13 maggio 2018 – Crotone, stadio Ezio Scida - Campionato di Serie A, XXXVII giornata - inizio ore 15.00
CROTONE: Cordaz, Sampirisi, Ceccherini, Capuano, Martella, Rohden, Barberis (89' Ricci), Mandragora, Faraoni (59' Stoian), Simy, Nalini (73' Trotta). A disposizione: Festa, Ajeti, Pavlovic, Simic, Crociata, Diaby, Zanellato, Izco, Tumminello. Allenatore: Zenga.
LAZIO: Strakosha, Wallace, de Vrij, Radu (55' Caceres), Basta (65' Nani), Murgia (55' Patric), Leiva, Milinkovic, Lulic, Felipe Anderson, Caicedo. A disposizione: Guerrieri, Vargic, Bastos, Marusic, Crecco, Di Gennaro, Neto. Allenatore: S. Inzaghi.
Arbitro: Sig. Mazzoleni (Bergamo) - Assistenti Sigg. Vuoto e Peretti - Quarto uomo Sig. Abbattista - V.A.R. Sig. Banti - A.V.A.R. Sig. Schenone.
Marcatori: 17' Lulic (rig), 29' Simy, 61' Ceccherini, 84' Milinkovic.
Note: ammonito al 20' Radu, al 22' Murgia, al 36' Nalini, al 69' Nani tutti per gioco falloso. Angoli 2-9. Recuperi: 2' p.t., 4' s.t.
Spettatori: 14.983 di cui 7.730 paganti e 7.253 abbonati per un incasso complessivo di Euro 186.590.
? La Gazzetta dello Sport titola: "Match ball annullato. La Lazio non chiude la corsa Champions. Il Crotone nei guai. Il punto non accontenta nessuno: Inzaghi va allo spareggio con l’Inter, Zenga ora è terzultimo".
Continua la "rosea": Champions e salvezza rimangono un discorso sospeso tra gli sbalzi e le illlusioni dello Scida. Walterone Zenga accontenta quella parte nerazzurra che ancora vive dentro di lui consentendo all’Inter di giocarsi ancora la "finale" all’Olimpico per il quarto posto, ma la parte più razionale e professionale non può considerarsi soddisfatta. Il suo Crotone sfiora un altro mezzo miracolo perché a sei minuti dal 90’ ha un bel pezzo di Serie A in tasca, e invece la Lazio finisce per riprendersi un punto che cambia poco il destino biancoceleste — sempre due risultati su tre a disposizione nello spareggio contro l’Inter — e tantissimo quello dei calabresi. La Lazio fallisce il match point che le avrebbe fatto vivere in vacanza l’ultima decisiva sfida con l’Inter, perché non se la gioca con la determinazione con cui dovrebbe giocare. Il suo "calcio di suola" – quante "pettinate" al pallone in quel modo dai suoi palleggiatori… — contrasta con la foga del Crotone. Zenga non ha molte armi tecniche per pareggiare l’infinito divario con la squadra di Inzaghi. E allora accorcia la squadra, fa densità in mezzo al campo, chiude le linee di accesso all’area e chiede anticipi e aggressioni. Non troppo alte, sempre sulla propria trequarti, ma efficaci. E poi quando si riesce ripartenze veloci, soprattutto palla al piede. Il rigore che arriva presto – fallo di Ceccherini su Lulic, ma prima contrasto molto al limite con Sampirisi – è un gol preso da mettere in conto che non deprime lo stadio.
