26 dicembre 2017 – Roma, stadio Olimpico - Coppa Italia, Quarti di Finale - inizio ore 21.00
LAZIO: Strakosha, Bastos, de Vrij, Radu, Basta, Parolo, Leiva, Milinkovic-Savic (86' Luis Alberto), Lulic, Felipe Anderson (59' Lukaku), Caicedo (26' Immobile). A disposizione: Vargic, Guerrieri, Wallace, Patric, Luiz Felipe, Marusic, Murgia, Jordao, Nani. Allenatore: S. Inzaghi.
FIORENTINA: Dragowski, Milenkovic, Astori, Vitor Hugo, Chiesa, Benassi (46' Eysseric), Sanchez, Veretout, Gaspar (73' Dias), Saponara (46' Simeone), Babacar. A disposizione: Cerofolini, Sportiello, Laurini, Biraghi, Badelj, Zekhnini, Olivera, Cristoforo, Thereau. Allenatore: Pioli.
Arbitro: Sig Damato (Barletta - BAT) - Assistenti Sigg. Carbone e La Rocca - Quarto uomo Sig. Sacchi - V.A.R. Sig. Maresca - A.V.A.R. Sig. Di Vuoto.
Marcatori: 6' Lulic.
Note: ammonito al 35' Gaspar per gioco falloso, al 79' Strakosha per comportamento non regolamentare e all'83' Veretout per proteste. Angoli: 2-7. Recuperi: 1' p.t., 3' s.t.
Spettatori: 25.000 circa.
? La Gazzetta dello Sport titola: "Un gol-lampo di Lulic abbaglia la Fiorentina. La Lazio è in semifinale. Decide una rete del bosniaco in avvio di gara. I viola crescono nella ripresa ma concludono poco. Per Inzaghi ora la vincente del derby milanese".
Continua la "rosea": La Lazio non molla niente. E' in lotta per un posto Champions, ha centrato la qualificazione per i sedicedimi di Europa League e ieri ha conquistato la semifinale di Coppa Italia. Le idee di Simone Inzaghi hanno trovato terreno fertile in una squadra che ha valori importanti. E che può ancora crescere. Con la Fiorentina decide un gol di Lulic in avvio di gara. E il fatto che il migliore dei viola risulti il portiere Dragowski spiega in maniera chiara l’andamento della partita. La Lazio ha avuto solo qualche passaggio a vuoto nella parte centrale della ripresa. Merito di una Fiorentina che ha corretto alcune scelte iniziali non felici (bocciati Saponara e Benassi) e del calo, anche mentale, di pedine chiave quali Milinkovic e Felipe Anderson. Del resto, la squadra di Inzaghi è impegnata su tre fronti. Sabato farà visita all’Inter a San Siro in una sfida importante per l’alta classifica. Alzare a tratti il piede dall’acceleratore è fisiologico. E la Fiorentina? Pioli ha lasciato in panchina Badelj e Thereau e a casa Pezzella (leggermente infortunato). Tre giocatori di esperienza, tre pedine chiave. Un turnover che ha penalizzato le ambizioni di Coppa Italia. Sabato i viola ospiteranno al Franchi il Milan. Battere i rossoneri vorrebbe dire dar corpo al sogno di riconquistare un posto in Europa.
Solo Lazio nel primo tempo. La squadra di Inzaghi va subito in gol. Benassi perde palla innestando una micidiale ripartenza sull’asse Milinkovic-Lulic. Quest’ultimo si beve in dribbling Gaspar a batte Dragowski con un perfetto diagonale. Non c’è partita in mezzo al campo e sulla corsia di sinistra. Lulic sovrasta, anche fisicamente, il modesto Gaspar e Milinkovic ha un altro passo rispetto a un balbettante Benassi. La Lazio crea situazioni di pericolo ogni volta che affonda. Un diagonale di Caicedo viene respinto sulla linea da Gaspar. Il centravanti della Lazio deve poi chiedere il cambio per un problema muscolare e lascia il posto a Immobile, reduce da un attacco influenzale. La Fiorentina non riesce a entrare in partita. Le scelte di partenza di Pioli non pagano. Sanchez al posto di Badelj toglie alla squadra viola qualsiasi geometria nella partenza del gioco. E Saponara proposto alle spalle dell’unica punta Babacar non riesce a trovare spazi utili tra la linee. La Lazio gioca a memoria. E bombarda Dragowski da tutte le posizioni. Il portiere polacco è bravo a respingere a pugni chiusi una conclusione velenosa di Milinkovic (il pallone balla in aria) e formidabile a opporsi di piede a un rasoterra a botta sicura dell’imprendibile Lulic. Un’azione sviluppata a cento all’ora da Felipe Anderson e Immobile.
