25 agosto 2019 - Genova, stadio Luigi Ferraris - Campionato di Serie A, I giornata - inizio ore 20.45
SAMPDORIA: Audero, Bereszyinski, Murillo, Colley, Murru, Linetty (66' Jankto), Ekdal, Vieira, Gabbiadini (76' Bonazzoli), Quagliarella, Caprari (66' Leris). A disposizione: Falcone, Ferrari, Chabot, Augello, Regini, Thorsby, Barreto, Bahlouli, Ramirez. Allenatore: Di Francesco.
LAZIO: Strakosha, Luiz Felipe, Acerbi (70' Vavro), Radu, Lazzari (64' Marusic), Milinkovic (76' Cataldi), Parolo, Luis Alberto, Lulic, Correa, Immobile. A disposizione: Proto, Guerrieri, Patric, Bastos, Leiva, Berisha, André Anderson, Adekanye, Caicedo. Allenatore: S. Inzaghi.
Arbitro: Sig. Rocchi (Firenze) - Assistenti Sigg. Meli e Peretti - Quarto uomo Sig. Serra - V.A.R. Sig. Banti - A.V.A.R. Sig. Tolfo.
Marcatori: 37' Immobile, 56' Correa, 62' Immobile.
Note: esordio in serie A e in una partita ufficiale con la maglia della Lazio per Vavro, esordio in una partita ufficiale con la maglia della Lazio per Lazzari. Ammonito al 21' Lazzari, al 25' Ekdal, al 43' Acerbi, al 59' Murru tutti per gioco falloso. Angoli 5-9. Recuperi: 2' p.t., 2' s.t.
Spettatori: 3.198 paganti per un incasso di Euro 72.594, abbonati e spettatori totali non comunicati.
? La Gazzetta dello Sport titola: "Lazio, sei già tre... menda. Immobile spazza la Samp. Ciro segna 100° e 101° gol in A, Correa completa la festa. I doriani faticano ancora a digerire le novità di DiFra".
Continua la "rosea": Quante sono le squadre italiane che hanno più qualità della Lazio? Un po' snobbato nei pronostici estivi, Simone Inzaghi espone tutta la sua argenteria fin dalla prima tappa: a Marassi, non il campo più facile della Serie A, arriva non solo una vittoria larga che sarebbe potuta essere larghissima, ma anche una sensazione di bellezza che a fine agosto deve esaltare i suoi tifosi e inquietare gli avversari. La Sampdoria è in costruzione e ha bisogno di innesti sul mercato, ma pur facendo ogni doverosa tara resta negli occhi il potenziale tecnico di una squadra che non può più accontentarsi di essere bella solo ogni tanto. La Lazio è forte e deve avere l’ambizione di vivere un campionato di vertice: è l’ultimo step che manca al meraviglioso lavoro di questi anni. Il derby di domenica contro una Roma già ferita costituirà un valido test, ma le premesse sono ottime.
Continuità e novità. Al debutto di Marassi le due squadre si sono presentate con un solo nuovo acquisto per parte (Murillo e Lazzari), ma la Lazio sta portando avanti un progetto mentre la Sampdoria è all’inizio di un nuovo ciclo profondamente diverso dal precedente. Il gioco ragionato e spesso orizzontale di Giampaolo è stato sostituito da quello più veloce e verticale di Di Francesco, che alcuni calciatori ancora faticano palesemente a metabolizzare. Oppure hanno bisogno di pensare alla giocata e questo determina un fatale attimo di ritardo nell’esecuzione. Questione di tempi, quelli nei quali la Lazio è maestra. Simone Inzaghi ha costruito un gioiellino che deve solo riuscire a mantenere sempre l’equilibrio, cosa non semplicissima viste le caratteristiche dei giocatori: ma è questa la chiave della stagione. Anche perché è uno spettacolo il continuo inserimento sugli esterni e per vie centrali attorno a Immobile che con il suo movimento facilita e sollecita le corse in avanti dei compagni. A fine agosto non si può essere al cento per cento e infatti Correa si sveglia dopo mezz’ora e Milinkovic si affida a meravigliosi sprazzi. Ma la qualità e la corsa della Lazio sono notevoli.
