13 dicembre 2018 – Roma, stadio Olimpico - Europa League - Fase a gironi, gruppo H - VI giornata - inizio ore 18.55
LAZIO: Proto, Bastos, Luiz Felipe, Acerbi, Caceres (75' Lulic), Murgia, Cataldi, Berisha (75' Rossi), Durmisi, Luis Alberto, Correa. A disposizione: Guerrieri, Alia, Basta, Wallace, Parolo. Allenatore: S. Inzaghi.
EINTRACHT: Rönnow, Da Costa, Russ, Falette, Willems, Müller (79' Jovic), Fernandes, Hasebe (32' N'Dicka), Tawatha, Gacinovic (88' Stendera), Haller. A disposizione: Zimmermann, Trapp, Rebic, Beyreuther. Allenatore: Hütter.
Arbitro: Sig. Umut Meler (Turchia) - Assistenti Sigg. Ersoy e Uyarcan - Quarto uomo Sig. Sesigüzel – Addizionali Sigg. Ulusoy e Öztürk.
Marcatori: 56' Correa, 65' Gacinovic, 71' Haller.
Note: ammonito al 50' Luis Alberto, al 57' Acerbi, al 76' Falette, all'87' Cataldi, all'89' Stendera tutti per gioco falloso. Angoli 5-8. Recuperi: 2' p.t., 2' s.t.
Spettatori: 12.000 circa.
? La Gazzetta dello Sport titola: "Lazio, sconfitta indolore. Ma davvero? La squadra di Inzaghi, già qualificata, va sull'1-0 con Correa ma è rimontata e battuta: il letargo continua".
Continua la "rosea": No, la crisi non è f?inita. La Lazio continua il suo letargo, inf?ilando la sesta partita senza vittorie e la seconda sconf?itta consecutiva in Europa League. Indolore come la precedente perché i giochi-qualificazione erano fatti già da un mese, grazie alla doppia vittoria sul Marsiglia. Ma perdere, anche se non c’è (quasi) niente in palio, non è mai utile. Per questo Inzaghi aveva chiesto a gran voce una reazione, una prova d'orgoglio. Che però, al dunque, rimane solo nelle intenzioni. E in alcune lodevoli giocate di qualche singolo. Come a Nicosia due settimane fa i tanti, troppi (anche se giustif?icati) cambi operati dal tecnico (Acerbi unico titolare presente) privano la squadra di una fisionomia credibi?le. E' a centrocampo, soprattutto, che la Lazio non c’è. Tra elementi fuori condizione (Berisha e Durmisi), altri in crisi d'identità (Caceres e Murgia) e un altro (Cataldi) apprezzabi?le per come si sta calando nel nuovo ruolo di play, ma ancora inevitabilmente acerbo.
I biancocelesti lasciano così il pallino in mano all’Eintracht per quasi tutta la gara, soffrendo il giusto solo perché anche i tedeschi non sono animati dal sacro furore del risultato da ottenere a tutti i costi. Anche se l'idea di chiudere il girone a punteggio pieno (mai una tedesca ci era riuscita in Europa League) piace parecchio a Hutter e ai suoi giocatori. Proposito che alla fine gli ospiti mettono in pratica nonostante anche per loro ci sia un robusto turnover (sei i titolari in campo, che diventano cinque dopo mezzora per l'infortunio di Hasebe. Eppure c'è un momento, a cavallo dei due tempi, in cui la Lazio sembra invertire l’inerzia della gara. Lo fa però solo grazie alla discreta ispirazione del suo inedito e atipico tandem d’attacco. Luis Alberto e Correa, due falsi nueve che si scambiano di continuo i ruoli di rifinitore e prima punta, creando non pochi grattacapi alla difesa tedesca. Non è un caso (anzi, non potrebbe essere altrimenti) che il gol che illude la Lazio a inizio ripresa nasca proprio da una loro combinazione. Peccato che, a parte quei due, il resto della squadra non giri come dovrebbe.
Inevitabile così che, una volta esaurita la loro spinta, l’Eintracht riprenda il controllo delle operazioni e ribalti la gara in appena una decina di minuti. Prima con il gioiello di Gacinovic e poi con la rete del sorpasso di Haller (viziata però da un fuorigioco di partenza dello stesso attaccante). Alla formazione di Francoforte basta pigiare un po' sull'accelerarore per mandare in crisi la squadra di casa. Il 3-4-1—2 di Hutter è armonico e la presenza di Muller (poi nel finale rilevato da Jovic) un po' trequartista un po' attaccante gli conferisce anche una notevole imprevedibilità. Ma a fare la differenza è soprattutto la incredibile e preoccupante fragilità difensiva della Lazio. Una fragilità che è psicologica prima che tecnica. E che prescinde da chi giochi. Perché quella di subire uno (o più gol come stavolta) pochi minuti dopo averne messo a segno uno è diventata ormai una terribile costante per la banda Inzaghi.
