18 aprile 2018 – Firenze, stadio Artemio Franchi - Campionato di Serie A, XXXIII giornata - inizio ore 20.45
FIORENTINA: Sportiello, Milenkovic, Pezzella, Victor Hugo, Biraghi, Veretout, Dabo, Chiesa, Eysseric (9' Dragowski), Gil Dias (79' Saponara), Simeone (70' Falcinelli). A disposizione: Cerofolini, Laurini, Gaspar, Olivera, Benassi, Hristov, Cristoforo, Ranieri, Gori. Allenatore: Pioli.
LAZIO: Strakosha, Luiz Felipe, de Vrij (25' Felipe Anderson), Caceres, Marusic, Murgia, Leiva, Milinkovic, Lukaku (72' Lulic), Luis Alberto, Immobile (87' Caicedo). A disposizione: Guerrieri, Vargic, Wallace, Bastos, Basta, Parolo, Di Gennaro, Crecco, Nani. Allenatore: S. Inzaghi.
Arbitro: Sig. Damato (Barletta - BAT) - Assistenti Sigg. Tegoni e Peretti - Quarto uomo Sig. Abisso - V.A.R. Sig. Aureliano - A.V.A.R. Sig. Meli.
Marcatori: 16' Veretout, 31' Veretout (rig), 39' Luis Alberto, 45'+1' Caceres, 54' Veretout, 70' Felipe Anderson, 73' Luis Alberto.
Note: espulsi al 7' Sportiello per fallo di mano fuori area, al 14' Murgia per chiara occasione da gol ed al 36' il tecnico biancoceleste Simone Inzaghi per proteste. Ammoniti: al 27' Luiz Felipe, al 45'+3' Veretout, al 74' Pezzella, all'82' Chiesa, all'84' Luis Alberto. Angoli: 0-8. Recuperi: 3' p.t., 5'+1' s.t.
Spettatori: 24.008 per un incasso di euro 439.270,00.
? La Gazzetta dello Sport titola: "Fuochi d’artificio Lazio. Tripla rimonta Champions. La Fiorentina va sul 2-0, viene ripresa sul 2-2 e allunga sempre con Veretout. Ma i biancocelesti sorpassano e si tengono il 4° posto".
Continua la "rosea": Sette gol, tre espulsi, cinque ammoniti, sei episodi che hanno richiesto l’uso della Var. Insomma, di tutto, di più. La Lazio conquista una vittoria pesante, che può lasciare il segno nella volata Champions. Il 4-3 al Franchi esalta la qualità della squadra biancoceleste capace, grazie ai colpi dei suoi gioielli, di rimontare per ben due volte la Fiorentina e di piazzare poi il colpo del kappaò. Segno di classe, di personalità, di grande autostima. Alla faccia di chi immaginava la creatura di Simone Inzaghi (uno degli espulsi) stremata dopo le fatiche in Europa League e nel derby. L’eroe della serata è Luis Alberto autore di una doppietta e di un assist. Lo spagnolo conferma una volta di più tutta la sua abilità a muoversi tra la linee. Per lui è l’undicesimo centro in campionato. È in doppia cifra per reti e assist. E la Fiorentina? La squadra di Pioli viene sorpassata dall’Atalanta e agganciata dalla Samp. Per i viola una serataccia. Ma ha ancora il diritto di sognare un posto in Europa.
Il primo colpo di scena durante il riscaldamento. Inzaghi perde Parolo e promuove Murgia. Poi, iniziano le emozioni. Al 7’ l’arbitro Damato punisce con il cartellino rosso una deviazione di braccio fuori area di Sportiello su conclusione di Immobile. Pioli inserisce tra i pali Dragowski, richiama in panchina Eysseric e passa al 4-4-1. Al 14’ il rosso se lo becca proprio Murgia per un contatto da ultimo uomo su Chiesa. La punizione di Veretout regala l’1-0 ai viola. Anche Inzaghi ridisegna la squadra inserendo Felipe Anderson per de Vrij e passa al 4-4-1. Ma al 31’ la Fiorentina raddoppia grazie a un rigore per un contatto in area Luiz Felipe-Biraghi. È il solito scatenato Veretout ad andare a segno. La Lazio resta però in partita. E pareggia con un’accelerazione nel finale di tempo grazie alle reti di Luis Alberto su punizione e di Caceres di testa su azione da calcio d’angolo. Sempre nel primo tempo la Lazio reclama anche un rigore per un’entrata di Pezzella su Leiva ma Damato dopo aver rivisto l’azione al video assegna un calcio d’angolo.
