5 marzo 2017 - Bologna, stadio Renato Dall'Ara - Campionato di Serie A, XXVII giornata - inizio ore 20.45
BOLOGNA: Mirante, Krafth, Maietta, Oikonomou, Helander, Masina (76' Krejci), Nagy, Viviani (75' Pulgar), Dzemaili, Verdi (62' Destro), Petkovic. A disposizione: Da Costa, Sarr, Taider, Donsah, Mbaye, Rizzo, Di Francesco, Sadiq. Allenatore: Donadoni.
LAZIO: Strakosha, Basta, de Vrij, Hoedt, Radu, Parolo, Biglia (54' Murgia), Milinkovic-Savic (81' Wallace), Felipe Anderson (67' Keita), Immobile, Lulic. A disposizione: Vargic, Adamonis, Bastos, Lukaku, Mohamed, Crecco, Lombardi, Luis Alberto, Djordjevic. Allenatore: S. Inzaghi.
Arbitro: Sig. Russo (Nola) - Assistenti Sigg. Costanzo e Tegoni - Quarto uomo Sig. La Rocca - Assistenti d'area Sigg. Celi e Abbattista.
Marcatori: 9' Immobile, 74' Immobile.
Note: ammonito al 64' Maietta per gioco falloso, al 63 Dzemaili e Keita per reciproche scorrettezze. Angoli: 1-6. Recuperi: 0' p.t., 5' s.t.
Spettatori: 18.262 di cui 13.746 abbonati, per un incasso complessivo di euro 236.601,00.
La Gazzetta dello Sport titola: "Immobile mette il turbo. La Lazio va, il 4° posto è suo. L’attaccante segna un gol per tempo a Bologna: Inzaghi sorpassa l’Atalanta e resta nella scia del Napoli. Per Donadoni 4 k.o. di fila in casa".
Continua la "rosea": Lucio Dalla, da lassù, avrà borbottato. Sabato sarebbe stato il suo 74° compleanno e per celebrare la ricorrenza ieri allo stadio sono state trasmesse alcune delle sue canzoni più note. Poi, però, in campo a cantare è stata la Lazio di Simone Inzaghi e non certo il Bologna. Il successo piazza l’Aquila al quarto posto solitario, ossia quella posizione-trappola in cui non puoi fare a meno di guardare più su anche se sai che sarebbe meglio controllare chi sta dietro. E non solo perché il distacco dal Napoli (quattro punti) è superiore al vantaggio su Atalanta (uno), Inter (due) e Milan (tre). Fare oggi questi ragionamenti certifica già lo splendido lavoro di Inzaghi, che la partita di Bologna ha nuovamente messo in luce. La vera incognita era la sbornia da derby vinto, ma alla Lazio sono bastati nove minuti (testa di Immobile su cross di Lulic) per dimostrare che a Formello lo champagne è rimasto in frigo anche perché probabilmente Lotito lo mette a budget solo in caso di trofei conquistati o di piazzamenti storici. Il resto della partita è stato un allenamento a bassa intensità perché il Bologna, schierato con un sorprendente 5-3-2, ha deluso in entrambe le fasi e nell’atteggiamento troppo remissivo. L’errore della Lazio è stato quello di non chiudere la gara fino al 29’ della ripresa nonostante altre tre occasioni nitide nel primo tempo (errori di Immobile e Anderson, bravo Mirante su Milinkovic).
È vero che il Bologna non dava segni di vita, ma è sempre rischioso mantenere aperta una sfida che in realtà si sarebbe potuta sospendere per manifesta superiorità dopo 20’. Inzaghi è stato bravo a tenere svegli i giocatori cambiando due volte modulo e pretendendo sempre almeno quattro uomini oltre la linea della palla. Il raddoppio dello scatenato Immobile su verticale di Milinkovic (che cresce a velocità esponenziale e ha solo 22 anni) ha dato un senso più logico al risultato. Resta da capire il motivo di una prestazione così scialba del Bologna, che nell’ultimo mese aveva reso difficile la vita al Milan (omaggiato di tre punti) e all’Inter. La scelta di Donadoni di proporre la difesa a cinque non ha convinto anche perché i giocatori erano evidentemente impreparati: se schieri tre centrali e in 25’ gli avversari finiscono quattro volte davanti al portiere la tattica è sbagliata. Anche dopo l’intervallo Donadoni ha preferito insistere, ma la sconfitta è stata quasi accettata con rassegnazione. Non dai tifosi, però, che hanno insultato i giocatori e che nell’unica occasione da gol (costruita da Petkovic dopo un errore di Biglia) vedendo l’inserimento di Dzemaili hanno suggerito in coro all’attaccante croato: "Dalla". E Lucio stavolta non c’entrava.
