7 aprile 2019 – Roma, stadio Olimpico - Campionato di Serie A, XXXI giornata - inizio ore 18.00
LAZIO: Strakosha, Patric, Acerbi, Radu, Marusic, Parolo (69' Milinkovic), Badelj (80' Leiva), Luis Alberto, Lulic, Caicedo (62' Correa), Immobile. A disposizione: Proto, Guerrieri, Luiz Felipe, Wallace, Bastos, Romulo, Cataldi, Durmisi, Neto. Allenatore: S. Inzaghi.
SASSUOLO: Consigli, Demiral, Magnani, Peluso, Lirola, Locatelli (66' Magnanelli), Sensi, Duncan (83' Bourabia), Rogerio, Boga, Matri (73' Berardi). A disposizione: Pegolo, Lemos, Babacar, Ferrari, Sernicola, Djuricic, Odgaard, Di Francesco, Brignola. Allenatore: De Zerbi.
Arbitro: Sig. Abisso (Palermo) - Assistenti Sigg. Preti e Mondin - Quarto uomo Sig. Sacchi - V.A.R. Sig. Manganiello - A.V.A.R. Sig. Longo.
Marcatori: 53' Immobile (rig), 57' Rogerio, 89' Berardi, 90'+5' Lulic.
Note: ammonito al 31' Parolo ed al 78' Badelj per gioco falloso, al 52' Locatelli per proteste. Angoli 11-1. Recuperi: 0' p.t., 6' s.t.
Spettatori: 38.000 circa.
? La Gazzetta dello Sport titola: "Lazio, un punto agrodolce. Sassuolo acciuffato al 95’. Inzaghi fa turnover e sbatte sul muro neroverde. La zona Champions ora è a 3 lunghezze, ma c’è una gara da recuperare".
Continua la "rosea": E alla fine tutti felici e scontenti. Felici per un pari che la Lazio riacciuffa quando il k.o. sembra scritto e che per il Sassuolo era l’obiettivo più o meno dichiarato prima della partita. Ma scontenti entrambi, perché ai padroni di casa servivano i tre punti per continuare il sogno Champions (ora molto più complicato) e perché gli emiliani la vittoria ce l’avevano in tasca e l’hanno vista evaporare solo all’ultimo respiro. Una volta metabolizzata la delusione, però, il Sassuolo capirà che il punticino, unito ai tre presi giovedì col Chievo, avvicinano parecchio il traguardo salvezza. Che a metà stagione pareva scontato se non riduttivo e che nelle ultime settimane era diventato molto meno sicuro. Il fine giustifica i mezzi, specie quando si tratta di stare alla larga dalla zona retrocessione. E così De Zerbi, che per mezzo campionato oltre ai punti aveva riscosso applausi per il modo in cui il Sassuolo si proponeva, stavolta fa di necessità virtù. Rinuncia al 4-3-3 e si mette a specchio col 3-5-2 di Inzaghi.
Probabile che il tecnico bresciano si sia fatto ispirare dalla prova con cui, mercoledì scorso, la Spal di Semplici [[|ha neutralizzato la formazione di Inzaghi. Perché gli ingredienti con cui i neroverdi spengono le fonti di gioco laziali sono gli stessi: duelli uno contro uno e pressing sui portatori di palla. Bloccata all’origine, la Lazio fa una fatica tremenda a trovare il bandolo della matassa. Sembra spenta e scarica la creatura di Inzaghi. In parte lo è davvero come già a Ferrara (a poco serve il turn over attuato dal tecnico, che rilancia Badelj e Parolo, anche perché le due new entry non sono in condizione). Ma far sembrare la Lazio più statica di quanto sia realmente è proprio il (riuscito) disegno tattico di De Zerbi. Anche lui cambia qualcosa rispetto al match di tre giorni prima col Chievo, lasciando in panca Berardi e Babacar. A restare intatta è invece la concentrazione con cui la sua squadra affronta la gara. Riattaccata (con successo) la spina contro il Chievo, gli emiliani sono bravi ad evitare di staccarla subito. Partita bloccata, con pochissime emozioni fino all’intervallo. Servirebbe un episodio per rompere l’equilibrio.