A proposito, il brasiliano partendo da una posizione centrale può attaccare l’area avversaria con più pericolosità . Ma a volte esce dalla partita e, in quella posizione del campo, perdere il pallone può essere molto rischioso. Pioli ridisegna la Fiorentina in avvio di ripresa. Entrano Eysseric e Simeone per Saponara e Benassi e la squadra passa al 3-5-2. I viola guadagnano campo alzando il pressing. Le due punte aumentano anche il peso offensivo. La Lazio fatica a trovare subito le contromisure. Dopo un’ora di gioco Inzaghi dichiara chiusa la partita di un Felipe Anderson ancora lontano dalla condizione fisica ottimale, inserisce Lukaku e avanza Milinkovic alle spalle di Immobile. Questo nel tentativo di sfruttare meglio gli spazi che lascia la Fiorentina. Al 20’ la squadra di Pioli costruisce la prima occasione da gol: Chiesa entra in area e conclude con un diagonale che Strakosha devia alla grande in angolo. La Lazio torna a farsi viva al 26’ con una bella iniziativa personale di Immobile (bravo Hugo a stopparlo). La Lazio controlla, sfiora il 2-0 ancora con Lulic e conquista la semifinale. Il nome dell’avversario lo scoprirà seguendo stasera il derby di Milano.
? Il Corriere dello Sport titola: "Festa Lazio. E' semifinale. Il gol di Lulic dopo 6’ basta a battere la Fiorentina. Inzaghi e i suoi esultano per il passaggio del turno. All’Olimpico una sola rete decide il primo quarto di finale: i viola escono di scena senza mai provarci".
Prosegue il quotidiano sportivo romano: Supercoppa già in bacheca, qualificazione ai sedicesimi di Europa League, a un passo dalla zona-Champions in campionato e da ieri sera anche in semifinale di Coppa Italia. La stagione della Lazio è senza pause, piena di vittorie, di gioco, di scelte giuste, di applausi. L’1-0 sulla Fiorentina e la qualificazione in Coppa Italia contro Inter o Milan (lo sapremo stasera) rappresentano in modo adeguato anche il tratto d’unione fra un finale 2017 e un inizio 2018 scoppiettanti per il calcio italiano. Dopo il prenatalizio Juve-Roma e il passaggio di ieri fra Lazio e Fiorentina, arriverà oggi il postnatalizio derby milanese, poi il precapodanno Inter-Lazio, il preepifanico Fiorentina-Inter e l’epifanico Cagliari-Juve. Appunto, senza pause. La differenza tecnica, a favore della Lazio, che in campionato la Fiorentina aveva quanto meno ridotto con una partita di forti contenuti agonistici e tattici, per tutto il primo tempo di ieri si è vista in modo così netto da non mettere mai in dubbio l’esito di questa sfida.
Ma bisogna aggiungere che in quei 45' sul piano tecnico la squadra di Pioli è stata inferiore anche a se stessa. Non si contavano gli errori in uscita dei viola e su ogni passaggio sbagliato, ogni tocco fuori misura, ogni lancio respinto, la Lazio ripartiva con i suoi micidiali contropiedi, scanditi dal tempo di Leiva, corredati dalle incursioni di Lulic, esaltati dalle fiammate di Felipe Anderson. Per Inzaghi e Pioli questa doveva essere una partita vera, lo si è capito bene dalle loro intenzioni. Rispetto alla gara col Crotone i cambi laziali erano cinque, ma la formazione di ieri era più vicina a quella base. Non solo, quando si è fatto male Caicedo, dopo 26 minuti, Inzaghi ha messo dentro Immobile, seppur mezzo acciaccato, l’unico vero titolare rimasto fuori insieme a Luis Alberto. Pioli aveva scelto Saponara e Babacar, come trequartista e centravanti, ma Baba aveva segnato a Cagliari il gol decisivo e Saponara prima o poi (visto ieri, più facile poi...) potrebbe diventare titolare in questa squadra. Il gol di Lulic ha rimarcato il primo errore in uscita della Fiorentina: Leiva ha sbarbato la palla dai piedi di Benassi a metà campo e Milinkovic ha rifinito l’azione con l’assist per Lulic che nel frattempo aveva spazzato via Bruno Gaspar, un’ala, non un terzino, come si è visto per l’ennesima volta anche in quell’azione. Era il 6', la partita si è adagiata sui piè veloci della Lazio.
