Sabato 20 ottobre 2012 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Milan 3-2 20 ottobre 2012 - 3.485 - Campionato di Serie A 2012/13 - VIII giornata - inizio ore 20.45
LAZIO: Bizzarri, Konko, Biava, Dias, Lulic, Candreva (83' Brocchi), Hernanes, Ledesma, A. Gonzalez (72' Cana), Mauri (58' Cavanda), Klose. A disposizione: Marchetti, Carrizo, Ciani, Scaloni, Zauri, Zarate, Rocchi, Kozak, Floccari. Allenatore: Petkovic.
MILAN: Amelia, Abate, Bonera, Yepes, Antonini (85' Bojan), Montolivo, De Jong, Nocerino (52' Pato), Boateng (46' Emanuelson), Pazzini, El Shaarawy. A disposizione: Gabriel, Petkovic, De Sciglio, Acerbi, Mexes, Flamini, Constant. Allenatore: Allegri.
Arbitro: Sig. Tagliavento (Terni) - Assistenti Sigg. Di Liberatore e Cariolato - Quarto uomo Sig. Nicoletti - Assistenti di porta Sigg. Mazzoleni e Gervasoni.
Marcatori: 25' Hernanes, 41' Candreva, 49' Klose, 61' De Jong, 79' El Shaarawy.
Note: serata serena, terreno in buone condizioni. Ammoniti Dias, A. Gonzalez, Nocerino, Yepes, Antonini. Calci d'angolo: 6-5. Recuperi: 0' p.t., 4' s.t.
Spettatori: 45.000 circa con 29.018 paganti e 12.797 abbonati.
La Gazzetta dello Sport titola: "Il Milan si sveglia troppo tardi. Vince la Lazio: è a -4 dalla Juve. Finisce 3-2 all'Olimpico: biancocelesti sul 3-0 con Hernanes, Candreva e Klose, poi Allegri con Emanuelson, Pato e il 4-4-2 sfiora la rimonta con De Jong ed El Shaarawy".
Continua la "rosea": Cinque sconfitte in otto partite. Solo nove gol segnati, con tre soli giocatori, Pazzini, El Shaarawy e De Jong. Numeri impietosi quelli del Milan. La Lazio supera 3-2 i rossoneri all'Olimpico e contribuisce in maniera pesante alla crisi, già a meno quindici dalla Juventus dopo otto giornate. Come dire che dopo due mesi di stagione lo scudetto è già un sogno. Continua a convincere la Lazio di Petkovic, una squadra con una precisa identità, ben concepita e messa in campo dal tecnico poliglotta. I biancocelesti capitalizzano al massimo le occasioni create e difendono il risultato, concecendo solo qualche occasione a un Milan con un preoccupante deficit di qualità. Che entra davvero in campo solo sullo 0-3. Offrendo buone risposte sul piano del carattere e della compattezza. Quando una squadra allo sbando e senza fiducia nel suo allenatore sarebbe potuta uscire dal campo. Questa, insieme col rientro di Pato, sono le uniche note positive per Allegri. Che, pare inevitabile, da stasera torna sulla graticola. All'assenza di Abbiati nel Milan, si aggiunge quella di Marchetti nella Lazio dopo il riscaldamento. Così in porta giocano Amelia e Bizzarri. E non sarà la stessa cosa. La Lazio è schierata col consueto 4-5-1, con Klose riferimento centrale davanti a un centrocampo folto e ben assortito. La qualità di Hernanes, il dinamismo e gli inserimenti di Mauri e Candreva, la regia di Ledesma e il dinamismo di Gonzalez, giocatore troppo spesso sottovalutato. La linea difensiva è quella titolare, con Konko-Biava-Dias e Lulic.