Si ricomincia con un altro episodio che impone a Damato di chiedere aiuto al mezzo tecnologico: un gol di Simeone sul filo del fuorigioco. La Var asseconda la decisione del direttore di gara. La Fiorentina però va comunque a segno al 9’. Veretout recupera palla, salta un paio di avversari e fulmina Strakosha. La Var torna protagonista al 15’ quando Damato assegna il rigore per un contatto in area Pezzella-Immobile. Ma le immagini video pescano la partenza in fuorigioco del bomber biancoceleste. Non c’è un attimo di respiro. La conclusione da fuori area di Felipe Anderson beffa Dragowski. Il colpo del 4-3 porta la firma di Luis Alberto che, da bomber, insacca un cross di Milinkovic (Marusic in realtà, nda).
? Il Corriere dello Sport titola: "Di tutto di più. Lazio infinita. Alla Viola non basta un super Veretout (3 gol) e il 2-0 iniziale: Caceres, Felipe Anderson e due reti di Luis Alberto ribaltano tutto. Due espulsi, rigori dati e tolti... Incredibile altalena di emozioni al Franchi. Alla fine la squadra di Inzaghi vince e torna terza".
Prosegue il quotidiano sportivo romano: Più la mandi giù e più si tira su. Infinita, piena di carattere e di orgoglio, la Lazio è ancora terza e in corsa Champions, davanti all’Inter e accanto alla Roma. Non è bastato lo scempio dell’arbitro Damato per spodestarla dal podio. Tripla rimonta, impresa al Franchi, undicesimo colpo in trasferta. Una vittoria pesantissima. Mica semplice mettere sotto la Fiorentina di Pioli, che non perdeva da otto giornate e nelle ultime sette aveva incassato un solo gol. Bene i viola, hanno impressionato per freschezza, cattiveria e reattività, trascinati dagli strappi di Chiesa e dalla tripletta di Veretout, uno dei migliori centrocampisti del campionato, ma si sono dovuti inchinare alla classe e al palleggio di Luis Alberto, Felipe Anderson e Milinkovic, a dimostrazione di come sia la qualità (e non gli schemi) a fare la differenza. Inzaghi, questa volta, è stato costretto a schierarli. Difficile valutare una partita pazzesca, con gli spazi larghissimi, giocata in dieci contro dieci per 75 minuti e in cui Damato (contestatissimo) è stato protagonista negativo. Ha cominciato sbagliando e ha proseguito in preda all’insicurezza, dando spesso la sensazione di voler compensare, da una parte e dall’altra. Non si arbitra così.
Non è stata una partita normale, neppure per cinque minuti. Il piano di Pioli è saltato subito per l’uscita scellerata di Sportiello fuori area. Era nel posto sbagliato senza motivo e ha stoppato con il braccio il cross di Immobile. Rosso ineccepibile tra le proteste del Franchi, capace di condizionare Damato. Il fischietto di Bari è finito subito nel pallone. Pioli ha tolto Eysseric (che aveva cominciato in marcatura su Leiva) per inserire il secondo portiere Dragowski e ha ordinato il 4-4-1. Due linee, compattezza, pressing, palla lunga per Simeone e Chiesa, che saliva a rimorchio. Forse era troppo presto, Inzaghi non ha cambiato subito. Era inutile la difesa a tre in superiorità e la Lazio non era pronta ad assorbire la velocità dei viola. Murgia (Parolo ko nel riscaldamento) è riuscito una volta a recuperare su Chiesa, ma non la seconda sul rinvio lunghissimo di Dragowski. L’attaccante della Fiorentina è caduto ma non era in possesso di palla. Damato, invece, l’ha valutata chiara occasione da gol. Altro cartellino rosso. Ristabilita la parità numerica. Calcio di punizione e parabola di Veretout a scavalcare la barriera. Inzaghi, che aveva la partita in pugno, si è ritrovato sotto di un gol. A quel punto ha deciso di cambiare. Fuori de Vrij, che aveva aperto solo buchi, e dentro Felipe Anderson. Marusic e Lukaku terzini, la Lazio è passata al 4-1-3-1 con Leiva vertice basso del centrocampo.