Dopo essersi quasi materializzato al 35’ p.t. (palo esterno di Immobile su rinvio sbagliato di Peluso) eccolo arrivare all’8’ s.t. quando Abisso concede il rigore per il mani di Locatelli. Ciro trasforma, interrompendo un digiuno che durava da un mese, e per la Lazio il più sembra fatto. Invece no, perché la banda Inzaghi resta subito vittima di difetti strutturali che pareva aver risolto. Al primo affondo, appena quattro minuti dopo l’1-0, il Sassuolo pareggia in coda a un’azione da flipper, con Rogerio che risolve a un passo dalla porta. Gli ingressi di Correa e Milinkovic (per Caicedo e Parolo) rianimano la Lazio, che qualcosa produce (Consigli si supera su Immobile e Milinkovic), ma la fragilità difensiva biancoceleste colpisce ancora a un minuto dal 90’: squadra sbilanciata, Sensi serve Berardi (subentrato a Matri al momento giusto) e la beffa è servita. Anzi no. Perché al quinto dei 6 minuti di recupero la Lazio riacciuffa almeno il pari con il tap-in di Lulic su assist di Immobile. Tutti felici? Sì, ma anche scontenti.
? Il Corriere dello Sport titola: "Lazio a rilento. Lulic coglie il pari al 95’ e salva i biancocelesti che contro il Sassuolo confermano grandi limiti. Una disattenzione aveva permesso ai neroverdi di andare in vantaggio".
Prosegue il quotidiano sportivo romano: Senad Lulic figlio della disperazione, il pari acciuffato per l'ultima ciocca di capelli. Una mezza vittoria per la Lazio che tiene il pallino, ma prende un gol assurdo - quello dell'1-2 - da rinvio di Consigli, assistendo impotente alla trama Sensi-Berardi in campo aperto. Imperdonabile. Resta la consolazione del punto-brodino: il Milan e l’Atalanta a tre punti, una partita in meno e lo scontro diretto di sabato che vale il jackpot. La Lazio se la giocherà fino in fondo, ma ha limiti congeniti. Esempio: il gol di Berardi è il quattordicesimo (su un totale di 32) incassato dopo il minuto numero 70. I numeri non sono certo barzellette. Moduli speculari, squadre che si specchiano. In fase di non possesso il Sassuolo abbassa Rogerio più di Lirola per limitare le scorribande di Marusic. Il primo tempo è un dominio Lazio, ma con sbocchi limitati. Il Sassuolo difende bene, esce poco dal guscio, capitalizza il palleggio di Sensi, ben scortato da Duncan. Povera anima Matri, alla distanza Boga lascerà traccia.
La Lazio vorrebbe allargare sulle fasce, ma trova un imbuto, arriva tardi sulle seconde palle, intasata e innervosita. Senza Milinkovic e Leiva, pallino a Luis Alberto che vorrebbe inventare, ma c'è sempre un raddoppio. Servirebbe qualche sassata dalla distanza, eppure non è aria. Palle-gol con il contagocce: un colpo di testa di Acerbi in avvio, intercettato da Consigli; tacco di Caicedo al 35' con rinvio di Peluso su Immobile e palo esterno baciato; un tiro dal limite di Luis Alberto appena fuori al 41'. Il Sassuolo sta al gioco, abbottonassimo e orgoglioso di reggere: è la nuova tendenza del 4-3-3, marchio di fabbrica di casa De Zerbi, che all'occorrenza si trasforma in un assetto molto più prudente. Realismo e intelligenza. Il famoso episodio che sblocca arriva subito dopo l'intervallo. Una bella discesa di Patric al 3', il cross morbido: vero, il pallone tocca prima il fianco, ma le braccia di Locatelli sono larghissime e per Abisso (che indica subito il dischetto e non cambia idea dopo il controllo Var) è il particolare decisivo. De Zerbi lo contesterà per tutta la vita. Quasi cinque minuti dopo, Immobile trasforma perfettamente spiazzando Consigli. Qui una squadra normale incasserebbe il colpo, ma il Sassuolo sa come restituire il ceffone: Boga frizzante a sinistra, sul cross Radu dormicchia e consegna a Lirola per un diagonale sporcato da Patric e depositato in porta dall'allertato Rogerio. Dormita fatale.