? Il Corriere dello Sport titola: "Correa c’è, la Lazio no. Vantaggio del Tucu ma l’Eintracht ribalta in 6’ e passa all’Olimpico. I tre gol arrivano tutti nella ripresa".
Prosegue il quotidiano sportivo romano: La Lazio non riesce più a vincere. L’ultimo successo risale all’inizio di novembre con la Spal. Inzaghi, reduce da quattro pareggi di fila in campionato, ha chiuso il girone di Europa League con un’altra sconfitta. Non è bastato il guizzo di Correa in contropiede, Gacinovic e Haller hanno firmato la rimonta dell’Eintracht, due gol per ribaltare il risultato nel giro di sei minuti e centrare l’impresa all’Olimpico proprio mentre in Curva Sud tracimava la furia dei diecimila hoolingans tedeschi. Invasione di campo rischiata più volte, uno spettacolo indecoroso e persino annunciato da giorni: ci sarebbe da riflettere su come l’Uefa consenta agli ultras di Francoforte (e non solo) di girare indisturbati in Europa. La Lazio, invece, dovrà pensare a uscire dalla crisi lunedì a Bergamo con l’Atalanta e soprattutto a come gestire con più lucidità le partite. Ieri, senza una decina di titolari, non ha sfigurato di fronte all’Eintracht, ma non è stata capace di resistere, nel cuore della ripresa, cedendo dopo aver trovato il gol e dimostrato (per 60 minuti) di assorbire la pressione tedesca. Pesano le sviste dell’arbitro turco Umut Meler: il raddoppio dell’Eintracht viziato da una posizione di fuorigioco in partenza di Haller, sull’1-1 invece era stato fermato Luis Alberto (solo davanti al portiere e poi a rete) partito in posizione regolarissima.
Segnali positivi per Inzaghi dentro un periodo nero. Non meritava di perdere. Prestazione da salvare. Era andata molto peggio a Cipro con l’Apollon Limassol. La squadra biancoceleste ha dimostrato di essere viva, al netto della fragilità del centrocampo e di alcuni errori individuali (Luiz Felipe e Bastos) come al solito determinanti. La Lazio ha iniziato prudente, si è chiusa bene. Hutter non ha trovato gli spazi concessi all’andata da Inzaghi e neppure aveva la qualità di Jovic (entrato alla fine) e Kostic. Mezz’ora a senso unico, manovra geometrica, troppo prevedibile. Durmisi, coperto da Acerbi, riusciva a contenere Da Costa, autore di una doppietta e immarcabile a Francoforte. Davanti Haller era troppo solo, senza rifornimenti. Mancava la fantasia, solo Hasebe (avanzando) tirava fuori un’idea, ma al trentesimo è uscito a causa di uno stiramento. Nell’ultimo quarto d’ora la Lazio è riemersa e ha riequilibrato la manovra. Discreti nel fraseggio Cataldi e Berisha, Luis Alberto ha sprecato l’unica vera occasione buona dal limite. La squadra di Inzaghi, senza sbocchi sulle fasce, attaccava per vie centrali, cercava l’inserimento: non avendo una punta di riferimento, sfruttava le scosse di Correa, più dinamico dello spagnolo.
La partita si è aperta dopo l’intervallo e si sono rivisti sprazzi della Lazio capace di divertirsi in campo aperto. Bellissimo il contropiede di Correa. Due passaggi per mandare a rete l’argentino. Acerbi ha verticalizzato per Luis Alberto, velocissimo a mettere davanti alla porta El Tucu. Diagonale di destro per battere Ronnow in uscita. Quel gol ha svegliato l’Eintracht, ma è servita un’invenzione di Gacinovic per artigliare il pareggio. Doppio slalom, ha evitato Luiz Felipe e Berisha, scaricando un destro da 25 metri sotto l’incrocio. La Lazio, invece di ragionare e congelare la palla, ha cercato il raddoppio. Luis Alberto è stato fermato dal guardalinee e Durmisi da Ronnow in uscita. Il possibile fallo di mano di Muller invece non è stato visto come il fuorigioco di partenza di Haller. Bastos risucchiato, assist di Gacinovic, Luiz Felipe a farfalle e tocco in rete del francese.
