7 dicembre 2017 – Waregem (Belgio), Regenboogstadion - Europa League - Fase a gironi, gruppo K - VI giornata - inizio ore 21.05
ZULTE WAREGEM: Bostyn, Heylen, De Fauw, Baudry, Walsh (86' Saponjic), Doumbia (46' Hamalainen), Kaya, Madu (46' De Sart), Coopman, De Pauw, Leya Iseka. A disposizione: Leali, De Smet, Cordaro, Kastanos. Allenatore: Dury.
LAZIO: Vargic, Patric, Luiz Felipe (65' Wallace), Bastos, Basta, Miceli (55' Leiva), Murgia, Crecco (55' Felipe Anderson), Lukaku, Palombi, Caicedo. A disposizione: Guerrieri, Armini, Marusic. Allenatore: S. Inzaghi.
Arbitro: Sig. Kalogeropoulos (Grecia) - Assistenti Sigg. Efthimiadis e Petropoulos - Quarto uomo Sig. Toumpakaris – Addizionali Sigg. Kominis e Mantalos.
Marcatori: 6' De Pauw (Z), 60' Heylen, 67' Caicedo, 76' Leiva, 83' Leya Iseka.
Note: ammonito Walsh. Angoli 4-4. Recuperi: 0' p.t., 2' s.t.
Spettatori: 5.000 circa.
La Gazzetta dello Sport titola: "La Lazio perde però ritrova Felipe Anderson. Caicedo e Leiva riprendono i belgi avanti 2-0, poi decide Iseka. Il brasiliano illumina la serata".
Continua la "rosea": No, la Lazio 2 non è all'altezza di quella vera. E così a Waregem i biancocelesti perdono in un colpo solo l’imbattibilitĂ nella fase a gironi di Europa League (che durava da 27 partite, l’ultimo k.o. era del 29 settembre 2011, 2Â-1 a Lisbona con lo Sporting), e quella nelle partite esterne della stessa manifestazione che si ferma così a 11 gare consecutive (striscia record, ma a pari merito con la Fiorentina, sfuma quindi la possibilitĂ di avere il primato assoluto). E si ferma anche lo straordinario filotto di successi stagionali lontano dall’Olimpico (nove vittorie in altrettante partite prima della sconfitta in Belgio). Statistiche di cui ci si dimenticherĂ presto, peraltro, perchĂ© ciò che veramente conta (la qualificazione al turno successivo da prima del girone) la Lazio l’aveva conquistato con due gare di anticipo. Di meno, invece, ci si dimenticherĂ della prova sotto tono di molti dei giocatori utilizzati stavolta da Inzaghi. Un solo titolare in campo, Bastos, e poi tutti elementi chiamati a dimostrare di essere degni di qualcosa di piĂą del ruolo di rincalzi.
Missione complessivamente fallita, perchĂ© a parte qualche sprazzo (la fase centrale della ripresa) la squadra di Inzaghi ha giocato sotto ritmo e in maniera per lunghi tratti abulica. E l’alibi della qualificazione giĂ ottenuta regge fino a un certo punto, visto che in campo appunto c’era gente alla quale gli stimoli non mancavano. Forse, col senno di poi, Inzaghi ha esagerato a gettare nella mischia troppi giovani, ben cinque. Per agevolare loro il compito era magari il caso di affiancare loro qualche elemento esperto in piĂą. Come il tecnico ha fatto nel corso della ripresa quando, dopo essere andato sotto di due gol, ha inserito Leiva e l’attesissimo Felipe Anderson e successivamente anche l’altro rientrante Wallace. Con loro in campo la formazione romana ha cominciato a carburare rimontando in una decina di minuti il doppio svantaggio accumulato per i gol di De Pauw in apertura di primo tempo (Patric e Vargic colpevoli) e Heylen in avvio di ripresa (Luiz Felipe, Caicedo e Vargic sul banco degli imputati). Per ristabilire le distanze sono così bastati un primo lampo di Anderson (punizione a pescare la testa di Leiva, con assist per il gol di Caicedo) e un’accelerazione delle sue di Lukaku (cross per Palombi e poi colpo di tacco vincente di Leiva). Ma, raggiunto il 2Â-2, la Lazio ha di nuovo tirato i remi in barca.
