Turno precedente - Turno successivo
17 dicembre 2018 – Bergamo, stadio Atleti Azzurri d'Italia - Campionato di Serie A, XVI giornata - inizio ore 20.30
ATALANTA: Berisha, Toloi, Palomino (57' Djimsiti), Mancini, Hateboer, De Roon, Freuler, Gosens, Gomez (85' Masiello), Ilicic (68' Pasalic), Zapata. A disposizione: Gollini, Rossi, Adnan, Castagne, Pessina, Rigoni, Valzania, Barrow, Tumminello. Allenatore: Gasperini.
LAZIO: Strakosha, Wallace (78' Caicedo), Acerbi, Radu, Marusic (64' Lukaku), Parolo, Badelj (64' Luis Alberto), Milinkovic, Lulic, Correa, Immobile. A disposizione: Proto, Guerrieri, Luiz Felipe, Bastos, Caceres, Patric, Durmisi, Murgia, Cataldi. Allenatore: S. Inzaghi.
Arbitro: Sig. Orsato (Schio - VI) - Assistenti Sigg. Liberati e Longo - Quarto uomo Sig. Sacchi - V.A.R. Sig. Manganiello - A.V.A.R. Sig. Peretti.
Marcatori: 1' Zapata.
Note: la Lazio ha giocato con il lutto al braccio in memoria di Felice Pulici scomparso nella giornata di ieri. Ammonito al 50' Zapata, al 62' Wallace, all'87' Lukaku ed all'88' Djimsiti per gioco falloso, al 38' Parolo per proteste, al 48' Acerbi per comportamento non regolamentare. Angoli 7-7. Recuperi: 0' p.t., 4' s.t.
Spettatori: 17.401 di cui 1.790 paganti per un incasso di 34.227,00 euro e 15.611 abbonati per una quota partita di 196.329,16 euro.
? La Gazzetta dello Sport titola: "Zapata, squillo da Europa. Lazio: la beffa Var è al 95’. L’Atalanta segna dopo 57 secondi, Acerbi pareggia nel recupero ma è in fuorigioco: Dea sesta in classifica, a un punto dai biancocelesti".
Continua la "rosea": Sulle rotte europee l'Atalanta è in decollo e la Lazio in planata d'emergenza. La classifica, sempre più corta e magmatica, dice che ora Gasp è sesto a un punto da Inzaghi (che finalmente è riuscito a battere) e, per una notte, a due dalla Champions, in attesa del risultato del Milan. Che la Lazio rischia di veder scappare dopo la grande illusione del gol fantasma di Acerbi, segnato due minuti dopo il 90’ e annullato dopo lunghissima attesa (circa 3’) della sentenza Var: fuorigioco del difensore, che su cross di Luis Alberto era sgusciato alle spalle di Pasalic e saltato sulla testa di Masiello, in ritardo perché in copertura su Milinkovic. Il pareggio ci stava, la vittoria dell’Atalanta (che non sa pareggiare: da dieci partite) ci sta: perché la squadra di Gasperini sa anche soffrire e la Lazio continua a farlo. Non riesce più a vincere (sette partite) né a proteggersi (prende gol da undici partite, sette di campionato) e ancora una volta, la quarta di fila, va sotto senza poi riuscire a rovesciare le partite come una volta. Perché ha perso leggerezza da metà campo in su, la profondità che inghiottiva chi osava sfidarla, e solidità dietro.
Si è visto subito, perché la prima delle tre sfide chiave (Zapata-Immobile) ha iniziato a vincerla dopo appena 57 secondi il colombiano, che ha segnato gli ultimi 5 gol dell’Atalanta. Con tante grazie a Radu per una respinta cincischiata corta su invito di Gosens che aveva scavalcato Acerbi. Su quella fascia, la sinistra, avrebbe continuato a martellare l’Atalanta, individuando il lato debole in Marusic e Wallace, tormentati da Gosens e da Zapata, oltre che dagli scivolamenti su quel lato di Gomez: il simbolo della seconda sfida, quella in salsa argentina, che ha orientato la partita. E pure la strategia dell’Atalanta, fondata sul doppio lavoro del Papu che si è spolmonato nell’abbassare la difesa laziale e pedinare Badelj: sempre accompagnato dagli sdoppiamenti di De Roon e dalle uscite di Toloi, più libero di lasciare a Palomino e Mancini il due contro due difensivo. Schermato il suo play, la Lazio all’inizio si è ritrovata invece spaccata e frenata dell’incolpevole incompiutezza del suo argentino, Correa.