? Il Messaggero titola: "Lazio, invasa e abbattuta. Europa League, biancocelesti sconfitti in uno stadio ostaggio dei tifosi tedeschi. Segna Correa, l’Eintracht rimonta e vince chiudendo a punteggio pieno".
Prosegue il quotidiano romano: Qualche indicazione positiva in più si è vista, la vittoria ancora no. Sesta gara consecutiva senza successo. La consolazione è che contro i tedeschi i biancocelesti non perdono la faccia come successo in casa dell’Apollon. L’Eintracht vince per 2-1 confermando il primato nel girone. Da condannare il comportamento dei tifosi tedeschi. La gara non aveva troppi significati per i ragazzi di Hutter. Ne aveva molti di più per una Lazio in astinenza da risultati. Inzaghi manda in campo dieci undicesimi della stessa formazione che è naufragata a Cipro. Cercava risposte. Qualcuna ne ha avuta. Di certo, però, non sufficienti. Testa bassa a fine partita. Serviva una reazione maggiore per avere la meglio contro una squadra in salute. Funziona il duo tutto fantasia Luis Alberto-Correa. Per il resto i biancocelesti hanno mostrato i soliti limiti di personalità e difensivi. "Seconda gara di fila in casa", la scritta provocatoria apparsa sul profilo Instagram del club tedesco. Ma a vedere l’Olimpico non si sono discostati molto dalla realtà. L’intera curva Sud e parte del Distinto Est occupato dei tifosi dell’Eintracht, i laziali, invece, hanno occupato la parte bassa della curva Nord.
Problemi di orario ma soprattutto di traffico visto che molti sono tornati indietro o non sono riusciti ad arrivare all’Olimpico. Grande parte delle strade chiuse per questione di ordine pubblico e città paralizzata. Torce, fumogeni e tifo indiavolato. Il colpo d’occhio è notevole. Impossibile vietare la vendita dei tagliandi, forse si poteva prendere qualche provvedimento, che fosse una gara a rischio lo si sapeva da tempo. C’è stata addirittura una invasione: prontamente la polizia ha bloccato due persone. La situazione si è ulteriormente complicata quando i supporter dell’Eintracht hanno tentato di forzare la porta carraia della curva Sud. Per fortuna l’intervento delle forze dell’ordine ha ristabilito la calma. A fine gara anche l’annuncio del presidente dei tedeschi, Fischer che ha chiesto di restare calmi. Si attendono dure sanzioni della Uefa. Difficile dal punto di vista mentale, per una Lazio in crisi di testa, giocare con i cori indiavolati dei diecimila tedeschi. La fisicità dei ragazzi di Hutter si fa sentire sul campo. Tanto che per gran parte del primo tempo i biancocelesti sono schiacciati nella propria area di rigore. Inzaghi imposta tutto sulle ripartenze e sulla velocità di Correa. L’idea di mettere l’argentino falso nove con Luis Alberto alle sue spalle regala più agilità e imprevedibilità.
Ma in generale è tutta la Lazio a muoversi con più disinvoltura e maggiore carattere. Insomma i soliti problemi: gol fatto e immediato pareggio. Il vantaggio laziale nasce proprio dal duo Luis Alberto-Correa con lo spagnolo che verticalizza e l’argentino bravo a piazzarla alla sinistra di Ronnow. La rete ha un effetto negativo sui biancocelesti che nel giro di dieci minuti si fa rimontare. Gacinovic si libera di due uomini e dalla distanza mette la palla sotto l’incrocio, il raddoppio è di Haller che sfrutta un intervento a vuoto di Luiz Felipe (c’era un netto fuorigioco in partenza). Il brasiliano sbanda parecchio nella ripresa. Qualche indicazione Inzaghi l’ha avuta, magari non proprio tutte quelle che si aspettava. Qualcuno ha deluso ancora una volta. La partita non contava, è vero, ma ci sarebbe voluto un pizzico d’orgoglio in più. Inzaghi sperimenta in vista della gara di campionato di lunedì in casa dell’Atalanta. Lulic provato sulla corsia di destra. Il periodo difficile non è ancora passato, i biancocelesti devono immediatamente ritrovare la retta via: la Champions aspetta ma non all’infinito.
