Away league match played on 02 September 2023.
Kicked off at 8:45 PM

2 settembre 2023 – Napoli, stadio Diego Armando Maradona - Campionato di Serie A, III giornata - inizio ore 20.45

NAPOLI: Meret, Di Lorenzo, Rrahmani, Juan Jesus, Olivera (66' Mario Rui) Anguissa, Lobotka, Zielinski (84' Simeone), Politano (75' Lindstrom), Osimhen, Kvaratskhelia (66' Raspadori). A disposizione: Gollini, Contini, Zanoli, Ositgard, Natan, Cajuste, Elmas, Zerbin, Russo. Allenatore: Garcia.

LAZIO: Provedel, Marusic, Casale, Romagnoli, Hysaj (81' Pellegrini), Kamada (65' Guendouzi), Cataldi, Luis Alberto, Felipe Anderson (81' Pedro), Immobile (90'+3' Castellanos), Zaccagni (90'+3' Isaksen). A disposizione: Sepe, Mandas, Patric, Vecino, Basic, Lazzari, Gila, Rovella. Allenatore: Sarri.

Arbitro: Sig. Colombo (Como) - Assistenti Sigg. Mokhtar e Palermo - Quarto uomo Sig. Mariani - V.A.R. Sig. Di Paolo - A.V.A.R. Sig. Longo S.

Marcatori: 30' Luis Alberto, 32' Zielinski, 52' Kamada.

Note: esordio in serie A e in una partita ufficiale con la maglia della Lazio per Guendouzi. Ammonito al 26' Zaccagni, al 60' Luis Alberto. Angoli . Recuperi: 2' p.t., 9' s.t.

• Il Corriere dello Sport titola: "Il Mago fa sparire il Napoli. Luis Alberto segna di tacco e domina. Bel primo tempo dei campioni che cedono nella ripresa: gelati da Kamada e salvati due volte dal Var. Prima vittoria per Sarri dopo due ko, Garcia sconfitto in casa. Il pari di Zielinski illude gli azzurri. La Lazio ritrova il piacere del gioco e scopre anche i nuovi acquisti: rete annullata a Guendouzi".

Prosegue il quotidiano sportivo romano: Le domande, che si inseguono spontanee, tracciano ora vite nuove, "disperate" o anche "emozionanti", ma quando Napoli-Lazio sta evaporando, nell’aria si inseguono paure e felicità, in dosi massicce: dov’è finito il calcio champagne che per nove mesi ha stordito l’Italia e anche l’Europa d’una squadra capace di strapazzare il campionato; e cosa era successo a Sarri, per perdersi nelle nebbie tra Lecce ed il Genoa? Le verità, perché non può mai esisterne una sola, sono dentro 90' che la Lazio orienta quando esce dalle proprie paure, mentre il Napoli, invece, comincia a sgretolarsi dentro codici nuovi, che non gli sono entrati nella testa, perché quelli vecchi gli piacevano troppo: è 1-2 per Sarri, ma con l’aiuto del Var, che trasforma una specie di "mattanza" in sconfitta. In quello stadio che gli è appartenuto, e nel quale ha disegnato arabeschi, la Lazio riemerge con intelligenza, con freddezza, con il talento di Luis Alberto e di Felipe Anderson ma pure con l’autorità di Cataldi e la freschezza di Guendouzi che aggiunge del suo; e nello stadio in cui ha appena fatto la Storia, il Napoli scopre d’essere piombato improvvisamente tra gli umani, dopo essere stato un marziano.

Prova di sforzo. Eppure, c’è stato un tempo nel quale la sfida è apparsa squilibrata, l’ha fatta il Napoli, che ha costruito, sprecato, sbattuto addosso a Provedel, imprecato al vento. E in quello spicchio di partita, c’è stata pure la forza di affondare e riemergere in due minuti o poco più. Perché al di fuori di quei 137 secondi tra lo 0-1 e l’1-1, c’è stato più Napoli che Lazio, più possesso per Garcia che per Sarri, più conclusioni dei campioni d’Italia sui loro vice (e alla fine saranno 22 a 6), e comunque c’è stata una partita bella, cerebrale, chiaramente speculare, con uno specchio (quello delle cosiddette brame) che comunque avrebbe spiegato poco, quasi niente, se non lanciando immagini deformate. Il Napoli ha affrontato la serata di petto, s’è goduto subito Kvara all’inizio (3': frenato da Marusic), poi ha tenuto il pallone, l’ha lasciato girellare troppo sotto ritmo e però qualcosa ha creato. I fantasmi che stavano cominciando a danzare intorno alla panchina di Sarri si sono messi a ondeggiare sulla rasoiata del solito Kvara (21', che bravo Provedel con il colpo di reni) e poi si sono spostati (30') presi a pedate da Felipe Anderson, il primo a capire che sarebbe stato indispensabile il coraggio. In 50 metri, Felipe ha lasciato Olivera alle spalle, l’ha atteso, poi l’ha risaltato e quando si è accorto che Luis Alberto avrebbe esaltato corsa e movimento, gliel’ha servita per un tacco colossale e lo 0-1. Il Napoli non ha avuto l’opportunità di vacillare, ha trovato (anche) gli dei a dargli una mano sul destro di Zielinski divenuto velenoso dopo il doppio rimpallo tra Kamada e Romagnoli e l'1-1. Ma per uscire dai dubbi, e poi anche dalla paura - sulla sventola di Zielinski (1' st) stroncata da Provedel - la Lazio ha capito che avrebbe dovuto appoggiarsi ai soliti noti, Felipe Anderson e Luis Alberto, lasciarsi guidare dalla loro classe, e sfruttare il campo aperto. Minuto 7': Felipe Anderson "sente2 le difficoltà di Zielinski, gli ruba il pallone, se ne va, ma è il velo di Luis Alberto che squarcia il Napoli, soffocato poi dal diagonale cinico di Kamada.