Il Milan è in difficoltà soprattutto in mezzo al campo. Allegri, contro una mediana densa, sceglie saggiamente il 4-3-1-2. Ma nel reparto i rossoneri hanno davvero poco: Montolivo non incide, De Jong non ha piedi e visione di gioco per fare il regista arretrato, Nocerino e Boateng sembrano due giocatori diversi rispetto all'anno scorso. In peggio ovviamente. Il Boa è quasi irritante per come si estranea, il mediano sembra tornato il giocatore che la Juve del post-calciopoli bocciò. Non è un caso che i primi giocatori ad essere sostutuiti siano loro. Va anche detto che al Milan gira tutto male. Dopo 25' piuttosto equilibrati, è una deviazione di Bonera a rendere imprendibile il sinistro di Hernanes. Non passa neppure un minuto ed El Shaarawy, il più vivace, supera Bizzarri in uscita col sinistro, ma l'urlo è strozzato dal gran salvataggio di Dias. Concede poco la Lazio, nonostante un paio di sfondamenti a sinistra di Antonini. E va addirittura al riposo sul doppio vantaggio. Candreva recupera palla, avanza e fa partire il gran destro dal limite. Traiettoria velenosa, ma Amelia ci mette del suo. Allegri riparte con Emanuelson per Boateng e il 4-4-2. Neanche il tempo di capire che l'olandese, partendo da destra, sembra in serata, e la Lazio triplica. Candreva crossa per Klose, Bonera fa un movimento inspiegabile verso la palla e di fatto lascia libero il tedesco di colpire col piatto destro. Bambola rossonera.
Al 6' Allegri butta dentro Pato, che torna in campionato dopo quel famoso Milan-Juve del 25 febbraio. Quello del gol-fantasma di Muntari. I cambi incidono in qualche modo. Arrivano un paio di cross e finalmente Pazzini può offrire un segno della sua presenza. Nigel De Jong, tra i peggiori, trova sottomisura il gol della speranza sulla punizione tagliata di Emanuelson. La Lazio, con Mauri e Gonzalez sostituiti, gestisce abbastanza bene il possesso di palla. E' un Milan comunque più dinamico. Più vivo. Al 34' El Shaarawy rientra su Konko e calcia di destro, sorprendendo un Bizzarri non perfetto. E' un finale inatteso. La Lazio, calata fisicamente, si difende sugli attacchi rossoneri. Mai troppo lucidi: Bizzarri non deve più intervenire dopo aver incassato il secondo gol. El Shaarawy è l'ultimo a mollare, ma non basta. Lazio a meno quattro dalla Juventus tritatutto. Quanto al Milan, urge fare risultato a Malaga. E non solo perché la Champions è ormai il primo obiettivo.
Il Corriere dello Sport titola: "Super Lazio, tris al Milan. Biancocelesti terzi. All'Olimpico finisce 3-2 per i biancocelesti. Gol di Hernanes, Candreva e Klose. Inutile per i rossoneri i gol di De Jong e El Shaarawy nella ripresa".
Continua il quotidiano romano: La Lazio domina per un'ora, soffre la rimonta del Milan ma alla fine vince 3-2 e vola al terzo posto in classifica, ad un punto dal Napoli. La serata biancoceleste sembrava indirizzata verso un binario di serenità assoluta. Avanti di tre gol dopo sessanta minuti contro un avversario, il Milan, praticamente assente dal campo. Hernanes, Candreva e Klose ad incorniciare con tre magie una partita perfetta. Invece il cuore rossonero è venuto fuori tutto insieme, a dare una verve inattesa al finale di partita. I gol di De Jong ed El Shaarawy mettono i brividi alla Lazio di Petkovic che riesce a resistere al ritorno del Diavolo e a portare a casa tre punti meritatissimi. Il Milan, con il quinto ko nelle prime otto partite, eguaglia il record negativo di 71 anni fa e resta piombato a sette punti in classifica. Una vera miseria, se si pensa che la Juve capolista è già distante 15 punti. Nel primo tempo c'è una sola squadra in campo: la Lazio. Il Milan, dopo dieci minuti di confronto alla pari, evapora. In una gara da affrontare con il coltello tra i denti per tentare la scalata della classifica, gli uomini di Allegri non graffiano semplicemente perché non hanno unghie. La Lazio gioca una gara normale, ordinata. Questo basta e avanza per surclassare un Diavolo irriconoscibile, in preda ad una vera crisi di identità. Reparti scollati, poche idee e confuse: i rossoneri non pungono mai. Pazzini e Boateng invisibili, difesa colabrodo, squadra lenta e impacciata. Dal Titanic rossonero sembra salvarsi solo El Shaarawy, l'unico a proporre qualche spunto interessante in un primo tempo altrimenti anonimo. La Lazio di Petkovic, al contrario, è un'orchestra che suona senza stonature. Tutti sanno cosa fare e lo fanno al meglio. Con queste premesse, arriva inevitabile il vantaggio capitolino grazie a Hernanes che si propone fino al limite dell'area avversaria e con un tiro "sporcato" da Bonera infila il pallone alle spalle di Amelia. Un gol che manda in estasi l'Olimpico e affossa quel poco Milan visto fino ad allora. I rossoneri - fino al gol laziale in evidenza solo con un tiro dalla distanza di De Jong - avrebbero l'occasione per riportare la gara in equilibrio ma El Shaarawy si vede ribattere la sua conclusione da Dias sulla linea di porta. Nocerino e Montolivo in mezzo al campo non mordono come nel derby e la Lazio controlla con ordine, senza sofferenza. Al 41' è Candreva a suggellare il grande primo tempo biancoceleste con un 2-0 di rara bellezza: botta dai trenta metri che sorprende un colpevole Amelia.