Basta un break centrale, una corsa di Martella e una zampata di testa di Simy per rimetterla in piedi. E poi di nuovo con la stessa strategia. Le mancanze semmai sono della Lazio. Le cui energie non sono le stesse di qualche settimana fa e l’atteggiamento, come detto, non è da assetati. I lanci su Milinkovic sono una risorsa, visto che SMS mette giù qualsiasi cosa e la spedisce verso la porta (impressionante uno stop di petto e successivo destro appena a lato nel primo tempo), ma è un problema se diventano l’unica risorsa. Succede perché Murgia lascia solo Leiva in regia, col disturbo di Simy, e la fascia destra resta inesplorata. Milinkovic e Felipe Anderson devono uscire dal traffico avanzato, indietreggiare e costruire gioco, ma persino con eccessiva sufficienza e troppi errori. E poi davanti Caicedo non è Immobile: l’ecuadoriano spreca l’uno contro uno con Cordaz il possibile 1-2 a fine primo tempo e persino il possibile 2-3 sull’ultimo cross. Perché sarà anche stata una Lazio non brillantissima, però ha comunque segnato due gol, colpito una traversa (proprio con Caicedo a inizio ripresa), calciato più di 15 volte verso la porta. Ed è un dato che l’Inter non potrà sottovalutare. Il Crotone capitalizza invece tutto il poco che riesce a mettere insieme. Il pareggio di Simy e poi da piazzato il sorpasso con Ceccherini (con complicità di Strakosha in versione "esco anzi no") che fa letteralmente tremare i tubi dello Scida: a prescindere da ciò che dirà il campo, chi merita la A è di certo la passione dei tifosi del Crotone.
Il cui terzo e ultimo tiro in porta è probabilmente il punto di svolta della partita e forse anche della stagione del Crotone, perché De Vrij salva sulla linea la conclusione di Rohden in coda all’unico contropiede sviluppato con precisione: sarebbe stato il 3-1, e con due punti in più Zenga si sarebbe avvicinato con meno disperazione alla trasferta di Napoli. A quel punto, Inzaghi era già andato all-in. Già passato a inizio ripresa a una mediana più manovriera e due punte, il tecnico ha messo dentro tutto il possibile, inserendo anche il pigrissimo Nani. Ha abbandonato la difesa a tre con un 4-2-3-1 più che altro nominale, perché si è trattato più di un "avanti tutti". Dalla panchina, semmai, si è trattato di spostare giocatori, più che modificare sistema: terzini altissimi, Anderson, Nani e Lulic ruotati dal centro alle fasce, soprattutto "Milinkocrazia". Sempre più in area per l’assalto, Milinkovic l’ha rimessa in piedi con un colpo dei suoi: straccio dalla trequarti di Felipe Anderson verso l’area, stop e girata di destro rasoterra.
? Il Corriere dello Sport titola: "Lazio chance perduta. Sprecato a Crotone il match ball Champions. Milinkovic e De Vrij evitano il ko a Inzaghi. La panchina non sostiene la spinta biancoceleste. I calabresi scivolano a un passo dalla Serie B".
Prosegue il quotidiano sportivo romano: La fotografia è in quel colpo di testa sbilenco di Caicedo, tutto solo all’ultimo respiro del quarto minuto di recupero, che manda fuori la palla e spedisce al tappeto Lazio e Crotone, distese e disperate sul prato dello Scida. Questo 2-2 rischierà il 20 maggio di trasformarsi in una beffa colossale per tutte e due le squadre. Inzaghi ha perso il primo match ball per la Champions e ha restituito vita all’Inter di Spalletti, risorta davanti alla tv dopo la catastrofe di San Siro e quasi incredula: per l’aggancio-sorpasso avrà un solo risultato su tre nello spareggio dell’Olimpico, ma neppure più ci pensava e ora non vedrà l’ora di giocarselao. Zenga, cuore interista, ha concesso un’altra possibilità ai suoi vecchi amici senza avvicinarsi alla salvezza, sempre più complicata. Per riuscire nell’impresa il Crotone dovrà battere il Napoli al San Paolo e sperare che una tra Cagliari e Spal perda. Tutto può ancora succedere in questo bellissimo campionato, ma servirà quasi un miracolo.