La Lazio ha il merito di ripartire, come se ritenesse un'ingiustizia il pareggio incassato. Immobile potrebbe concedere il bis, ma il diagonale premia l'istinto di Consigli. Le mosse di Inzaghi sono figlie del pentimento: prima Correa e poi Milinkovic, quasi una sentenza sul rendimento opaco di Caicedo e Parolo. Il Sassuolo sceglie saggezza (Magnanelli) e fantasia (Berardi), come se pensasse di aver superato il momento più complicato. Gli assalti Lazio sono con poco succo, tatticamente De Zerbi può essere soddisfatto di tenuta, reazione e resistenza. Certo, c'è l'incomprensibile collaborazione di Immobile al 32': geniale il servizio di Luis Alberto, un assist che sarebbe un gianduiotto se Ciro, con la porta spalancata, non ciabattasse fuori di sinistro. La Lazio va a senso unico, Consigli bellissimo in volo su inzuccata di Milinkovic, poi quel contropiede ben ingegnato sull'asse Sensi-Berardi, ma che non puoi prendere. Aggiungiamo: in qualsiasi categoria. Il moto d'orgoglio produce il pareggio al quinto dei sei minuti di recupero: Immobile vola via a sinistra, comodo per Lulic appoggiare a porta vuota. Ma il sapore non può essere dolce.
? Il Messaggero titola: .
Prosegue il quotidiano romano:
? Tratte dal Corriere dello Sport, alcune dichiarazioni post-gara:
E' imperdonabile, la Lazio. E' finita fuori strada dopo Milano. Un punto misero contro Spal e Sassuolo. Un punto soffertissimo, acchiappato ieri al 95'! Parlano le occasioni perse. Parlano i risultati, parla il solito crollo dopo il momentaneo decollo. Parlano i gol regalati e mangiati, gli errori, i soliti rimpianti: "Una squadra come la nostra non può concedere questi gol! Dobbiamo analizzarli. Sul primo si doveva tenere palla, sul secondo c’è stata una leggerezza da evitare. Dobbiamo imparare ad essere lucidi fino alla fine delle partite. E sbagliamo gol che si devono segnare!", ha urlato Inzaghi. E poi ha iniziato a fare calcoli temerari: "Le prossime tre partite contro Milan, Udinese e Chievo saranno decisive per il nostro cammino in campionato. Quella settimana dirà a che punto saremo e potremo guardare la classifica. Non si molla!". Il punticino tiene vive le speranze, la sconfitta aveva iniziato a spegnerle: "Il punto cambia poco, ma ce lo teniamo. Oggi, calcolando una vittoria nel recupero con l’Udinese, saremmo quarti a pari merito con il Milan e l’Atalanta. C’è grandissisma fiducia, dobbiamo continuare a credere in ciò che facciamo. Fare un punto tra Ferrara e il Sassuolo è poco, serve di più. Dobbiamo analizzare ciò che è successo. Se dopo Ferrara si poteva muovere qualche critica, contro il Sassuolo sinceramente avremmo meritato molto di più. È una partita che rientra nel novero di quelle stregate, segnate, destinate a non vincerle".
Inzaghi ha provato a difendere le scelte fatte nel pre-partita. Dentro Parolo e Badelj, fuori Milinkovic, Leiva e Correa. "Ho cambiato 3-4 giocatori. Devo dire la verità, non si è notata l’assenza di chi non ha giocato. Ho visto una grande squadra, avrebbe meritato molto di più. I numeri parlano chiaramente, si sono registrati 18 tiri a 3 e 11 calci d’angolo a 1. È un momento così, la squadra ci ha creduto nonostante la beffa che si stava materializzando. Siamo stati dentro la partita. Per come siamo stati in campo sono soddisfatto". Lulic è stanchissimo, non ha un’alternativa. C’è Durmisi, solo sulla carta: "Lulic è un combattente, non molla mai, ha fatto il gol del 2-2, l'ha premiato. È in diffida, prima o poi lo farò riposare. Durmisi mi sta soddisfacendo, ho pensato a lui anche per il Sassuolo, poi ho optato per altri cambi". Inzaghi ha ribattuto con forza alle accuse di "squadra disordinata": "Non mi sembra che ci sia stato disordine, è stata una grande partita. C’è molto rammarico per il risultato. A fine primo tempo ho fatto i complimenti alla squadra, alla fine non parlo mai. Siamo stati bravisismi contro una formazione terribile come il Sassuolo. Li abbiamo surclassati. Non abbiamo concesso nulla tranne le due disattenzioni che ci stavano costando la partita".