8 dicembre 2020 – Roma, stadio Olimpico - Champions League – Fase a gironi gruppo F, gara 6 - inizio ore 18.55
LAZIO: Reina, Luiz Felipe, Hoedt (46' Radu), Acerbi, Lazzari, Milinkovic, Leiva (75' Escalante), Luis Alberto (75' Akpa Akpro), Marusic, Correa (86' Andreas Pereira), Immobile (75' Caicedo). A disposizione: Strakosha, Alia, Fares, D. Anderson, Parolo, Cataldi. Allenatore: S. Inzaghi.
BRUGES: Mignolet, Clinton Mata (84' Van Der Brempt), Kossounou, Ricca, Sobol, Vormer, Vanaken, Balanta (77' Rits), De Ketelaere, Diatta (84' Okereke), Lang (42' Deli). A disposizione: Horvath, Mechele, Badji, Schrijvers, Bonaventura. Allenatore: Clement.
Arbitro: Sig. Çakir (Turchia) - Assistenti Sigg. Duran e Ongun - Quarto uomo Sig. Göçek- V.A.R. Sig. Bitigen - A.V.A.R. Sig. Kalkavan – Delegato UEFA Sig. Van Dop (Olanda) - Osservatore arbitro Sig. Ivanov (Russia).
Marcatori: 12' Correa, 15' Vormer, 27' Immobile (rig), 76' Vanaken.
Note: espulso al 39' Sobol per doppia ammonizione. Ammonito al 2' Sobol ed al 36' Hoedt entrambi per gioco falloso, al 90' Marusic per comportamento non regolamentare. Angoli 2-4. Recuperi: 1' p.t., 4' s.t.
Spettatori: gara disputata a porte chiuse per emergenza Covid-19.
? La Gazzetta dello Sport titola: "Vai Lazio, ma che brividi. Correa-Immobile lanciano Inzaghi. Il Bruges risale, la traversa al 92' evita la beffa. Biancocelesti agli ottavi dopo 20 anni e senza sconfitte: con i belgi in 10 dal 39’ mancano il 3-1 e soffrono sino alla fine".
Continua la "rosea": Arrivare agli ottavi senza mai perdere è un segnale che va oltre l’euforia del momento, la strizza per la traversa belga al 92’ e la conta dei milioni che entrano in cassa, almeno 45. La Lazio rafforza il gruppo italiano delle qualificate, sperando che stasera si completi il pieno: nella campagna d’autunno Inzaghi ha raccolto due successi in casa più il 2-2 di ieri, altri tre pareggi fuori senza mai farsi travolgere, talvolta con mosaici incollati di fresco causa assenze dell’ultima ora, dell’ultimo tampone. Il match conclusivo della fase a gironi richiedeva maturità e consapevolezza, la Lazio non sempre riesce a gestire le proprie ansie, però prima del finale troppo preoccupato sbaglia cinque occasioni per il 3-1 e a momenti le paga care. L’errore da evitare era quello di scivolare nel comodo, sottomettersi anche inconsciamente al "vantaggio" del pareggio: i due punti di vantaggio sul Bruges davano la possibilità di due risultati su tre. Per alcuni tratti i laziali ci riescono: Correa e Immobile nella prima parte colpiscono con motivata crudeltà, poi anche loro (come Marusic) dopo falliscono il colpo letale. Con alcuni sbagli anche dietro i biancocelesti rimettono in partita il Bruges, in 10 dal 39’ del primo tempo. I brividi svaniscono soltanto al fischio finale.