Mah, Kvara? La Lazio comincia a palleggiare in libertà, approfitta dei limiti del Napoli, che non cerca più Lobotka e non le sue tracce di calcio, e poi s’accorge persino che per Garcia quel Kvara è un uomo "normale": fuori lui, dentro Raspadori, e Sarri va frontalmente ma picchia per due volte due contro il Var che gli cancella in 5' il 3-1 di Zaccagni (in fuorigioco) e quello del debuttante Guendouzi (per fuorigioco attivo di Zaccagni). Ma il Napoli non c’è più, completamente sparito, e la Lazio s’è impadronita della nottata, non si accontenta di amministrarla, la rapisce e quando Lindstrom scaccia nelle tenebre (50' st) il possibile 2-2 è già un'altra vita. Per il Napoli, per la Lazio.

• Il Messaggero titola: .

Prosegue il quotidiano romano: .

• Il Tempo titola: .

Prosegue il quotidiano romano: .

• La Gazzetta dello Sport titola: .

Continua la "rosea":

• Tratte dal Corriere dello Sport, alcune dichiarazioni post-gara:

È stata la mano di Sarri al Maradona. Di nuovo, sei mesi dopo. Mai dire mai con Mau e con la Lazio, capaci di crolli e impennate, di sogni e incubi, di tutto o niente. "Come sento dire spesso a Firenze c’è il pane e la sassata", aveva detto il Comandante nel prepartita, equivale a dire o "bene bene" o "male male". Fatto sta che nel giro di una settimana la Lazio è riuscita a capovolgersi: "Qual è la vera Lazio? Posso dire qual è la mia speranza, la verità la dirà il tempo. Io spero sia questa la vera Lazio, con continuità. Sappiamo di essere vulnerabili. Ho visto una Lazio con una bella mentalità, quella delle prime due partite meno, una mentalità feroce". Sarri ha rivisto una squadra. Una Lazio che se l’è giocata al massimo dopo aver imboccato chine sinistre. Sembrava un gruppo allo sbando, ha ritrovato il gruppo da Champions: "Abbiamo fatto una buona partita - ha raccontato Mau - il primo tempo è stato di sofferenza. Il Napoli è andato meglio, noi abbiamo iniziato passivi. Nel secondo tempo la partita era in dominio nostro. Abbiamo segnato l’1-3 due volte, sembrava nell’aria. Nei 5 minuti di recupero puoi soffrire, mi spiace per i due gol annullati. Uno, dal campo, sembrava buonissimo, mi dicono sia stato annullato per un ginocchio in fuorigioco di pochi centimetri. Del secondo si può discutere tutta la notte".

La condizione. Sarri, sempre nel prepartita, aveva respinto le accuse legate alla scadente condizione fisica: "Il nostro secondo tempo certifica che la nostra condizione è buona. È stata buona anche quella mentale. Abbiamo attraversato sofferenze senza disunirci, il contraccolpo dell’1-3 annullato due volte poteva essere pesante, ma la squadra è rimasta con la testa in partita e l’ha portata in fondo". Sarri ha ritrovato i senatori, i velocisti come Felipe, ha visto brillare Kamada e Guendouzi, ma soprattutto ha ritrovato Casale e Romagnoli in versione giganti: "La fase difensiva dipende molto dalla testa, è fatta di attenzione, di applicazione, di spirito, di sacrificio. È frutto della mentalità con cui entri in campo". Sarri ha elogiato Kamada e Guendouzi, hanno azzeccato gli acuti nella notte più difficile: "Guendouzi me lo ricordo come un giocatore di grande intensità, ha fatto subito bene. Ci può dare anche equilibrio se entra nei meccanismi della fase difensiva. Ha buone qualità, potrebbe essere estremamente utile. L’ho messo dentro anche se aveva solo due allenamenti, mi sembra bello attento e vispo nel cercare di comprendere velocemente ciò di cui abbiamo bisogno". Sul giapponese: "Kamada, come tutta la squadra, ha vissuto un inizio di grande sofferenza, poi è andato piuttosto bene. Sto cercando di farlo crescere gradualmente, ma deve crescere attraverso le partite. Va in nazionale, non lo avremo a disposizione. Sono contento di lui, lo vedo crescere".

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