Alla Lazio per raggiungere il traguardo basterà il pareggio, ma quello di Crotone equivale a una sconfitta e non ha avuto alcun effetto in classifica. Il discorso si poteva chiudere subito, la festa mancata produrrà un’inevitabile settimana di pressione. Rimpianti enormi. Un gol di vantaggio, quattro o cinque occasioni limpide, 9 angoli, 21 cross e 18 tiri in porta (di cui solo 7 nello specchio) non sono bastati per l’allungo Champions. Inzaghi si è ritrovato a gestire un match ball costruito in un anno senza cinque titolari. E se l’assenza di Parolo era pesante, ma Luiz Felipe e Lukaku si possono sostituire, ieri si è avuta la dimostrazione di quanto abbia pesato nel cammino della Lazio la stagione fantastica di Immobile e Luis Alberto (40 gol e 23 assist in coppia). Una iattura presentarsi in volata senza quei due e confidando in Felipe Anderson e Caicedo, protagonisti di un autentico flop. Assenti o quasi nella prima mezz’ora, capace l’ecuadoriano di divorarsi la palla facile del raddoppio (con un improbabile cucchiaio), troppo molle e distratto il brasiliano, che si è acceso solo nell’ultima mezz’ora. Troppo tardi. Ancora peggio il malinconico Nani, imbarazzante quando è entrato. Panchina inguardabile, Simone non aveva più cartucce da sparare. Lo avevano tenuto in piedi i soliti Milinkovic, Leiva e anche De Vrij, che forse non giocherà con l’Inter ma ieri ha risposto con una prova superba.
L’olandese in campo è stato persino criticato da Radu e Lulic per il gol di Simy, ma la sua posizione era corretta, stava assorbendo il taglio di Faraoni. In ritardo il romeno sul colpo di testa del nigeriano e l’errore vero era stato commesso a centrocampo concedendo a Martella di arrivare con troppa facilità al cross. Più reattivo e combattivo il Crotone (67 duelli vinti contro 49). Ha rialzato la testa e tirato fuori cattiveria agonistica dopo il gol su rigore di Lulic. Corretta la decisione di Mazzoleni, bravo a gestire una partita così delicata. Era il 17', la Lazio non ha avuto la lucidità e la forza per gestire il vantaggio e cercare il raddoppio nonostante abbia poi concluso con il 65% di possesso palla. In quel momento bisognava palleggiare. Contrastare era dura. Leiva diffidato, Radu e Murgia (esagerato il giallo) subito ammoniti, il centrocampo non ha più recuperato palla, per dodici minuti le sbandate sono state diverse creando i presupposti dell’1-1. Poi c’è stata la reazione, ma le partite non si possono vincere due o tre volte in 90 minuti. A un sospiro dall’intervallo le prodezze di Cordaz su Caicedo e Milinkovic.
La traversa di Caicedo ha aperto la ripresa e poi si è consumata la beffa. Raddoppio del Crotone da palla inattiva e al secondo (e unico) tiro nello specchio. Sulla punizione lunga di Barberis, Patric e Milinkovic si sono quasi scansati pensando all’uscita di Strakosha, ancorato sulla linea. Zampata di Ceccherini per il sorpasso (2-1) e meno male che il discusso De Vrij subito dopo ha evitato il tris di Rohden. Inzaghi aveva sostituito Murgia e Radu con Patric e Caceres, poi ha messo Nani per Basta e ridisegnato la Lazio (4-2-3-1), ma era diventata una salita. Al 38’ cross di Felipe, spizzata di De Vrij e destro di Milinkovic (dodicesimo gol in campionato) per il 2-2. L’urlo Champions, tre minuti dopo, è rimasto strozzato in gola al serbo. Colpo di testa fuori, niente sorpasso. E ora si deciderà all’Olimpico.
? Il Messaggero titola: "Lazio, finale con l'Inter. Il pareggio di Crotone non basta ai biancocelesti per ottenere l’aritmetica qualificazione in Champions: si deciderà domenica. Milinkovic risponde alle reti di Simy e Ceccherini dopo il vantaggio di Lulic: contro Spalletti basterà un solo punto".
