Away cup match played on 29 November 2018.
Kicked off at 9:05 PM

29 novembre 2018 – Nicosia (Cipro), Pancyprian Gymnastic Association Stadium - Europa League - Fase a gironi, gruppo H - V giornata - inizio ore 21.05

APOLLON LIMASSOL: Bruno Vale, Joao Pedro, Roberge, Ouedraogo, Soumah, Spoljaric, Sachetti, Sardinero (78' Zelaya), Markovic, Schembri (66' Papoulis), Faupala (65' Maglica). A disposizione: Kissas, Stylianou, Vasiliou, Pereyra, Psychas. Allenatore: Augousti.

LAZIO: Proto, Bastos (60' Lulic), Luiz Felipe, Acerbi, Caceres, Murgia (60' Rossi), Cataldi, Berisha, Durmisi, Correa, Caicedo (85' Armini). A disposizione: Alia, Guerrieri, Rezzi, Wallace. Allenatore: S. Inzaghi.

Arbitro: Sig. Reinshreiber (Israele) - Assistenti Sigg. Krasikow e Biton - Quarto uomo Sig. Mozes – Addizionali Sigg. Frie e Natan.

Marcatori: 31' Faupala, 82' Markovic.

Note: esordio in una competizione ufficiale con la maglia della Lazio per Nicolò Armini. Ammonito al 19' Murgia, al 49' Roberge, al 75' Maglica, all'86' Markovic tutti per gioco falloso. Angoli 1-3. Recuperi: 1' p.t., 3' s.t.

Spettatori: 3.000 circa.

? La Gazzetta dello Sport titola: "Apollon, gol da CR7. La Lazio non c’è e finisce seconda. Biancocelesti sottotono sconfitti a Cipro: perla in rovesciata di Faupala e rete di Markovic nel finale".

Continua la "rosea": La consolazione è che, anche con i tre punti, il primo posto nel girone sarebbe rimasto difficilissimo. Perché per battere con tre reti di scarto, all’Olimpico tra due settimane, il rullo compressore Eintracht sarebbe servita un’impresa quasi impossibile. Così invece il match con i tedeschi sarà una sorta di amichevole e Inzaghi, anche in quell’occasione, potrà far rifiatare i titolari. Come ha fatto a Nicosia, rimediando una sconfitta della quale avrebbe volentieri fatto a meno, anche perché, per quanto indolore, somiglia molto a una figuraccia. La Lazio non aveva mai perso contro una formazione cipriota ed ha inoltre interrotto la serie europea (fermatasi a 9) di gare nelle quali aveva segnato almeno un gol. Capita quando stravolgi la squadra e schieri, tutti assieme, molti elementi che il campo non lo vedevano da tempo. Strada obbligata, però, perché con la qualificazione già in cassaforte e un primo posto complicatissimo da raggiungere Inzaghi ha preferito (comprensibilmente) lasciare a Roma 7-8 titolari e schierarne solo uno, Acerbi. La Lazio, peraltro, non era neppure partita male. Ed aveva retto bene fino al 20’, su un campo ai limiti della regolarità (su Nicosia si è abbattuto un nubifragio prima del match), creando anche un paio di opportunità interessanti con Berisha e Correa.

Poi, però, alla mezzora, è arrivato l’episodio che ha mandato al tappeto i biancocelesti (che infatti non si sono rialzati più) e mandato in orbita i ciprioti. Sul cross di Joao Pedro il carneade Faupala si è travestito per una sera da Cristiano Ronaldo e tirato fuori una rovesciata molto simile a quello con cui CR7 ammutolì lo Stadium l’anno scorso col Real Madrid. La partita della Lazio è finita lì. Chi doveva mettersi in mostra si è fatto prendere dallo sconforto, chi ha invece ambizioni da titolare per domenica (vedi Correa e Caicedo) ha pensato a salvare le gambe su un terreno infido e contro avversari per nulla teneri. Inzaghi ha anche provato a rianimare la squadra, inserendo Lulic e Rossi e passando ad un 4-2-4 da "o la va o la spacca". È prevalsa la seconda opzione, però. Con l’Apollon (alla prima vittoria contro una squadra italiana) che in contropiede ha anche centrato il raddoppio, grazie a Markovic, assistito dal nuovo entrato Papoulis. Per la Lazio una serata tutta da dimenticare. Con pochissimo da salvare. Il debutto stagionale di Rossi, quello assoluto del baby Armini e la presenza consecutiva numero 140 di Acerbi in una gara ufficiale.