I motivi. D’altronde per contrastare la Lazio, il Bruges cerca di imitarne i passi: disposizione simile a quella di Inzaghi (3-5-2), aggressività e cambi di posizione in avanti. Però quando vengono attaccati in profondità, i belgi affogano nel diluvio. Il muraglione a cinque viene scalfito subito dalle parti di Sobol, a sinistra, ammonito dopo due minuti ed espulso, dopo essere stato graziato prima da Cakir, già prima dell’intervallo. Oppure sull’altro lato basta una finta di Correa per perforare barriere di cartone e far arrivare lo stesso "Tucu" al tap-in dell’1-0. Anche quando incassa il pari, la banda di Inzaghi prova con gli stessi temi e uno sprint di Immobile finisce con il fallo del rigore e la trasformazione del capitano, che supera il record di Bernardini e segna per la nona partita di fila. In questa Champions è a quota cinque in quattro gare. I problemi. Sì, i problemi arrivano per la Lazio quando non mantiene la calma dietro, sembra contratta. Il Bruges, che mai ha superato la prima fase nella nuova Champions, non ha niente da perdere ed è già in Europa League: quando è in inferiorità si aiuta con il 4-4-1 e il portiere Mignolet quasi a centrocampo, ma il vero uomo in più è il capitano Vormer: corre ovunque, trova l’1-1 su errore di Reina, serve il cross del 2-2 a Vanaken. Charles De Ketelaere, classe 2001, adolescente già adulto nella tecnica, è invece un simil Havertz ma mancino. Resta forse troppo schiacciato in avanti, però sui suoi tiri tutta la banda laziale suda freddo: il primo va fuori di pochissimo, sarebbe stato l’1-2 a metà primo tempo. Il secondo resterà a lungo nella mente di tutte le Fiandre: traversa interna al 92’, se la palla fosse entrata sarebbe stato il gol qualificazione, invece rimbalza fuori.
I meriti. Milinkovic è il migliore perché il più continuo, Lazzari mostra un gran primo tempo poi rifiata. I cambi contemporanei e sembra obbligati (prima del 2-2) di tre senatori stanchi come Immobile, Luis Alberto e Leiva non aiutano a evitare la sofferenza finale. Superata anche quella. Vent’anni fa la Lazio toccò il punto più alto della sua traiettoria in Champions: arrivò ai quarti, Inzaghi era in campo, segnò, ma il turno lo passò il Valencia. Un mese dopo la Lazio vinse lo scudetto, ma questo è un altro discorso. L’attualità porta i laziali agli ottavi per la terza volta, seppur con formule diverse nel passato. È un successo, al sorteggio di ottobre partivano dalla terza fascia.
? Il Corriere dello Sport titola: "Il brivido e l'estasi. La Lazio fa la storia. Correa e Immobile portano due volte avanti i biancocelesti, Vormer e Vanaken li riacciuffano. Traversa nel finale di De Ketelaere: che spavento! Inzaghi agli ottavi: il Bruges resta in dieci, ma l'epilogo è da batticuore".
Prosegue il quotidiano sportivo romano: Musica Champions, sospiri e tremori. Sotto il diluvio dell’Olimpico, assalita dalla paura e salvata dalla traversa colpita dal gioiellino belga De Ketelaere in pieno recupero, la Lazio è entrata tra le grandi d’Europa e ha centrato l’ingresso agli ottavi, mantenendo l’imbattibilità. Traguardo raggiunto con il cuore in gola, ma sarebbe stato crudele uscire all’ultimo round dopo un girone così bello e senza la macchia di una sconf?itta con Borussia Dortmund (primo), Bruges e Zenit. Conta l’impresa perché non succedeva da vent’anni, quando Eriksson guidava solo fuoriclasse e Simone Inzaghi giocava ancora centravanti. Questa è un’altra Lazio, molto meno ricca, anche se ci sono tre o quattro star come Immobile, Correa e Milinkovic (il migliore ieri sera), grandi protagonisti nella partita decisiva. Nessuno, solo due mesi fa, avrebbe scommesso un euro sulla qualif?icazione e proprio la pressione eccessiva dell’appuntamento con la storia deve aver giocato un brutto scherzo alla squadra biancoceleste, incapace di spedire al tappeto il Bruges segnando il terzo gol e forse ancora stordita dal ricordo dello spareggio per il quarto posto perso con l’Inter il 20 maggio 2018.