Prosegue il quotidiano romano: E’ mancata la rabbia. La voglia matta di risentire le dolci note della Champions a 11 anni di distanza. La Lazio fallisce il primo match point per il quarto posto. Un passettino in più che non basta. Ed è giusto che sia così. Per entrare tra le più forti d’Europa ci vuole un furore agonistico che ai biancocelesti ancora manca. Tutto rimandato alla "finale" di domenica sera contro l’Inter. Tre punti dividono le due squadre e alla Lazio basterà non perdere. Resta l’amaro in bocca per aver sciupato un’occasione clamorosa. Il 2-2 dello Scida nasconde nelle sue pieghe tutte le difficoltà di reggere la pressione schiacciante di essere padroni del proprio destino. In questa stagione i biancocelesti gli attributi li hanno mostrati piuttosto nelle difficoltà . Un aspetto che va assolutamente migliorato. E’ attraverso questi match point che si diventa davvero grandi. I tanti infortuni, è vero, hanno condizionato le scelte di Inzaghi ma non possono essere la scusante a tutto. Non serviva certo il Real Madrid per battere un Crotone in lotta salvezza. Tra l’altro il punto serve a poco anche ai calabresi costretti a vincere domenica in casa del Napoli. Simone si affida a sorpresa a Wallace, che non giocava dal 18 marzo (contro il Bologna),e Basta. Scelte tattiche per conservarsi dei cambi. La Lazio parte subito forte cercando di chiudere subito il discorso ma il Crotone è attento e riparte bene.
Il primo vero errore lo commette Ceccherini che atterra Lulic in area. Il bosniaco è in forma e si vede da come scende con una certa continuità sulla fascia sinistra: lotta su ogni palla e non si arrende mai. Il capitano trasforma con freddezza il penalty sotto la curva rossoblù che ribolle di rabbia. Ma la decisione di Mazzoleni è impeccabile. Curiosità : Senad aveva segnato anche all’andata. Il vantaggio galvanizza la Lazio che schiaccia i padroni di casa dentro la loro trequarti. Gli uomini di Zenga tengono botta e l’istinto di sopravvivenza è più forte di qualsiasi schema tattico o modulo e così è Simy, sempre lui, a mettere il sigillo, sei reti, cinque nelle ultime cinque gare, e a pareggiare i conti. Martella lo pesca con un bel cross dalla sinistra e il nigeriano è bravo ad anticipare di testa Radu. Errore pesante del romeno che (con Basta) non sale per il fuorigioco. La posizione del nigeriano viene controllata e convalidata dal Var. Lo Scida esulta così due volte. Nel primo tempo l’approccio di Milinkovic e Anderson non è sembrato quello giusto per una "finale". I due giocatori più talentuosi si sono spesso persi in dribbling e giocate poco concrete. Certo, nulla a che vedere con il gol divorato da Caicedo, che prova un pallonetto ma Cordaz non cade nella trappola e lo costringe ad un tiro inguardabile. Sarebbe stato il 2-0. Non può essere lui il vice Immobile e non per i 30 gol di differenza ma proprio perché a guardarli sembra facciano due ruoli differenti.
Ceccherini fa decisamente meglio, riscattando anche il fallo da rigore: sfrutta una indecisione di Strakosha e per una ventina di minuti lascia il Crotone attaccato alla Serie A. Come spesso accade, a salvare la faccia e l’umore della Lazio pensa Milinkovic che si traveste da bomber siglando la rete numero 12. Eguagliato il record di Candreva. Una mazzata per il Crotone che deve incassare anche i risultati positivi delle sue sfidanti per la salvezza. Neanche il sale lanciato copiosamente ad inizio gara è riuscito ad essere d’aiuto. In casa Lazio l’umore non è dei migliori ma vietato deprimersi. Fortunatamente c’è ancora una chance per andare in paradiso. Bisognerà avere un altro approccio e soprattutto più rabbia. Contro l’Inter non c’è solo in palio la Champions ma anche la maturità . Quella richiesta per poter entrare in un’altra dimensione.