? Il sito web Uefa.com commenta così la gara:
L’Eintracht Francoforte batte ancora la Lazio e chiude a punteggio pieno il girone di UEFA Europa League. Già sicura della qualificazione e del secondo posto nel girone, la squadra di Simone Inzaghi segna per prima, ma deve inchinarsi alla forza dei tedeschi che con Mijat Gacinovic e Sébastien Haller rimontano il vantaggio di Joaquín Correa. All’Olimpico finisce 1-2. Nel primo tempo i ritmi sono tutt’altro che alti, su un campo reso inoltre viscido dalla pioggia. Dopo un quarto d’ora Nicolai Müller si gira in area cadendo al momento del tiro, ma Silvio Proto - in precedenza incerto sull’uscita - riesce a bloccare. Al 24’ l’attaccante tedesco fallisce invece una ghiotta opportunità dopo un errore di Danilo Cataldi, questa sera capitano. La Lazio ha una buona occasione al 27’, ma a Luis Alberto manca lo spunto dei giorni migliori. Alla mezzora si infortuna invece Makoto Hasebe, difensore giapponese dell’Eintracht: al suo posto, il tecnico Adi Hütter fa entrare il francese Evan N'Dicka. I Biancocelesti escono un po’ nel finale: prima si fa notare il danese Riza Durmisi con un rasoterra di poco a lato, poi il portiere Frederik Rønnow con un’ottima uscita toglie il pallone dalla testa di Francesco Acerbi.
A inizio ripresa ci prova Cataldi con un destro dal limite, ma la mira del centrocampista è imprecisa. Due minuti dopo, al 56’, la Lazio passa. Palla in verticale, bellissima, di Luis Alberto per Correa, El Tucu apre il piatto destro e non dà scampo al portiere avversario. I tedeschi vanno all’attacco alla ricerca del pareggio, Müller ha un’altra nitida occasione ma la scivolata di Luiz Felipe è da manuale e i Biancocelesti si salvano. Al 65’, però, arriva il pareggio della squadra ospite. Gacinovic, dopo un paio di dribbling, lascia partire uno splendido destro da fuori area che non dà scampo a Proto e pesca l’incrocio dei pali. Durmisi potrebbe subito riportare in vantaggio la squadra di Inzaghi, ma Rønnow riesce a fermarlo. Così, al 71’, i tedeschi perfezionano la rimonta. Gacinovic questa volta veste i panni di uomo-assist e smarca Haller, che solo davanti al portiere avversario non sbaglia. Inzaghi getta nella mischia Senad Lulic e Alessandro Rossi, che prendono il posto di Martín Cáceres e Valon Berisha. L’Eintracht si rende ancora pericoloso con la stella Luka Jovic, la Lazio ha un’ultima chance con Luis Alberto ma la sua punizione termina tra le braccia di Rønnow. Finisce 2-1 per la squadra tedesca, che ottiene la sesta vittoria su sei partite nel Gruppo H. Ai Biancocelesti il successo manca dall’8 novembre.
? Tratte dal Corriere dello Sport, alcune dichiarazioni post-gara:
Contro l’Eintracht non voleva figuracce, Simone Inzaghi. E, nonostante la sconfitta, sotto questo punto di vista è stato accontentato: "Il risultato ci penalizza, non avremmo meritato il ko. Abbiamo giocato un’ottima gara, dispiace perdere dopo aver subito due gol così". Sono arrivati in rimonta, uno dopo l’altro, nel giro di 6 minuti. Ma per l’allenatore della Lazio questa volta non si tratta dei soliti blackout: "No, perché sulla prima rete non possiamo che fare un applauso a Gacinovic. Ha messo la palla all’incrocio da 25 metri: in queste circostanze si può fare ben poco. Per quanto riguarda il secondo, invece, hanno segnato dopo un fuorigioco e un fallo di mano, nonostante il guardalinee fosse a 5 metri dall’azione. È davvero un peccato". C’è l’amaro in bocca, ma anche la consapevolezza che questo ko sia differente da quello di Cipro: "Sono due sconfitte molto diverse tra loro. Contro l’Apollon è stata una prestazione molto deludente, stavolta invece ho ottenuto le risposte che cercavo e che avevo domandato nei giorni precedenti. Si è vista un’altra Lazio, con spirito e determinazione diversi". Inzaghi è soddisfatto in modo particolare dalla strana coppia Luis Alberto-Correa: "A entrambi avevo chiesto quel lavoro, cioè tenere corta la squadra. Le indicazioni erano di scambiare spesso il pallone tra loro, perché sapevamo che i tedeschi avrebbero tenuto la linea alta. Luis Alberto mi è piaciuto molto anche quando ha giocato da mezzala nel secondo tempo".