? Il Corriere dello Sport titola: "La Lazio si fa male da sola. Una squadra di riserve cede all’Apollon che non aveva mai battuto un club italiano. La squadra biancoceleste, già qualificata, non sarà testa di serie".

Prosegue il quotidiano sportivo romano: Notte di pernacchie. Addio al primo posto nel girone e Lazio-Eintracht (13 dicembre) sarà un’amichevole. Tutto qui, ragazzi? Non meritate scuse, neppure quella del campo pesante. Hanno giocato e fallito gli "altri", i dimenticati, i turbati, gli scontenti della Lazio, quelli che volevano spazio. Hanno provato a vendersi bene, non ci sono riusciti. I ciprioti dell’Apollon Limassol saranno primi nel loro campionato, avranno pure bloccato il Marsiglia in casa (citazione di Inzaghi), ma è troppo questo 2-0. Toccava alla Lazio, qualunque fosse, prendere la partita per il collo. D’accordo il deficit energetico, ci si aspettava di più in quanto a fame. Non ci avevano mai battuto i ciprioti, è stata la prima volta dell’Apollon contro un’italiana. Ci sono riusciti giocando con voglia e adrenalina, senza troppi ricami. La Lazio s’è esibita senza cuore e testa, ha corso senza ragionare. Due gol dell’Apollon, due regali biancocelesti. Il primo, nato da una palla persa da Correa, ha fatto nascere la girata tuonante di Faupala, rovesciata splendida, dinamitarda. Il secondo da un cadeaux di Berisha (contropiede e raddoppio di Markovic). Si è salvato solo Acerbi, sempre presente, sempre al massimo.

Serata per pochi intimi. S’è giocato in condizioni spettrali, "lunari". Tremila presenze allo stadio, cento laziali eroici in Curva, hanno sfidato l’alluvione (acqua a catinelle prima del match e dieci minuti di blackout, poi è stata luce). Inzaghi ha tolto il "tappo" al gruppo, ha abbattuto le barriere tra titolari e riserve lasciando a casa i big della tribù. Tutti eccetto Acerbi, 140 presenze di fila con quella di ieri. Ha giocato sul centro-sinistra stavolta, con Luiz Felipe centrale e Bastos a destra. A centrocampo il trio Murgia-Cataldi-Berisha con Caceres e Durmisi ai lati. Correa, costretto a giocare a rate in campionato, si è unito a Caicedo. Avgousti (squalificato) ha scelto un Apollon a forma di 3-4-2-1. I ciprioti non sono stati inclini al baciamano. Markovic ha dato sempre fastidio a Cataldi, mollato al suo destino. Joao Pedro, a destra, ha preso il sopravvento su Durmisi. Faupala è stato scattante. Il centrocampo della Lazio non ha funzionato. Sono mancati gli sfoghi. I guizzi. Le sgommate esterne. Cataldi, da regista e capitano (dopo 1000 e passa giorni dalla prima volta), ha provato ad arrangiarsi, non ha avuto collaborazione da Murgia e Berisha. Troppi omissis, i due non hanno guadagnato metri. Murgia, povero figlio, s’è battuto (prima di ieri solo 98 minuti di gioco). Gli esterni: Durmisi nei primi 45' non ha mai messo la freccia.

Caceres? Neanche a parlarne. La Lazio ha acceso due falò (tiri di Berisha e Correa). Ha costruito solo a sinistra sfruttando il palleggio di Acerbi. Il Tucu s’è impantanato sul campo pesante, è uno da velluto. Il gol dell’Apollon è nato da un pallone perso proprio dall’argentino: passaggio sballato. Dal corner, e da una ribattuta sempre di Correa, è nato il gioiello di Faupala (cross di Joao Pedro). Luiz Felipe rimane spesso impalato in marcatura, come ieri. Proto è stato uccellato (bolide sì, ma centrale). Aspettiamo sempre una paratissima. Alla Lazio è mancato Caicedo, in partita nei primi venti minuti, mai col colpo in canna. Inzaghi ha sostituito Murgia quando stava dando segnali. E’ entrato Rossi, all’esordio europeo. Dentro anche Lulic per Bastos. Lazio col 4-2-4. Correa e Lulic larghi per dare ampiezza. L’Apollon ha cambiato il centravanti: Faupala ha lasciato posto a Maglica. E’ entrato Papoulis. Hanno confezionato la ripartenza che ha lanciato in porta Markovic. Ha firmato il 2-0 e avrebbe meritato il rosso per un’entrataccia su Cataldi. Nella Lazio esordio per Armini, difensore classe 2001. I ragazzi del "muletto" hanno sprecato la loro notte.