Palla alla Fiorentina (perché tanto la regalava presto, aprendo lo spazio alle sue spalle), controllo del campo della Lazio, palleggio lento e approssimativo dei viola, ripartenze brucianti dei biancocelesti. Al 45', la squadra di Pioli ha sfiorato il 60 per cento di possesso palla ma non ha fatto un solo tiro in porta, solo due tentativi a vuoto. Era Astori a impostare la manovra e questo spiegava tutta la difficoltà di gioco della Fiorentina. In quel deserto di idee, c’era un solo viola lucido e davvero presente a se stesso: Veretout. La Lazio, dopo il gol di Lulic, ha avuto invece altre quattro occasioni da gol, la prima di Caicedo è stata ricacciata indietro sulla linea di porta da Bruno Gaspar, la seconda di Immobile è finita fuori di niente, la terza di Lulic respinta da Dragowski, la quarta di Felipe Anderson uscita di pochissimo. Non aver chiuso la sfida con tutte quelle occasioni era l’unico vero errore della Lazio. Pioli ha cambiato squadra e assetto a inizio ripresa, fuori Saponara e Benassi, dentro Eysseric e Simeone che è andato a far coppia con Babacar, viola col 3-4-1-2. La Lazio non riusciva più a ripartire, la Fiorentina ha preso un po’ di coraggio, ha cominciato a trovare la porta (con Veretout) e a costruire almeno un’occasione (con Chiesa, respinta di Strakosha). Ma anche se il suo calo atletico adesso era palese, la Lazio non ha rischiato altro, nella sofferenza si è difesa con ordine (De Vrij e Radu non hanno sbagliato una posizione) e ha portato a casa un’altra meritata qualificazione.
? Il Messaggero titola: "Lulic ancora Re di Coppa. La Lazio supera la Fiorentina con un gol del suo capitano e vola in semifinale dove affronterà una delle due milanesi. Buona la prestazione nella prima parte, un po’ meno nella ripresa ma senza correre grossi rischi in difesa".
Prosegue il quotidiano romano: Coppa Italia fa rima con Senad Lulic. Se poi ci si mette che si gioca anche il 26, lo stesso giorno dello storico successo in finale contro la Roma nel 2013, allora il risultato è scontato. I biancocelesti nel boxing day all’italiana scartano un bel regalo. Grazie ad una rete del bosniaco battono 1-0 la Fiorentina e conquistano la semifinale. Una partita non certo semplice, quella di ieri. La Lazio domina nel primo tempo, poi cala di ritmo e soffre per larghi tratti della ripresa la Fiorentina. Una partita vinta con la fame e la voglia di continuare a crescere. Un rivincita sull’ex Pioli dopo le polemiche per il pareggio in campionato arrivato in extremis per un rigore molto contestato. Stavolta niente recriminazioni. La Lazio centra così per la terza volta consecutiva il penultimo atto del trofeo nazionale, la quarta in cinque anni. Oggi Immobile e compagni conosceranno la sfida che uscirà dall’infuocato derby milanese. Le feste non hanno distratto la Lazio. I biancocelesti scendono in campo concentrati e con la giusta cattiveria nel primo tempo. Decisamente meglio della Fiorentina che sbaglia tanto. Milinkovic, sgravato da compiti puramente di copertura, rende ancora di più. Giganteggia sulla trequarti trasformando in oro ogni pallone che tocca. Al bacio l’assist per Lulic.