I titolari, che nel frattempo erano diventati un po’ di più, avranno cominciato a pensare alla partita con il Torino di lunedì e così i padroni di casa ne hanno approfittato per cogliere una vittoria che, anche se platonica, da queste parti sarà ricordata a lungo. Di Leya Iseka (il migliore dei belgi) il gol della vittoria (con Wallace che non riesce a opporsi adeguatamente). Non sono comunque mancate le note positive per Simone Inzaghi. La più importante è anche quella più attesa: il ritorno di Felipe Anderson. Il brasiliano ha giocato 37 minuti (recupero compreso) mostrando di essere già in discrete condizioni di forma. E mostrando soprattutto di poter essere già determinante (con il suo ingresso la Lazio ha cominciato a giocare). Chiaro che, a livello fisico, il fantasista debba ancora crescere parecchio, ma il modo in cui si è espresso lascia ragionevolmente sperare che non sia necessario molto tempo per rivedere il vero Felipe. Un po’ più indietro, invece, l’altro giocatore al rientro, Wallace. Il difensore è parso ancora parecchio imballato.
Il Corriere dello Sport titola: "Lazio, conta solo il Felipe night. Dopo aver vinto tutte le partite in trasferta, i biancocelesti cadono in casa dello Zulte. Sotto di due gol, avevano rimontato con Caicedo e Leiva. Poi l’invenzione di Leya Iseka. L’esterno brasiliano torna in campo dopo quattro mesi di stop e guida una squadra imbottita di giovani".
Prosegue il quotidiano sportivo romano: Bentornato a Felipe Anderson, salutato in fondo alla notte di Waregem dai seicento tifosi biancocelesti capaci di sfidare il gelo delle Fiandre per seguire la Lazio nell’ultimo turno del girone di Europa League, già vinto da un pezzo. E’ arrivata la prima sconfitta, firmata a una manciata di minuti dal termine da un bellissimo gol a giro di Leya Iseka dal limite dell’area. Peccato perché la squadra di Inzaghi aveva appena rimontato un doppio svantaggio con Leiva e Caicedo e nell’ultima mezz’ora, coincisa con l’ingresso del brasiliano (al rientro dopo quattro mesi di stop e al debutto stagionale), stava cercando di prendersi la partita, rovinata dalle disattenzioni della difesa. Colpevole Vargic sul primo gol dello Zulte, distratto Luiz Felipe nella marcatura di Heylen in occasione del raddoppio. La Lazio dei baby ha fatto esperienza. Mica facile resistere in campo europeo: anche se la partita non aveva più significati per la classifica, lo Zulte cercava un successo di prestigio. Positivo il debutto di Miceli, il diciottenne capitano della Primavera. Da rivedere Crecco e Palombi. Solito inesauribile Murgia. Ancora fuori condizione Basta e in ritardo Wallace. Felipe, invece, si è acceso, ha regalato dei lampi, dimostrando di possedere una condizione non ancora ottimale ma già buona per garantire venti-trenta minuti.
Meno ispirata la Lazio del primo tempo, stava cercando di prendere le misure quando lo Zulte ha trovato il gol. Cross lungo di Kaya, De Pauw è saltato più in alto di Patric e ha toccato di testa. Non era un tiro irresistibile, Vargic si è tuffato in ritardo ed è finito in porta con il pallone. Erano passati appena sei minuti, i belgi hanno cominciato a palleggiare, la Lazio era ordinata ma poco profonda, non verticalizzava. Tranquillo e semplice nelle giocate Miceli in regia, poco efficace Crecco, Murgia si sbatteva cercando di inserirsi. La palla girava bene sulla linea difensiva, ma a sinistra Lukaku non azionava il cambio di marcia, mentre sulla fascia destra Basta non mordeva. Mancava la luce di un trequartista come Luis Alberto in grado di ispirare il gioco offensivo. Crecco ha lisciato in area il sinistro del possibile pareggio e al 34' è stato annullato un gol a Palombi, finito in fuorigioco dopo una percussione di Bastos e il colpo di testa di Murgia. Crecco ci ha riprovato ancora senza inquadrare lo specchio prima che a un sospiro dall’intervallo lo Zulte sfiorasse il raddoppio approfittando di una palla regalata da Vargic.
