14 febbraio 2021 – Milano, stadio Giuseppe Meazza - Campionato di Serie A, XXII giornata - inizio ore 20.45
INTER: Handanovic, Skriniar, de Vrij, Bastoni, Hakimi (90' D'Ambrosio), Barella, Brozovic, Eriksen (71' Gagliardini), Perisic (90' Darmian), Lautaro Martinez (78' Sanchez), Lukaku (90' Pinamonti). A disposizione: Radu, Padelli, Kolarov, Ranocchia, Young, Vecino, Sensi. Allenatore: Conte.
LAZIO: Reina, Patric, Hoedt (46' Parolo), Acerbi, Lazzari, Milinkovic, Leiva (46' Escalante), Luis Alberto (78' A. Pereira), Marusic, Correa (69' Caicedo), Immobile (69' Muriqi). A disposizione: Alia, Furlanetto, Musacchio, Akpa Akpro, Lulic, Fares, Cataldi. Allenatore: S. Inzaghi.
Arbitro: Sig. Fabbri (Ravenna) - Assistenti Sigg. Alassio e Valeriani - Quarto uomo Sig. Aureliano - V.A.R. Sig. Irrati - A.V.A.R. Sig. Ranghetti.
Marcatori: 22' Lukaku (rig), al 45' Lukaku, al 61' Milinkovic-Savic, al 64' Lautaro Martinez.
Note: ammonito al 20' Hoedt, al 26' Lukaku, al 59' Hakimi tutti per gioco falloso. Angoli 4-0. Recuperi: 3' p.t., 3' s.t.
Spettatori: partita a porte chiuse per emergenza Covid 19.
? La Gazzetta dello Sport titola: "Inter sulla Lu-La. Lukaku da impazzire. Due gol piĂą un assist e porta Conte in vetta. Ora il derby col Milan. I nerazzurri battono la Lazio e tornano in vetta da soli nel girone di ritorno come Mou ai tempi del Triplete. A segno pure Lautaro. Domenica la sfida scudetto".
Continua la "rosea": La chiamano la Beneamata, ci sta che l’Inter prenda il comando del campionato nella notte di San Valentino. I baci ce li ha messi Romelu Lukaku: 2 gol e un assist a Lautaro. Lu-La di miele nel 3-1 alla Lazio che ha portato Conte oltre il Milan. La coppia si è riscattata dopo la prova sbiadita contro la Juve, in Coppa Italia. Big Rom, a tratti, è parso immarcabile, impressionante. Quando riusciva a scatenare la progressione a tutto campo, la Lazio sembrava più preoccupata di mettersi in salvo che di fermarlo. Parolo, nell’azione del terzo gol, è stato travolto come Charlie Brown sulla montagnetta di lancio, quando la palla gli sfila i calzini. Domenica Lukaku guarderà dall’alto l’amico Ibra: come leader della classifica e come nuovo capocannoniere al fianco di CR7 (16 gol), due più del milanista. Simone Inzaghi invece, per una volta, è stato tradito dal suo centravanti, Immobile, ma anche dalle altre stelle: Luis Alberto su tutti. Difesa di burro. La Lazio ha avuto il merito di aver tenuto a lungo in pugno il match e la colpa di aver munto poco da tanto palleggio. Segnali tricolori. L’Inter non è stata solo Lukaku. Anzi, ha spedito significativi messaggi di forza come squadra.
Ha trovato gli equilibri per reggere due esterni offensivi. Mai visto Perisic sacrificarsi così. Il trapianto di Eriksen è finalmente riuscito, ora appare il meccanismo di un ingranaggio. Porta verticalità , rifinitura e smazza parte delle pratiche di Brozovic consentendogli di essere più lucido. Non è un caso che il danese abbia innescato il primo gol e il croato il terzo. Con due polmoni creativi, due esterni offensivi e la Lu-La, Conte ha una potente batteria offensiva, infatti vanta il miglior attacco con 54 gol: 13 più della Juve campione. Ha sconfitto la Lazio, che veniva da 6 vittorie in campionato. L’Inter ha migliorato la sua fase offensiva, senza perdere la sua solidità difensiva. Conte, primo da solo nel girone di ritorno come non succedeva dal Mourinho del Triplete, domenica giocherà il derby per allungare, sapendo di poter spendere poi un tesoro prezioso, anche se non voluto: settimane senza coppe. Big Rom di rigore. Inizio intimidatorio della Lazio che spinge gli esterni altissimi, alle spalle di Hakimi e Perisic, per cercare di allargare i tre difensori nerazzurri e cercare di imbucare i propri incursori. Avanzano in costruzione anche i braccetti, Patric e Acerbi, e, con tanta gente attiva, la circolazione risulta avvolgente e pressante.
L’Inter impiega un po’ per togliersi le ragnatele dalla testa, poi si rialza e la partita diventa una faida di ripartenze. Ognuno attende che l’altro perda palla per attaccare la profondità con i rispettivi velocisti. Rispetto al passato recente, Conte ha un’arma in più: la rifinitura verticale di Eriksen. E’ lui che detta una prima volta per Lautaro, schermato, e poi trova Lukaku in posizione di pivot: la sponda del belga, manda in area Lautaro, abbattuto da Hoedt. Rigore e Big Rom fa 1-0 al 22’. Un Ciro minore. La Lazio contesta la decisione e rovescia in campo la sua rabbia cercando di ricomporre la sua pressione avvolgente. Ci riesce di nuovo, anche perché l’Inter si ritira troppo per cercare di tappare ogni spiraglio di profondità e perché Hakimi, in serata grigia, finora non è mai riuscito a sgommare per rialzare la squadra. Ma la difesa non fa passare un ago. Una chiusura di Skriniar su Correa lanciato a rete vale mezzo gol. Luis Alberto, il Mago, ha la bacchetta magica gelata, per ora. La pressione porta, al massimo, a una conclusione di Immobile che Handanovic ferma in due tempi. L’unico sussulto di un Ciro minore. L’Inter soffre un po’, ma sa che è nella condizione tattica ideale. Vive e combatte sull’orlo di una ripartenza. Aspetta l’onda buona come i surfisti a Malibù.
Lukaku accenna un paio di galoppate a tutto campo che si spengono per strada, ma trova il raddoppio al 45’. L’idea di Brozovic sbatte contro Lazzari e diventa un assist per il belga che tuona in rete. Il guardalinee sbandiera via il gol per fuorigioco, il Var lo riabilita: 2-0. La mossa di Simone (un centrocampista in più, Parolo per Hoedt) paga: irrobustisce il palleggio, anche se intenerisce la difesa, e schiaccia ancora l’Inter che spreca con Hakimi un ottimo contropiede. Amore e Diavolo. Se ne pente subito. Punizione di Milinkovic, deviazione fortuita di Escalante e match riaperto al 16’. Ma tre minuti dopo, ecco l’onda buona che aspettava Lukaku. La cavalca con la forza di uno tsunami, travolge Parolo e regala a Lautaro il 3-1. Impressionante. Inzaghi cambia le punte. Forse, la torre Muriqi poteva entrare prima, in pieno assedio. Ora è tardi. Conte toglie Lukaku che s’incammina verso Ibra. L’Inter è prima nella notte di San Valentino. E ora il derby. Dall’amore al Diavolo: c’è tutta la nostra imperfetta umanità .