21 marzo 2021 – Udine, Dacia Arena - Campionato di Serie A, XXVIII giornata - inizio ore 15.00
UDINESE: Musso, Becao (74' Forestieri), Bonifazi, Nuytinck, Molina, De Paul, Walace, Makengo (46' Nestorovski), Larsen, Pereyra, Llorente (62' Okaka). A disposizione: Scuffet, Gasparini, Samir, De Maio, Zeegelaar, Ouwejan, Braaf, Arslan, Micin. Allenatore: Gotti.
LAZIO: Reina, Patric (86' Musacchio), Acerbi, Radu, Lazzari, Milinkovic, Leiva (66' Escalante), Luis Alberto (73' A. Pereira), Marusic, Muriqi (66' Akpa Akpro), Immobile (73' Correa). A disposizione: Strakosha, Alia, Hoedt, Parolo, Cataldi, Lulic. Allenatore: S. Inzaghi.
Arbitro: Sig. Maresca (Napoli) - Assistenti Sigg. Carbone e Mastrodonato - Quarto uomo Sig. Piccinini - V.A.R. Sig. Nasca - A.V.A.R. Sig. Tolfo.
Marcatori: 37' Marusic.
Note: osservato un minuto di raccoglimento in memoria del Luogotenente Calligaris, carabiniere scomparso in settimana. Ammonito al 58' Molina ed all'87' Musacchio entrambi per gioco falloso, all'82' Patric ed al 90'+2' A. Pereira per comportamento non regolamentare. Angoli 6-11. Recuperi: 2' p.t., 4' s.t.
Spettatori: partita a porte chiuse per emergenza Covid 19.
? La Gazzetta dello Sport titola: "La Lazio si rimette in moto. Udinese, il gol è un problema. Marusic-rete: Inzaghi resta in corsa per la Champions. De Paul non basta, s'interrompre la serie-sì dei friulani".
Continua la "rosea": Come nei film d’azione, dove il protagonista salta al volo sul treno in corsa per non farsi sfuggire i cattivi a bordo, la Lazio non molla la presa sulla corsa Champions. Vincere a Udine è un gran segnale di ripartenza, perché da queste parti hanno fatto fatica tutti. Marusic è riuscito a bucare una squadra che da 4 gare di fila in casa non prendeva gol e che era reduce da 5 risultati utili consecutivi. Segno di brillantezza, continuità e convinzione nei propri mezzi. Che la banda Inzaghi ha leggermente incrinato. Non ha guadagnato posizioni da questa vittoria, ma rosicchiato punti a qualcuno sì, per tacere del fatto che ha una gara da recuperare. E ha rimesso nel serbatoio un pieno di autostima. Le chiavi. Alla fine poteva anche finire in parità , De Paul ha preso un palo all’alba del secondo round, ma la sfida ha seguito il detto "chi comincia bene è a metà dell’opera". Gotti all’inizio ha cercato di non regalare spazi alle micidiali ripartenze di Immobile e soci, tenendo corta la squadra e con un Pereyra più prudente tra la linee. Ma dopo una decina di minuti di reciproco studio, la Lazio ha preso il sopravvento grazie alla migliore qualità di palleggio. La catena di destra Lazzari-Milinkovic era dormiente, come quelle spie in attesa di essere innescate, ma quella di sinistra Marusic-Luis Alberto funzionava benissimo e da lì sono arrivati i primi pericoli che però hanno avuto solo l’effetto di collezionare un sacco di angoli. L’Udinese aveva problemi in uscita, causa troppi errori in fase di costruzione e di passaggi, il solito De Paul provava a svegliare la squadra, ma anche in attacco Pereyra e Llorente non erano molto collaborativi.
Così al primo flop difensivo, Marusic tutto solo in area ha avuto tempo e modo di accentrarsi e prendere la mira per centrare l’incrocio. L’Udinese al tramonto del round ha avuto l’occasionissima con Stryger Larsen su cui Reina ha fatto la prodezza, ma la vera reazione c’è stata nel secondo tempo. Gotti ha giustamente cambiato subito Llorente con Nestorovski e poi ha preparato la squadra come fosse una banda di pirata pronti all’arrembaggio: dentro anche Okaka (arretrando Pereyra) e poi pure Forestieri. Insomma, una selva di giocatori offensivi che hanno prodotto l’effetto desiderato. Finalmente i friulani hanno creato, oltre al palo del 10 argentino, altre occasioni inclusa quella di Nestorovski finita di poco a lato un minuto prima del fischio, anche se bisogna dire che la più ghiotta l’aveva avuta Immobile a metà round poco prima di uscire. Squadre e tecnici. Diciamo che nel complesso è piaciuta di più la Lazio perché ha sfruttato il suo momento di superiorità , a differenza dell’Udinese che ha sprecato il suo. Udinese però che esce a testa alta: ha pagato il tasso tecnico nettamente superiore dei rivali, ma ha "rischiato" di pareggiare. E diciamo che forse Gotti (che qualche rumor indica proprio come papabile tecnico della Lazio se Inzaghi dovesse andar via) se lo sarebbe meritato per il coraggio nelle sostituzioni e per la capacità di mantenere un assetto equilibrato nonostante i tanti uomini offensivi. Simone Inzaghi, dal canto suo, è altrettanto bravo nel leggere le partite, solo che una volta in vantaggio gli capita di diventare prudente troppo presto. Anche qui, coi cambi conservativi ha lasciato iniziativa e spazi, ma alla fine è riuscito a salire sul treno in corsa.