Dieci minuti dopo l’intervallo Simone ha sganciato Felipe per Crecco e ha sostituito Miceli con Leiva virando sul 3-4-1-2. L’ex mediano del Liverpool ha subito creato un’occasione divorata da Lukaku e poi è arrivato il raddoppio dello Zulte dagli sviluppi di un angolo. Caicedo ha lasciato la copertura del palo, Luiz Felipe troppo lontano in marcatura e la deviazione di Heylen ha sorpreso Vargic. E’ entrato Wallace, Basta e Patric si sono scambiati le posizioni. Con Leiva e Felipe la Lazio aveva un altro passo e una profondità diversa. Un lancio di Lukaku, tornato a spingere, ha pescato Leiva in area. Il brasiliano di testa l’ha rimessa al centro per Caicedo che in tuffo al 22' ha avviato la rimonta. Superata la mezz’ora è arrivato il pari. Punizione conquistata da Lukaku, schema della Lazio, Felipe ha trovato libero Palombi, colpo di testa e rimpallo corretto in rete di tacco da Leiva, al primo gol italiano. Come a Marassi, la Lazio si è lanciata all’assalto cercando un altro gol, trovato invece dallo Zulte. Da Coopman a Leya Iseka che ha protetto palla e aggirato Wallace prima di infilare Vargic all’incrocio dal limite. Festa grande per i belgi, ma la Lazio ha ritrovato Felipe.
Il Messaggero titola: "Lazio, la sconfitta è troppo giovane. Europa League, Inzaghi testa molti ragazzi e rimedia il primo ko del girone. Anderson e Leiva trascinano alla rimonta ma nel finale arriva la rete del 3-2".
Prosegue il quotidiano romano: Il risultato aveva solo una valenza statistica. La Lazio, già qualificata al primo posto del girone, contro lo Zulte Waregem ha sperimentato, ritrovato Felipe Anderson e piantato i semi per il futuro. Un futuro fatto in casa e di belle speranze. I biancocelesti completamente rimaneggiati perdono per 3-2 in Belgio (ultimo ko laziale ai gironi nel 2011 contro lo Sporting Lisbona). Miceli, Crecco, Murgia, Palombi si sono ritrovati per la prima volta a giocare tutti insieme. Non si poteva certo pretendere la luna. Non la chiedeva Inzaghi che nella gara di ieri ha studiato la personalità dei più giovani. Segnali ci sono stati. Si poteva sperare in qualcosina in più. Miceli, il più giovane in campo: 18 anni, doveva sostituire uno come Leiva. Compito arduo alla prima da titolare con i grandi. Ci ha provato e ha dimostrato di avere ampi margini di crescita. Ha fatto un po’ di fatica anche Murgia, probabilmente il più maturo dei baby. La sensazione è che anche lui abbia ancora bisogno di sicurezze per girare al meglio. Palombi, in avanti, ha lottato ma senza pungere mai.
Non c’è Immobile (lui e Parolo a San Pietro con i bambini dei reparti oncologici e i terremotati di Norcia) e a fare gol ci ha pensato Caicedo. Seconda rete consecutiva per l’ecuadoregno dopo quella decisiva di domenica scorsa a Genova. L’attaccante si fa trovare al posto giusto al momento del delizioso assist di Leiva. E non è certo un caso che quando Inzaghi ha mandato dentro qualche big in più la musica è cambiata. Ed è proprio l’ex Liverpool a firmare la rete del pareggio. Un colpo di tacco in mischia. Le note più dolci arrivano da Felipe Anderson al rientro dopo 5 mesi. Il brasiliano entra con voglia e determinazione e quando si accende ha qualità fuori dalla media. Da vedere e rivedere la serpentina con cui manda al manicomio mezza difesa belga. Il brasiliano si muove tra le linee andando spesso a prendersi palle e ripartendo con la sua velocità . Eccolo l’uomo che è tanto mancato ai biancocelesti in quest’ultimo periodo. Ha giocato a mille, sa che deve recuperare tanto terreno per strappare una maglia da titolare. "Sono felice di sentirmi bene e ora voglio tornare al top il prima possibile" dice il brasiliano. Con lui Inzaghi cambia anche modulo provando il 3-4-1-2. Male Vargic. Il secondo portiere biancoceleste non ha lanciato certo segnali incoraggianti. Non apparso esente da colpe su due gol. Anzi. Nel finale di primo tempo rischia il disastro rinviando con le mani direttamente su De Pauw, fortuna per lui che calcia alto. Incolpevole sul terzo gol. A fine gara i tifosi laziali applaudono i ragazzi di Inzaghi dimostrando grande maturità . Lunedì, a Nyon, il sorteggio per i sedicesimi. I pericoli si chiamano Borussia Dortmund e Celtic, gli svedesi dell’Ostersunds i più abbordabili.
