4 novembre 2021 – Marsiglia, stade de Marseille - Europa League – Fase a gironi GruppoE, gara 4 - inizio ore 21.00
OLYMPIQUE MARSIGLIA: Pau Lopez, Rongier, Saliba, Caleta Car, Peres, Lirola (86' Gueye), Guendouzi, Kamara (55' Harit), Under, Payet; Milik. A disposizione: Ngapandouentnbu, Mandanda, Alvaro, Balerdi, Gerson, Luis Henrique, Dieng, De La Fuente, Amavi. Allenatore: Sampaoli
LAZIO: Strakosha, Lazzari (26' Marusic), Luiz Felipe, Acerbi, Hysaj, Luis Alberto (75' Akpa Akpro), Leiva (52' Cataldi), Basic (52' Milinkovic), Felipe Anderson (75' Moro), Immobile, Pedro. A disposizione: Reina, Furlanetto, Patric, Radu, Escalante, Romero, Muriqi Allenatore: Sarri
Arbitro: Sig. Sánchez (Spagna) - Assistenti Sigg. Cabañero e Iñigo - Quarto uomo Sig. Soto Grado - V.A.R. Sig. Martínez Munuera - A.V.A.R. Sig. de Burgos – Delegato UEFA Sig. Ryan (Irlanda) - Osservatore arbitro Sig. Amhof (Svizzera)
Marcatori: 32' Milik (rig.), 45'+6' Felipe Anderson, 51' Immobile, 82' Payet.
Note: ammonito al 32' Acerbi, al 36' Pedro, al 44' Immobile, al 70' Felipe Anderson, al 79' Rongier, all'86' Harit, al 90'+5' Payet. Angoli . Recuperi: 6' p.t., 4' s.t.
Con la gara odierna, l'Olympique Marsiglia diventa la squadra straniera incontrata, in assoluto, più volte dalla Lazio. Due amichevoli, una nel lontano 1928 e l'altra nel 1993, due sfide di Champions League nel 1999/2000, due partite di Coppa Intertoto nel 2005, la semifinale del Torneo di Dubai del 2007 e quattro gare di Europa League di cui due nel 2018/19 e due nella corrente stagione, per un totale di undici partite.
? La Gazzetta dello Sport titola: "Immobile da record: 160! Ma la Lazio si fa acciuffare. Superato Piola, Ciro è il bomber biancoceleste di sempre Pari Marsiglia a 8’ dalla fine con Payet. Il girone è aperto".
Continua la "rosea": Un altro 2-2, come a Bergamo e anche questo dopo aver accarezzato il sogno di portare a casa l’intero bottino. Cambia la competizione, ma la Lazio di Sarri continua a viaggiare alternando grandi cose ad altre meno piacevoli. Ma, come al termine del match con l’Atalanta e nonostante la beffa finale, anche al Velodrome il bicchiere è mezzo pieno. Perché la formazione biancoceleste è comunque protagonista di una prestazione di spessore contro un avversario che, come 15 giorni prima all’Olimpico, si conferma di assoluto livello. Certo, la vittoria, sfumata a otto minuti dalla fine, sarebbe stata altra cosa. Soprattutto ai fini di una qualificazione al turno successivo che resta complicata, ma è comunque assolutamente possibile, anche perché nell’altra partita del girone il capolista Galatasaray non è andato oltre il pareggio con la Lokomotiv Mosca.
Partita a scacchi. Rispetto alla sfida di due settimane fa non cambia il copione. Nelle fase iniziali della partita è il Marsiglia a menare le danze. Lo fa grazie a un ritmo superiore rispetto a quello della Lazio e al modulo cangiante inventato da Sampaoli. La formazione francese, quando è in fase di non possesso si dispone infatti con un 4-4-1-1 che copre molto bene il campo, per poi passare a un iper-offensivo 3-2-4-1 quando ha la palla. Il terzino destro Rongier va in mezzo, Guendouzi sale sulla trequarti al fianco di Payet e avanzano pure gli esterni Under e Lirola. Un meccanismo interessante e anche efficace perché impedisce alla Lazio di uscire dalla su metà campo. Al Marsiglia fanno però difetto le conclusioni (lo si era già notato all’Olimpico). Per sbloccare il risultato serve così un rigore, che l’arbitro Sanchez concede solo dopo essere stato richiamato al Var. Rigore che c’è, anche se rientra nella categoria dei (sempre più numerosi) penalty televisivi. Acerbi appoggia un braccio a Milik, che però gli è davanti: l’ex Napoli cade e a qual punto il rigore è inevitabile.
La sera delle prime volte. Il Marsiglia, inappuntabile fino a quel momento, deve necessariamente rallentare. È un calo fisiologico (impossibile continuare a tenere quei ritmi), ma anche psicologico, perché il vantaggio inevitabilmente appaga i transalpini. Errore grave contro una Lazio che non aspetta altro per rientrare in partita. Ci riesce già prima dell’intervallo grazie al primo gol europeo di questa stagione di Felipe Anderson che sfrutta un flipper in area seguente a calcio d’angolo (il brasiliano non segnava in coppa dal 2018). Galvanizzata dal pareggio, nella ripresa è un’altra Lazio. La squadra di Sarri prende in mano il gioco e va subito in vantaggio grazie al solito Immobile che, sfruttando un erroraccio di Saliba, realizza il suo 160° gol in biancoceleste (superato Piola, Ciro è primatista assoluto). Sarri coglie l’attimo e decide di mandare in campo Cataldi e Milinkovic (sacrificati per il turnover) al posto di Leiva e Basic. La formazione romana cerca il terzo gol (ci provano Pedro, Milinkovic e Immobile), ma non lo trova. Errori che pagherà caro nel finale, quando le sostituzioni dei due allenatori cambiano l’inerzia della gara. Sarri opta per il giovane (e inesperto a certi livelli) Raul Moro e per il confusionario Akpa Akpro di questa stagione e la Lazio si abbassa troppo. Sampaoli getta invece dentro Harit che, col suo movimento, manda in confusione la difesa laziale e libera Payet. È proprio il capitano a realizzare il gol del 2-2 al termine di un’azione infinita negli ultimi venti metri della metà campo laziale. Finisce così in parità, ed è il risultato più giusto.