Episodi a parte, è chiaro comunque che qualcosa non sia funzionato: "Dobbiamo imparare a tenere sempre alta la concentrazione. Resta il fatto che queste ultime due partite del girone non fossero semplici da preparare visto che eravamo già qualificati. Siamo stati bravi a indirizzare il nostro percorso europeo già nelle prime quattro gare. E non era affatto facile dal momento che facevamo parte di un gruppo molto impegnativo". La Lazio lo ha concluso dietro l’Eintracht e adesso dovrà sperare in un sorteggio più benevolo possibile: "Sappiamo che sarà dura, purtroppo siamo arrivati secondi. Ma il nostro obiettivo era passare il turno e ce l’abbiamo fatta. Ai nostri prossimi avversari di Europa League ci penseremo a febbraio. Ora dobbiamo concentrarci sull’Atalanta". Già, una sfida in cui Inzaghi vuole tornare alla vittoria, dopo gli ultimi 4 pareggi consecutivi in campionato: "Sarà un match molto difficile, contro una squadra in forma e con le nostre stesse ambizioni. Le scelte di formazione sono servite proprio per gestire gli sforzi. Servirà una prestazione gagliarda e ci faremo trovare pronti". Ma soprattutto servirà Leiva, rimasto a sorpresa fuori dai convocati ieri: "Avevo detto che se avesse risposto positivamente al provino avrebbe giocato una mezz’oretta, ma dal momento che non eravamo convinti al 100%, io e lo staff medico abbiamo deciso di evitare nuovi rischi. Per Bergamo c’è ottimismo, se però non dovesse riuscirci lo rivedremo nella partita successiva. Lucas sarebbe voluto scendere in campo già con l’Eintracht, ma è reduce da un infortunio e una ricaduta. Non potevamo correre rischi: il suo ritorno per noi è fondamentale".
Chiamatelo pure falso nueve, ma ha segnato per davvero. Joaquin Correa ha fatto l’Immobile: è partito come un razzo appena il pallone è arrivato sui piedi di Luis Alberto, è scattato in profondità, ha bruciato i difensori e bucato la porta. Tutto in verticale: uno scatto, un gol alla Ciro. Per il "Tucu" è stato il quinto stagionale, il secondo in Europa League dopo quello realizzato al Marsiglia, sempre all’Olimpico. L’esperimento di Inzaghi, valutando la sua prestazione, ha funzionato: "Quando gioco titolare cerco sempre di dare tutto me stesso per collezionare più reti e assist possibili. Devo continuare così, anzi voglio fare ancora meglio". Correa si è ritrovato a fare la prima punta a distanza di due anni dall’ultima volta. Al Siviglia aveva guidato l’attacco contro il Barcellona in Liga e contro il Real Madrid in Copa del Rey. Due gare complicatissime sulla carta, perse entrambe 3-0 dagli andalusi. La Lazio è finita ko con l’Eintracht Francoforte, ma l’argentino ha convinto in una posizione più avanzata del solito: "Mi sono trovato bene in coppia con Luis Alberto, è un grandissimo giocatore, è stato un ottimo passaggio in occasione del gol, una bella azione. Mi ha cercato con continuità. Davanti la Lazio ha grandi attaccanti, anche con Immobile e Caicedo non ci sono mai stati problemi".
Il campo di Correa sta diventando quello internazionale. Quattro su quattro dal primo minuto in Europa League (ne ha saltate due per squalifica). Poker di presenze dall’inizio. Ha doppiato le chance che gli sono state concesse in campionato, dove è partito soltanto due volte nell’undici dei titolari (contro Udinese e Chievo). Il suo timbro al 56’ non è bastato alla Lazio per ritrovare la vittoria. A dir la verità, nemmeno per evitare la sconfitta: "Ma l’atteggiamento è stato quello giusto, abbiamo segnato, poi loro hanno trovato un super gol all’incrocio dei pali. È un periodo sfortunato, dobbiamo continuare così, con queste prestazioni prima o poi torneremo a vincere. Lo so, non succede da tanto tempo (dall’8 novembre con il Marsiglia, ndr), per questo ora cercheremo di evitare ogni tipo di errore e di sfruttare ogni mezzo a nostra disposizione. Si lotta tutti insieme, lo stiamo facendo, le gioie arriveranno presto". Un pizzico di fortuna in più non avrebbe guastato. "Abbiamo creato tante occasioni, poi loro ci hanno segnato in quel modo, il tiro di Gacinovic è stato incredibile. Ci sono periodi in cui gira tutto storto". Correa ha salvato il reparto arretrato e responsabilizzato l'intera squadra. La colpa è collettiva se si continua a beccare gol: "Anche noi attaccanti dobbiamo dare una mano, così i difensori rischiano di meno".