? Tratte dal Corriere dello Sport, alcune dichiarazioni post-gara:
Il campionato di De Vrij alla Lazio potrebbe essersi chiuso ieri a Crotone. "Gioca con l’Inter? Decido sabato" la risposta e solo alimentare il dubbio, conoscendo bene Inzaghi, suona come l’annuncio di un’esclusione probabile. Simone avrà sei giorni di tempo per ponderare bene ogni scelta ma le indicazioni sono chiare e il suo pensiero era già maturato prima della trasferta in Calabria. Negli ultimi 90 minuti si giocherà la Champions con undici guerrieri, senza alibi e con il sostegno dell’Olimpico. Nessun dubbio sulla professionalità e l’impegno dell’olandese, ieri il migliore dei laziali allo Scida, ma davanti al suo futuro capitano Icardi e all’Inter, a cui si è già consegnato, sarebbe forse impossibile non avvertire il minimo disagio psicologico. E una spia, un segnale chiaro di quanto si dovrà evitare all’Olimpico, si è percepito allo Scida. Serpeggiano nervosismi nello spogliatoio della Lazio. Quando Simy ha segnato il gol del pareggio, Radu (colpevole) e Lulic se la sono presa con De Vrij, che aveva "assorbito" il taglio di Faraoni. Lettura tattica corretta, sulla diagonale di Wallace, e con una palla in arrivo da sinistra, dove stava scendendo Martella prima del cross. "Abbiamo perso la marcatura di Simy. Di chi era? Radu" ha spiegato Inzaghi. "Radu doveva stringere di più, era tra terzo e quinto, è bravissimo nelle letture, forse non si aspettava che De Vrij seguisse Faraoni. Può essere una condivisione di colpe, ma è inutile guardare se è colpa di De Vrij. L’errore viene commesso a centrocampo. Martella non può arrivare indisturbato al cross. Murgia aveva preso un giallo forse eccessivo ed era condizionato, doveva scivolare di più. Non siamo riusciti a fermarlo ed è arrivato il gol".
Inzaghi sembra orientato a sostituire De Vrij con Luiz Felipe, ieri squalificato. Così ha risposto a chi era sorpreso dal dubbio De Vrij. "Perché perplessi? Farò le mie valutazioni. Rientra Luiz Felipe dalla squalifica, ho recuperato Wallace e Caceres sta bene. De Vrij è un grande professionista, c’erano dubbi anche per questa partita ma l’ho visto sul pezzo e concentrato, è stato bravissimo. Sarà per lui una settimana normale, si preparerà come sempre. Sono l’allenatore, ho la responsabilità delle scelte e scioglierò io il dubbio per l’Inter". Tutta la Lazio era convinta di festeggiare a Crotone. "E’ normale, siamo delusi. Questa era una grande occasione, forse era destino che dovessimo giocarci la Champions nell’ultima giornata, ma saremo davanti ai nostri tifosi. Peccato, abbiamo creato tanto e sprecato troppo, dovevamo chiudere la partita. Serviva un gol in più e decisione sotto porta. Caicedo, nella prima occasione, doveva tirare subito. Poi ha preso una traversa clamorosa. Sergej poteva segnare il 3-2, nove volte su dieci quel gol di testa lo fa". Ora un’altra settimana snervante. "E’ un’occasione persa, dovevamo vincere. Era il primo dei due match point, sapevamo non sarebbe stato semplice ma abbiamo preso due gol evitabili. Ora pensiamo all’Inter. Giocheremo per vincere, ma avere anche il pareggio a disposizione è un vantaggio. Servirà una Lazio coraggiosa, quella che ho sempre visto".