Lui poco assistito da Parolo e soprattutto Milinkovic, almeno finché la Lazio, mettendola anche sul piano della forza fisica, non è cresciuta in aggressività , ritmo e numero di palloni giocabili (leggi recuperati). Non è cresciuto abbastanza, però, il feeling di Correa con Immobile: che ha mirato alto (minuto 56) l’ultima vera chance gol prima del gol annullato ad Acerbi, e su invito felice del Tucu era stato ipnotizzato già nel primo tempo da Berisha. Ecco la terza sfida - fra i due portieri della nazionale albanese - vinta dall’Atalanta, visto che il suo si sarebbe ripetuto a fine primo tempo, su colpo di testa di Milinkovic. Senza poi bisogno di altri straordinari nella ripresa, nonostante il 4-3-1-2 forse tardivo e comunque ad elevatissima trazione offensiva (Luis Alberto e Milinkovic mezzali, con Correa dietro Immobile-Caicedo) tentato da Inzaghi, e respinto da Gasperini con l’ingresso di Masiello. Ma dove non era arrivato il difensore, è arrivata la Var.
? Il Corriere dello Sport titola: "Var decisivo. Beffa Lazio. Tacco in fuorigioco: al 92’ annullato il pari di Acerbi. Inzaghi e i suoi non agganciano il quarto posto mentre l’Atalanta si riaffaccia in zona-Europa. Dopo soli 57 secondi arriva il gol di Zapata. E l’1-0 resiste per tutta la partita...".
Prosegue il quotidiano sportivo romano: L’Atalanta è da Champions, la Lazio nel vortice della crisi: la serie dei quattro pareggi consecutivi è stata spezzata da un’altra sconfitta, la quinta nel girone d’andata, l’ottava stagionale compresa l’Europa League. Cinquantasette secondi per confezionare il regalo e prendere il gol decisivo di Zapata. Novanta minuti in salita e senza riuscire a raddrizzare il risultato, anzi festeggiando invano il pareggio. Colpa del tacco di Acerbi. Una beffa perché il gol di testa in pieno recupero dal difensore centrale è stato annullato dopo il controllo (lunghissimo) delle immagini al Var: era in posizione di fuorigioco (con la parte posteriore del piede) quando stava partendo il cross di Luis Alberto, sganciato da Inzaghi a metà ripresa. Peccato. La Lazio avrebbe meritato il pareggio, ma fa troppa fatica per avvicinarsi alla porta. Ci vuole coraggio, servirebbero una svolta e maggiore sostegno a Immobile, come sta dimostrando il campo. Manca un riferimento offensivo per creare spazio e occasioni. Correa attacca la profondità , ma non lavora con i centrocampisti. Alla resa dei conti è stato premiato il coraggio iniziale dell’Atalanta, una furia nei primi venti minuti e irresistibile sulle corsie esterne, dove è stata evidente la differenza tra Hateboer e Lulic, ancora di più tra Gosens e Marusic.
Gasp ha rischiato la rimonta quando ha avuto paura e ha imbottito il centrocampo, lasciando isolato Zapata. Lo hanno salvato il Var e l’eccesso di frenesia della Lazio: 16 tiri (di cui 6 all’intervallo) ma solo 2 nello specchio. Il campionato è apertissimo e c’è tempo per rimediare, ma se l’Atalanta è salita al sesto posto, tra il quarto del Milan e l’undicesimo del Torino ci sono appena quattro punti di distanza. Un mucchio selvaggio in cui è sprofondato Inzaghi. La Lazio si è ritrovata sotto di un gol nel giro di 57 secondi. Milinkovic ha perso palla e l’Atalanta è ripartita a grandissima velocità , Freuler ha pescato in profondità Gosens. Marusic era fuori posizione, è uscito Wallace senza evitare il cross del tedesco. Radu è franato sulla palla, stoppando per Zapata, Acerbi era in ritardo. Il colombiano ha infilato Strakosha e scaraventato la Lazio dentro un quarto d’ora da incubo. Più rapida la squadra di Gasp. Vinceva i duelli, correva e attaccava sul lato vulnerabile formato da Marusic e Wallace. Zapata ingaggiava il corpo a corpo con il brasiliano, Ilicic risucchiava fuori Radu e dentro l’area restava solo Acerbi, in apprensione per gli inserimenti di Gomez e Hateboer. In venti minuti sono piovuti 7 cross e diversi palloni davanti a Strakosha, ma l’Atalanta non ha trovato il raddoppio. Quei ritmi erano insostenibili. La Lazio, girando palla, ha ripreso coraggio. La manovra però era lenta, Immobile sbatteva contro Palomino e Mancini, Correa doveva prendere palla e puntare l’uomo, ma era dura sorprendere la difesa piazzata di Gasp. Mancavano l’idea e gli appoggi. Una fatica enorme, perché Milinkovic non riusciva mai a superare De Roon e Parolo soffriva la rapidità di Freuler.