Contro l’Eintracht non valeva per la classifica, i piazzamenti nel gruppo H erano già stati delineati dopo i primi cinque match. Correa è comunque rammaricato per la rimonta subita dai tedeschi: "Non contava per i punti, è vero, però era importante soprattutto per quelli che giocano meno e danno tutto quando scendono in campo. Loro hanno fatto una partita molto intensa, noi invece abbiamo fatto bene i primi settanta minuti. Alla fine è subentrata un po’ di stanchezza e si è visto. Molti compagni non venivano utilizzati da tempo, hanno fatto fatica. La prestazione è stata buona, solo che serve qualcosa in più. Ora stringiamo i denti e andiamo avanti". Sì, meglio spostare lo sguardo sull’Atalanta. Servirà una Lazio a mille all’ora: "A Bergamo sarà dura, giocano un calcio molto intenso, duelli uno contro uno in quasi tutto il campo. Hanno una struttura buona, si conoscono da tempo, dobbiamo limare alcuni dettagli per ottenere il successo. Studieremo i loro punti deboli, siamo pronti". Lunedì ci sarà Immobile, Correa dovrebbe tornare in panchina. Intanto anche lui, in sua assenza, ha dimostrato di saper fare il "vero" nueve.
I problemi di ordine pubblico registrati prima e durante la gara In riferimento ai problemi di ordine pubblico creati dai tifosi tedeschi in trasferta a Roma, così la cronaca riportata dalla stampa:
? Dalla Gazzetta dello Sport:
Clima da guerriglia. La furia dei tedeschi manda in tilt Roma. Il blitz dei tifosi Eintracht: assalto ai monumenti e aggressioni. Molti fermi e varie denunce. Raggi: "Bestie, non le vogliamo più".
Roma sotto assedio. Una giornata ad alta tensione sempre pronta a sfociare in guerriglia urbana. L’arrivo dei 10 mila tifosi tedeschi al seguito dell’Eintracht si è trasformato in una invasione. Con scontri con la Polizia, soprattutto ieri pomeriggio nella zona di Piazzale Flaminio dopo il lancio di petardi e fumogeni. Tra i tifosi anche i 400 ultras ritenuti più pericolosi. Una giornata che per il clima di violenza ha richiamato il triste precedente dei tifosi del Feyenoord, che in occasione della gara del 19 febbraio 2015 di Europa League contro la Roma distrussero la Fontana della Barcaccia e ridussero piazza di Spagna a una discarica. Ieri la Fontana del Bernini è stata transennata, ma la furia di alcuni gruppi tedeschi ha cercato di arrivare su altri monumenti di Roma. Mercoledì notte un centinaio di tifosi dell'Eintracht si è radunato sotto il Colosseo lanciando fumogeni. In corteo poi sono arrivati sino a Campo de' Fiori, creando tensioni. Lanciate molte battiglie: distrutto l'ingresso di un locale. Aggressioni anche in via Veneto. Nel pomeriggio la situazione è esplosa in piazzale Flaminio. I tifosi tedeschi, raggiunti da un gruppo di tifosi dell’Atalanta con cui sono gemellati, dovevano convogliare in piazzale delle Canestre per essere scortati in bus all’Olimpico.
