21 novembre 2020 – Crotone, Stadio Ezio Scida - Campionato di Serie A, VIII giornata - inizio ore 12.30
CROTONE: Cordaz, Magallan, Marrone, Cuomo, Rispoli (46' P. Pereira), Benali, Petriccione (68' Dragus), Vulic (79' Riviere), Reca, Messias, Simy. A disposizione: Festa, Crespi, Djidji, Cigarini, Crociata, Rojas, Zanellato, Eduardo, Siligardi. Allenatore: Stroppa.
LAZIO: Reina, Patric (78' Hoedt), Acerbi, Radu, Lazzari, Parolo (46' Akpa Akpro), Leiva, Luis Alberto, Fares (46' Marusic), Correa (62' Caicedo), Immobile (74' Andreas Pereira). A disposizione: Furlanetto, Gabriel Pereira, D. Anderson, Armini, Cataldi, Muriqi. Allenatore: S. Inzaghi.
Arbitro: Sig. Sacchi (Macerata) - Assistenti Sigg. Passari e Avalos - Quarto uomo Sig. Pezzuto - V.A.R. Sig. Guida - A.V.A.R. Sig. Longo.
Marcatori: 21' Immobile, 58' Correa.
Note: ammonito al 10' Rispoli, al 25' Marrone, al 26' Fares, al 45'+1' Parolo, al 56' Cuomo, all'86' Leiva, al 90' Luis Alberto tutti per gioco falloso. Angoli 2-6. Recuperi: 1' p.t., 3' s.t.
Spettatori: partita a porte chiuse per emergenza Covid 19.
? La Gazzetta dello Sport titola: "Crotone finisce sott’acqua. Inzaghi comanda e fa il blitz. La Lazio vince facile. Vrenna: "Addolorati per la città , ma non potevamo non giocare".
Continua la "rosea": Potrebbe andare peggio, potrebbe piovere, devono aver pensato i laziali quando venerdì si sono imbarcati sul nuovo aereo con la livrea biancoceleste. Dopo i tamponi ballerini di Immobile e quelli positivi di Milinkovic e Luiz Felipe, dopo le esternazioni di Luis Alberto, alla trasferta di Crotone mancava solo la pioggia. Tanta, tantissima. Poi però, per fortuna, c’è il campo. Sì, pozzanghere a ogni passo, passaggi frenati dall’attrito con l’acqua oppure lanci allungati dal vento - già , c’era pure un vento furioso -, ma c’è stata soprattutto una Lazio che aveva troppa voglia di far parlare il pallone. Simone Inzaghi non è uno scienziato pazzo alla Frankenstein junior, è un brillante alchimista e un fine psicologo che alla sua squadra ha dato una vasto set di strumenti, anche strategici, e le difese mentali per reggere un periodo un po’ così. E poi c’è Ciro, il Ciro di sempre, che quando gioca segna secondo un’equazione cui ormai ci ha abituato. Invito di Parolo che giocava al posto di Milinkovic ma con quell’assist ha voluto fare il Luis Alberto, colpo di testa di Immobile ad allungare verso il secondo palo: la Lazio è scappata avanti e il Crotone non l’ha più ripresa, tantomeno quando nella ripresa Correa, leggiadro sul terreno allentato, ha raddoppiato in azione personale. Eppure la squadra di Stroppa, che gioca non male ma fin qui ha raccolto appena 2 punti, aveva fatto soffrire la Juve, l’Atalanta, il Milan, il Sassuolo. Alla Lazio ha dato meno fastidio della pioggia.
Variazioni. Alla città è andata peggio: le precipitazioni hanno messo in ginocchio Crotone e provincia. "Siamo addolorati per l’ennesima emergenza. Abbiamo giocato perché non avevamo scelta: non farlo avrebbe significato sconfitta a tavolino e punti di penalizzazione", ha detto Gianni Vrenna, presidente del Crotone. Il campo invece tutto sommato ha retto. O meglio, non ha limitato così tanto la qualità del match. La precisione dei passaggi intorno al 65 per cento denuncia le difficoltà biancocelesti dovute al terreno allentato - due esempi: Leiva ha dovuto cambiare piede al tiro, Lazzari non è stato raggiunto tutto solo da un filtrante per una pozza -ma la Lazio non potendo colpire in palleggio ha cercato la porta in più modi: con la profondità che ha portato al gol di Immobile, e prima chance per Luis Alberto, con l’imbucata (diagonale largo di Parolo), con il cross (di Patric, testa di Fares dall’altra parte), con l’iniziativa personale, come nel raddoppio millimetrico di Correa. Messias e basta. La Lazio si è permessa di cambiare il migliore - Parolo - dopo 45’ perché ammonito e comunque ha lasciato poco al Crotone oltre al possesso palla (51 a 49), se non un anticipo di Simy su Patric in avvio, sullo 0-0. Alla squadra di Stroppa è mancata pressione sui biancocelesti nella propria zona di rifinitura e, di là , la definizione. Tanti spunti di Messias, tutti nel vuoto: ai calabresi manca qualcosa davanti. Sullo 0-2 Stroppa ha provato ad arretrare il brasiliano e Benali per avere più idee in mezzo, ma ha finito per allontanare dalla porta i suoi uomini migliori.