Badelj era impreciso come Lulic ma ci hanno messo almeno un po’ di fisico per tirare su il baricentro della Lazio, che continuava a non trovare sbocchi con Marusic. Berisha ha messo in angolo il destro di Immobile. A un sospiro dall’intervallo il portiere albanese ha toccato il colpo di testa di Milinkovic e Toloi ha respinto sulla linea il destro del Tucu. Solo una fiammata. L’Atalanta nella ripresa è rientrata meglio e ha coperto bene il campo. La Lazio era monotona, Immobile tornava indietro a prendere palla, nervoso e poco assistito. Inzaghi ha optato per il doppio cambio, fuori Badelj e dentro Luis Alberto, Parolo vertice basso, Lukaku a sinistra con Lulic a destra. Gasp aveva perso Palomino (sostituito da Djimsiti) e poi ha rinforzato il centrocampo con Pasalic per Ilicic. Difendeva con ordine. Simone si è giocato la carta Caicedo e ha tolto Wallace: 4-3-1-2 sbilanciatissimo negli ultimi 12' più recupero. E’ uscito anche Gomez. All’ultimo assalto Acerbi e il pareggio cancellato dal Var in una serata già tristissima per l’addio a Felice Pulici.
? Il Messaggero titola: .
Prosegue il quotidiano romano:
? Tratte dal Corriere dello Sport, alcune dichiarazioni post-gara:
Beffe continue, finali incredibili: "Il gol di Saponara al 99', adesso il gol annullato ad Acerbi. Quando ho visto che gli arbitri hanno preso tempo ho pensato che avrebbero annullato il gol. Sembrava regolarissimo, poi sono riusciti a mettere questa linea, dopo 3 minuti di controllo, e per due millimetri hanno condannato Acerbi. Speriamo l’abbiano messa bene, la linea... Anche con il Var ci sono sempre polemiche. A me sembrava rigore un braccio di Zapata". Inzaghi continua a restare a bocca aperta e a bocca asciutta. Punti persi per pochi secondi o per pochi centimetri, gol incassati da 11 partite (campionato e Coppa), la vittoria in A che manca dal 4 novembre (Lazio-Spal 4-1). Si è messo di traverso pure il Var, da lui odiato. Ci vogliono forza interiore, carattere e fegato per non credere allo scoppio di una crisi e ad una macumba. Inzaghi era esploso al gol di Acerbi, gli è andato incontro per abbracciarlo, ha lanciato un "vaffa" al destino contrario. Ha reagito con ironia a fine partita, ha tenuto a freno la lingua perché il fuorigioco non è contestabile: "L’esultanza? Mi sono lasciato andare più del dovuto, non lo stavo più facendo, adesso sarò deriso. Da quando hanno messo questo strumento (il Var, ndi) si fanno figuracce. E l’ho fatta io".
Inzaghi continua a vedere il bicchiere mezzo pieno: "C’è grande rammarico, non meritavamo di perdere, il nostro portiere è stato inoperoso. Abbiamo sofferto meno degli ultimi anni a Bergamo eppure... Sono andati via punti importanti, ma li riconquisteremo presto giocando con questo spirito. I 4 pareggi di fila e la sconfitta non ci ridimensionano. E’ normale, le altre hanno vinto, si sono avvicinate. Saranno 22 giornate emozionanti, ci giocheremo tutto fino all’ultimo. Continuando a lavorare così, continuando a giocare con questo spirito, i risultati arriveranno. Gli episodi non girano a nostro favore, le ultime due gare sono state emblematiche. Dobbiamo essere bravi a portarli dalla nostra parte. Ai ragazzi ho detto che ci tireremo fuori da questo momento, adesso vediamo cosa fa il Milan. Ripartiremo dal Cagliari". Simone chiede un favore al fratello Pippo, il Bologna oggi affronterà i rossoneri. Con il modulo a "4" sono arrivate tutte le ultime rimonte, ma Inzaghi difende la formula a "3": "Anche con la difesa a tre l’Atalanta non ha fatto un tiro in porta, ha segnato su un rinvio di Radu. Si può difendere a 3, a 4 o a 5, l’importante è lo spirito. L’ho rivisto con la Samp e contro l’Atalanta, fa ben sperare. La classifica è peggiorata, ma siamo quinti. Sarà uno sprint con tutte le altre. Ci sono squadre attrezzate, la Lazio ripartirà e farà il suo campionato così come ha fatto in questi tre anni. Lotterà per il vertice e per conquistare un posto importante in Europa". E’ andato storto anche il sorteggio europeo: "Scherzando avevo detto che non saremmo scappati da Chelsea, Arsenal o Siviglia. Ci sarebbe servita più fortuna, anche in questo".