Questa volta è f?inita 2-2 e come allora il pareggio bastava per tagliare il traguardo, ma è mancato veramente un soff?io al suicidio. Sarebbe stata una beffa farsi rimontare e battere con un gol di vantaggio e in superiorità numerica, undici contro dieci, dalla fine del primo tempo, quando l’arbitro turco Cakir ha cacciato Sobol per doppia ammonizione. Cinque minuti prima gli aveva abbonato il secondo cartellino. La vera svolta della partita perché Clement, il tecnico del Bruges, temendo il rosso aveva preparato il cambio. Non ha fatto in tempo. Molto più rapido Lazzari a puntarlo un’altra volta e stenderlo, guadagnando l’espulsione. Solito Ciro. Non si può rischiare così. Lazio contratta, nervosa, bloccata. Quasi mai ha dato la sensazione di giocare in scioltezza. Antichi fantasmi, eccesso di ansia, mancanza di brillantezza in alcuni interpreti. Il Bruges pressava, correva di più, non aveva niente da perdere e per larghi tratti ha palleggiato meglio. La squadra di Inzaghi è stata costretta spesso a rincorrere nonostante si fosse messa subito bene con il gol di Correa. Bravissimo l’argentino a mandare fuori giri Kossonou e Mata prima di depositare in rete raccogliendo la respinta di Mignolet su Luis Alberto.
Sembrava tutto facile. Invece no. Il Bruges, nel giro di tre minuti, ha trovato il pari. Grave concedere un gol su fallo laterale con la difesa schierata. Lang ha aggirato Leiva e sul suo destro potente Reina si è accartocciato, respingendo sui piedi di Vormer: 1-1. Le prime apprensioni sono state spazzate dal solito Immobile appena è stato servito. Mata lo ha steso e dal dischetto Ciro ha spiazzato Mignolet: quinto gol nel girone, decimo nelle ultime nove partite, 136 totali. Terrore. Neppure l’espulsione di Sobol ha tranquillizzato alcuni giocatori. Hoedt con un’ingenuità ha preso il giallo e Inzaghi lo ha cambiato nell’intervallo con Radu. Solo per mezz’ora, però, la Lazio è riuscita a sfruttare la superiorità girando bene la palla. Due volte Correa, Milinkovic, Marusic e Immobile, lanciato da Luis Alberto, hanno mancato il gol della sicurezza. Proprio Ciro e il Mago con Leiva sono stati richiamati in panchina al trentesimo da Inzaghi, lasciando il posto a Caicedo, Escalante e Akpa Akpro. Tre big in un colpo solo sono troppi e poi la casualità, perché un minuto dopo il Bruges ha di nuovo pareggiato. Palla persa da Radu, Luiz Felipe scavalcato, colpo di testa di Vanaken. Sul 2-2 è tornata la paura vera. La Lazio non trovava più i soliti riferimenti, faticava a gestire il pallone, sicuro solo nei piedi di Milinkovic. I belgi credevano al sorpasso, erano indemoniati, lanci lunghi e mischioni a cui si aggiungeva Mignolet. Una rumba l’ultimo quarto d’ora più lrecupero, da cui è uscita premiata e tremando la Lazio. Le divinità del calcio hanno salvato chi meritava di passare. Alleluia.
? Il Messaggero titola: "Lazio un ottavo di storia. Dopo vent’anni i biancocelesti superano la fase a gironi della Champions ma quanta sofferenza contro il Bruges".
