12 novembre 2023 – Roma, stadio Olimpico - Campionato di Serie A, XII giornata - inizio ore 18.00
LAZIO: Provedel, Lazzari Patric, Romagnoli, Marusic (81' Hysaj), Guendouzi, Cataldi (64' Vecino, 74' Rovella), Luis Alberto, Felipe Anderson (81`' Kamada), Immobile, Pedro (64' Isaksen). A disposizione: Sepe, Mandas, Casale, Pellegrini, Gila, Kamada, Basic, Castellanos, Sanà Fernandes. Allenatore: Sarri.
ROMA: Rui Patricio, Mancini, Llorenyte, N`Dicka, Karsdorp (85' Celik), Cristante, Paredes, Bove (81' Renato Sanches), Spinazzola (90' Kristensen), Dybala (81' Azmoun), Lukaku. A disposizione: Svilar, Boer, Pelegrini, Belotti, Sanches, Aouar, Zalewski, Pagano, El Shaarawy. Allenatore: Murinho
Arbitro: Sig. Massa (Imperia) - Assistenti Sigg. Bindoni e Tegoni - Quarto uomo Sig. Colombo - V.A.R. Sig. Irrati - A.V.A.R. Sig. Paganessi
Note: ammonito al 18' Mancini, al 30' N'Dicka, al 36' Lukaku, al 37' Immobile, al 67' Luis Alberto, al 73' Patric, all'88' Azmoun tutti per gioco falloso, al 32' il tecnico biancocelete Maurizio Sarri per proteste. Angoli 4-1. Recuperi: 1' p.t., 3' s.t.
Spettatori: 63.000 circa.
• Il Corriere dello Sport titola: "Nella rete della paura. Derby duro e teso, ma Sarri e Mou scelgono la via del minimo rischio. Poche vere emozioni: un gran tiro di Luis Alberto sul palo, gol annullato a Cristante. Finisce in parità il confronto per la zona Champions tra Lazio e Roma. Squadre affaticate e attaccanti ben controllati però i giallorossi sono a tre punti dal Napoli e anche i biancocelesti restano in corsa".
Prosegue il quotidiano sportivo romano: Non ce l’hanno fatta a portare il derby dalla loro parte. Nessuna delle due. E così è arrivato il pareggio, che mancava ormai dal 2019-2020 (sia all’andata che al ritorno). Ed è arrivato anche lo 0-0, che all’Olimpico non si vedeva dal 15 aprile 2018. Un pareggio che, considerati i risultati della giornata in zona Europa, lascia un senso di incompiutezza generale e che riflette probabilmente il momento delle due squadre, entrambe senza la forza (e la continuità all’interno della gara) per sovvertire un risultato che era nell’aria. Bastano alcuni dati per capire: 15 tiri totali (7 biancocelesti e 8 giallorossi), solo 3 nello specchio della porta (2 Lazio e 1 Roma). Lukaku da una parte e Immobile dall’altra non sono mai stati veramente pericolosi, anche perché poco assistiti per gran parte del match (Ciro, comunque, ha messo in mostra una condizione fisica decisamente migliore rispetto al recente passato). Per cambiare il destino della partita serviva un guizzo o una magia, che però non è mai arrivata.
Le 4 fasi del Derby. Dentro a questa sfida (spesso giocata sul filo dei nervi) ci sono almeno 4 fasi: un inizio tutto della Roma (15 minuti), poi una seconda parte di primo tempo tutta della Lazio, una ripresa di marca giallorossa in avvio e infine una trentina di minuti in cui l’equilibrio è stato quasi totale. Alla resa dei conti, tuttavia, è stata la squadra di Sarri a costruire le occasioni migliori, nella prima frazione. Al 24' il momento più alto del derby: il palo (quasi incrocio) colpito da Luis Alberto, il nono della stagione per la Lazio. E tre minuti più tardi, su una punizione dello spagnolo, lo stacco di testa di Romagnoli che ha esaltato i riflessi di Rui Patricio. Al 43' un’azione Lazzari-Guendouzi ha prodotto un’altra occasione per Luis Alberto, che però ha sparato alle stelle. È stato questo il periodo più interessante della serata, nel quale la Lazio non ha piegato la partita. In precedenza, era stata la Roma ad avere il predominio del campo, con Karsdorp al tiro ben tre volte (su una conclusione ribattuta, Cristante si è visto annullare un gol per fuorigioco). Mourinho aveva trovato un assetto giusto, ha mantenuto il baricentro della squadra piuttosto alto, ha sprigionato l’energia di Bove (tanta pressione su Cataldi, la novità della formazione di Sarri) e ha provato a inaridire gli esterni biancocelesti, finendo per innervosire Pedro e rendere innocuo Felipe Anderson. Ma la Roma, ben presto, ha capito che non era la serata di Dybala né tantomeno di Lukaku (solo 6 palloni toccati dal belga nel primo tempo...), costantemente francobollato da Romagnoli. E con i due centrali (Mancini e N’Dicka) ammoniti, la gara si è complicata. Quando la Lazio ha preso le misure, intorno a un Guendouzi di alto livello, la Roma si è tenuta in piedi ma ha creato poco in attacco, dove Dybala non è mai apparso.
