18 dicembre 2016 - Roma, stadio Olimpico - Campionato di Serie A, XVII giornata - inizio ore 20.45
LAZIO: Marchetti, Bastos, de Vrij, Radu, Felipe Anderson (77' Wallace), Milinkovic-Savic, Biglia, Cataldi (84' Murgia), Lulic, Immobile, Keita (68' Kishna). A disposizione: Strakosha, Vargic, Basta, Hoedt, Lukaku, Patric, Lombardi, Luis Alberto, Rossi. Allenatore: S. Inzaghi.
FIORENTINA: Tatarusanu, Tomovic (46' Cristoforo), De Maio, Astori, Maxi Olivera, Tello (81' Chiesa), Vecino, Sanchez, Bernardeschi, Ilicic (59' Zarate), Kalinic. A disposizione: Lezzerini, Diks, Milic, Maistro, Perez, Babacar, Dragowski. Allenatore: P. Sousa.
Arbitro: Sig. Irrati (Pistoia) - Assistenti Sigg. Preti e Tegoni - Quarto uomo Sig. Longo - Assistenti di porta Sigg. Mazzoleni e Maresca.
Marcatori: 23' Keita, 45' + 3' Biglia (rig), 65' Zarate, 90' Radu.
Note: Marchetti para al secondo minuto del secondo tempo un calcio di rigore ad Ilicic. Ammonito al 26' Tomovic, al 49' Maxi Olivera, al 57' Bastos, al 77' Astori tutti per gioco falloso, al 75' Bernardeschi per comportamento non regolamentare, all'81' Sanchez per fallo di mano. Angoli 5-5. Recuperi: 3' p.t., 4' s.t.
Spettatori: 12.000 circa.
La Gazzetta dello Sport titola: "È una Lazio da Champions. Stende la Viola ed è terza. Keita e Biglia allungano, Marchetti para un rigore di Ilicic, l’ex Zarate accorcia, Radu chiude. Inzaghi sale a -1 da Spalletti. E ora l’Inter di Pioli".
Continua la "rosea": C’è anche la Lazio in zona Champions. La squadra di Simone Inzaghi supera per 3 a 1 la Fiorentina e aggancia il Napoli al terzo posto. Biglia e compagni si specchiano con grande piacere in un dato statistico: hanno 11 punti in più rispetto allo stesso turno della passata stagione. Come dire, stanno scrivendo un’altra storia. Dal finale imprevedibile. I biancocelesti continuano, infatti, a essere una realtà difficile da decifrare. Anche contro i viola hanno avuto due facce. Dopo un primo tempo quasi perfetto la squadra di Inzaghi si è dileguata nella ripresa. Riaprendo una gara che sembrava chiusa. Questione di autostima? La Lazio ha perso con Juve, Roma e Milan e pareggiato al San Paolo col Napoli. Insomma, manca ancora il risultato che ti fa sentire grande. I biancocelesti hanno la possibilità di infrangere anche questo tabù nell’anticipo di mercoledì a casa Inter. Inzaghi farà bene anche a valutare con attenzione la formula con la difesa a 3 e la scelta di affidare tutta la fascia a un giocatore talentuoso come Anderson, che finisce per sacrificarsi in un lavoro di quantità.
Allarme rosso, invece, in casa viola. Il secondo passo falso consecutivo porta la Fiorentina di nuovo lontano dall’area Europa. Non solo. Ancora una volta le scelte di Sousa fanno discutere. Il portoghese non ha azzeccato la formazione iniziale rinunciando a pedine come Zarate e Cristoforo. Resta inoltre il mistero sulla scelta del rigorista. Perché non esiste un titolare? Dopo il rigore trasformato da Bernardeschi contro il Palermo perché è tornato a calciare Ilicic? Il rigore sbagliato dallo sloveno in avvio di secondo tempo è stato decisivo. E si somma con quello sbagliato al Franchi col Milan. Giovedì chiusura d’anno col Napoli. La posizione di Sousa è meno solida anche se stavolta ha come alibi le assenze di Borja Valero, Badelj e Rodriguez.