? Il Corriere dello Sport titola: "Ciro, gigante nel diluvio. Un gol di testa in tuffo e l'assist a Correa: Immobile trascinatore. Il Crotone lotta ma si arrende su un campo zuppo d'acqua. La Scarpa d'Oro, uscita dall'isolamento, torna protagonista e si rilancia con la Lazio".
Prosegue il quotidiano sportivo romano: Tredici tamponi, un gol e un assist per spezzare le catene dell’isolamento. Ciro Immobile, dopo sedici giorni di quarantena, il via libera e appena due allenamenti, si è rituffato alla grande nel campionato segnato dalle Asl e ora anche dal maltempo. Un gigante sotto il diluvio di Crotone, sommersa e devastata da una bomba d’acqua sino a mettere in discussione la partita per l’intera mattinata. S’è rischiato il rinvio e forse, se le porte dello stadio Scida fossero state aperte, non si sarebbe mai giocato con la popolazione calabrese sconvolta dall’alluvione e invitata dal sindaco a restare a casa. Le strade si erano trasformate in f?iumi. Il campo ha tenuto appena sotto i limiti dell’impraticabilità . Forse era destino non fermarsi nel giorno in cui Immobile tornava a trascinare la Lazio. Simbolo e leader di un gruppo di nuovo vicino ai livelli che l’avevano proiettato nella passata stagione in corsa scudetto accanto alla Juve. Un gol di testa con un tuffo a volo d’angelo, il lancio per l’assolo di Correa, abilissimo a f?irmare il colpo decisivo. La Scarpa d’Oro, mai troppo celebrata e spesso vilipesa, non si capisce bene perché, ha risposto da campione. Ha scavato la differenza con una corsa inf?inita e la solita personalità . E’ uomo squadra, non solo un cecchino in grado di entrare nella storia. Ieri ha raggiunto Signori anche in Serie A (107) e lo aveva già scavalcato come bottino complessivo con la maglia biancoceleste: ora sono 130 gol. Davanti resisterà , ancora per pochi mesi, solo la leggenda Silvio Piola.
Mago e gruppo. Se Immobile è un trascinatore, Inzaghi è indiscutibilmente l’anima di questa Lazio, capace di rif?lettersi e specchiarsi nel suo condottiero. Non ha avuto esitazioni, imponendo alla società la propria scelta, dando f?iducia e proteggendo Luis Alberto. Una mossa decisiva per preservare l’integrità dello spogliatoio e non perdere credibilità . Lo ha anche guidato verso le scuse. Tra le pozzanghere lo spagnolo non poteva incantare, ma si è applicato, ha dimostrato umiltà , tenendo il campo per 90 minuti e chiudendo persino con la fascia da capitano. Era la prima volta ed è clamoroso che sia accaduto nel giorno in cui rischiava l’esclusione punitiva dopo un’uscita inopportuna e che in altri tempi (neppure troppo remoti) lo avrebbe proiettato ai margini della rosa. Questa è stata la partita del gruppo, la Lazio non l’ha sbagliata come spirito e l’ha condotta ancora meglio, senza rischiare retropassaggi azzardati verso Reina e accettando il combattimento corpo a corpo sotto la pioggia. Allungo Rosa profonda perché l’assenza di Milinkovic quasi non si è avvertita. Parolo sembrava ringiovanito, 45 minuti da applausi non solo per l’assist con il contagiri a Immobile. Nell’intervallo, subito dopo il cartellino giallo, Simone lo ha cambiato con Akpa Akpro, entrato benissimo, mediano preziosissimo e sempre più titolare aggiunto.