Non si era ancora risistemata quando ha preso il secondo gol. Palla filtrante su Biraghi, atterrato da Luiz Felipe, ammonito un attimo prima per una brutta entrata su Dabo e dunque a rischio rosso. Rigore trasformato da Veretout. Non è invece bastato il Var per concederne uno a Leiva per la tenaglia di Pezzella e Vitor Hugo. Inzaghi è stato allontanato per proteste, ma la Lazio sotto di due gol ha trovato le energie per reagire. Gol di Luis Alberto su punizione dal limite conquistata da Immobile e proprio a un soffio dall’intervallo il colpo di testa di Caceres su angolo dello spagnolo. Quattro reti in 45 minuti da palla inattiva. I viola sembravano più freschi e sono tornati avanti in avvio di ripresa. Gol annullato per fuorigioco a Simeone e poi ecco la tripletta, di rabbia, firmata da Veretout. Il francese ha strappato la palla dai piedi di Leiva, troppo fiacco, ha saltato in dribbling Luiz Felipe e l’ha messa dentro in diagonale. La Lazio perdeva i duelli ma non si è arresa e ha ricominciato a far girare il pallone (70% di possesso sino all’intervallo, alla fine 62%). Rigore concesso a Immobile (tackle di Pezzella) e poi tolto dal Var perché era scattato in fuorigioco. Un tiro a girare di Ciro ha sfiorato l’incrocio e poi Felipe con una sberla da fuori area ha fulminato Dragowski. Altri quattro minuti e la Lazio ha piazzato il sorpasso, con la zampata di Luis Alberto sul cross di Marusic. Guizzo Champions per la festa degli oltre mille laziali al Franchi.
? Il Messaggero titola: "Lazio, vittoria thriller. Grande prova della squadra di Inzaghi che prima va sotto di due gol poi rimonta due volte e riesce a battere la Viola. L’arbitro Damato protagonista in negativo della serata tra espulsi (tre, compreso Inzaghi), rigori e utilizzo della Var".
Prosegue il quotidiano romano: La Lazio è più forte di tutto e tutti. Raccontare la partita del Franchi è un esercizio che richiede calma e lucidità, caratteristiche mancanti all’arbitro Damato che trasforma la gara in un teatro dell’assurdo. Succede tutto e il contrario di tutto: espulsioni, rigori generosi, penalty concessi e poi tolti, gol annullati e decisioni quasi sempre corrette in corsa. Risultato: la Lazio batte anche le ingiustizie e ha il merito di scrivere un piccolo romanzo epico vincendo in rimonta per 4-3 contro la Fiorentina. I biancocelesti restano così sul podio Champions a braccetto con la Roma. Respinto l’assalto dell’Inter. Se in campo miracolosamente la situazione non degenera, lo stesso non si può dire in tribuna dove lo stesso ds laziale Tare viene minacciato. Da applausi il carattere mostrato dai biancocelesti che con un ruggito si rialzano a mandano al tappeto tutti. Ma bisogna restare ben concentrati per ascoltare il racconto di una gara che passerà alla storia. Parolo nel riscaldamento si arrende per un problema all’adduttore. Inzaghi opta così per Murgia dal primo minuto. Poi un deja-vù: Sportiello ferma una palla con le mani fuori dall’area, l’arbitro Damato lo espelle. Curiosità: stesso minuto e stesso motivo del rosso al numero uno del Benevento Puggioni all’Olimpico il 31 marzo.
Strada in discesa? No, solo l’inizio del caos. La Lazio si fa trovare scoperta in contropiede e Murgia stende Chiesa. L’arbitro, sbagliando, pareggia subito i conti. Sulla punizione Veretout mette la palla sotto il sette facendo esplodere il Franchi. Simone ridisegna la squadra togliendo de Vrij e inserendo Felipe Anderson: difesa a 4 e più spinta in avanti. Il nuovo assetto produce subito un’occasione per Immobile. Nel momento in cui la Lazio sta crescendo ecco un’altra decisione poco lucida dell’arbitro Damato: rigore per intervento di Luiz Felipe su Biraghi. Il contatto tra i due non pare esserci (Veretout trasforma). L’arbitro di Barletta è in netta confusione e si evince quando allontana dal campo Inzaghi che chiedeva l’intervento del Var, per un presunto rigore su Leiva, e un secondo dopo corre al monitor per rivedere le immagini. Nel delirio anche quando un cross di Marusic finisce sulla mano di Vitor Hugo, non riesce a decidere e chiede continuamente aiuto ai suoi assistenti via microfono. La Lazio si compatta ancor di più e reagisce da grande squadra pareggiando di rabbia: Luis Alberto pennella un Picasso nell’aria e Caceres sfrutta una papera di Dragowski (prima rete con la maglia della Lazio). Gol e decisioni che rendono una gara, già di per sé calda per i tanti precedenti, rovente. Succede di tutto. Nello spogliatoio Inzaghi sistema meglio la squadra con un 4-4-1. Luis Alberto e Felipe Anderson mezzali e Immobile unica punta.