Il Corriere dello Sport titola: "Che Immobile! Ciro scatenato. La Lazio è lassù, l’attaccante firma una doppietta: è a quota 16 gol. Bologna fischiato, Inzaghi ora vede la Champions".
Prosegue il quotidiano sportivo romano: Un filo di gas, dopo le energie consumate nel derby con la Roma, e la doppietta di Immobile per sbancare il Dall’Ara. La Lazio vola verso l’Europa, è di nuovo quarta, ha scavalcato l’Atalanta tenendo a distanza Inter e Milan. Un altro colpo in trasferta, il settimo del campionato, il quarto consecutivo compresi i quarti di Coppa Italia con l’Inter. Bologna in caduta libera, contestato e fischiato in modo pesantissimo dai suoi tifosi al novantesimo. Quinta sconfitta nelle ultime sette giornate, terza di fila dopo il cappotto con il Napoli e il ko con l’Inter. Tre partite al Dall’Ara senza segnare. Squadra molle e inconsistente, non ha quasi mai tirato in porta. Donadoni ha puntato su Petkovic e poi ha sganciato Destro, ha tentato invano di cambiare modulo. Mica facile, di questi tempi, infrangere il muro della Lazio, fortissima con la difesa a tre. Peccato per l’infortunio di Biglia, unica nota negativa di un’altra serata di gloria e di abbracci.
Donadoni ha provato a rubare l’idea di Inzaghi nel derby di Coppa Italia. Dentro Helander, difesa a tre (o forse a cinque) per la prima volta in questa stagione, un fantasista (Verdi) sotto la punta di peso, ovvero Petkovic preferito a Destro. L’intenzione era quella di provare ad attaccare la Lazio sulla fascia sinistra. Quando la linea difensiva rossoblù era in possesso di palla, Masina saliva altissimo per schiacciare Basta con Dzemaili a rimorchio. Quel tipo di azione, però, non ha prodotto risultati. Inzaghi voleva cambiare rispetto al derby e tornare al 4-3-3, così aveva provato a Formello, in realtà si è subito adattato alle mosse di Donadoni con Radu e De Vrij ai fianchi di Hoedt e avanzando Felipe e Milinkovic a ridosso di Immobile. Stesso disposizione tattica (3-4-2-1) della semifinale con la Roma. Ha fatto bene, perché la Lazio ha saputo prendere in fretta le misure al Bologna e al primo vero affondo è passata in vantaggio con un gol di testa di Immobile, pescato dal cross di Lulic. Maietta, che lo teneva in gioco, è saltato a vuoto e dietro Helander non ha accorciato la marcatura. Ciro ha preso la mira e ha incornato in rete.
Era il nono e un minuto dopo Immobile avrebbe potuto firmare il raddoppio. Il lancio di Biglia lo ha smarcato in profondità, Ciro era decentrato e il suo destro (alto) non ha inquadrato il bersaglio. La Lazio, senza possedere lo stesso furore agonistico del derby, dava l’impressione di poter arrivare facilmente davanti a Mirante. Felipe si è allungato troppo la palla divorandosi un gol quasi fatto, poi è toccato a Milinkovic arrivare al tiro comodo ma il suo destro è stato respinto con i piedi dal portiere del Bologna. Tre occasioni buone non sono bastate per mettere al sicuro il risultato. La squadra di Inzaghi era in controllo, ma esprimeva poca decisione e qualche imprecisione nel palleggio condizionava il gioco. A un sospiro dall’intervallo, approfittando di un passaggio troppo rischioso di Strakosha a Biglia, Nagy ha rubato palla e il Bologna è andato vicinissimo al pareggio. Fuori il destro di Petkovic. Dopo l’intervallo Inzaghi ha perso quasi subito Biglia (sospetto stiramento al polpaccio) e lo ha sostituito con Murgia. La Lazio era in calo e ha abbassato ancora di più il ritmo, il Bologna ci metteva agonismo ma anche dentro quel nulla la partita viveva un’inerzia scivolosa. Sarebbe bastata una palla sporca per riequilibrarla. Donadoni ha richiamato Verdi per inserire Destro, Inzaghi ha risposto con Keita. Poca roba la squadra rossoblù, senza idee e fantasia. La Lazio non stava giocando bene ma era sorretta dal mestiere di Parolo, De Vrij e Lulic. A un quarto d’ora dalla fine ha trovato il raddoppio. Un tocco in profondità di Milinkovic ha liberato in campo aperto Immobile, devastante in progressione. Scatto e destro a beffare Mirante in uscita. Sedicesimo gol del suo campionato, diciottesimo con la Lazio. Canti e balli per la Curva Nord salita al Dall’Ara. Il sogno continua.