Il sito web Uefa.com commenta così la gara:
La Lazio non riesce a chiudere imbattuta il Gruppo K di UEFA Europa League. In casa dello Zulte Waregem, i Biancocelesti vanno sotto di due gol ma riescono a pareggiare grazie a Felipe Caicedo e Lucas Leiva: è una prodezza di Aaron Leya Iseka a regalare alla squadra belga la seconda vittoria nel girone. Imbottita di "seconde linee", la squadra di Simone Inzaghi cercava al Regenboogstadion il sesto risultato utile consecutivo nel girone, dove vantava fino a questa sera quattro vittorie e un pareggio. E’ arrivata una buona prestazione ma anche una sconfitta di misura, la prima nella fase a gironi di UEFA Europa League da 27 gare: la Lazio non perdeva dal 2-1 contro lo Sporting Lisbona alla seconda giornata nel 2011/12. La prima chance è per i padroni di casa, Michaël Heylen lancia Nill De Pauw che supera Luiz Felipe: per i Biancocelesti è provvidenziale l’uscita di Ivan Vargic, schierato tra i pali al posto di Thomas Strakosha. Dopo sei minuti i belgi sbloccano il risultato. Cross di Onur Kaya, De Pauw sovrasta Patric e di testa mette nel sacco malgrado il portiere della Lazio smanacci il pallone.
La squadra di Inzaghi fatica a entrare in partita, il suo portiere è attento sul destro da fuori area di Kaya; il primo squillo degli ospiti è con Luca Crecco, che però manca il pallone davanti alla porta dello Zulte. La formazione di Francky Dury ha un’altra chance con Idrissa Doumbia, ma l’ivoriano calcia altissimo sull’appoggio di Leya Iseka. La Lazio si vede annullare un gol con Palombi, pescato in fuorigioco, poi Crecco trova solo l’esterno della rete dopo l’ottimo lavoro di Alessandro Murgia. Dopo l’intervallo lo Zulte si ripresenta con il difensore danese Brian Hämäläinen e Julien De Sart, che prendono il posto del nigeriano Kingsley Madu e di Doumbia. Inzaghi risponde regalando l’esordio stagionale, come previsto, a Felipe Anderson, che rimpiazza Crecco; Lucas invece rileva Alessio Miceli. La Lazio potrebbe pareggiare con Jordan Lukaku, che servito da Lucas tenta il tocco sotto ma è fermato da Louis Bostyn. Gol sbagliato, gol subito. E al 60’ la squadra di Dury realizza il raddoppio. Sull’angolo di Hämäläinen, Michaël Heylen mette in rete alle spalle di Vargic. Inzaghi mette dentro anche Wallace, che non giocava dal 10 settembre, e la Lazio riesce a tornare in partita.
Al 67’ Lukaku crossa, Lucas fa la sponda di testa per Caicedo che sempre di testa mette dentro. Nove minuti e arriva il pareggio. Stavolta l’ex centrocampista del Liverpool fa da tutto solo, mettendo dentro di tacco sugli sviluppi di una punizione calciata da Felipe Anderson. L’equilibrio dura però solo sette minuti, perché all’83’ i padroni di casa tornano avanti. Grandissima giocata di Leya Iseka, che dopo essersi liberato al limite trova uno splendido sinistro a giro che pesca l’angolino di Vargic. Dopo due minuti di recupero arriva il triplice fischio finale: La Lazio rimedia la prima sconfitta nel girone di UEFA Europa League, ma è un ko indolore.