La ripresa del Milan, se possibile, è ancora peggiore. Neanche il tempo di ricominciare che, dopo quattro minuti, arriva il 3-0 della Lazio: Candreva dalla destra pennella in area un pallone al bacio per Klose che, lasciato incredibilmente solo, non ha difficoltà a battere Amelia. Allegri inserisce Pato per Nocerino schierando il tridente. Il ritorno del lungodegente brasiliano, però, non può risolvere i problemi rossoneri. Il Papero ci prova di testa in due occasioni ma la mira è sballata. La Lazio continua a controllare senza troppi patemi. Il Milan sembra troppo nervoso per centrare un'impresa quasi impossibile. Eppure al 16' arriva il gol rossonero dal sapore olandese: De Jong, partito in posizione irregolare, interviene in scivolata per deviare in gol una punizione calciata da Emanuelson. La Lazio torna a spingere e va vicina al 4-1 con una botta di Hernanes deviata in qualche modo da Amelia; sulla ribattuta Gonzalez non riesce a centrare la porta. Il Milan avanza con maggior convinzione rispetto al primo tempo e cerca spesso i cross dalle fasce per la testa di Pazzini ed El Shaarawy. Al 33' arriva a sorpresa il 3-2 che cambia tutto: El Shaarawy si accentra dalla sinistra e trova un rasoterra in diagonale che trafigge Bizarri. Il match si accende, il Diavolo si infiamma. Allegri ricompatta la squadra e prova a dare maggior un'altra scossa all'attacco inserendo Bojan al posto di Antonini. Il Milan è a trazione anteriore ma il pari non arriva. La Lazio esulta: è terza in classifica ad un passo dal Napoli.
La Repubblica titola: "Lazio-Milan 3-2, i rossoneri si svegliano troppo tardi. Genio e qualità spingono la squadra di Petkovic dietro le grandi. Allegri prende tre schiaffi prima di bocciare il centrocampo "scolastico" e trovare la forza della rimonta. Ne esce un'incompiuta "indicativa". A segno Hernanes, Candreva (eurogol), Klose, poi De Jong e El Shaarawi".