? Il Messaggero titola: "L'altra Lazio non funziona. Europa League, le seconde linee battute senza attenuanti dall’Apollon. Una rete per tempo dei ciprioti biancocelesti svagati e mai in partita".

Prosegue il quotidiano romano: Brutta e senz’anima. La Lazio perde in casa dell’Apollon Limassol per 2-0 e dice così addio alla possibilità di arrivare prima nel girone (l’Eintracht passeggia 4-0 col Marsiglia). Colpisce il modo in cui i biancocelesti giocano. Troppi errori in fase d’impostazione e praticamente nessuna idea di gioco. Nemmeno i singoli riescono ad incidere in qualche modo. Il risultato è che l’Apollon centra la prima vittoria del girone e soprattutto il primo successo contro una squadra italiana. Un ko che deve far riflettere parecchio: non è questa la strada per diventare grandi. Inzaghi rivoluziona la sua squadra un po’ per necessità (molti hanno bisogno di tirare il fiato) e un po’ per virtù (valutare chi gioca meno). Unico superstite Acerbi che taglia il traguardo delle 140 gare consecutive: "Zero alibi, sconfitta meritata", dirà dopo il fischio finale. Fascia da capitano a Cataldi che torna ad indossarla quasi 4 anni dopo l’ultima volta: "Emozionato per la fascia, ci dispiace per i tifosi", il suo pensiero al 90’. Normale che il risultato sia a metà perché la Lazio gira su ritmi bassi. Colpa anche di un campo reso molto pesante dal nubifragio abbattutosi prima della gara.

Pioggia talmente abbondante che i tremila tifosi si spostano tutti nell’unico settore coperto. L’approccio dei biancocelesti non è dei migliori tanto che chiudono il primo tempo sotto di una rete. Luiz Felipe, in collaborazione con Proto, regala a Faupala una cartolina da conservare: gol in rovesciata. Il suo primo in Europa. Marcatura e riflessi dei laziali da rivedere. In avanti i biancocelesti fanno poco e niente, la sensazione è che manchi il raccordo tra i reparti. La ripresa segue lo stesso copione del primo tempo con la Lazio che commette tanti errori tecnici in fase di possesso palla. L’unico pericolo lo porta Cataldi con una punizione. La differenza di livello delle due squadre è palese eppure a guardare la gara non sembra affatto. Qualche buono spunto di Correa ma per il resto la Lazio gioca una partita da dimenticare. È vero che il solo primato del girone non poteva essere uno stimolo sufficiente ma in ogni caso è anche con queste partite che si allenano la fame e la rabbia delle grandi. Non è possibile che il solo fatto di aver già passato il girone crei appagamento. A maggior ragione che in campo ci è andato chi trova meno spazio.

Bocciato Murgia: nell’ora in cui resta in campo ci si accorge di lui solo per il giallo che rimedia. Inzaghi non riesce ad imprimere la giusta motivazione e nel corso della gara prova a sperimentare: per larghi tratti gioca anche con la difesa a quattro. Tutto inutile perché sono proprio le motivazioni a mancare. Debutto con i grandi per il baby Armini, primo millennial del club. I ciprioti giocano sugli errori dei biancocelesti e così nel finale raddoppiano pure con un gol da calcetto di Markovic. Serata da dimenticare e in fretta. "Abbiamo commesso qualche errore, però l’Apollon ha vinto meritatamente", ammette Inzaghi. Domenica in casa del Chievo c’è un quarto posto da difendere.