Il bosniaco si esibisce in uno dei suoi movimenti a rientrare trafiggendo l’incolpevole Dragowski. La Lazio quando sale palla al piede mette in seria difficoltà la retroguardia viola. Subito dopo il vantaggio Caicedo ha la chance per raddoppiare ma è bravo Gaspar a respingere sulla linea. L’ecuadoriano, schierato al posto del febbricitante Immobile, non è fortunato ed è costretto ad uscire per un guaio muscolare. Inzaghi che voleva risparmiare Ciro in vista del match di sabato a Milano contro l’Inter, è costretto a mandarlo lo stesso in campo. La Lazio è brava a fermare sul nascere le azioni dei biancocelesti e a ripartire con la velocità di Felipe Anderson. Il brasiliano sta bene fisicamente e si vede. Alle volte corre un po’ a vuoto e interviene con il "piedino" quando si tratta di contrastare. Si divora anche un gol sul finale di primo tempo. Inzaghi batte i pugni perché vorrebbe chiudere subito la gara ma i suoi sbagliano troppo davanti alla porta. Lulic corre per tre sulla corsia di sinistra. Attacca e difende senza soluzione di continuità beccandosi gli applausi degli oltre 20 mila tifosi biancocelesti. Nella ripresa la Lazio cala un po’ di tono consentendo alla Fiorentina di alzare il baricentro e di schiacciare i biancocelesti nella loro trequarti. Strakosha è miracoloso su un destro a rientrare di Chiesa. I ragazzi di Inzaghi accusano dal punto di vista fisico e calano inevitabilmente di ritmo. Senza Anderson i biancocelesti fanno fatica ad alzarsi e a tenere la palla avanti. Lukaku, entrato appositamente, resta troppo schiacciato sulla linea dei cinque. Appena la Lazio riesce ad alzarsi diventa pericolosa. Hugo salva alla disperata su Immobile.
Ma al di là del singolo episodio Milinkovic e compagni sbagliano troppe palle semplici regalando ripartenze ai Viola. Inzaghi allora manda dentro Luis Alberto per cercare proprio di tenere palla e allentare il pressing dei giocatori di Pioli. I biancocelesti resistono più con i nervi che tatticamente centrando la semifinale di San Siro. La Lazio saluta nel migliore dei modi il 2017 davanti ai suoi tifosi. E stasera, davanti alla tv, conoscerà il nome della sua avversaria in semifinale. Poi comincerà a pensare alla sfida di campionato in casa dell’Inter, sabato.
? Tratte dal Corriere dello Sport, alcune dichiarazioni post-gara:
Non sbaglia un colpo, porta avanti la Lazio, sta costruendo un’altra stagione da applausi. Ha vinto la Supercoppa con la Juve, corre per la Champions, è entrato in semifinale di Coppa Italia, ha vinto il girone di Europa League con due turni d’anticipo. Ora sotto con l’Inter. Simone Inzaghi sabato a San Siro può chiudere un anno da urlo, aperto con il quinto posto nel passato campionato e la finale di Coppa Italia. Ieri sera ha festeggiato il Boxing Day all’Olimpico eliminando la Fiorentina. Bella rivincita dopo l’1-1 del campionato con la beffa del rigore a tempo scaduto decretato dal Var. Era l’origine della bufera arbitrale e del novembre nero della Lazio. "La squadra ha giocato un ottimo primo tempo, c’è il rimpianto di non aver chiuso con un vantaggio più largo. Nella ripresa ci siamo abbassati, eravamo stanchi, ma è stato concesso solo il tiro di Chiesa. Qualificazione meritata, ci tenevo". Inzaghi ha fame: "Fine gennaio e febbraio sarà un periodo pieno di impegni, ma siamo contenti. Abbiamo voluto la semifinale di Coppa Italia, come l’Europa League, corriamo anche in campionato e abbiamo rallentato come tutti sapete, ma vogliamo competere su tutti i fronti".
Simone non ha mai avuto l’organico al completo, ieri sera ha perso Caicedo ed è stato costretto a impiegare Immobile, colpito da un attacco influenzale. "Ciro ha stretto i denti, non si è allenato per due giorni, veniva da una notte difficile, aveva avuto la febbre, si è presentato a Formello dopo pranzo, ci siamo sentiti al telefono, neppure sapevo se potevo portarlo in panchina. Mi dispiace per Caicedo perché stava bene e aveva iniziato bene, si dovrà fermare, ha sentito un problema alla coscia, ma lo aspetteremo. Speriamo sia pronto dopo la sosta". Inzaghi ha abbracciato Pioli, il suo predecessore a Formello. "La Fiorentina è una buona squadra e in salute, nella ripresa ha fatto dei cambi, non dimentichiamo che nelle ultime sei ne aveva vinte quattro. Siamo stati bravi, bisogna soffrire da squadra, lo abbiamo fatto". La difesa biancoceleste ha tenuto. "Sono contento perché siamo stati senza prendere gol per la seconda partita di fila. Dietro sono stati molto bravi, mi gratifica perché rispetto al Crotone, a parte De Vrij, sono cambiati gli interpreti ma il risultato non è cambiato. Abbiamo lavorato bene da squadra". Felipe è in grande crescita. "Ha giocato molto bene, si è sacrificato, ha fatto quello che gli avevo chiesto, la condizione è ancora da migliorare, ma crescerà e ci aiuterà tanto. Può muoversi da seconda punta o allargarsi da quinto a destra. La sua posizione è quella, dobbiamo giocare con un centravanti".