Il Messaggero titola: "La Lazio vede la Champions. Immobile firma il successo a Bologna, i biancocelesti volano in classifica: superata l’Atalanta, il Napoli è a -4. Serata d’onore per l’attaccante che firma una doppietta e trascina la squadra al terzo successo di fila in trasferta".
Prosegue il quotidiano romano: "Attenti al lupo", risuonava a Bologna. Una canzone scelta anche da Inzaghi per scongiurare la troppa euforia post derby. Eh già, perché dopo averlo sbranato, il Lupo poteva risultare indigesto. Niente di tutto ciò. La Lazio batte i rossoblù per 2-0 nel posticipo della 27esima giornata e vola al quarto posto in classifica. Scavalcate Atalanta (-1) e Inter (-2). Settimo risultato utile consecutivo per i biancocelesti, coppa compresa e terza vittoria di fila in campionato dopo quelle con Empoli e Udinese. Un tris che mancava addirittura dall’ottobre del 2015. Le scorie del derby trasformate in energia positiva per lo sprint. Inzaghi nei giorni successivi aveva fatto un grosso lavoro sull’atteggiamento, più che sui muscoli, dei suoi. Il pericolo di una fatale distrazione era dietro l’angolo e invece la Lazio si è dimostrata squadra matura. Lavoro ripagato in pieno. E’ bastato un Immobile in forma Mondiale, con una doppietta, a chiudere una gara da subito in discesa contro un Bologna da mani nei capelli. Non è facile fare la partita per la Lazio perché il Bologna gioca con le linee molto strette.
C’è molta densità a centrocampo. Milinkovic si stacca spesso e gioca qualche metro più avanti per provare ad infilarsi tra le maglie rossoblù. Il gigante serbo domina sulle palle alte e lotta gomito a gomito con Helander e Maietta. Basta una piccola distrazione ai biancocelesti e per poco gli uomini di Donadoni non ne approfittano: Petkovic sbaglia di poco il filtrante per Verdi solo in area. E’ la scossa che sveglia i bianco azzurri che sul capovolgimento di fronte vanno in vantaggio. Lulic crossa e Immobile segna di testa: rete numero 15 per l’attaccante laziale. Un paio di giri di lancette e Ciro avrebbe anche la palla del raddoppio dal vertice destro dell’area, ma apre troppo il piede e la palla finisce fuori. Premiata la scelta di Inzaghi di tornare al consueto 4-3-3, un modulo che gli ha permesso di aprire molto il gioco sugli esterni alleggerendo il centro. La Lazio prende il comando della partita, dominano in lungo ed in largo Biglia e compagni. Come al solito peccano un po’ in cattiveria: Anderson prima e Milinkovic dopo avrebbero la chance di chiudere i giochi, ma usano il piedino e fanno fare bella figura a Mirante. Il Bologna palesa tutti i limiti stagionali, fa fatica nella costruzione del gioco, ma soprattutto è un disastro in fase difensiva, tanto che i biancocelesti entrano da tutte le parti.
Nella ripresa Inzaghi perde Biglia. L’argentino aveva preso una botta al polpaccio sinistro nei primi 45 minuti, ha provato lo stesso a giocare ma nonostante la doppia fasciatura non è riuscito a continuare ed è stato costretto ad arrendersi. La Lazio controlla e poi ci pensa il solito Ciro. Doppietta che chiude i giochi e lo lancia a quota 16 in campionato. Le notti del Bologna diventano sempre più nere. I rossoblù non vincono da un mese e mezzo e hanno collezionato appena due punti nelle ultime sei partite. Una media da retrocessione, di quelle da non farti dormire. Eppure nonostante la picchiata libera i 28 punti in classifica sono un bottino più che sicuro: Pescara, Crotone e Palermo hanno già virtualmente salutato la serie A. Questo non evita i fischi assordanti del Dall’Ara. La Lazio continua a volare e lo fa sulle ali del suo bomber: Ciro Immobile. E mentre nell’aria si diffondono le dolci note della Sera dei miracoli di Lucio Dalla, anche il Napoli lontano 4 punti sembra più raggiungibile che mai. Sognare non è reato.
