10 dicembre 2016 - Genova, stadio L. Ferraris - Campionato di Serie A, XVI giornata - inizio ore 20.45
SAMPDORIA: Puggioni, Pereira, Silvestre, Skriniar, Regini, Linetty (76' Djuricic), Torreira, Barreto (56' Schick), Fernandes (46' Praet), Quaglierella, Muriel. A disposizione: Tozzo, Krapikas, Eramo, Dodò, Krajnc, Palombo, Cigarini, Alvarez, Budimir. Allenatore: Giampaolo.
LAZIO: Marchetti (46' Strakosha), Basta, de Vrij, Wallace, Radu, Parolo, Biglia (65' Keita), Milinkovic-Savic, Felipe Anderson (87' Lukaku), Immobile, Lulic. A disposizione: Vargic, Bastos, Hoedt, Leitner, Murgia, Kishna, Lombardi, Djordjevic. Allenatore: S. Inzaghi.
Arbitro: sig. Russo (Nola - NA) - Assistenti Sigg. Vuoto e Fiorito - Quarto uomo Sig. Lo Cicero - Assistenti di porta Sigg. Di Bello e Di Paolo.
Marcatori: 40' Milinkovic-Savic, 44' Parolo, 90' Schick.
Note: ammonito al 48' Radu, al 53' Regini, al 58' Biglia, al 71' Wallace, all'89' Parolo, al 92' Schick tutti per gioco falloso. Angoli 2-5. Recuperi: 0' p.t., 5' s.t.
Spettatori: paganti 2.040 per un incasso di Euro 47.500; abbonati 16.789 per una quota di Euro 164.806.
La Gazzetta dello Sport titola: "Milinkovic e Parolo in 4’. Scossa Lazio, Samp k.o. I biancocelesti si rialzano dopo il derby: Anderson manda in gol il serbo e l’azzurro a fine primo tempo. Schick accorcia allo scadere".
Continua la "rosea": "Daremo del filo da torcere a tutti". Così Marco Parolo sventola l’orgoglio Lazio dopo questa vittoria sul campo di una Samp irriducibile e in salute (cinque risultati utili di fila) costretta però a inchinarsi alla classe di un brasiliano dalle enormi potenzialità (Felipe Anderson) e però pure dai lunghi torpori, e messa sotto nel primo tempo dalla veemenza di un avversario sceso in campo con il derby negli occhi: bisognava cancellare quell’incubo e rimettersi in corsa Champions. Missione riuscita. Sotto il profilo psicologico la fiducia accordata a Wallace, sciagurato protagonista del gol di Strootman, è stato un segnale lanciato da Inzaghi: ho fiducia in tutti voi, dobbiamo solo rialzarci. E così è stato. Con un accorgimento tattico iniziale votato al rispetto del momento d’oro dei blucerchiati (Biglia davanti alla difesa in opposizione a Bruno Fernandes) il giovane tecnico biancoceleste ha predicato calma e raziocinio. Poi, a metà tempo l’ordine a Milinkovic di abbandonare i suoi compiti di guastafeste su Torreira per portarsi a supporto di Immobile è stato come il segnale del "rompete gli indugi: all’attacco". Lì la squadra è cresciuta per aggressione in pressing, per mole di gioco e pericolosità.
Se non si fosse ridestato l’artista Anderson, però, difficilmente una Samp propositiva anche se poco pericolosa, avrebbe incassato la batosta. Ma a Felipe sul finire di tempo sono venuti i 5 minuti di estro e la partita è diventata della Lazio. Suo il cross per la schiacciata di Milinkovic (40’); sua la superba chiusura di un triangolo ispirato e concluso da Parolo. Bravo a sollecitare il compagno, ma Felipe gli ha spedito un passaggio che andava "soffiato" in rete. Vista la serata negativa di Muriel e la scarsa fortuna di Quagliarella, all’11’ della ripresa Giampaolo si è giocato la terza punta, Schick, ’96 interessantissimo. Un azzardo tattico (fuori Barreto) che la Samp avrebbe potuto pagare con il terzo gol. Immobile però ha deciso di proseguire nel suo digiuno (dura dal 30 ottobre) e si è divorato due occasioni davanti al portiere. Nella prima c’è anche il merito di Puggioni nell’uscita, sulla seconda Immobile ha sbagliato il tiro. E così nella bagarre conclusiva scatenata dalla rete di Schick, con un sinistro da fuori solo toccato da Strakosha (entrato all’intervallo, prima aveva fermato una punizione di Quagliarella), la Lazio ha dovuto ritirare fuori il carattere contro l’arrembante Samp. Che aveva perso in casa una sola volta, in settembre col Milan, e che è uscita fra gli applausi. Applausi che vanno estesi ai vincitori: hanno avuto una reazione che avrà riempito il cuore dei loro tifosi.