Dominio. Il primo tempo è quasi un monologo laziale: una decina di tiri, cinque angoli, due grandi parate di Audero, uno spreco di Immobile che poi festeggia quota 100 gol in A con il lob di sinistro su innesco di Luis Alberto. La Samp costringe subito Strakosha a un paratone su Vieira, ma quasi tutta la sua produzione è legata alle iniziative di Gabbiadini, che del tridente blucerchiato è quello che meglio ha capito le idee di Di Francesco. Caprari si attorciglia in improbabili soluzioni personali, mentre Quagliarella non trova il tempo per anticipare i difensori. Di Francesco, conscio della superiorità della Lazio, prova a fare densità creando le premesse per rapide ripartenze che però non trovano sbocchi perché sia i terzini sia le mezzali - fondamentali nel suo gioco - sono poco propositive. In apertura di ripresa la Lazio diventa incontenibile: gli errori individuali dei blucerchiati (Bereszynski manda in porta Luis Alberto, generoso con Correa: 2-0) sono solo una delle spiegazioni di un dominio evidente che si traduce in "solo" tre gol perché Immobile un po’ sbaglia e un po’ viene murato da Audero. Di Francesco passa anche al 4-2-3-1 ma sono esperimenti per il futuro. Ieri c’era troppa Lazio per questa Samp incompleta (Defrel non basta) e ancora poco "difranceschiana". E quindi si torna alla domanda di partenza: quante sono le squadre italiane che hanno più qualità della Lazio? Pochissime. E a centrocampo? Meno.
? Il Corriere dello Sport titola: "Immobile: 101 gol! Lazio da capogiro. Ciro raggiunge subito il primo obiettivo e va oltre: doppietta. Sigillo di Correa in una gara senza storia: Samp annientata. Avvio travolgente dei biancocelesti, sorretti da un grande Milinkovic".
Prosegue il quotidiano sportivo romano: Arriva la Lazio, avvisate il campionato. Immobile più Correa, più Milinkovic, più Luis Alberto, più Lazzari: uguale Champions. La terza èra Inzaghi può essere il massimo della goduria. Ha dell’incredibile Sergej, l’enormità del suo talento riesploso. Se pensiamo alla partita che ha firmato a Marassi, polverizzando la Samp, ai colpi che ha regalato, all’assist trasversale e parabolico servito per il 3-0 di Ciro. Ha forzato i limiti dell’umana provvidenza con quella traiettoria splendida per ardimento, micidiale per precisione, baciata dagli dei. E’ di nuovo su livelli mondiali. Tutti in processione da Lotito, non può venderlo proprio ora e non lo venderà. Profuma di derby, profuma di notti Champions questa vittoria. La Coppa, bella e impossibile per la Lazio, quest’anno può essere a portata di mano. Dio, quanto ci teneva Simone a trionfare alla prima dopo due anni, soprattutto contro Di Francesco. Ha avuto la notte che cercava, derbystica. Ha vinto in modo netto, rotondo, 3-0 e avrebbe potuto farlo per 5-0 o 6-0 se Audero non si fosse immolato. Inzaghi ha ritrovato Milinkovic e Immobile, è svanito il sortilegio. Ciro a papà ne ha trovati due di gol a Marassi (il 100º e il 101º in A), li ha dedicati al terzogenito Mattia, appena nato.
Lo spettacolo. La Lazio è bella da vedere, è bella da raccontare. Si è presa subito la partita, annichilendo Di Francesco, annullando l’effetto Marassi. Si è presa gli spazi pressando alto, è il nuovo ordine imposto da Inzaghi. Ha infinite soluzioni di gioco, ha solisti e coralità. Simone s’è affidato ai fedelissimi più Lazzari. Non ha bruciato Vavro, lo ha protetto, l’ha fatto esordire nel finale. Ha altri talenti da allevare e lanciare per arrivare lontano. Applausi sinceri, la partita è stata da manuale, non c’è stata per la Samp, cancellata dal campo dal primo minuto. Superba organizzazione, tasso tecnico superiore, atletismo geometrico. La Lazio ha imperversato da squadra, con la sua pedalata rotonda, trascinata da un gigantesco Milinkovic: palloni recuperati, sradicati, riciclati, ha dominato in cielo (di testa, anche svettando in difesa) e in terra. Ha aperto il campo con le spizzate (suggerite da Strakosha), hanno imbeccato sempre Lazzari, poderoso nella spinta, una nuova risorsa a destra, finalmente c’è un’ala per volare. Milinkovic, sempre lui, si è fatto carico anche della fantasia rubata a Correa e Luis Alberto, in crescita dopo il 30'. Sarebbero tutti da citare, come Lulic, come Strakosha.