? Il sito web Uefa.com commenta così la gara:

La Lazio cade a Cipro e perde ogni speranza di conquistare il primo posto nel Gruppo H di UEFA Europa League. Già qualificati con due gare di anticipo, nella quinta giornata i Biancocelesti cadono 2-0 a Nicosia, trafitti dai gol - uno per tempo - di David Faupala e Saša Markovic. Ottenuta la qualificazione nella sfida precedente contro l’Olympique Marsiglia, la squadra di Simone Inzaghi si è presentata al GSP lasciando a riposo diversi titolari e, anche per la differenza di motivazioni, ne ha pagato le conseguenze. L’Apollon ha così brindato al primo successo nel girone e più in generale alla prima vittoria contro un’avversaria italiana. La Lazio, che rischia subito di provocare un rigore con Bastos, va vicina al vantaggio al 17’, con un destro dal limite di Valon Berisha che non termina lontano dal palo. Ci prova anche il Tucu, Joaquín Correa, che però da posizione defilata non centra lo specchio della porta. Al 31’, i padroni di casa passano in vantaggio. Cross dalla destra del portoghese João Pedro e splendida rovesciata dell’attaccante francese Faupala: il portiere belga Silvio Proto è battuto, l’Apollon grazie a un bellissimo gol è avanti 1-0. Il risultato con cui si chiude il primo tempo.

Nella ripresa le formazioni non cambiano, almeno inizialmente. Danilo Cataldi batte bene una punizione conquistata da Felipe Caicedo, il pallone trova la deviazione della barriera e termina fuori di poco. Dopo un quarto d’ora, Inzaghi decide i primi cambi: fuori Alessandro Murgia e Bastos, dentro Alessandro Rossi e Senad Lulic. Riza Durmisi si inserisce bene in area e prova il tiro-cross, ma Bruno Vale - portiere portoghese dell’Apollon - si salva respingendo a due mani. L’esterno danese trova anche il gol a meno di un quarto d’ora dalla fine, annullato però per il precedente fuorigioco di Rossi. Anche Sofronis Avgousti, tecnico dei ciprioti, attinge dalla panchina e a otto minuti dalla fine la sua squadra trova il gol che chiude la partita. Il croato Anton Maglica, subentrato a Faupala, serve un altro nuovo entrato, Fotis Papoulis, che davanti a Proto serve un pallone d’oro a Markovic: il serbo, tutto solo, insacca di sinistro a porta vuota. Finisce così, c’è solo tempo per registrare l’ingresso in campo del giovane Primavera Nicolò Armini, al posto di Caicedo. La Lazio di Inzaghi perde 2-0, ma non fa drammi.

? Tratte dal Corriere dello Sport, alcune dichiarazioni post-gara:

Perdere fa sempre male. E la sconfitta, ieri, è stata doppia. Niente primato nel girone, sorteggio più complicato, niente qualificazione come "testa di serie". Alla luce della goleada dell’Eintracht sarebbe stato comunque difficile strappare il primo gradino ai tedeschi. Al di là dei conti e dei calcoli ci si aspettava una Lazio diversa, per quanto sperimentale, rivoluzionata, stravolta. Inzaghi ha ammesso i rimpianti: "Arrivare primi nel girone ci avrebbe permesso di trovare avversari più abbordabili ai sedicesimi come è accaduto lo scorso anno, per questo c’è rammarico. All’Europa League penseremo da febbraio. L’obiettivo della qualificazione era già stato raggiunto, ora dobbiamo concentrarci sul campionato". Inzaghi, spesso pomposo, ha esagerato nel promuovere l’Apollon come "una grande squadra, secondo me lo è... Ha giocato bene e ha meritato la vittoria". I ciprioti, tra l’altro, non erano in formazione tipo, hanno fatto turnover anche loro. Inzaghi ha pensato prima di tutto al Chievo: "Abbiamo fatto delle scelte che potessero aiutarci in vista della gara di domenica. La sfida di Nicosia non contava, abbiamo fatto riposare diversi giocatori per il campionato. Abbiamo dato minutaggio ad alcuni ragazzi, hanno dato il massimo. Anche il campo non ci ha aiutato. Il Chievo? Non abbiamo molto tempo per preparare questa sfida, ma ho fiducia nei giocatori che sono rimasti a Roma. Stavano facendo bene".