Prosegue il quotidiano romano: La pioggia che scende senza sosta a lavare via anni di macchie. E poco importa se la Lazio se le è fatte da sola o le ha subite. E' una pioggia purif?icatrice. Come quella di Perugia. Riscatta la sofferenza, inf?inita, e porta nuova vita. Una dolce compagna di festa. E questa è la notte giusta per farlo. La storia è riscritta, o meglio da oggi c‘è una pagina in più. I biancocelesti tornano tra le migliori 16 d'Europa dopo 20 anni. E lo fanno pareggiando contro il Bruges per 2-2 e chiudendo il girone al secondo posto, ma da imbattuti. Trascinati dal tango di Correa e dalla tigna di Immobile. C'è sempre la f?irma di Ciro, la decima in nove gare consecutive. Battuto il record di Bernardini. Segna più di Signori, divide in Nazionale come Chinaglia e si candida a Mito come Piola. Lazio avanti due volte ma recuperata altrettante dai belgi in dieci per quasi un'ora. Prima Vormer, poi Vanaken. Una sofferenza inf?inita. Eccessiva. Che poteva addirittura trasformarsi in tragedia. Questione di centimetri. Quelli che hanno trasformato in traversa interna e non in gol il tiro di De Ketelaere al minuto 92. Una follia. Tipica da Lazio. Su cui c'è anche una responsabilità di Inzaghi, che azzarda troppi cambi nel momento clou della partita.
Il tocco di Lotito. Errori da evitare per il futuro, che dalla prossima diventa dentro o fuori. Ora però è tempo di gioire. Vola Lazio, vola. Inzaghi è il volto di questa squadra. Il simbolo delle vittorie. Un anello di congiunzione tra ieri e oggi. Tra i fasti di Cragnotti e quelli di Lotito. Ha riportato i biancocelesti tre le migliori 16 d'Europa dopo vent'anni. C'era da giocatore e c'è da allenatore. Un'intuizione geniale avuta 4 anni fa proprio quando, con l'addio di Bielsa, tutto sembrava sbriciolarsi. Lotito ha ridato lustro alla storia. L’ha ridipinta con i colori del cielo. Ieri la Lazio ha toccato il punto più alto della sua gestione. Una presidenza fatta di alti e bassi. Di critiche feroci e coppe vinte. Un feeling diff?icile che forse solo adesso si sta trovando. Tre coppe Italia e due Supercoppe non sono bastate. Le note della Champions, sfiorata in più e più occasioni, hanno addolcito gli animi. Il petto in fuori degli anni d’oro. E non solo perché arrivano i risultati, ma perché ci si identif?ica con un gruppo di ragazzi. Con la "spocchia" di Milinkovic, la faccia pulita di Lazzari, la saggezza di Leiva e anche con le bizze di Luis Alberto.
Impossibile non voler bene a tutti. Un gruppo che si diverte e fa divertire. Uno spogliatoio che il lockdown sembrava aver cancellato, ma che la voglia di Simone ha tenuto in piedi. Nonostante i guai, che come in tutte le famiglie non mancano mai. Nonostante i venti alzati da chi vuole sempre soff?iare nella direzione contraria. La Lazio oggi è tra le migliori sedici squadre d'Europa. E la storia non può essere cancellata. Il presente è biancoceleste e non va sprecato. Anzi è questo il momento di crederci davvero. Di continuare su una strada tracciata. La firma. Ed è per questo che è anche il tempo di prendere una decisione. Una decisione che ha come unico bene quello della Lazio. Serve chiarezza sul domani. Il presidente Lotito e Inzaghi (nonostante le continue voci che lo vogliono prima alla Juve e ora all'Inter) devono sedersi e guardarsi negli occhi. Uno è la fortuna dell'altro. Ma il proseguo di questo matrimonio felice bisogna volerlo. Da una parte e dall'altra.
? Il sito web "Uefa.com" commenta così la gara:
Lazio-Bruges 2-2: pareggio e ottavi per i Biancocelesti. All'Olimpico i Biancocelesti, che potevano giocare per due risultati su tre, pareggiano contro i campioni del Belgio, in dieci per oltre un tempo: i gol di Correa e Immobile valgono comunque la qualificazione.