La regia. La Lazio è stata protetta e illuminata dalla regia di un fantastico 34enne, il signor Parolo. Tutti i talenti di Simone si sono abbattuti sulla povera Samp, audace solo sulla carta con il suo 4-3-3, su quei corpi inermi. Ha colpito la funzionalità di una squadra che ha alternato il lancio parabolico al fraseggio stretto, la tempesta del pressing al contropiede. Di Francesco ha solo urlato. Parolo non è mai stato pressato così come tutti i portatori di palla. Ha provato a spostare Gabbiadini centralmente, Quagliarella e Caprari erano abbandonati. Nella Lazio, non dimentichiamo i difensori, ognuno sapeva quello che doveva fare e quello che il compagno avrebbe fatto. Inzaghi è diventato un incubo per Difra, gli ha ricordato il [[derby] dell’esonero. E ora Simone sfiderà Zorro Fonseca con la Lazio Champions e champagne. Vuole mangiarsi tutto, dall’antipasto alla macedonia.
? Il Messaggero titola: .
Prosegue il quotidiano romano:
? Tratte dal Corriere dello Sport, alcune dichiarazioni post-gara:
Fanno paura, fanno sognare. Milinkovic, Sergente al comando. Immobile scatenato, finalmente ha dribblato i gufi. Gli esterni di centrocampo, Lazzari e Lulic, sono due treni. Luis Alberto è in vena di magie, è stato assistman su punizione (per Ciro) e per il Tucu (in verticale). E’ una Lazio dominante, bellissima, viaggia già ai cento all’ora, ha rifilato una lezione a Di Francesco, ha avvertito il campionato, le concorrenti Champions. Simone Inzaghi è apparso raggiante nella notte di Marassi: "E’ un piacere allenare questi ragazzi. E’ stato un esordio molto buono, il migliore da quando sono allenatore della Lazio, per gioco e risultato. E’ stata una grande gara, siamo stati molti bravi. Ora pensiamo al derby, sappiamo cos’è per la città di Roma, cercheremo di giocarlo al meglio!". In tutte le tv, davanti a tutti i microfoni, gli vengono snocciolati i nomi delle sue superstar, ma Simone non ha preferenze: "Fare un nome è inopportuno. Lo ripeto, sono stati tutti bravi. Con giocatori così, come Parolo, Lulic, Acerbi, Radu e tutti gli altri top player, in più con i ragazzi che crescono, possiamo ritagliarci altre soddisfazioni".
L’offensività. E’ una Lazio scatenata. A Marassi è stata irresistibile, ancora più offensiva del passato: "Abbiamo fatto molto bene, su un campo non semplice, abbiamo mostrato tantissima personalità. Sapevo che non sarebbe stato semplice, che sarebbe servita una gara tosta. I gol potevano essere di più". Inzaghi, per primo, s’è goduto un super Milinkovic: "E’ normale che faccia piacere vederlo giocare così. L’avevo detto, aveva lavorato molto bene in ritiro, poi ha avuto un problema, è stato per una settimana a riposo, nell’ultima ha fatto bene e l’ho visto recuperato. Ma dopo una serata così non è giusto parlare solo di lui perché tutti hanno fatto una grande partita. Anche Luis Alberto ha dato dei palloni stupendi, Parolo l’ho provato davanti alla difesa solo negli ultimi due giorni. L’anno scorso ha fatto il quinto in una partita, ma in tutta la carriera ha giocato da mezzala. Si è mosso da mediano basso, sembrava il suo ruolo naturale da sempre. E’ un grandissimo vantaggio avere un giocatore del genere".
Gli stimoli. Inzaghi e il suo staff sanno come allenare, sanno come sorprendere e motivare questa banda talentuosa: "Cosa faccio per stimolare i giocatori? Ho la fortuna di avere in primis dei ragazzi straordinari, poi uno staff che mi aiuta tantissimo nel preparare allenamenti e partite, cerchiamo sempre di cambiare metodologie degli allenamenti, siamo da 4 anni insieme, c’è il rischio di appiattirsi. I ragazzi tengono tantissimo alla maglia". Simone ha voluto Lazzari ed è già stato ripagato: "Se Lazzari ci dà più efficacia? E’ un grandissimo giocatore, ha un grandissimo spirito. Dopo neppure 24 ore dall’operazione alla mano destra s’è presentato a Formello, l’ho esentato. In settimana l’avevo visto meno pimpante, era normale. Abbiamo due mezzali di qualità come Luis Alberto e Milinkovic, non gli posso chiedere di uscire sempre sui terzini avversari. La partita di Marassi l’avevamo preparata così, volevamo portare gli esterni sui loro terzini, abbiamo alzato il baricentro. Ma anche gli attaccanti si sono sacrificati".