Il Corriere dello Sport titola: "Lazio blitz. Felipe inventa, Inzaghi vola. Due assist del brasiliano sono sfruttati da Milinkovic e Parolo. Dimenticati i veleni del derby, Napoli staccato".
Prosegue il quotidiano sportivo romano: L’urlo della Lazio. Orgogliosa, infinita, di ferro, ancora in corsa per la Champions. Si è rialzata a Marassi nella notte più difficile e dopo l’onta del derby. Vittoria pesantissima, da grande squadra, su un campo complicato. La Samp di Giampaolo era in salute e sognava di infilare il quinto successo di fila in casa come era riuscito soltanto a Boskov nel 1991, l’anno dello scudetto di Mancini e Vialli. I blucerchiati avevano piegato Genoa, Inter, Sassuolo e Torino. Si sono dovuti inchinare allo strapotere della Lazio. Partita lunga 95 minuti, un combattimento, perché a Immobile (a digiuno per la quinta partita di fila) è mancato il colpo del ko che avrebbe chiuso il conto in anticipo. Decisivi i gol di Milinkovic e Parolo, ma questa è stata la vittoria di un gruppo di cemento esaltato dal talento di tre fuoriclasse. Felipe ci ha messo la firma con due assist al bacio, Keita ha regalato un’ultima mezz’ora da fenomeno e lo abbiamo visto correre e difendere come mai in questi anni. Dietro la difesa teneva intorno a un pilastro come de Vrij, al rientro dopo quasi due mesi. L’olandese ha restituito tranquillità a Wallace: si è riscattato e rasserenato dopo il gol regalato a Strootman. La Samp ha tenuto sino in fondo e ha provato a riaprirla con la sberla di Schick, altro talento formidabile, a un soffio dal novantesimo. Ma era troppo tardi per rimontare. E’ stata l’unica vera occasione concessa dal fortino della Lazio. Un altro capolavoro di Inzaghi, fine psicologo: si è risollevato senza giubilare nessuno dei giocatori che avevano fallito con la Roma. Lo hanno sorretto giovani e senatori. Lotito farà bene a entrare poco nello spogliatoio: i suoi interventi servono in altre sedi.
Marassi evoca atmosfera da calcio inglese e la Lazio, per spazzare la sindrome derby, ha aggredito dal primo minuto la Samp, contrastando sulla linea mediana e ribaltando l’azione ad altissima velocità. Ritmo, intensità e compattezza, aveva chiesto Inzaghi ai suoi giocatori. Questa volta, rinunciando a Keita, ha scelto di aggiungere ancora più forza al centrocampo. Mossa indovinata. Il modulo era ibrido, ballava tra il 4-4-1-1 e il 4-2-3-1. Lulic ripiegava e si accentrava, nella fase di non possesso, su Barreto. Biglia controllava Bruno Fernandes, Parolo scalava su Linetty. Ogni rotazione dei centrocampisti prevedeva la pressione di Milinkovic su Torreira. In realtà il piccolo play uruguaiano non soffriva la differenza di statura. La Lazio si difendeva su due linee e poi si rovesciava in avanti cercando di sfondare a destra con Felipe e Basta. Mezz’ora di equilibrio, perché la Samp ha un signor centrocampo, abbina qualità tecniche e velocità, i duelli erano in equilibrio, davanti mancava l’ultimo passaggio. La prima occasione è capitata a Immobile, servito da un cross di Felipe: colpo di testa centrale e parata di Puggioni. I blucerchiati si salvavano sporcando l’azione o mettendo in fuorigioco Ciro. Manovra senza sbocchi, davanti non pungevano. Bene Radu, ancora meglio de Vrij, risoluto Wallace. La squadra di Giampaolo teneva palla (60% all’intervallo) ma non è mai entrata in area con pericolosità.