La Lazio pareggia contro il Bruges e si qualifica agli ottavi di UEFA Champions League. All’Olimpico, nell’ultima giornata del Gruppo F, la squadra di Simone Inzaghi - che poteva giocare per due risultati su tre - deve accontentarsi di un 2-2 contro i campioni del Belgio malgrado più di un tempo in superiorità numerica: sono i gol di Joaquín Correa e Ciro Immobile, su rigore, a suggellare il passaggio del turno Biancoceleste. Tornata in UEFA Champions League dopo tredici anni di assenza, la Lazio ha giocato un girone su alti livelli, chiuso da imbattuta con quattro pareggi e due successi. Una squadra sapientemente plasmata dal suo allenatore e trascinata dal suo bomber, che con quello di stasera ha realizzato 11 gol in 12 partite ufficiali. Ora riflettori puntati sul sorteggio, in programma lunedì 14 dicembre a Nyon. Dopo un colpo di testa in avvio di Sergej Milinkovic-Savic, facilmente controllato da Simon Mignolet, la Lazio sblocca il risultato al 12’. Luis Alberto, liberato da una splendida finta di Correa, si presenta solo davanti al portiere avversario: l’ex numero 1 del Liverpool riesce a salvarsi, ma non può nulla sul tap-in dello stesso "Tucu".
Sempre l’attaccante argentino impegna Mignolet con un’insidiosa conclusione a incrociare, poi i campioni del Belgio pareggiano tre minuti dopo essere andati sotto. Sul tiro forte e teso dell’olandese Noa Lang da fuori area, Pepe Reina non riesce a trattenere e sulla ribattuta è lesto il capitano Ruud Vormer, in posizione regolare, a mettere nel sacco. La squadra di Inzaghi ha un piccolo sbandamento, perché Wesley Hoedt perde banalmente un pallone e favorisce il sinistro di Charles De Ketelaere: la conclusione del centrocampista 19enne termina fuori di pochissimo. Al 27’, però, la Lazio torna in vantaggio. Immobile entra in area e piazza lo sprint defilato sulla sinistra, un ingenuo Clinton Mata affonda il tackle e mette giù l’attaccante della nazionale: è rigore, che lo stesso bomber Biancoceleste trasforma spiazzando Mignolet. La partita pende ancora di più dalla parte della squadra di Inzaghi a sei minuti dall’intervallo, quando il già ammonito Eduard Sobol interviene in modo scomposto su Manuel Lazzari: il rosso per il difensore ucraino è inevitabile. Philippe Clement prova a correre ai ripari e per ridare equilibrio alla sua squadra toglie Lang per inserire l’ivoriano Simon Deli. A inizio ripresa cambia anche la Lazio, che lascia negli spogliatoi Hoedt, peraltro già ammonito, e si affida all’esperienza di ?tefan Radu. Correa ha subito una chance per chiudere la gara, servito da un illuminante filtrante di Milinkovic-Savic, ma il Tucu calcia a lato.
Ci prova poco dopo direttamente il "Sergente", ma la sua punizione termina alta di poco. Mignolet è attento sui tentativi di Correa e Adam Marušic, la Lazio ha il sopravvento ma non riesce a trovare lo spunto per chiudere la partita. Come a sedici minuti dalla fine, quando Luis Alberto "tira" la ripartenza e scarica per Immobile, che però apre troppo il piatto destro e calcia alto. Inzaghi vede un po’ di stanchezza nei suoi e decide tre cambi. Escono Immobile, Luis Alberto e Lucas Leiva, entrano Felipe Caicedo, Gonzalo Escalante e Jean-Daniel Akpa Akpro. Hans Vanaken, di testa, trova il gol del pareggio dopo un intervento a vuoto di Luiz Felipe. Il Bruges ci crede, la Lazio inizia ad avere un po’ di paura e nel recupero la traversa la salva sulla conclusione mancina di De Ketelaere. Finisce 2-2, la Lazio di Inzaghi tira un sospiro di sollievo e porta a casa il risultato necessario e la qualificazione: i Biancocelesti dopo vent’anni tornano agli ottavi di UEFA Champions League.