La Lazio parte a cento all’ora. Tatarusanu salva su una conclusione di testa di Bastos, viene graziato da Immobile ma si inchina davanti a un tocco vincente di Keita che chiude in maniera perfetta un’azione sviluppata sull’asse Anderson-Milinkovic. La Lazio va sul 2 a 0 in chiusura di tempo grazie a un rigore trasformato da Biglia per un fallo di Tomovic (che meritava il secondo giallo) su Milinkovic. Il secondo tempo, invece, è quasi tutto viola. Ilicic dopo 3' si fa parare il rigore da uno splendido Marchetti. In campo c’è una Lazio impaurita e una Fiorentina che ha cambiato faccia con Cristoforo e Zarate e con Bernardeschi per la prima volta con la fascia di capitano. Accorcia le distanze Zarate, poi il pari di mano di Sanchez, giustamente annullato. La Lazio nel finale chiude con un perfetto contropiede di Immobile che serve a Radu l’assist per il definitivo 3 a 1. E vola in zona Champions.
Il Corriere dello Sport titola: "Che tris! Sì, è una Lazio da Champions. Gran primo tempo (Keita e Biglia in gol), Zarate accorcia ma Radu chiude la partita. Inzaghi vola al terzo posto".
Prosegue il quotidiano sportivo romano: La crisi della Fiorentina si è ufficialmente aperta ieri sera all'Olimpico, dove la Lazio ha fatto un passo da gigante battendo i viola e agganciando il Napoli che nel pomeriggio si era avviato verso il terzo posto. La Lazio ha vinto giocando un ottimo primo tempo, ma dimostrando nella ripresa qualche limite di tenuta e di coraggio. Diventerà più forte quando si sentirà più sicura. Sul disastro dei viola, ha costruito i suoi primi 45' senza errori. Era facile giocare contro un avversario inghiottito da una crisi di gioco (e ora anche di risultati) che comincia a far paura, ma la squadra di Inzaghi non ha indugiato, non si è mai sentita superiore, lo ha semplicemente dimostrato. La Lazio era dentro la partita fin dall'inizio, la Fiorentina non ha saputo ostacolarla sulle fasce, ma l'ha sofferta ancora di più nei suoi fraseggi al centro. Una squadla era messa bene in campo, un'altra barcollava fra le sue preoccupanti incertezze. La sconfitta di giovedì contro il Genoa ha lasciato segni profondi sulla squadra di Sousa che stavolta ha schierato l'argenteria migliore, due esterni offensivi come Tello e Bernardeschi, più Ilicic Kalinic. Dunque pensava di tenere la palla, di giocare, di attaccare, ma in 45' è successo rarissimamente. E siccome l'iniziativa era tutta della Lazio, Vecino e Sanchez non hanno retto il trio Cataldi-Biglia-Milinkovic: erano di più e soprattutto più bravi.
Inzaghi aveva centrato l'obiettivo, Sousa no. Ma più del l'aspetto tattico, del livello tecnico, dell'organizzazione di gioco (del non gioco, se si guarda dalla parte viola), il problema della Fiorentina era nella testa. Giocava senza fiducia, senza convinzione e senza forza. La Lazio era esatta esatta per 10 undicesimi. Solo a destra Felipe Anderson si intristiva a coprire tutta la fascia e nell'unico periodo in cui la Fiorentina ha cercato di attaccare, su quel corridoio Maxi Olivera gli ha creato qualche problema. La Lazio comandava la partita tenendo un buon ritmo e prima di segnare ha costruito due buone occasioni. L'azione che ha portato alla rete di Keita è stata bellissima: Felipe Anderson, velo di Immobile, Milinkovic, assist per il taglio di Keita e palla sul palo più lontano. La Fiorentina si è staccata ancora di più dalla partita, non c'è stata reazione, solo al 40' Bernardeschi ha avuto una palla buona (cross di Maxi Olivera, non c'era Felipe Anderson...), ma di testa poteva colpirla meglio. La Lazio, che aveva abbassato un po' troppo il ritmo, si è ripresentata con tutta la sua forza nei minuti di recupero, quando Tomovic ha steso Milinkovic in area (l'assist era di Tello...). Rigore e gol di Biglia, ma Tomovic meritava quanto meno il giallo e sarebbe stato il secondo. Ci pensava Sousa a togliere di mezzo Tomovic (ma aveva preso una pedata in faccia da Immobile nel finale del primo tempo): ha messo Cristoforo e arretrato Sanchez nel ruolo di terzino. Irrati ha fischiato un rigore (ce n'era sì e no un pezzetto di rigore...) per un tocco di Biglia a Cristoforo al vertice alto dell'area laziale, ma Ilicic se l'e fatto parare da Marchetti.