Cataldi neppure s’è alzato dalla panchina. Leiva ha resistito sino alla f?ine. Partita tenuta in equilibrio dalle parate di Cordaz, da un salvataggio di Marrone e soprattutto dal campo, che non consentiva alla Lazio il solito palleggio. Di più Stroppa non avrebbe potuto combinare. Simy in avvio ha scheggiato il palo divorandosi l’occasione più limpida. Radu, alla lunga, ha preso le misure reagendo alle sgommate di Messias. Benali tra le linee non è bastato a determinare anche perché Rispoli (sostituito da Pedro Pereira nell’intervallo) e Reca sulle fasce non si sono mai imposti. Al Crotone manca peso in attacco e serviranno rinforzi a gennaio: due pareggi e sei sconf?itte, rinviato il primo successo, ma era complicato immaginare potese arrivare ieri. Conto chiuso quasi al sessantesimo, quando Correa si è involato e da posizione impossibile ha bucato Cordaz. La Lazio e Inzaghi non avevano mai vinto allo Scida, dove nel 2018 buttarono la Champions. Un altro segnale. La crescita negli ultimi due anni è stata esponenziale. Peccato che in tanti, forse troppi, stentino ancora a riconoscerla.
? Il Messaggero titola: .
Prosegue il quotidiano romano:
? Tratte dal Corriere dello Sport, alcune dichiarazioni post-gara:
Vince la classe del bomber gentiluomo: "I tifosi della Lazio e la gente che ama il calcio mi hanno mandato tantissimi messaggi dopo quello che è successo, ciò dimostra che la gente mi conosce e sa che uomo sono". Vince il buon nome di Ciro Immobile. Vince l’uomo che è, un signor centravanti. E’ rispettato perché del gol ne ha fatto un’arma nobile: "Tutti mi hanno fatto sentire la loro vicinanza, sono tornato ancora più carico. Quando vivi queste situazioni capisci quanto sia importante vivere il calcio con passione. Era la partita giusta per riprendere il cammnino interrotto". Gol e assist, odi e lodi per Immobile, uscito dal labirinto dei tamponi, tornato in campo direttamente dall’isolamento. I tifosi gli avevano dedicato l’hashtag #iostoconciro. Ha reagito agli attacchi con savoir—faire, con dignità e dolore, con sentimenti e atteggiamenti che a tanti mancano. L'esultanza. Il gol tempestoso di Crotone, centrato avvitandosi nella pioggia, in tuffo vertiginoso, è stato un gol di puro orgoglio. E’ nato dal disgusto provocatogli da chi prova a infangarlo. L'esultanza di Immobile, l’indice destro poggiato sulla bocca a mo’ di zittire, era sembrata polemica. Ciro ha chiarito che si trattava di un messaggio in codice per amici e familiari, per chi con lui condivide la passione per "Among Us", il videogioco di sopravvivenza che divide i protagonisti in compagni di squadra e impostori.
Forse è stato un messaggio subliminale: "Non volevo zittire nessuno, mi spiace deludere. L'esultanza può sembrare polemica ma non lo è. Il gesto lo faccio con amici e familiari quando giochiamo ad Among Us, mi hanno chiesto di replicarlo e l’ho fatto con piacere. Per quanto riguarda le altre cose ho sempre risposto sul campo, stavolta anche sui social perché è stato lanciato un attacco all’uomo Immobile, non al giocatore. Bisogna conoscere bene qualcuno prima di giudicarlo. Ho vissuto quello che stanno vivendo un po’ tutti, so che significa. Non era giusto scrivere quelle cose in un momento così diff?icile per me. Certe parole fanno rabbrividire". Il mito. Centotrenta e lode, Ciro. Per ciò che fai e per come lo fai. Niente e nessuno può demolire il suo mito, può fermare l’andamento ciclico dei suoi colpi. Ha raggiunto quota 130 gol con la Lazio (meno 29 da Piola), 107 dei quali segnati in A (agganciato Signori al secondo posto dei cannonieri laziali in campionato). La doppia corsa a Piola continua (159 reti totali, 143 in A). Nel [[2020] nessuno ha segnato più di lui in trasferta (12 volte come Ronaldo). Ciro, bomber di cavalleria, ha dedicato i suoi pensieri alla moglie Jessica, al figlio Mattia (che ha iniziato a pronunciare la parola "gol") e alla Lazio: "Mattia ha detto gol dopo papà e mamma. Il bacio era rivolto a Jessica e a tutte le persone che mi sono state vicino. Un pensiero a mio zio, è in ospedale. Complimenti alla squadra, partita eccezionale". Immobile, in campo, batte anche il maltempo. Ma si sa, ha la fobia terrorizzante dell’aereo: "Ho sudato più durante l’andata per l’atterraggio da brivido che in campo". Parolo dice che si diverte: "E’ matto".