Un centinaio si è attardato vicino piazza del Popolo: lancio di vari petardi verso le forze dell'ordine. E’ stato bloccato il traffico da piazzale Flaminio verso l’Olimpico: Roma in tilt sino a sera. Un gruppo di tifosi tedeschi ha cercato di raggiungere lo stadio a piedi, creando danni sul Lungorevere. Cinque fermati per aver tentato di forzare un posto di blocco all’altezza del ponte della musica e un‘altra decina a fine gara per atti vandalici allo Stadio. L’Olimpico era stato blindato nelle vie d'accesso: alle 19 i tifosi dell’Eintracht hanno completato l’afflusso in Curva Maestrelli. Una tifosa dell'Atalanta viene denunciata all‘ingresso dell'Olimpico. Dopo il gol della Lazio, l’ira tedesca con lancio di petardi. Due invasori (un tedesco e un atalantino) vengono bloccati e portati via: saranno poi denunciati. Ancora petardi contro le forze dell’ordine schierate in assetto anti-sommossa sotto la Curva. I gol dell'Eintracht hanno placato alcuni bollenti spiriti. A fine gara Marco Russ, difensore dell’Eintracht, è stato duro: "Sono degli idiori, dispiace per tutte quelle persone venute per godersi la trasferta a Roma". E la sindaca di Roma, Virginia Raggi, durissima: "Noi a Roma accogliamo i tifosi, ma gli hooligans non li vogliamo più: quesre bestie se le tengano lì nei loro stadi. Ogni volta noi poi a recuperare".
? Il Corriere dello Sport racconta così gli eventi:
Roma invasa dai tedeschi. Centro e Olimpico: è caos. Allo stadio sfiorata l’invasione. E l’Eintracht: "Giochiamo in casa".
Lo hanno potuto rifare. La nostra Capitale aggredita, stordita. Basta così! Basta accogliere hooligans e predatori di ogni genere, le loro indegnità. Basta farli partire. Si svegli l’Uefa, intervengano le istituzioni italiane, tedesche, europee. Siano puniti gli ultras dell’Eintracht che ieri hanno tentato vergognosamente di invadere l’Olimpico durante il match con la Lazio, che nel pomeriggio hanno bloccato la città mandandone in tilt il traffico, che hanno ridotto Piazza del Popolo in un cumulo di rifiuti, che hanno cercato di prendere il comando di Roma e del suo stadio. Devastazione, scontri, scoppi, cariche, assalti lanciati ed evitati. Al passaggio dell’orda ultras s’è scatenato l’inferno così com’era accaduto prima di Roma-Feyenoord del febbraio 2015. E siamo sempre qui a dire "basta!", aspettando di sentir dire "sarà l’ultima". Questo è troppo, questa è follia. Da anni non si vedevano scene simili dentro uno stadio italiano. La giornata di violenza s’è conclusa con l’Olimpico in assetto di guerra, con un dispiegamento mai visto di Polizia e steward sotto la Curva Sud e i Distinti Sud-Ovest, occupati da 10.000 tifosi tedeschi. Hanno formato tre file lungo il perimetro dei settori. L’invasione di massa s’è sfiorata verso il 60' di Lazio-Eintracht, pochi minuti dopo il gol di Correa (56'), quando un ultras tedesco ha scavalcato le balaustre della Sud ed è piombato sulla pista d’atletica: puntava al campo. Sono intervenuti i poliziotti, l’hanno braccato e portato via, è stato arrestato. E’ in quel momento che una massa di ultras tedeschi ha iniziato a premere sul terreno di gioco, a spingere contro le cancellate.
La Polizia ha fermato il tentativo d’invasione. I poliziotti sono diventati bersaglio di bengala e petardi, lanciati ad altezza uomo. Prim’ancora c’era stato un tentativo di contatto tra ultras tedeschi e tifosi laziali, quest’ultimi s’erano appostati in Tribuna Tevere, al confine con i Distinti Sud-Est. Da qui è cresciuta la tensione. Un ultras tedesco, dopo aver sconfinato, ha lanciato un bengala verso la Tevere. Il pareggio e il vantaggio dell’Eintracht hanno interrotto gli assalti. Prima della partita, su ponte Duca d’Aosta, gli ultras tedeschi, mescolati con alcuni ultras atalantini, avevano cercato di scontrarsi con i laziali. Alcuni, per sfuggire, hanno fatto irruzione nel condominio al civico 3 di piazza Gentile da Fabriano. Cinque tedeschi sono stati fermati dalla Polizia. In tutta la città ci sono stati disordini, il traffico è impazzito. Code e ingorghi dal Centro a Prati, dalla Trionfale alla Camilluccia. A Piazzale Flaminio lancio di bombe carta, panico tra i passanti, cariche della Polizia, idranti per disperdere i violenti, bottiglie di vetro a terra. E’ stato saccheggiato un supermercato. Problemi di traffico nelle zone Flaminio, Clodio e Mazzini. Interi quartieri paralizzati dal passaggio dei 10.000 tedeschi. Non tutti ultras, la maggioranza non è da condannare. Il Questore Marino ha guidato le operazioni. Il resoconto post-partita: 9 persone in commissariato, 8 tedeschi più un’italiana residente a Bergamo (biglietto falso). La nota della Questura: "Non c’è mai stato contatto tra le tifoserie". Diecimila i tedeschi all’Olimpico, duemila i laziali. L’Eintracht, su Instagram, s’era concesso lo sfottò pre-partita: "Anche oggi giochiamo in casa...". Senza ironia, proprio niente da ridere.
