7 dicembre 2019 – Roma, stadio Olimpico - Campionato di Serie A, XV giornata - inizio ore 20.45
LAZIO: Strakosha, Luiz Felipe, Acerbi, Radu, Lazzari, Milinkovic (90' Caicedo), Leiva, Luis Alberto (76' Parolo), Lulic, Correa, Immobile (85' Cataldi). A disposizione: Proto, Guerrieri, Vavro, Bastos, Jorge Silva, Jony, André Anderson. Allenatore: S. Inzaghi.
JUVENTUS: Szczesny, Cuadrado, Bonucci, de Ligt, Alex Sandro, Bentancur (40' Can), Pjanic, Matuidi, Bernardeschi (71' Danilo), Ronaldo, Dybala (79' Higuain). A disposizione: Buffon, Pinsoglio, Rugani, Demiral, De Sciglio, Rabiot, Muratore, Portanova, Pjaca. Allenatore: Sarri.
Arbitro: Sig. Fabbri (Ravenna) - Assistenti Sigg. Meli e Passeri - Quarto uomo Sig. Massa - V.A.R. Sig. Irrati - A.V.A.R. Sig. Tolfo.
Marcatori: 25' Ronaldo, 45'+1' Luiz Felipe, 75' Milinkovic, 90'+5' Caicedo.
Note: espulso al 69' Cuadrado per fallo su chiara occasione da gol. Ammonito all'11' Pjanic, al 37' Dybala, al 63' Lazzari, al 77' Szczesny ed all'86' Leiva tutti per gioco falloso, al 6' Luis Alberto per proteste. Al 79' Szczesny ha parato un calcio di rigore ad Immobile. Angoli: 4-5. Recuperi: 2' p.t., 5' s.t.
Spettatori: 60.000 circa, incasso non comunicato.
? La Gazzetta dello Sport titola: "La Juve si scioglie. Bianconeri ribaltati da una Lazio sontuosa. CR7 in gol ma non basta e l'Inter scappa a +2. Cristiano illude i bianconeri, partiti bene e poi affondati: con Luiz Felipe e Milinkovic arriva il sorpasso. E con la Juve in 10 Immobile sbaglia un rigore, chiude Caicedo. Inzaghi, settimo successo consecutivo".
Continua la "rosea": Aggiungete un posto a tavola, che c’è un rivale in più. Milinkovic aveva detto che ok la Champions ma lo scudetto no, quello sarebbe troppo. Intanto ci mette lui la firma che lancia la Lazio alla vittoria che la porta a soli 5 passi dalla vetta, che nell’era dei tre punti e in questa fase del campionato non sono così difficili da fare, se continua questo magic moment. Sette vittorie di fila nel girone d’andata: mai fatte nella storia. Sognare, almeno, si può. Intanto è lui, così cercato in passato dalla Juve, che insieme con Luis Alberto ufficializza la crisetta della superpotenza. Il pari col Sassuolo a questo punto non è stato solo un incidente di percorso, ma un segnale d’allarme non del tutto recepito dalla banda Sarri. La Juve si allontana di un altro punto dall’Inter, perde l’imbattibilità , trofeo che deteneva da sola nei top 5 campionati d’Europa, smarrisce certezze e, anche, un po’ di gioco. L’equilibrio. Che sarebbe stata una partita difficile, dato l’ottimo momento della Lazio, lo si sapeva. E l’alibi dell’espulsione di Cuadrado per fallo da ultimo uomo su Lazzari al minuto 25 del secondo round, è un alibi forte. Fin lì si era sull’1-1. Ma La Lazio era entrata più convinta e la Juve stava perdendo metri causa anche l’infortunio di Bentancur a fine primo tempo, il migliore di gran lunga della truppa. Ma anche prima, non aveva mai dato l’impressione di comandare la sfida, anzi. Si è visto presto che questa gara sarebbe stata una storia dall’esito incerto.
Gli uomini di Inzaghi, caricati a pallettoni anche da un pubblico che non si vedeva da tempo, sono partiti bene: raccolti, col baricentro basso e pronti a sfruttare la velocità dei suoi nelle ripartenze. O ad allargare il gioco verso speedy-Lazzari, bravo a mettere in difficoltà Matuidi e Alex Sandro, meno nel crossare. E Immobile e Correa in fase di non possesso che avevano il compito di chiudere le linee di passaggio a Pjanic. La Juve saggiamente ha provato a non dare molto campo ai rivali, aveva più possesso e cercava la manovra veloce. Bernardeschi, come Immobile e Correa, aveva il doppio compito di cercare le imbucate e ostacolare la regia di Leiva. La partita, come quella tra Inter e Roma, non è stata spettacolare ma le occasioni da entrambe le parti sono state costruite e non frutto di errori difensivi. Bravi i due portieri a neutralizzarle. Con Pjanic osservato speciale, è stato Bentancour l’uomo in più di centrocampo e non a caso è stato lui, in triangolo con Ronaldo, a mandare in buca CR7. La reazione della Lazio è stata immediata e dopo vari tentativi al tramonto è riuscito a trovare il pareggio con una zuccata di Luiz Felipe servito da Luis Alberto.