Il fraseggio stretto dei blucerchiati rubava l’occhio senza produrre lampi per Muriel e Quagliarella. La Lazio ha stritolato lentamente la Samp, è venuta fuori bene dopo la mezz’ora, accentuando ancora di più la pressione offensiva. Aveva fame, si vedeva la cattiveria in ogni intervento. Al quarantesimo è arrivato il primo gol dopo un assalto insistito: Felipe ha saltato Linetty in velocità e ha scodellato un altro cross, Milinkovic ha sovrastato Silvestre e palla in rete. Altri quattro minuti ed ecco il raddoppio di Parolo, al primo gol stagionale. Di nuovo Felipe a destra, Regini asfaltato, l’ennesimo cross lungo la linea difensiva blucerchiata. Questa volta l’inserimento ha premiato il centrocampista azzurro, Skriniar era in ritardo, tocco morbido, Puggioni beffato. Dopo l’intervallo Inzaghi ha perso Marchetti per l’ennesimo stiramento e lo ha sostituito con Strakosha, Giampaolo ha cambiato Fernandes con Praet e poi ha inserito Schick, un altro attaccante. La Samp attaccava a testa bassa, in modo confuso, la Lazio soffriva anche e soprattutto perché incapace di segnare il terzo gol. Puggioni ha respinto il destro di Felipe, Immobile si è divorato altre due occasioni lanciato in contropiede. La partita era ancora aperta, restava in bilico. Biglia si è fatto male e Inzaghi lo ha rimpiazzato con Keita senza cambiare il modulo, perché Lulic si è accentrato accanto a Parolo. Tutti erano pronti a ripiegare, a sacrificarsi, a fare una corsa in più per difendere. Strakosha è arrivato solo a sfiorare il sinistro potente di Schick, la Lazio finalmente è riuscita a tenere palla e con qualche apprensione è arrivata in fondo, facendo festa a Marassi.
Il Messaggero titola: "Lazio, la corsa riparte subito. I biancocelesti dimenticano il derby vincendo sul campo della Sampdoria. Uno-due di Milinkovic e Parolo in soli cinque minuti, nel finale il gol di Schick".
Prosegue il quotidiano romano: La sconfitta nel derby è archiviata. Riposta in un cassetto dai gol di Milinkovic e Parolo, dagli assist di Anderson e da una prova corale da applausi. Serviva la reazione per non finire in uno di quei vicolibui senza uscita e la Lazio lo ha fatto nel migliore dei modi. Battuta la Sampdoria per 2-1 a Marassi, mandando in rete il quattordicesimo giocatore differente. Il rischio del contraccolpo era altissimo, è stato bravo Inzaghi a compattare lo spogliatoio e incanalare la rabbia nella giusta direzione. Di sicuro avranno fatto effetto anche le urla del presidente Lotito, martedì a Formello, furioso per la sconfitta con la Roma. Ha rimproverato la poca cattiveria messa in campo domenica scorsa, ieri la pronta risposta. Il tecnico ha confermato Marchetti e Wallace, cambiando l’assetto tattico plasmando il 4-3-3 in un 4-4-1-1: Milinkovic spesso si è posizionato dietro la punta e Lulic da cursore esterno alto con compiti offensivi e di copertura. Contava vincere per buttare alle spalle le scorie della stracittadina. Peccato solo per la sofferenza finale.
Il ritmo è folle fini dai primi minuti. La Lazio parte subito in quinta per scrollarsi di dosso tutte le tossine del derby. Testa bassa, corsa e rabbia. La Samp però non è da meno e risponde colpo su colpo. Il risultato è una prima frazione giocata a mille all’ora con continui capovolgimenti di fronte. Wallace è l’osservato speciale dopo l’orrore fatto contro la Roma. Ne sente ancora il peso e inizia un po’ titubante, ma gli bastano un paio di chiusure e due calcioni per ritrovare la sicurezza. de Vrij accanto a lui lo guida alla grande, regalandogli manciate di tranquillità. Tra i più pimpanti Felipe Anderson. Il brasiliano è un "frecciarossa" sulla corsia di destra, peccato che i suoi cross non siano mai precisissimi. Quando ne pennella uno al bacio Immobile non dà la giusta dose di forza al colpo di testa. Molto meglio quando a dare la capocciata è Milinkovic che, sul finale di tempo, fa esplodere la panchina laziale. Il raddoppio è la conseguenza del forcing biancoceleste con Parolo in scivolata a chiudere un centro perfetto sempre di Anderson. Molto bene anche Lulic che nei tre alti si rivela una spina nel fianco per Pereira. La scelta di Inzaghi serve anche a dare maggiore copertura al centrocampo della Lazio, con Senad chiamato a ripiegare in fase di non possesso. Nella ripresa i biancocelesti provano a chiudere il match ma sbagliano troppo e il gol blucerchiato di Schick, nel finale, fa vivere qualche brivido di troppo. Immobile non è lucido è si divora una serie infinita di occasioni. Il digiuno di quaranta giorni non gli fa venire fame, ma un bomber come lui non può sbagliare così tanto.