? Da Il Messaggero:
I barbari a Roma. Per Lazio-Eintracht città invasa da 10mila supporter di Francoforte. Vandali nel supermarket, 8 fermi. Raggi: i tifosi li vogliamo, le bestie no. Coinvolto anche tifoso dell'Atalanta. Traffico in tilt e all'Olimpico i tedeschi tentano l'invasione.
Scontri con le forze dell’ordine, cortei non autorizzati, un supermercato saccheggiato e vandalizzato, lancio di bomboni e fumogeni, persino una tentata invasione di campo dentro l’Olimpico: Roma ancora una volta (la mente va al Feyenoord e allo sfregio della Barcaccia nel 2015) è stata oltraggiata da orde di ultrà stranieri. La città, ieri, per Lazio-Eintracht Francoforte, match di Europa League con inizio alle 18.55, è rimasta ostaggio di diecimila supporter tedeschi, dei quali circa 500 i più temuti. Anche il traffico è andato in tilt, paralizzato dalla spola delle navette che da Villa Borghese portavano i supporter allo stadio e dalle chiusure a vista per fare passare i tifosi, anche a piedi. La pioggia e le fermate metro di Spagna e Barberini off-limits da due giorni, guarda caso per controlli alle scale mobili, poi hanno complicato tutto. Dura la sindaca Virginia Raggi: "A Roma accogliamo a braccia aperte i tifosi, ma gli hooligans non li vogliamo più. I tifosi li vogliamo, le bestie no". In serata già si contavano i primi 5 fermati per i disordini del prepartita in prossimità del Ponte della Musica: qui gli ultrà erano arrivati a piedi in corteo non autorizzato, dopo essersi allontanati dal meeting-point di Villa Borghese dove avrebbero dovuto prendere i bus scortati fino all’Olimpico.
Tutti vestiti di scuro, in silenzio: alcuni hanno lanciato petardi e fumogeni verso i poliziotti tentando di raggiungere la zona riservata ai laziali. A quel punto, per prevenire il contatto, è partita una carica di alleggerimento, anche con gli idranti. Un tifoso tedesco è stato ferito alla testa, colpito da un manganello, ferito lievemente un secondo. Prima di arrivare sul lungotevere, gli ultrà non si sono fatti mancare un’incursione al Carrefur di via Fracassini: "Era un’ondata di 400 persone - raccontano le commesse - Sono entrati, hanno saccheggiato gli alcolici e buttato giù gli scaffali". Ma è dentro lo stadio che i tifosi hanno continuato a dare il peggio. Prima hanno dato fuoco ai cestini dei bagni, poi hanno sfondato il cancello centrale della Sud e sono entrati nella pista d’atletica. Non prima di avere lanciato bengala verso i laziali attraversando la Tevere. In tre per il blitz sono stati portati negli uffici della Digos, tra questi un atalantino, tifoseria gemellata con l’Eintracht. Agli otto fermi si aggiungono 7 supporter tedeschi denunciati al filtraggio per la detenzione di petardi, uno arrestato per droga, e una tifosa di Bergamo trovata con un biglietto falso la cui posizione ora è al vaglio della Questura. Un tifoso della Lazio, già daspato, infine, è stato sorpreso e fermato nell’area dello stadio.
I tedeschi, ubriachi, hanno bivaccato e lasciato un tappeto di bottiglie e rifiuti in piazza del Popolo e al meeting point di piazzale delle Canestre dove pure era vietata la vendita e il consumo di alcol in vetro. L’arrivo dei tedeschi era temuto alla vigilia. All’andata in Germania c’erano stati agguati ai laziali, con i quali non corre buon sangue per via delle opposte simpatie politiche. A Francoforte c’erano pure i bergamaschi. Nonostante le avvisaglie, la polizia tedesca non avrebbe in queste ore supportato al meglio i colleghi italiani che hanno evitato comunque contatti tra le tifoserie, mancanza rappresentata dal prefetto Paola Basilone. È stata piuttosto la società - che teme sanzioni - a invitare alla calma i tifosi. Intanto, lunedì a Bergamo si giocherà Atalanta-Lazio.