? Il Corriere dello Sport titola: "Marusic e rabbia. La Lazio ci crede. Orgoglio, cattiveria e capacità di soffrire nella ripresa. Decide un gol del montenegrino, Inzaghi resta in corsa per la Champions. Dopo il ko con il Bayern un bel successo a Udine. La squadra biancoceleste è ancora viva e motivata".
Prosegue il quotidiano sportivo romano: E' viva, aggrappata all’Europa, disposta a soffrire, lottare su ogni pallone e anche borbottare come i suoi top player, prima Leiva, poi Luis Alberto e Immobile, mai felici di uscire dal campo e ieri sostituiti da Inzaghi quando il conto non era chiuso e l’Udinese stava cercando il pareggio. Ha vinto la Lazio e si tratta di un segnale di svolta verso la volata del campionato. Dopo l’eliminazione dalla Champions, l’ultimo mese da incubo e lo spettro del processo per il caso tamponi al Tribunale Federale, il rischio di smobilitare esisteva. Invece no. La squadra biancoceleste è ancora sul pezzo e non si è arresa, come ha dimostrato al Friuli. Mica facile piegare l’Udinese, in serie positiva da cinque giornate e capace di non prendere gol in casa da gennaio. Marusic ha fatto saltare il bunker allestito da Gotti davanti a Musso dopo 37 minuti, 9 angoli e una decina di tiri in porta. Attacco inceppato. Se la Lazio è stata paziente e matura nella ricerca del gol per rompere l’equilibrio, non c’è ancora la forza e l’esplosività dei giorni più belli per scappare in contropiede, puntare la porta e mettere al sicuro le partite con il raddoppio. Continua il digiuno di Immobile, apparso in leggera crescita ma respinto dal palo. Servirebbe Caicedo, bloccato a Roma dal piede in disuso e forse anche un pochino scocciato per il trattamento riservato.
Correa, entrato malissimo, ha un cattivo feeling con il gol e Muriqi, di nuovo titolare dopo Monaco di Baviera, è apparso a disagio. Non ha mai tirato in porta e neppure s’è fatto valere nel gioco aereo o di sponda. Poco dialogo con Immobile, a cui doveva aprire gli spazi. Zero totale. Gli verranno concesse altre occasioni, ma certo l’investimento (20 milioni) fa riflettere e per adesso non appare giustif?icato. Così la ripresa, soprattutto negli ultimi minuti di assalto caotico dell’Udinese, si è trasformata in una sofferenza. Pressione. Convincente l’impatto della Lazio, nonostante sulla fascia destra Lazzari (condizionato dall’infortunio alla mano sinistra) non sprintasse. Gotti aveva piazzato Pereyra in marcatura su Leiva, che ha tirato fuori il meglio in 35-40 minuti prima di entrare in apnea. I friulani, con Llorente riferimento offensivo, non ripartivano e non sono quasi mai riusciti a imbastire un contropiede, anche perché Marusic teneva bene Molina. Un duello decisivo, come è successo in occasione del gol, nato da un cross di Milinkovic. Il montenegrino si è accentrato per portarsi la palla sul destro e, quando sembrava stesse perdendo l’attimo, ha indovinato l’angolo con un tiro appena sporcato da Bonifazi.
Contrasto. La prodezza di Reina su Stryger Larsen, a un sospiro dell’intervallo, ha annunciato la reazione dell’Udinese, tosta e piena di f?isicità (56 duelli vinti contro 34), guidata da un asso di categoria superiore come De Paul. Ha forza f?isica, resistenza, idee e tiro da fuori, esibito in avvio di ripresa, quando ha timbrato il palo dai venti metri. Gotti aveva tolto Makengo e arretrato Pereyra per inserire Nestorovski, trovando invece spunti e presenza in area solo nel f?inale, quando sono entrati Forestieri e Okaka. La Lazio ripartiva poco e solo Immobile (ispirato da Luis Alberto) è andato vicino al raddoppio, murato da Musso e dal palo sul secondo al tentativo. Giusto rinforzare la linea mediana per dare respiro allo spagnolo e Ciro, apparsi più pericolosi nel fraseggio avanzato. Meno comprensibile la sostituzione dei due e il cambio Patric-Musacchio, entrato a tre minuti dalla f?ine. Brividi e qualche mischia davanti a Reina prima di festeggiare un colpo in trasferta che tiene aperto lo spiraglio europeo.