Il secondo cambio di Sousa ha dato la scossa: fra i fischi dei suoi vecchi tifosi è entrato Zarate che 6 minuti dopo ha riaperto la partita spingendo in rete un cross di Tello ribattuto da Biglia. E' cambiata la partita, adesso era la Lazio ad aver paura. Troppa paura. Si è tirata tutta indietro, invogliando la Fiorentina a spingere. Zarate era scatenato e Bernardeschi lo sosteneva a ritmo alto. Questa storia del calo nel secondo tempo è un limite su cui Inzaghi deve lavorare. E' arrivato anche il 2-2 di Sanchez, Irrati lo ha convalidato, ma l'arbitro d'area Maresca aveva visto il fallo di mano del colombiano e ha salvato il collega pistoiese da un altro errore. E' entrato anche Chiesa, la Fiorentina si è scoperta ancora di più e sull'ultimo contropiede la Lazio ha chiuso il conto con Radu. La Fiorentina aveva iniziato troppo tardi a pensare alla rimonta, ma anche la Lazio dovrehbe risparmiarsi finali come questo quando ha la partita così stretta in mano.
Il Messaggero titola: "Keita-Biglia destinazione Champions. Balde e Lucas trascinano la Lazio al successo con la Fiorentina. La squadra di Inzaghi ora è al terzo posto al fianco del Napoli".
Prosegue il quotidiano romano: La Lazio c’è. Scrivete anche il suo nome tra le grandi del campionato. La vittoria per 3-1 contro la Fiorentina le consente di centrare il decimo successo in campionato e soprattutto di volare al terzo posto in classifica, a quota 34, in coabitazione col Napoli e ad una sola lunghezza dalla Roma. Una prova di carattere quella dei biancocelesti che prima colpiscono due volte la Viola, poi, colpevolmente, ridanno fiato agli uomini di Sousa, soffrono e nel finale chiudono la gara. C’era bisogno di una ulteriore conferma dopo la vittoria contro la Samp e puntuale è arrivata. Applausi convinti durante il giro di campo finale. Fatece largo che passamo noi cantano in coro i giovanotti della Lazio. E il vantaggio nasce proprio da quei tre ragazzini che tanto piacciono ai tifosi biancocelesti. Anderson vede Milinkovic che serve Keita, Balde non sbaglia e torna a gonfiare la rete, dopo il gol al Napoli del 5 novembre scorso. Quinta marcatura stagionale per il senegalese che ha il miglior rendimento personale di sempre. Nel gelo dell’Olimpico è la Lazio a scaldare i 20 mila presenti, giocano bene i ragazzi di Inzaghi e sovrastano la Fiorentina chiudendo il primo tempo sopra di due gol. Nel recupero è Biglia a scaraventare alle spalle di Tatarusanu un rigore fischiato da Irrati per un atterramento di Tomovic su Milinkovic.
Palla a terra e scambi rapidi con Biglia e Cataldi a cucire il gioco tra le linee. Il 3-5-2 consente ai biancocelesti d’imbrigliare bene i centrocampisti viola lasciandogli poco spazio per ragionare. L’arma in più è Lulic che sulla corsia di sinistra non si ferma mai lanciandosi continuamente negli spazi. E’ ispiratissimo il bosniaco e infatti i compagni giocano quasi sempre sulla sua corsia. Lui e Keita costringono continuamente la Fiorentina ai raddoppi di marcatura. La Lazio è un coro dove nessuno stona. Nemmeno Marchetti, che vola a parare il rigore di Ilicic a inizio ripresa. Penalty concesso per un’ingenuità di Biglia che scalcia Cristoforo, appena entrato al posto di un disastroso Tomovic. Zarate, l’ex di turno, riapre la gara. La Fiorentina preme facendo venire qualche brivido di troppo ai biancocelesti che però danno prova di sapere soffrire. E pensare che devono anche ringraziare l’assistente di porta che vede il mani di Sanchez sulla rete del pari della Fiorentina. Irrati aveva dato il gol. A chiudere i conti ci pensa Radu su assist di Immobile. Dopo i tre punti conquistati a Marassi contro la Sampdoria, la Lazio ne centra altri tre pesantissimi.
Una vittoria che le permette di stare comodamente seduta sul Frecciarossa che porta in Europa. Una crescita esponenziale per i ragazzi di Inzaghi che ora stanno imparando anche a stringere i denti quando le gambe girano meno fluide. Si è visto il carattere, appunto, e si è visto un gioco sempre più scintillante. Però niente voli pindarici perché, mercoledì a San Siro, ad attendere la Lazio c’è un altro esame importante: l’Inter degli ex Pioli e Candreva.