Continua l'articolo: La qualità spinge l'Aquila della Lazio dove osano le Grandi, a un punto dal Napoli. Petkovic aveva parlato di prova di maturità, ha avuto risposte esaurienti sorride per i punti ma certo dovrà capire l'atteggiamento camaleontico dei suoi. Il Milan rimane piccolo, ma dà segni di orgoglio. Gioca la squadra di Allegri un match da compitino scolastico e trova personalità dopo tre schiaffoni. Personalità che emerge quando Allegri cambia, togliendo quelli che giocano fuori ruolo (Nocerino e Boateng), trovando in Emanuelson, centrocampista di fascia, e Montolivo in regia il modo per far quadrare il cerchio. Insomma, Allegri vede bocciato il "rombo". E trova il vento per gonfiare le ali. Tardi, troppo tardi. Parte forte il Milan che ha in El Shaarawy l'elemento più ispirato. La Lazio viene a volo sorpresa dal vispo avvio rossonero, grande pressing sulla trequarti, Ledesma non fa mai in tempo ad architettare le trame piene di tecnica dei capitolini. Dalle parti di Bizzarri però non è che la voce grossa dell'ospite si faccia sentire. Pazzini compie un buon controllo in area, El Shaarawy prova un numero sul fondo, ci sono un paio di traversoni bassi che esaltano la concentrazione della linea difensiva ordita da Petkovic. Diverso il peso specifico dalla parte opposta. Non appena il Milan abbassa il livello della pressione, ecco salire in cattedra i professori del controllo. La prima lezione arriva dopo 25' ed è magistralis. Hernanes sembra un'etoile del teatro di Roma, si gira, si rigira, poi un passo di tango e un tiro potente che Bonera devia oltre Amelia e sotto l'incrocio opposto. Invenzione di un genio. Il Milan reagisce subito, El Shaarawy stavolta ci prova, tunnel a Bizzarri - forse la Lazio è ancora lì che si abbraccia a centrocampo - Dias, rude in un paio di interventi, stavolta è la Provvidenza. Spaccata liberatoria. Altro che pareggio, la gentil farfalletta laziale continua a volare, si sa a teatro servono anche le pause. Poi, però... che recitazione! Candreva, appena rientrato dalla Nazionale, ha voglia di dire a Prandelli che fa bene a fidarsi di lui. Rieccolo in versione "Livorno style": arretra a fermare una pericolosa ripartenza, fa il campo in orizzonate, il minuto è il 41, poi a 35 metri dalla porta fa partire una gran botta. Amelia forse è nella posizione del tennista stupido, troppo avanti cioè. Ma chi lo sa. L'effetto scenico è quello di un gol da ricordare, l'Olimpico esplode e ne ha ben donde mentre il pallone s'infila, calando all'improvviso, sotto l'incrocio. Due lampi, due bastonate per un Milan piccolo, scolastico, mancante di quello che dalla parte di Petkovic addirittura... cola. Cos'è? Il talento.
Nel secondo tempo c'è Emanuelson per Boateng, ma l'avvio gela clamorosamente le speranze rossonere. Dopo quattro giri di lancetta dei minuti infatti, Candreva fa il vuoto in una esemplare ripartenza e pennella per Klose un assist perfetto a ravvicinato. Tre a zero. Piovono pietre sulla squadra di Allegri. Ma da qui alla fine nasce una partita differente. Allegri toglie l'incerto Nocerino e mette al suo posto Pato (il suo rientro dal febbraio scorso è la sola nota lieta per Allegri). Bocciato il centrocampo, in toto. Si cambia in corsa. 4-4-2, Emanuelson a destra è ispiratissimo, la sua grinta e voglia armano l'orgoglio. La Lazio ci mette del suo: molti sono reduci da faticose trasferte con le Nazionali (i sudamericani in particolare), il calo fisico è evidente. Sta di fatto che il match cambia padrone. Dopo un quarto d'ora, i capitolini subiscono un gol su calcio piazzato raggelante. Battuta rasoterra di Emanuelson senza che ci sia opposizione ravvicinata. Ledesma guarda il pallone tranciante finire in mezzo all'area dove la reattività degli avanti è superiore a quella di chi difende. De Jong con la suola in spaccata tocca per un rocambolesco 3 a 1. Non sappiamo quanto l'atteggiamento dei romani faccia imbestialire Petkovic. Sta di fatto che Emanuelson insiste, il suo piede sinistro continua a gettare palloni in mezzo, Pazzini ed El Shaarawy ci provano di testa, senza centrare il bersaglio grosso. Match piacevole ma infarcito di errori tattici, le squadre si allungano, la Lazio spesso e volentieri è una squadra dimezzata. Chi riparte non trova nessuno a rimorchio. Compatto nella sua assenza di alternative, l'assalto del Milan. Poco dopo la mezz'ora l'ostinazione viene premiata: El Shaarawy punta Konko, si sposta il pallone orizzontalmente al limite e infila Bizzarri nell'angolino basso. Tre a due: Allegri gioca il tutto per tutto, c'è Bojan al posto di Antonini, purissimo 4-2-4 che a volte è ancora più avanzato, visto che Yepes a volte fa il centravanti aggiunto. La Lazio non ha più il killer istinct del micidiale allungo ma stringe i denti e vince con merito. La qualità premia.