La felicità della Super Lazio ammirata ieri sera a Marassi ha il volto di Ciro Immobile. La doppietta di ieri sera ha certificato la vetta dei centouno gol per lui in Serie A: quasi equamente distribuiti all’Olimpico (50) e fuori casa (51). Nove consecutivi alla Sampdoria che è la sua vittima preferita. Il bomber non poteva iniziare meglio una stagione dove l’ambiente sembra ancora più carico rispetto al passato. I 3 squilli contro un’irriconoscibile Samp del "nemico" romanista Di Francesco avranno un’eco incredibile, forse troppo assordante come ha detto Simone Inzaghi che avrebbe preferito "vincere 1-0 per non sentirsi troppo gli occhi addosso". La Lazio ha dominato la Samp già nel primo tempo. Straripando e stritolandola nella ripresa dove Milinkovic è tornato sui livelli mondiali di due stagioni fa che aveva fatto scollinare la sua quotazione oltre i 100 milioni di euro. "Considerata la nostra condizione fisica negli ultimi 20' abbiamo gestito bene anche se eravamo stanchi - ha confessato il bomber - ma se ci sei mentalmente riesci anche quando le gambe non reggono. Devo fare i complimenti a tutti, Luis Alberto e Milinkovic mi hanno confezionato due assist meravigliosi. La palla di Sergej è incommentabile". Immobile non ha dubbi: "Siamo una famiglia che continuerà a fare bene. Spero che la gente continui a seguirci come oggi, abbiamo bisogno dell’affetto dei nostri tifosi". Questa è la vera felicità? "Sono contento per tutti: società, mister, compagni, tifosi. È stata una partita fantastica, una serata perfetta, abbiamo azzeccato tutto fin dall’inizio. Eravamo concentrati, questa vittoria ci ha dato grande entusiasmo che avrà sicuramente i suoi benefici nel derby di domenica".
Da sempre qui alla Lazio la parola d’ordine è umiltà. A maggior ragione dopo i fuochi d’artificio di ieri sera. "Avrei preferito vincere 1-0, avremmo meno occhi addosso, dice bene Inzaghi - ha confermato Immobile - Ma continuiamo a lavorare a testa bassa e pensiamo solo a pedalare". Ma come si è trasformata nel breve volgere di una sola estate questa Lazio? Immobile ha spiegato che "questo forse è stato il miglior ritiro da quando sono qui (luglio 2016; ndr). Tutti noi dobbiamo dare qualcosa di più dopo l'ottavo posto dello scorso anno. Andiamo avanti con fiducia. Dobbiamo sempre farci trovare pronti da Inzaghi. Insieme possiamo fare molta strada". Mai come in questo momento qui alla Lazio c’è stato un gruppo così coeso e solidale. Immobile ha avuto parole dolci soprattutto per i suoi "fratelli" di reparto. "Spero che Caicedo rinnovi come ha detto Inzaghi perché è un giocatore che ci dà tanto, un ragazzo positivo che aiuta il gruppo - ha ammesso -. Io e Correa abbiamo lavorato bene per la squadra, sono orgoglioso di come siamo in sintonia". Una dedica specialissima per un record da leggenda. "Sì, il centesimo gol l’aspettavo con ansia, è stato brutto finire a 99 lo scorso campionato. Mia moglie Jessica ha partorito pochi giiorni fa e non potevo non farle questo regalo, è stata straordinaria, è ovvio che dedico la doppietta a lei e mio figlio Mattia" (terzogenito e primo maschio; ndr). Dove possono arrivare quest’anno Immobile e la sua Lazio? "Non prometto gol ma prometto ai tifosi di uscire sempre dal campo con la maglia sudata, poi può andare benissimo come due anni fa o benino come lo scorso anno. Meglio tenere sempre i ben piantati per terra...".