Inzaghi ha rinviato qualsiasi discorso di mercato. "Ora devo pensare all’Inter, se ne occupa la società . De Vrij è un campionissimo, spero possa restare, è un piacere allenarlo, siamo tutti in attesa degli eventi. Caceres mi piace, potrebbe aiutarci. Ma valuteremo bene cosa fare sia in entrata che in uscita durante la sosta". In semifinale troverà la vincente tra Inter e Milan. "Un quarto bellissimo da vedere, è normale, lo vedrò con molta attenzione. L’Inter sta facendo un ottimo campionato, sabato dovremo cercare di ottenere il massimo a San Siro".
La sua grandezza sta in questa risposta: "Se ho contato i palloni che sono riuscito a recuperare? No, ho contato i 2-3 che ho sbagliato, questo non mi è piaciuto". I veri campioni parlano così, hanno altre statistiche, sono quelle che li aiutano ad avvicinarsi alla perfezione. Lucas Leiva non è solo l’uomo-diga, è un regista di sogni, la sua notte è stata magica, ha incantato giocando. La Lazio, grazie anche a lui, non ha preso gol per la seconda gara di fila: "Vogliamo andare lontano in tutte le competizioni! Nelle ultime due partite siamo migliorati tanto difensivamente, come squadra. Questo ci dà molta fiducia per Milano, per la sfida contro l’Inter. Possiamo fare una buona partita e puntare al risultato migliore". Leiva è un equilibratore ed è allo stesso tempo un trascinatore: "Contro la Fiorentina è stata una sfida molto difficile. In Coppa Italia questi turni sono a partita secca, bisogna vincere. Nel primo tempo abbiamo giocato bene il pallone, nel secondo sono usciti fuori loro. Siamo felici di aver conquistato la semifinale". Il suo arrivo è stato preziosissimo: "Sono venuto in Italia perché avevo fiducia, perché potevo aiutare la Lazio. Dopo tanti anni vissuti in Inghilterra ho fatto questa scelta, lì il calcio è molto veloce e fisico. I compagni mi hanno dato tanto, mi trovo molto bene per questo. Mi sento a casa".
Il centrocampo della Lazio è tra i migliori d’Italia: "Il più forte? Non lo so. Stiamo facendo un buon campionato e io posso ancora migliorare. Vediamo dove arriveremo". Si vede nel calcio per tanto tempo pur avendo anche un’altra passione: "Almeno fino a 40 anni". La "fazenda" (fattoria) brasiliana può aspettare: "La famiglia di mia madre ne aveva una, ma io ho seguito le orme dei parenti di mio padre, tutti protagonisti nel calcio". Leiva era abituato al Boxing Day, ma in Italia sperava di vivere vacanze natalizie: "E’ uguale a quello inglese, pensavo che avrei trascorso questo Natale in Brasile e invece proprio da quest’anno sono cambiate le regole italiane. Si gioca e quando si vince è meglio". Il super centrocampo di Inzaghi è una chiave delle vittorie. Parolo è sempre tra i leader: "Teniamo alla Coppa Italia, raggiungere una semifinale è importante per questo gruppo, per far sì che cresca ancora di più. Nel primo tempo potevamo essere in vantaggio di due gol, nelle ripresa ci siamo abbassati difensivamente. Ma la Fiorentina, a parte il tiro di Chiesa, non ha creato grandi pericoli. Le vittorie aiutano a crescere e ad andare avanti. Vogliamo giocarci la semifinale per poi arrivare a disputare la finale". Parolo ha puntato l’Inter: "Seguiremo il derby e poi prepareremo al meglio la sfida contro i nerazzurri in campionato. Per crescere questa squadra ha bisogno di vincere e di giocare le partite con personalità . Tutte quante".