livello nervoso. Non si può sempre vincere in maniera eclatante. Contava solo fare i tre punti e ce li teniamo stretti. Vogliamo giocare nuovamente la Champions, la corsa è lunga".
Immobile. A ringraziarlo ci ha pensato direttamente il capitano, Immobile: "Per scherzare gli ho detto che sta lì per quello. Ma è stata una grande parata, praticamente il suo "secondo gol" stagionale. C'è da dire però che è stato pure l’unico intervento della sua partita". Decisivo per uscire con tre punti e, nel caso specifico di Ciro, di onorare al meglio la celebrazione per il traguardo delle 200 reti con la Lazio, quota raggiunta contro il Feyenoord e poi superata con Salernitana e Celtic. Poco prima del fischio d'inizio, il presidente Claudio Lotito e suo figlio Enrico gli hanno consegnato - alla presenza di tutta la famiglia - la targa speciale per rendere immortale questo straordinario record: "Festeggiare con la mia famiglia, davanti alla nostra gente, è qualcosa di emozionante che mi porterò sempre dietro".
Nazionale. Anche perché a corredo c'è stata appunto la "sporca" vittoria: "Capisco i fischi dei tifosi nel finale, non è stata la nostra miglior gara. Probabilmente, però, dobbiamo vincere più partite così, dando più valore alla sostanza rispetto alla forma. La nostra ossessione è quella di giocare sempre bene, ma dopo le fatiche di coppa a volte non è semplice. Per lottare per la zona Champions dobbiamo ritrovare la condizione, i risultati e la continuità. Poi torneremo a guardare la classifica". Solo così potrà rendere al massimo ed essere chiamato di nuovo in Nazionale: "Devo stare tranquillo e arriverà tutto. Nelle ultime convocazioni non ci sono stato, ma non stavo bene. Intanto ho visto il girone, sono avversarie toste. Ma veniamo dalla vittoria del 2021, è bello metterci alla prova con squadre forti".
Decisivo quanto il guantone di Provedel. È servito il piedino destro di Pedro per schienare il Cagliari. Mille sofferenze nonostante l'avversaria in dieci: "Abbiamo trovato i 3 punti, erano fondamentali. Sono l'unica cosa buona di questa partita". Parola chiave: mentalità. Lo spagnolo l'ha ripetuta più volte nelle interviste post-partita. È stato il primo, a caldo, rimasto poco soddisfatto dalla prestazione della Lazio: "Non è stata una delle migliori gare giocate in casa, c'è qualcosa che dobbiamo migliorare, così come lavorare forte sulla mentalità. Abbiamo la necessità di tornare a fare le cose bene il prima possibile". Non segnava in campionato da 8 mesi esatti, l'ultimo timbro risaliva alla trasferta di Monza del 2 aprile, in questa stagione era riuscito a colpire soltanto in Champions League e lontano dall'Olimpico (in casa di Celtic e Feyenoord). A conti fatti, al di là del gioco, è stato pesantissimo: "Non so cosa succeda quando ci portiamo in vantaggio, dobbiamo migliorare il gioco e anche il modo di reggere la pressione. Dobbiamo crescere in tutto. Con il Cagliari serviva la vittoria per essere più tranquilli, ora ci vuole un passo in avanti sotto ogni aspetto".
Risultato. Risolutivo e sempre di più nella storia. L'ex Barcellona, con la rete di ieri, è diventato l’unico calciatore spagnolo ad aver segnato almeno un gol in ognuna delle ultime 15 stagioni nei 5 top-campionati europei. Classe trasversale dal 2009-10 al 2023-24. La soddisfazione non era comunque piena a fine match: "Certe partite non sono mai facili, la cosa più importante era la vittoria. Dobbiamo giocare meglio, non siamo ancora sulla strada giusta. Martedì torniamo in campo, può essere una cosa positiva, cercheremo di migliorare subito e di ottenere il passaggio del turno". La solidità del Cagliari (anche in inferiorità numerica) ha messo in evidenza la lentezza della manovra biancoceleste: "Abbiamo iniziato molto bene, con il cartellino rosso però abbiamo abbassato il controllo e il ritmo della partita. Non abbiamo creato le tante occasioni che la gente sperava e si aspettava". Ha dedicato il gol a Davide Ranzato, collaboratore tecnico di Sarri: "Non sapevo di giocare dall'inizio, per tutta la settimana ha pronosticato la mia rete, per questo sono andato da lui durante l'esultanza. È stata una dedica speciale".
Abbracci. L'infortunio di Zaccagni, dopo la doppia panchina contro Salernitana e Celtic, gli ha permesso di trovare finalmente la maglia da titolare. Prima della sfida con il Cagliari era successo soltanto 3 volte in stagione: "È stato bello vedere Ranieri di nuovo, è un grande del calcio", ha spiegato raccontando gli abbracci nel finale con l'allenatore avversario. "È riuscito in un'impresa in Inghilterra, ha fatto la storia con il Leicester". Italia e Spagna sono state sorteggiate nello stesso girone al prossimo Europeo (insieme a Croazia e Albania): "Sono due nazionali forti, vediamo come andrà. Spero che la Spagna faccia un bell'Europeo, con gli Azzurri sarà sicuramente una partita difficilissima". Lo è stata anche contro il Cagliari rimasto in dieci.
... Martusciello. Il vice ha prestato la propria voce per spiegare l'umore dello staff tecnico: "Si è vinta una partita complicata, il campionato propone gare difficilissime. Pochi giorni fa abbiamo affrontato il Celtic, in Champions si sprecano tante energie. Siamo contenti del risultato, un po' meno della prestazione. Ma ci teniamo stretti i 3 punti, sperando di accorciare la classifica. Per sentire di nuovo quella musichetta in Europa dobbiamo vincere pure in questo modo. Non ci sono altre vie". Una vera e propria rivendicazione, quella di Martusciello: "Il nostro obiettivo è vincerle tutte, ci sono squadre che giocano peggio di noi e vincono, e sono qui vicino..."'. Nessuna citazione esplicita della Roma, ma chiaro il riferimento (quel "qui vicino...") ai giallorossi.
Confronti. Meglio non fare paragoni con il recente passato: "Si fa confusione, il campionato dell'anno scorso rimane quello dell'anno scorso. In Serie A c'erano squadre diverse, noi ora siamo diversi. I ragazzi stanno cercando di colmare le difficoltà, le stagioni non si possono paragonare. Adesso siamo in difetto e dobbiamo rimetterci in pista. Le partite si vincono pure 1-0 soffrendo, poi ci saranno giorni in cui si vincerà con più facilità. A fine anno si tireranno le somme". Su Isaksen: "Sta facendo meglio rispetto a 2 mesi fa, inizia a capire l'italiano e i movimenti in fase di non possesso. Ha personalità, ci darà soddisfazioni".