? Il Messaggero titola: .
Prosegue il quotidiano romano:
? Tratte dal Corriere dello Sport, alcune dichiarazioni post-gara:
La partita, a questo punto, è tutta sua. Lo spot scelto da Inzaghi vale per la Champions e per il rinnovo, entrambi in bilico: "Siamo tutti lì in corsa. Ci sono tantissime squadre molto attrezzate. Noi ci siamo, come è sempre accaduto negli ultimi 5 anni, e daremo battaglia in queste ultime giornate". Fino alla fine, credendo nell’aggancio al quarto posto, sottolineando e propagandando il lavoro fatto in questi cinque anni, una cristalleria personale. Simone Inzaghi si volta indietro per trovare la forza di andare avanti. Prima di tutto deve guardarsi da quella sindrome che ogni allenatore conosce e teme, l’ansia di perdere tutto. Alla Champions può rimanere attaccato, il rinnovo non è più certo. Lui dà battaglia con inni dichiarati e messaggi velati pronunciati dopo le partite. Le conferenze della vigilia ormai vengono bypassate. Il tempo passa e le distanze con la società , non solo economiche, restano. Nulla si può dare per scontato. Inzaghi resta in guerra Champions, pensa al campo aspettando l’esito del processo federale in programma venerdì e il verdetto (dopo il ricorso) per Lazio-Toro (partita rinviata dal Giudice sportivo, ma con data da destinarsi). Per la Lazio non sarà una pausa qualunque: "In campionato abbiamo centrato 7 vittorie nelle ultime 10 partite, quindi i ragazzi stanno facendo bene. Con le ultime due vittorie consecutive abbiamo accelerato di nuovo. Sappiamo di dover recuperare qualche punto e ci giocheremo al massimo le nostre chance".
Il futuro. Inzaghi resiste a tutto, alle diff?icoltà , agli affanni, alle reazioni scatenate dalle sue sostituzioni (malumori di Leiva, Ciro e Luis Alberto dopo i cambi di ieri). Vanno letti come un segnale di partecipazione da parte di tutti, nessuno vuole stare fuori: "Eravamo tutti contentissimi a f?ine partita per la vittoria, è normale che tutti vorrebbero rimanere in campo ma ci sono cinque sostituzioni. Sapevamo che sarebbe stata una partita complicata, l’Udinese era quarta nel girone di ritorno, serviva una partita intensa e aggressiva, l’abbiamo fatta. Non dimentichiamo che dopo il ritorno con il Bayern siamo rimasti a Monaco anziché ripartire subito per i problemi avuti all’aeroporto. Rivolgo i complimenti ai ragazzi, hanno interpretato bene la partita, è stata di spessore. Nel secondo tempo abbiamo pagato la trasferta tedesca". La pausa permetterà di ricaricare le batterie e magari di ritrovare Luiz Felipe: "Arriviamo alla sosta con due vittorie consecutive, hanno migliorato la classif?ica. Con quei pochi giocatori che rimarranno cercheremo di lavorare nel migliore dei modi per farci trovare pronti alla ripresa". Stanno mancando i colpi dei big, a turno.
Brillano i gregari, se tali sono: "Marusic e Radu? Si parla di giocatori importanti e non di gregari". Inzaghi non ha visto una Lazio stanca: "Assolutamente no. Abbiamo fatto bene per 65 minuti, soltanto negli ultimi 25 abbiamo pagato un po’, ma ci sta. Sono molto molto soddisfatto per la prova della squadra". Chi è uscito si è arrabbiato, chi è entrato ha dato risposte: "Tutti e cinque i sostituti sono entrati nel modo giusto, con la voglia di aiutare la squadra. Chi entra voglio che dia sempre queste risposte". Inzaghi ha consolato Ciro: "I suoi gol arriveranno presto. Ha fatto un’ottima gara, si è sacrif?icato molto e ha preso un palo. Ho la fortuna di avere diversi attaccanti a disposizione e per questo ho sostituito lui e Muriqi ad un quarto d’ora dalla fine. Ciro tornerà al gol sicuramente". Reina terrà il posto: "Sta facendo ottime partite. E’ venuto con grande umiltà , si è messo a disposizione ed ha sfruttato il momento diff?icile di Strakosha tra Covid e infortunio. Io non regalo niente, sta meritando sul campo di giocare".