L’unico a non cambiare è Damato che annulla un gol alla Fiorentina per fuorigioco ma la sensazione è che la posizione di Simeone fosse regolare. La Lazio fa il gioco ma è la Viola che segna, ancora con Veretout (tripletta). Stavolta è Leiva a sbagliare perdendo un pallone sanguinoso. Il protagonista, però, resta l’arbitro in campo: prima concede un rigore a Immobile, poi lo toglie perché l’azione è viziata da un fuorigioco che non aveva visto. Incredulità e ironia generale perché stavolta la decisione è giusta. Ma la Lazio è brava a trasformare le ingiustizie in rabbia agonistica e così in 4 minuti (dal 69esimo al 73esimo) ribalta il risultato con Luis Alberto (doppietta) e Felipe Anderson. Tre punti pesantissimi nella corsa Champions.
? Tratte dal Corriere dello Sport, alcune dichiarazioni post-gara:
In undici no, uno deve restare fuori, dice Inzaghi. Ma in dieci sì, possono giocare tutti e insieme. E’ il paradosso della Lazio, trascinata verso la rimonta da Luis Alberto, Felipe Anderson e Milinkovic, a dimostrazione di come nel calcio sia la qualità a fare la differenza e riescano i giocatori migliori a farti vincere le partite, a patto di crederci, sacrificarsi, correre per la squadra. E’ la lezione del Franchi, una notte da Champions e in cui è successo di tutto. Forse, in dieci contro dieci, è stato anche più semplice digerire la coesistenza. Sono saltati subito gli schemi. Simone ha tolto de Vrij e ha aggiunto Felipe, la Lazio si è presa un pezzo di Champions. Un’azione da una parte e una dall’altra, attacco e difesa. E’ nata e si è sviluppata così una partita intensa e pazzesca. "Luis Alberto e Felipe Anderson hanno grandissima qualità, ma parlare solo di due giocatori in una serata così mi sembra riduttivo. Sono stati tutti grandi. Penso a Caceres, che era al rientro e ha tirato fuori una grandissima partita, oppure a Lukaku. E mi dispiace per Murgia, quest’anno penalizzato nel minutaggio da Milinkovic e Parolo, ma davanti ha un grande futuro e arriverà. E’ stato espulso ingiustamente, è stato Chiesa a colpirlo e non il contrario". Altra pazzia, un contropiede nato dal rinvio del portiere della Fiorentina. La Lazio era in superiorità. "Dovevamo stare più attenti, eravamo in tre, i due giocatori al limite dell’area viola dovevano stare più staccati, ci siamo fatti sorprendere dalla velocità di Chiesa".
Tre gol subiti, ma tantissima qualità davanti. "La difesa? Ne abbiamo fatti quattro, va bene così" ha risposto Inzaghi. "I ragazzi sono stati straordinari, ho visto un grande cuore e l’hanno messo in campo in una partita cominciata male. Non hanno mai perso lucidità, abbiamo vinto su un campo difficile". E’ stato cacciato da Damato e ha visto la partita in tv in una saletta vicina allo spogliatoio. "Non parlo più degli arbitri, le immagini parlano da sole. Eravamo 2-0 e mi è dispiaciuto lasciare la squadra ma Farris e Cecchi l’hanno mantenuta tranquilla e hanno fatto un grande lavoro. Quando ho visto il fallo su Leiva ho protestato e il quarto uomo Abisso ha richiamato l’arbitro per mandarmi fuori". Sul tema arbitrale, alla fine, s’è sbilanciato. "Lo sapete come la penso. Il Var spezza il gioco, toglie emozioni. Ci dobbiamo abituare. Come Lazio dico che bisogna applaudire i miei giocatori, perché superano gli ostacoli che ci capitano ogni partita". Vittoria pesantissima per restare davanti all’Inter. "Continuiamo, non molliamo e andiamo avanti. Questi ragazzi mi entusiasmano. Sono contento per la vittoria. Chiunque io chiami in causa è sempre presente. E’ giusto portare avanti tutto il gruppo. Dicevano che non saremmo arrivati, ora ce la stiamo lottando con le corazzate. Ci siamo e vogliamo esserci fino alla fine". Uno come Luis Alberto, però, Roma e Inter non ce l’hanno. "Può giocare in qualsiasi squadra del mondo, ma ha appena rinnovato con noi. Siamo grati a lui e lui è contento di stare qui. Sta facendo cose straordinarie così come tutta la Lazio".