Sempre tratte da La Repubblica, alcune dichiarazioni post-gara:
"Penso che la squadra abbia fatto il salto di qualità, anche se abbiamo concesso il loro primo gol, che ha riaperto la partita. Abbiamo fatto bene e confermato dopo la pausa di esserci, dobbiamo continuare con questa mentalità, provando a fare meglio". E' un Hernanes molto pacato, ma felice, quello che commenta il successo della Lazio sul Milan. "La zona Champions? Abbiamo imparato dai nostri errori, questo sta facendo la differenza - dice ancora il brasiliano -, ora siamo carichi e vogliamo fare di più, non so dove possiamo arrivare, ma se continuiamo così possiamo lottare fino in fondo. La mia prestazione è un messaggio al ct del Brasile Menezes? Lui mi conosce già, io lavoro quotidianamente, gioco per me, per la mia famiglia ed i miei compagni. Dedico il gol di oggi alla mia nipotina Melissa che è appena nata e sta nel Pernambuco, lo stato da cui vengo io".
"Noi abbiamo le stesse ambizioni di prima della partita. Per noi non cambia niente, tranne che nella convinzione che anche contro le grandi riusciamo a vincere". Questo è il Petkovic pensiero dopo la bella vittoria per 3-2 della sua Lazio sul Milan. Il tecnico biancoceleste, però, getta acqua sui facili entusiasmi di chi già parla di corsa verso lo scudetto. "Gli altri hanno tutto il diritto di fare questi pensieri, ma noi rimaniamo con i piedi per terra anche perché dopo il 3-0 abbiamo rischiato di non portare a casa il risultato" dice Vladimir Petkovic. "Eravamo un po' stanchi ed il Milan con i cambi effettuati e la velocità ci hanno messo in difficoltà - spiega -. Abbiamo preso dei gol strani, che dovevamo evitare. Ma alla fine sono arrivati tre punti importantissimi per proseguire in questo processo che stiamo facendo" dice il tecnico laziale. "Dobbiamo rimanere più lucidi, tenere la palla e non andare sempre in profondità verticalmente ma anche con passaggi laterali per spaccare il ritmo avversario e cercare il gol" aggiunge parlando degli errori commessi che hanno consentito al Milan di riavvicinarsi. Sulle condizioni di Marchetti in vista del match di Europa League: "Ha avuto un risentimento muscolare, dobbiamo vedere fino a lunedì come si comporta, non dovrebbe essere nulla di grave, ma per giovedì è un po' in discussione". Il 2-0 della Juve sul Napoli è un risultato negativo o positivo? "Il mio obiettivo è quello di vincere con la mia squadra, poi se facciamo bene abbiamo la possibilità di raggiungere un altro. Questo risultato mi va bene, mi andrebbe bene anche altro, ma è importantissimo che noi abbiamo raccolto 3 punti stasera".
"Con Galliani non abbiamo parlato di Allegri. Ma il Milan rimane una squadra forte, ha provato fino all'ultimo a pareggiare i conti, e abbiamo sofferto". Invece di fare i complimenti alla sua Lazio, il presidente Claudio Lotito preferisce parlare della situazione del Milan. "Da persona che ha visto la partita dico che abbiamo giocato un bel primo tempo, una buona parte del secondo, ma poi il Milan è uscito fuori e ha fatto la sua partita, provando fino all'ultimo a trovare il risultato. Una squadra che sta perdendo e che riesce a tenere sulla corda gli avversari è una squadra che non è stata lì a guardare, hanno anche buone individualità, e buone potenzialità. E la Lazio? "La squadra, molto stanca per gli impegni dei nazionali, ha mostrato carattere. Siamo consapevoli dei nostri mezzi - sottolinea Lotito -, ma dobbiamo rimanere con i piedi per terra, non si va da nessuna parte con i proclami. Interventi sul mercato invernale? Vanno inseriti giocatori che servano a migliorare la squadra, ma al momento, per quanto riguarda l'attacco, siamo a posto. Lo stesso si può dire del centrocampo, mi auguro che la squadra resti così e giochi con questa umiltà".