Tratte dal Corriere dello Sport, alcune dichiarazioni post-gara:
Lazio da Champions. Corre Inzaghi, non si ferma più. Ha scavalcatu il Milan, viaggia alla stessa media del Napoli, è tornato a una sola lunghezza dalla Roma. Tre gol alla Fiorentina, ora lontana otto punti e con lo svantaggio nel confronto diretto. La Lazio ha dominato per un'ora e ha sofferto nell'ultima mezz'ora. I viola hanno accarezzato la rimonta sino a quando Radu in contropiede ha chiuso il conto. "Io partirei dai primi sessanta minuti, sono stati ottimi. Non avevamo concesso niente. Sul rigore di Milinkovic ci sarebbe stata l'espulsiune di Tomovic, perché era già ammonito e meritava il giallo. La partita a quel punto sarebbe finita. Ci sta che poi subentri la stanchezza e di fronte avevamo la Fiorentina. Nell'ullima mezz'ora ci siamo abbassati, abbiamo perso lucidità e sofferto. Ma la vittoria è meritata, non penso ci sia niente da dire". Si gode la classifica. Non è più il caso di nascondersi. La Lazio può lottare per la Champions? "Nascondersi no. Siamo al terzo posto. E' un piazzamento meritto sul campo e dal primo giorno di ritiro. Siamo stati bravi, abbiamo riportato un po' di entusiasmo. La gente è contenta, li sentiamo vicini. Possiamo migliorare. La squadra è giovane e può crescere. Dobbiamo continuare, evitando quei cali di tensione come è successo nell'ultima mezz'ora".
Ha scelto il 3-5-2 e ha spiegato bene perché. "L'avevamo studiata bene, i viola difendono a quattro ma sviluppano con tre difensori, Ilicic e Bernardeschi si muovono tra le linee. Li avevamo affrontati nell'ultima di campionato e ci avevano creato difficoltà. Così ho pensato di mettere Bastos e Radu con De Vrij che è un difensore di livello e può tenere Kalinic nell'uno contro uno". In tv ha spiegato che non si tratta di un modulo per affrontare le squadre più forti. "Abbiamo giocato così anche con Empoli e Pescara. Non dipende da quello, ma da come si muove la Fiorentina. Non è stato concesso un tiro sino a quando è enrato Zarate. Sono soddisfatto della prova dei miei ragazzi". Il sistema penalizza Felipe Anderson. Inzaghi lo ha rincuorato prima di cominciare il giro delle interviste. "E' andato bene nel primo tempo, nella ripresa è calato. E' anche diffidato e giochiamo mercoledì con l'Inter. Così l'ho sostituito. Felipe può fare tutto, ha qualità e quantità. Nel 4-3-3 spesso viene incontro al terzino e preferisce partire da lontano. Così gli ho detto: "Giochi sette-otto metri più indietro". E' un ragazzo molto intelligente. Dopo la partita aveva lo sguardo triste. Gli ho spiegato il motivo della sostituzione, di stare sereno e l'ho fatto tornare a sorridere". Immobile a digiuno per la sesta partita consecutiva. Inzaghi lo ha protetto. "Si vivono periodi così, Ciro mi è piaciuto perché si è battuto e ha lottato. Il terzo gol lo ha costruito portando palla dall'altre parte per offrire l'assist a Radu. Prima segnava da tutte le posizioni. Ora è sfortunato, ma un centravanti si deve preoccupare quando non ha occasioni. Immobile per noi è un trascinatore".
Pessima la direzione di Irrati. Inzaghi è tornato sulla mancata espulsione di Tomovic. "Ora è stato cambiato il regolamento, ma quella era chiara occasione da gol e ci stava almeno l'ammonizione. E' stato coerente perché poi non ha ammonito neppure Biglia. Dopo il derby mi sono ripromesso di non parlare più di arbitri". Simone ha sorriso quando gli è stato chiesto quanto guadagna in meno rispetto a Bielsa. "Questo non lo so, non so quanto avrebbe preso l'argentino. C'è un destino per tutti. Io mi ero meritato la conferma e quello che avevo meritato mi è stato dato". Presi 15 gol su 18 nel secondo tempo. Inzaghi ha gestito l'organico trovando nuove risorse. "E' un dato da analizzare, vedremo di migliorare, la squadra è giovane. Basta nella rotazione ho preferito risparmiarlo. Bastos ha dimostrato di essere un giocatore di valore.