Tratte dal Corriere dello Sport, alcune dichiarazioni post-gara:
Era il più atteso, è stato festeggiato dalla Lazio e dai suoi tifosi, saliti in Belgio. Felipe Anderson è tornato a correre e cantare con il pallone e pazienza se ha vinto lo Zulte. Il Regenboogstadion di Waregem ha visto rinascere il gioiello brasiliano, già in buona condizione. "E’ stata dura aspettare tutto questo tempo, ma ho lavorato tanto sulla forma aerobica - ha raccontato Felipe - Peccato per il risultato, però abbiamo carattere, si è visto tentando la rimonta. Andiamo a casa a testa alta, sono felice, mi sento bene e voglio tornare in forma il prima possibile. Obiettivo? Acquisire il ritmo partita in fretta. I miei compagni giocano a livelli alti, devo raggiungerli". Immagina traguardi di prestigio: "Dobbiamo saperci gestire, pensare partita dopo partita per provare ad arrivare in fondo. Sappiamo vincere con le grandi, possiamo arrivare lontano".
Il Panterone ci ha preso gusto. Un altro gol dopo il guizzo di Marassi, il quarto con la Lazio, il terzo nel girone di Europa League. Onesta e sincera l’analisi del centravanti ecuadoriano. "Sono felice per il mio gol. Abbiamo perso perché poco concentrati nel primo tempo. Nella ripresa il gioco è stato migliore, ma non siamo soddisfatti del risultato. In Europa possiamo fare molto bene, la squadra c’è, serve continuare così. Ora penseremo al Toro e al campionato. Come sto? Mi sento bene, sono contento, il mister mi dà fiducia. Devo continuare così". La Lazio non perdeva nel girone di Europa League da sei anni (ultimo ko nel settembre 2011) e questo è l’unico neo per Simone. "Le risposte che volevo dai giocatori sono arrivate. Non mi piace perdere. Una volta raggiunto il pari, non avremmo dovuto prendere il terzo gol. Prendiamoci l’esordio positivo di Miceli e soprattutto il rientro dei brasiliani". Buono l’impatto di Felipe. "Sono molto contento della sua prestazione. Ha fatto i primi 25 minuti molto bene, è un pochino calato negli ultimi dieci ma era normale. Si è messo dietro Caicedo e Palombi, si è fatto vedere, ha tentato la giocata. Ha fatto quello che mi aspettavo, l’ho visto vivo, pimpante".
L’ha sistemato nel ruolo di trequartista, varando il 3-4-1-2 che sta diventando sempre di più il piano B della Lazio. "E’ una soluzione che si può attuare con giocatori diversi, a Marassi l’ho fatto con Milinkovic trequartista, qui con Felipe. E’ un’opzione, volendo giocare con due mediani e gli esterni alti mi piace, proviamo spesso in allenamento, vedremo di partita in partita". Troppe incertezze in difesa. "I primi due gol erano evitabili, sul terzo avremmo dovuto accorciare, anche se l’attaccante dello Zulte ha fatto un bel gesto. Avevamo cambiato assetto e giocatori, qualche rischio c’era. Volevo chiudere imbattuto, ma sono contento per la reazione della ripresa e perché con questo freddo non ci sono stati infortuni". Basta appare in ritardo di condizione. "Ha perso due mesi, era partito bene e si è dovuto fermare, aveva un problemino e nel fnale di partita ho invertito lui e Patric come posizione in campo". Ora la Lazio aspetterà il sorteggio dei sedicesimi. Inzaghi vuole arrivare in fondo all’Europa League. "Giochiamo per vincere. Con l’eliminazione diretta, dovremo essere bravi fuori casa nella partita d’andata. Non siamo stati fortunati con il sorteggio del girone, spero lo saremo nei sedicesimi. Abbiamo tenacia, grinta e carattere, si può andare lontano".