Il successo di ieri contro i blucerchiati, restituisce convinzione alla Lazio che vola a quota 31 punti. L’obiettivo Europa è sempre nel mirino dei ragazzi d’Inzaghi. Tre punti che distendono gli animi e soprattutto regalano entusiasmo a una squadra giovane e ancora troppo fragile sotto il profilo psicologico. La bella vittoria di ieri però dimostra che Biglia (uscito per una botta) e compagni stanno facendo grandi passi avanti in questo senso. Ora però vietato montarsi la testa perché ad attendere la Lazio, prima della sosta, ci sono altre due sfide difficilissime contro Fiorentina e Inter.
Tratte dal Corriere dello Sport, alcune dichiarazioni post-gara:
"Uniti ripartiamo". Il messaggio veicolato, attraverso uno striscione, dai tifosi saliti a Marassi. Erano in seicento accanto alla Lazio, scesa in campo come una furia, con la forza di un esercito. Questa vittoria è nata un minuto dopo la fine del derby. La squadra di Inzaghi ha accumulato energia e rabbia per sei giorni prima di sprigionarla sul prato di Marassi. "Mi aspettavo una reazione così dopo il derby. E questi giocatori mi rendono orgoglioso" ha raccontato Simone, balzato dalla panchina al novantacinquesimo per correre ad abbracciarli, uno dopo l’altro, sul campo. "Primo tempo splendido, abbiamo meritato il doppio vantaggio e sprecato alcune occasioni per segnare il terzo gol, poi lo abbiamo preso e siamo andati in leggera sofferenza. Vittoria meritatissima. Usciamo con una buonissima prestazione su un campo difficile, qui aveva vinto solo il Milan". E ancora. "E’ stata la miglior partita stagionale, almeno nei primi 60 minuti: perfetti. Non ricordo occasioni concesse alla Samp, solo la punizione di Quagliarella parata da Strakosha. Applaudo i miei ragazzi, sappiamo cosa vuole dire perdere il derby a Roma, siamo stati bravi a reagire ed a rialzarci".
Marchetti si è stirato. "Ha avvertito una fitta al flessore rinviando verso la fine del primo tempo. Farà gli esami". Biglia è uscito per una contusione forte alla tibia. Parolo era in diffida e salterà la Fiorentina per squalifica. Ma ci sono soltanto sorrisi per Simone. "Per noi era vitale battere la Samp e ripartire, sapevamo cosa avremmo incontrato a Marassi. Ora avremo Fiorentina e Inter in tre giorni, bisognava per forza cercare di vincere. A Genova non è facile, ci siamo riusciti. Bravi tutti". E’ stata la vittoria del gruppo e dei giocatori che più avevano sbagliato nel derby. Keita pazzesco nell’ultima mezz’ora. "Non s’era allenato a inizio settimana, l’ha fatto bene da giovedì, ho optato per un’altra soluzione, ma è entrato benissimo, ha dato tutto. E’ stato un piacere vederlo rincorrere gli avversari e sacrificarsi anche nella fase difensiva". Ciro ha fallito tre buone occasioni per chiudere il conto. "A Immobile ho fatto i complimenti, è stato utile alla squadra. Un centravanti si deve preoccupare quando non ha le occasioni da gol. Ciro ci ha dato una mano, è stato meno lucido, ma non posso rimproverargli nulla, si è dannato l’anima. E’ stato bravo, dispiace non abbia segnato. Speriamo possa tornare a segnare domenica con la Fiorentina".
Cuore e orgoglio, temi tattici indovinati. "La Samp è un’ottima squadra ma l’abbiamo preparata bene e si è visto sul campo. Nel secondo tempo avremmo dovuto fare il terzo gol". I veleni del derby sono stati assorbiti in fretta. "Lunedì siamo tornati sugli errori commessi ma poi non abbiamo più voluto parlare della Roma, avevamo una partita difficilissima da preparare. I ragazzi sono stati bravissimi". Doppio assist di Felipe Anderson. Ha asfaltato la fascia destra. "Sono molto contento, è un ragazzo che si allena benissimo. È normale non fare nel migliore dei modi ogni partita. Contro la Roma non è stato l’unico a rendere meno, purtroppo abbiamo perso e deluso i nostri tifosi. Quelli venuti a Marassi ci hanno sostenuto, sono stati molto importanti". E’ arrivato finalmente il primo gol di Parolo. "Lui è abituato, se ne era parlato molto del suo digiuno. E’ stato bravissimo oggi, ha fatto tutte e due le fasi. Ha giocato da mediano, ma è stato bravissimo così come sono stati bravissimi Felipe Anderson e Lulic". Simone ha voluto spendere qualche parola per Senad, travolto dalle polemiche negli ultimi giorni. "E’ un grandissimo giocatore, non perde mai le sue certezze. Gli chiedo sempre dei sacrifici e lui è molto disponibile. Giocatori così, ti rendono orgoglioso". E’ una Lazio da amare, ancora più forte dopo una notte così.