Tratte da Il Messaggero, alcune dichiarazioni post-gara:
Andata e ritorno, rossoblù è il paradiso di Ciro. Addirittura quattro gol nelle ultime tre sfide al Bologna, considerando pure quello con la maglia granata. Ma la rete ora si gonfia molto di più. Cinque gol nelle ultime quattro partite, sette nelle ultime otto giocate di campionato (col Chievo era squalificato). Sedici totali in A, diciotto con la Coppa per superare il record di sempre di Klose, fermo a sedici in cinque stagioni di Lazio. Incredibile Immobile. Addirittura meglio della stagione 2013-14 al Torino, quella in cui fu capocannoniere del campionato. Allora alla 27ima giornata ne aveva fatti 13. E’ in forma Mondiale. Anche il ct Ventura è avvertito. E’ per questo che [Inzaghi (II) Simone|Inzaghi]] non ci ha pensato nemmeno un minuto a lasciarlo in panchina. Tapin di testa dopo nemmeno 10’ sul cross di Lulic. Posizione regolarissima, Helander se lo perde e Ciruzzo non lascia scampo a Mirante. Poi ci prova ancora dalla distanza, corre a tutto campo, è l’arma in più d’Inzaghi. Capito perché Simoncino non ci rinuncia mai? E meno male che era affaticato, è ovunque indiavolato: "In realtà ero morto negli ultimi 20’, si sono fatti sentire le tossine del derby. L’importante era però vincere perché dovevamo dare una risposta ai tifosi, a chi ci credeva appagati dopo la Roma e alla lotta per l’Europa dove hanno vinto tutte, tranne l’Atalanta". Ora la Lazio è a -4 dal Napoli: "Champions? La classifica è più corta, anche la Roma è vicina al Napoli, siamo lì, mancano ancora undici gare e vogliamo solo fare bene. Vediamo che succede".
Festeggiati pure otto anni di carriera, dall’esordio in A a marzo 2009 con la Juve. Ora è a 48 centri nella massima serie, a un passo dai 50 con questa doppietta. La sua terza in questa stagione dopo Udinese e Cagliari. Adesso Immobile pensa solo alla Lazio e non è mai sazio. Figuriamoci in una partita che sembra davvero un allenamento: "Dobbiamo essere più cattivi se vogliamo davvero arrivare in alto, alla fine del primo tempo dovevamo stare 3-0". La Lazio torna al quarto posto e ora sente un’altra sveglia. Tre volte chicchirichì, canta da Torino il gallo Belotti. E’ uno dei migliori amici d’Immobile: "Sta facendo cose straordinarie, sono contento per lui e per il fatto che noi attaccanti italiani stiamo dando filo da torcere ai grandi bomber internazionali in cima alla classifica cannonieri". Ciro lunedì sera non avrà pietà. Il cuore granata non ha più la sua età.
Dopo la splendida vittoria nel derby, ecco il volo in classifica, con la Lazio balzata al quarto posto grazie ai 3 punti conquistati contro il Bologna, in virtù di un’affermazione schiacciante e mai in discussione. Simone Inzaghi, si prende gli elogi ma preferisce volare basso. "Avevamo preparato la sfida in maniera accurata. Nel riscaldamento, vedendo la formazione del Bologna schierata con la difesa a 3, ho cambiato il nostro modulo, altrimenti avremmo giocato con il 4-3-3. Rispetto al derby ho alternato qualcuno perché volevo una squadra fresca, in grado di tenere il campo senza pause. Siamo stati bravi a interpretare l’incontro nel modo giusto ed è arrivato un bel successo. Forse avremmo dovuto chiudere il discorso già nel primo tempo, sfruttando meglio un paio di situazioni molto favorevoli. Agli avversari abbiamo concesso veramente poco, soltanto la scivolata di Biglia con il tiro finito fuori. Per il resto siamo stati sempre padroni, però le occasioni vanno sfruttate perché può bastare anche un episodio a cambiare tutta una gara. Sbagliare tanto in zona gol è forse stato l’unico neo della serata". Stessa Lazio ferocemente affamata, come nel derby. "Avevo avvertito i ragazzi a tenere alta la tensione, per evitare pericolosi rilassamenti, possibili dopo una partita dispendiosa come quella di mercoledì. E tutti hanno risposto alla grande dimostrando che siamo una squadra matura". La Lazio continua a volare, Inzaghino è soddisfatto ma predica calma. "Stiamo effettuando un processo di crescita, la classifica è importante e la meritiano, anzi ci mancano dei punti. Abbiamo voglia di stupire ancora".