La svolta. Lo spagnolo in questo momento fa la differenza. Suo anche l'assist per il magnifico 2-1 di Milinkovic (che stop a seguire bruciando De Ligt per il tiro preciso), arrivato poco dopo l’espulsione di Cuadrado. Che in totale fanno undici, nessuno come lui in Europa. Ma già prima la Lazio era cresciuta, mentre la Juve, orfana di Bentancur, non teneva più a centrocampo. E si era fatta vedere dalle parti di Strakosha solo con Dybala che aveva approfittato di un passaggio errato di Strakosha. Dubbi in mezzo. In questo momento, più che le punte, è lì il punto debole bianconero. Centrocampo che invece è il tesoretto della Lazio. Le partite, si sa, si vincono in mezzo. Sarri ha dovuto togliere Bernardeschi, anche lui non in gran giornata, per coprirsi con Danilo. Inzaghi via via si è cautelato con Parolo e Cataldi, inseriti per Luis Alberto e Immobile, che si era persino concesso il lusso di sbagliare un rigore. Caicedo, entrato per far passare i minuti, ha dato il colpo di grazia all’ultimo respiro. E adesso la Juventus si scopre davvero vulnerabile. Adesso, sembra un’assurdità , ma si trova con la coperta corta a centrocampo. Khedira è saltato, Matuidi non è più il solito caterpillar, Can è spaesato, Rabiot non ingrana. Speriamo che l’infortunio di Bentancur non sia serio. Ma Sarri ha bisogno di trovare soluzioni nuove. E, chissà , fare qualche pensiero er gennaio. Intanto l’oggetto del desiderio Milinkovic gode su altre sponde.
? Il Corriere dello Sport titola: "ExtraLazio. Juve domata. Sotto 0-1 (Cristiano Ronaldo) schianta i bianconeri (in 10) con Luiz Felipe, Milinkovic e Caicedo. Immobile sbaglia un rigore ma la squadra di Inzaghi è straordinaria: battuto il club campione d'Italia".
Prosegue il quotidiano sportivo romano: Schiantati Ronaldo e Dybala. Crolla per la prima vota la Juve di Sarri, l’Inter resta in vetta. I sessantamila dell’Olimpico, in una notte da favola, cantano il Rinascimento della Lazio, di nuovo ai vertici del campionato. Tre gol per rimontare e piegare i campioni d’Italia, gli unici sino a ieri sera imbattuti in Europa. Settima vittoria consecutiva, terzo posto a soli tre punti dai bianconeri, storditi dalla personalità , dalla forza e dal gioco verticale di Inzaghi, il vero architetto di una squadra piena di classe costruita da Tare, in campo per festeggiare a fine partita, e con lo spirito indomito reclamato da Lotito. Il sigillo di Caicedo a tempo quasi scaduto dopo il raddoppio di Milinkovic e il pareggio di Luiz Felipe a un sospiro dall’intervallo. Presuntuosa, vulnerabile e troppo sbilanciata la Juve. Sarebbe finita al tappeto prima se Immobile non avesse fallito il rigore del 3-1, ma è un altro segnale. La Lazio ha vinto nella serata in cui il suo bomber, dopo nove giornate consecutive, non è andato a rete. La valanga si è abbattuta sui bianconeri dopo l’espulsione di Cuadrado, ma anche in precedenza Inzaghi aveva trovato la chiave giusta con le ripartenze e le intuizioni di Luis Alberto, autentico top player, altri due assist per incorniciare una prestazione super. La Signora si poteva battere in volata. Così è stato. Disegno perfetto.
Impatto. La Juve era entrata in partita con l’idea di dominare. Baricentro alto, pressione sui tre centrali per disturbare il giro-palla arretrato della Lazio. Bernardeschi lasciava Leiva per salire su Acerbi. E’ sempre rischioso accettare il palleggio bianconero. Inzaghi, bleffando, aveva annunciato altri temi di gioco, invece la scelta iniziale è stata di attesa, lanci lunghi per sorprendere Bonucci e De Ligt in profondità . Il gioco all’inizio è riuscito una sola volta e per l’errore di Cuadrado, l’olandese ha murato Immobile. La Lazio era contratta, Correa e Immobile schermavano le linee di passaggio su Pjanic ma non ripartivano, anche perché mancava l’assistenza dei fantasisti. Luis Alberto e Milinkovic sarebbero entrati dopo sulla scena. Strakosha ha salvato due volte su Dybala e Bernardeschi non ha capitalizzato il pallone al bacio di Ronaldo. Il portoghese era vivo, pericoloso, in crescita. CR7 e pari. Dominanti Matuidi e Bentancur, ma la luce era accesa come al solito da Dybala. Proprio l’argentino ha innescato l’azione del gol, scaricando su Ronaldo. Cristiano ha letto l’inserimento di Bentancur e poi è andato a riprendere la palla sul palo più lontano, toccando in rete. La Lazio, sino a quel momento, si era tenuta a galla con la tigna di Lulic e la corsa di Lazzari. Una volta sotto, è stata costretta a tirare fuori coraggio e iniziativa. E ha reagito. Luis Alberto è riuscito a entrare in partita alla sua maniera. Sarri ha perso Bentancur, sostituito da Emre Can.