? Tratte dal Corriere dello Sport, alcune dichiarazioni post-gara:
Un uomo in copertina, fil rouge delle imprese europee. La formula della Champions League era diversa, la soluzione è la stessa: Simone Inzaghi. Vent’anni dopo riecco gli ottavi di f?inale. Sempre lui protagonista: non calza più gli scarpini, ora indossa giacca e cravatta e segue col cappuccio alzato, sotto l’acquazzone dell'Olimpico, il pareggio che qualif?ica la Lazio. "Era il mio sogno, è come vincere un altro trofeo!", ha spiegato emozionato al triplice f?ischio. L'ultima volta che la Lazio ci era riuscita era la stagione 1999-2000 con "Simoncino" attaccante. Ora è guida e psicologo della rosa biancoceleste: "Nei prossimi giorni i ragazzi si accorgeranno di quello che abbiamo fatto. Siamo tornati in Champions dopo 13 anni, adesso siamo tra le migliori sedici con pieno merito. E' una qualif?icazione giusta, l'abbiamo guadagnata partita dopo partita e tra mille diff?icoltà". Analogie e paragoni con la Lazio del secondo scudetto: "Parliamo di due grandissime squadre con carattere, anche quella attuale ha vinto trofei e ha calciatori di qualità". Storia. Esulta Simone Inzaghi, scaccia via il f?inale thrilling e pensa solo al traguardo tagliato rimanendo imbattuto: "Sapevamo dell'importanza della gara, con 9 punti conquistati dovevamo comunque giocarcela in una "f?inale secca". E le f?inali di solito non le sbagliamo...", ha continuato a Lazio Style Channel. "Per 65—70 minuti c’è stata una grandissima Lazio, abbiamo stradominato il gioco, poi abbiamo un po' sofferto. Il Bruges non aveva più nulla da perdere, hanno dato la palla al portiere e si buttavano in area per le mischie, con 8-9 giocatori al limite. Faremo un'analisi dell'ultimo quarto d'ora, però è giusto pensare soltanto alla grande impresa. Il difetto è stato non segnare il terzo gol, abbiamo avuto occasioni con Milinkovic, Immobile, Marusic e Correa. Onore a tutti i ragazzi, ci gusteremo la qualif?icazione per un giorno e mezzo, poi ci tuffererno con anima e corpo sul campionato. Abbiamo una discreta posizione in classif?ica, dobbiamo chiudere bene il 2020 a partire dal Verona".
Gioia. Nel secondo tempo sono usciti contemporanearnente tre big del calibro di Leiva, Luis Alberto e Immobile. Inzaghi ha spiegato il motivo delle scelte in corsa: "Ho dovuto fare dei cambi forzati, all'intervallo avevamo dei calciatori sul lettino, gli ho chiesto altri 25' di sacrif?icio. Forse avrei dovuto toglierli anche prima... Stanno giocando sempre, hanno avuto il covid, è stato giusto così, hanno dato il cuore ma non erano più in condizione. Speriamo di recuperarli per sabato. Ho un solo dispiacere: non aver visto i tifosi sugli spalti, mi immagino cosa sarebbe stato lo stadio con la nostra gente sugli spalti. Però siamo felici di avergli regalato una gioia così". Spazio alle emozioni, la Lazio vivrà altre serate di gala: "Provo una felicità enorme, il nostro è stato un percorso di 4 anni e mezzo, il giorno dei sorteggi pensavamo alla qualif?icazione, ma era lontana. Tante squadre vorrebbero essere al nostro posto. La partita chiave è stata la prima col Borussia, un'iniezione di f?iducia, da lì è iniziata la scalata con 2 vittorie e 4 pareggi. Chi mi piacerebbe affrontare agli ottavi? Qualsiasi squadra sarà fortissima, non ho ancora una preferenza". Immobile lo tallona nella classif?ica dei gol nelle competizioni Uefa (16 a 20): "Spero possa battermi già quest’anno". Bruges. "Una delusione, siamo arrivati a 2 centimetri da una vittoria storica", il commento amaro di Philippe Clement. Il tecnico del Bruges ha elogiato i suoi per la prestazione: "Siamo rimasti in 10, abbiamo mostrato una bella mentalità. Ora ci concentrererno sull'Europa League. Stiamo crescendo in eperienza, Roma non è stata costruita in un giorno...". Ha scelto l’esempio e la città giusta.