La discesa verso la 0-0. Nel secondo tempo si è scivolati piano piano verso il pareggio. È vero che la Roma ha iniziato come nel primo tempo, ma non è stata incisiva. Quando si è trattato di fare i cambi, Sarri ha tentato un’iniezione di vitalità: Isaksen e Vecino per Pedro e Cataldi, portando Felipe Anderson a sinistra. Solo che Vecino si è fatto male dopo 10 minuti ed è entrato Rovella, poi i problemi di Felipe Anderson e Marusic hanno scombinato le sostituzioni (Castellanos stava per subentrare a Immobile: è rimasto fuori). Mourinho si è giocato la carta Azmoun (per Dybala) solo a una decina di minuti dallafine e ha inserito Renato Sanches per l’affaticato Bove. Cambi conservativi quelli giallorossi, mentre la Lazio cercava (timidamente) di trovare il guizzo finale. Niente. La storia di questo derby era già scritta.
• Tratte dal Corriere dello Sport, alcune dichiarazioni post-gara:
Inversione di rotta quasi completata: "Se l’aspetto caratteriale sarà questo siamo destinati a salire". Maurizio Sarri ha un solo cruccio, la Lazio non traduce in oro quello che produce. Gli equilibri pluricollaudati di un anno fa stanno tornando piano piano: "Dobbiamo pensare a stabilizzarci su questo livello di prestazioni, i risultati saranno una conseguenza. Qualcosa di buono abbiamo ritrovato, siamo corti, c’è il carattere e la fase difensiva da 6-7 partite è di alto livello. C’è altro da ritrovare pienamente. È la pericolosità offensiva. Se avessimo avuto quella dell’anno scorso avremmo vinto. Se non puoi vincere il derby non devi rischiare di perderlo. Ma io non ho mai avuto paura che succedesse". Sarri ha ricordato il palo di Luis Alberto: "Le palle gol più nette sono state nostre, va bene la prestazione". Mancano molti gol di Ciro, ma anche delle ali: "L’anno scorso eravamo tra i primi per dribbling riusciti, ora siamo 17esimi. Non possiamo modificarli geneticamente i nostri esterni, c’è speranza che riprendano a colpire. Stiamo chiedendo di andare in profondità, se non si salta l’uomo non c’è tattica che tenga".
Il campo. Sarri ha criticato di nuovo il campo dell’Olimpico: "Il problema annoso, forse irrisolvibile, è il campo amatoriale. Neppure nei Dilettanti si trova così. Non è possibile andare avanti. Se un giorno andrò via sarà per questo. Che il campo è uguale per tutti è un luogo comune. Noi costruiamo con palla bassa per il 95%, in Italia le squadre lo fanno per il 70%. Giochiamo 600-700 palloni a partita, con un campo così dite voi qual è la differenza. È uno stadio bello per fare i concerti, brutto per vederci il calcio, impossibile per giocarci". Sport e Salute ha fatto sapere, in risposta, che il terreno di gioco è in ottime condizioni e rispetta in pieno i requisiti dell’Uefa, su tutti planarità e densità. E che il caso non costituisce un tema.
Lui e Mou. Sarri ha svelato i siparietti vissuti con Mourinho prima e dopo la partita: "Gli ho detto sei un rompi..., mi ha risposto "anche te". Ci vogliamo bene lo stesso. Il Mou personaggio mi piace molto meno, la persona è di alto livello". Il calendario adesso sarà in discesa, Mau non vuole che si pensi sia tutto facile: "Dissi a Lotito "con questo calendario a metà ottobre possiamo essere fuori da tutto". È stato incredibile per una squadra come noi arrivata seconda. Ormai è andata. Se la Lazio ora pensa di vincere con facilità contro le meno blasonate non risaliremo". Mau ha fatto i complimenti a Guendouzi: "Ha una personalità straripante, grandi doti caratteriali, se tecnicamente diventerà più "pulito" sarà un centrocampista importantissimo". Vede Ciro in crescita: "Ciro sta bene, è anche più sereno dopo il gol in Champions. La mancata convocazione in Nazionale? Mi ha detto che tutto sommato è meglio così, ha bisogno di allenarsi. Temevo avesse ripercussioni mentali". Kamada ala solo una necessità: "L’ho messo lì per disperazione, non per convinzione. L’idea era mettere Taty davanti, Ciro aveva speso tanto e iniziava ad accusare. Ma Felipe, Marusic e Vecino hanno chiesto il cambio. Anche Patric". A Salerno mancherà Luis (squalificato), Vecino è infortunato, Kamada partirà: "Luis sarà squalificato e Kamada rientrerà giovedì sera o venerdì mattina, noi giochiamo di sabato. Situazione difficile". Sarri ha chiuso il derby sotto la Nord: "La nostra tifoseria è stupenda, non vado mai a salutare nel bene e nel male. Mi sono sentito in dovere di ringraziarli. Ma nel calcio moderno il rapporto tifoseria-forza societaria non esiste più, non pesa sulle classifiche".