Una botta pesante, il centrocampo ha cominciato a sgretolarsi. E’ cambiata l’inerzia, negli ultimi 20' è venuta fuori la squadra di Inzaghi, producendo quasi interamente i 9 tiri e i 4 angoli del primo tempo. Proteste per gli interventi di Bernardeschi su Luiz Felipe e di Emre Can su Leiva. Male Fabbri in tanti episodi. Non ha concesso il rigore all’ex Liverpool, ma sull’angolo successivo Luis Alberto ha fabbricato il cross per il gol di testa di Luiz Felipe. Valanga. Il brasiliano in avvio di ripresa ha rischiato su Matuidi. Cuadrado invece ha preso il rosso dopo il controllo Var per aver steso Lazzari, imprendibile in campo aperto. La partita si è incendiata. La Juve, invece di gestire, è venuta avanti. E la Lazio ne ha approfittato, castigando una linea difensiva troppo alta. Ultimi venti minuti pazzeschi. Lancio con il compasso di Luis Alberto, controllo in corsa e sinistro in rete, gol stellare di Milinkovic. Correa servito in corsa, rigore inevitabile, ma Szczesny ha rimediato superandosi due volte su Immobile. Brividi e sofferenza sino all’ultimo minuto di recupero, ma la Lazio non poteva proprio farsi scappare il successo sui bianconeri che mancava in Serie A all’Olimpico dal 2003. Szczesny alla disperata su Lazzari, sinistro di Caicedo per scaraventare in rete la favola biancoceleste.
? Il Messaggero titola: .
Prosegue il quotidiano romano:
? Tratte dal Corriere dello Sport, alcune dichiarazioni post-gara:
Una notte da sogno, di quelle da ricordare a lungo. La Lazio di Inzaghi torna a vincere allo stadio Olimpico contro la Juve in campionato, come non accadeva esattamente da 16 anni e un giorno: "Mancava dal 2003 questo successo, ancora giocavo. Quella partita me la ricordo anche se ero in panchina. Era passato davvero troppo tempo", sottolinea l'allenatore biancoceleste. Che sfata un altro tabù ed entra ancora di più nella storia del club, raggiungendo Dino Zoff al primo posto (a quota 73) dei tecnici con più successi in campionato. Ma la classifica che guarda il mister è un'altra, quella di Serie A. Adesso i bianconeri di Sarri sono a soli tre punti di distanza, la capolista Inter a 5: "Ora è giusto godersi questo bel successo, ma dobbiamo guardare avanti e pensare subito a giovedì. Non è questione di diplomazia, sappiamo che i giudizi cambiano molto facilmente. Lavoriamo in un ambiente che ti può trascinare come è stato stasera, ma che allo stesso tempo può diventare complicato quando le cose vanno male. Dobbiamo solo pensare a giocare partita dopo partita". Questa di ieri sera può rappresentare il definitivo salto di qualità che era sempre mancato, quel passo avanti per iniziare a competere per traguardi più alti rispetto alla solita qualificazione in Europa League: "Io sono convinto di questa squadra, siamo in un ottimo momento. Dobbiamo essere ambiziosi e guardare davanti a noi, sapendo che il calcio è questo. Un mese e mezzo fa arrivavano critiche, ma io ero sereno. Ho sempre avuto vicina la società : Tare, Peruzzi, De Martino e Lotito. Il presidente anche quando perdevamo mi diceva di stare tranquillo. Quando hai la fiducia di tutti e la squadra è sempre disponibile, sai che possono arrivare diversi successi".
Soprattutto con un gioco come quello mostrato in questi mesi, tutto in verticale e ad altissima velocità negli ultimi metri: "Il primo tempo abbiamo faticato un po' a trovare l'ultimo passaggio, la Juve non ci concedeva spazi, era stretta e alzava Pjanic su Leiva. Noi dovevamo essere più bravi a trovare le nostre punte, forse. Ma poi i ragazzi sono stati bravissimi, sanno che devono continuare a credere in ciò che fanno e si sono meritati l'atmosfera dell'Olimpico, con la nostra Curva Nord che ci ha trascinato come sempre. Nei secondi tempi solitamente si subisce di più, ma la squadra è rimasta concentrata. Sul gol potevamo fare meglio, a volte però va accettata anche la bravura degli avversari: hanno fatto una grande giocata e determinati gol puoi anche concederli alla Juventus. Tanto di cappello a loro. In ogni caso non posso far altro che applaudire la prestazione dei miei ragazzi, sono stati fantastici". Giusto godersi il momento, insomma, ma Inzaghi vuole che la squadra mantenga i piedi per terra e si focalizzi solo sui prossimi obiettivi nel medio termine, che a oggi è la sfida di Europa League con il Rennes: "La Lazio ha ancora margine, i giocatori credono in quello che proponiamo. Giovedì andiamo in Francia a giocarci la nostra partita e sarà impiegato chi sta giocando meno, ma meriterebbe di più. Sono uomini che si impegnano sempre e mi consentono di alzare il livello degli allenamenti".