Inzaghi ha rivoluzionato la squadra, ha lasciato a Roma i big tranne Acerbi. Ha fatto giocare chi finora aveva trovato poco spazio. Non l’ha detto, ma da qualcuno s’aspettava di più, è automatico crederlo: "Dispiace sempre perdere, soprattutto a livello internazionale. Abbiamo commesso qualche errore... L’Eintracht, tra l’altro, dopo pochi minuti già vinceva ed è stato difficile andare avanti. Ho cercato di provare cose nuove, facendo giocare qualcuno che non giocava da tempo, secondo me il campo l’abbiamo tenuto bene. Ho avuto le risposte che cercavo...". Nella pancia dello stadio di Nicosia, a tarda sera (notte cipriota), si è discusso su quest’ultima frase di Inzaghi. Le risposte che ha avuto sono state positive o negative? Difficile credere alla prima ipotesi. Simone s’è sempre affidato ai fedelissimi. Garantiranno sicuramente maggiori sicurezze, ma lasciare troppo in panchina gli altri può produrre prestazioni così sbiadite e deludenti. Per chi ha giocato ieri non dev’essere stato facile. Mesi di panchine o di basso minutaggio, poi la prova dei 90 minuti. Fisicamente, su un campo pesante, gli sforzi sono stati multipli e hanno abbassato il livello di brillantezza e lucidità. Inzaghi ha portato in Europa tanti baby. Ha aggregato Alia, portiere della Primavera, poi Armini e Rezzi. Armini ha esordito nel finale, è un difensore promettente: "Sono contento per Armini, è un talento del nostro vivaio, è riuscito a debuttare con i grandi". Al debutto europeo anche Alessandro Rossi. Non ha giocato dall’inizio, s’è dovuto accontentare di un subentro. Era stato blindato in estate, inutilmente. A gennaio partirà così come dovrebbe partire Murgia. I giovani talenti, se chiusi, si perdono. Due vittorie, due pareggi e due sconfitte nelle ultime sei partite tra campionato e Coppe (le vittorie sono arrivate contro Spal e Marsiglia), la Lazio deve ritrovare l’abitudine al successo.

Ha ragione Acerbi: "Ci sono poche parole da dire... Se non sei cattivo non vinci neanche a Verona". E’ un leone anche davanti ai microfoni. Gioca e rigioca al massimo, ma il suo esempio non è bastato: "I ciprioti sono stati più cattivi, correvano tutti, ci hanno messo più voglia. Si poteva vincere o perdere, ma la prestazione doveva esserci. Il campo non era dei migliori, non deve essere un alibi, hanno meritato la vittoria. Poco male perché tra poco si rigioca, quella di Verona sarà davvero importante". Acerbi è diventato un leader in pochi mesi, non parla mai banalmente. "Il Chievo è una squadra fisica, esperta. Di Carlo lo conosco, sa mettere bene in campo le sue squadre". L’emozione di Danilo ha reso meno amara la notte. Era diventato il "capitano eletto" nel marzo 2015, quando Radu e Mauri gli attaccarono al braccio la fascia di capitano. L’ha ritrovata ieri, è la chiusura di un cerchio: "Indossare questa fascia è un’emozione incredibile, quando mi hanno detto che l’avrei avuta di nuovo ho avuto i brividi. I nostri tifosi sono stupendi, sono venuti a Cipro nonostante la distanza e ci hanno supportato. Ci dispiace tantissimo, non hanno visto la Lazio vera". La sfida al Chievo: "Sarà una partita difficile, loro hanno cambiato da poco allenatore e con il Napoli hanno fatto bene. Sono solidi, compatti e ben messi in campo. Dovremo aggredirli, servirà un piglio diverso. La Lazio ha dimostrato di sapersi rialzare".

Prima di Apollon-Lazio ha parlato il diesse: "Il mercato in entrata? Non ci penso, non è momento di parlarne", ha tagliato corto. Si lavorerà in uscita: "Se ci sarà, prenderemo in considerazione la volontà di qualche giocatore di trovare spazio altrove, soprattutto per fargli vivere un’esperienza di sei mesi". Sul part-time di Correa in campionato ha passato la "patata" bollente: "La domanda va fatta a Inzaghi. Ovviamente è stato fatto un grosso investimento per portarlo a Roma, finora ha reso in base alle aspettative. Non conosco nessun giocatore che vuole stare in panchina. Ma le scelte spettano all’allenatore e devono essere rispettate". Lotito e Tare escludono acquisti di mercato. Per operare in entrata dovrebbe palesarsi un’occasione ghiotta, per ora non contemplata. Si lavorerà in uscita come ha detto Tare: Basta è in scadenza, la società vorrebbe farlo partire a gennaio, sei mesi prima. Caceres è in bilico (scadenza 2019 con opzione fino al 2020 legata alle presenze). Il prestito citato da Tare dovrebbe riguardare Murgia.

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