Sono stati uomini veri, tutti quanti: "Questa squadra ha gli attributi", mai risposta è stata presa più alla lettera, è di Marco Parolo. Si spiega così la riscossa della Lazio, con le parole e il primo gol stagionale di uno dei suoi leader di ferro, ha atteso il momento giusto per trovarlo, per sbloccarsi. Si spiega così la risposta della Lazio, con i due assist millimetrici di Felipe Anderson, con il frullare delle sue gambe, con il suo fervore, con tutt’altra prestazione rispetto a quella annacquata offerta nel derby: "Siamo entrati in campo attenti e cattivi. Personalmente non mi interessa fare gol, assist o dribbling. Gioco per il gruppo. Dobbiamo tutti pensare al bene della squadra. Dobbiamo insistere con questo atteggiamento e giocare senza paura". Si spiega così la ripartenza, con le folate di Lulic, con la sua carica agonistica, con la risposta migliore che potesse dare dopo il caso Rüdiger. Sono stati uomini veri tutti, da Wallace a de Vrij. Il primo s’è rialzato dopo l’erroraccio di domenica, il secondo è tornato a guidare la difesa e tutti si sono sentiti più sicuri. E’ stato uomo Milinkovic che è ancora ragazzo, ha 21 anni, s’è superato per salire in cielo e segnare l’1-0. Altra squadra, altra partita.
Sul tipo di terapia da impiegare per risollevare la Lazio, l’illuminista Inzaghi ha avuto le idee molto chiare. I suoi uomini non mollano mai, fanno del carattere una bandiera. Spronati dall’orgoglio, pizzicati sull’onore, si sono rilanciati subito. Sono stati più tosti, più famelici e anche più belli. Sono stati travolgenti per intensità emotiva, per carica agonistica. Servivano nervi saldi e idee argute. Parolo, sempre lui, ha guidato la riscossa in partita e ha avvertito la concorrenza. La Lazio è tornata: "Siamo la Lazio - ha detto il centrocampista laziale - possiamo giocarcela con tutti. In questa settimana abbiamo ricominciato ad allenarci in modo forte, per l’intensità ho preso anche una scarpata e ho 4 punti di sutura. I tre punti ci danno convinzione, ora ci aspettano due partite prima di Natale, saranno molto difficili. Aver segnato e aver vinto è il massimo, mi godo il momento". Parolo s’è complimentato con i compagni, hanno reagito da uomini: "Abbiamo dato una risposta di carattere, abbiamo risposto alla sconfitta subita in un derby condizionato dagli episodi. Abbiamo lottato tutti quanti e se andremo avanti così ci toglieremo belle soddisfazioni". Parolo ha difeso i compagni finiti sotto accusa: "Il derby l’abbiamo perso per episodi sfortunati, tutti avevamo giocato una grande partita, anche Marchetti e Wallace che sono stati sfortunati. Siamo stati bravi a reagire, abbiamo stretto i denti. In settimana si è scatenata una caccia agli errori nei confronti di giocatori che ci hanno sempre dato una mano".
Il gol, Parolo, l’ha dedicato alla moglie: "Lo dedico a lei, spero sia contenta. Dobbiamo chiudere il girone di andata alla grande e fare un buon girone di ritorno. Ripeto, giocando con gli attributi possiamo farcela contro chiunque". Parolo non ci sarà contro la Fiorentina, era in diffida, ha beccato un giallo: "Sarò squalificato, mi preparerò per l’Inter, ci sono giocatori all’altezza, possono sostituire chi non gioca. Sono orgoglioso di tutti. Immobile si è sacrificato molto. Vincere con i singoli è bello, ma noi vinciamo con il gruppo. Sapevo che sarei tornato al gol. Felipe mi ha fatto un grande assist, spero di trovare altre occasioni". E’ stato un coro di elogi, ci sono anche quelli di Basta: "In settimana abbiamo parlato tra di noi, abbiamo vissuto giorni turbolenti, abbiamo reagito. Questa vittoria dimostra che la Lazio è una squadra vera, soffriamo tutti insieme".