Sabato 17 novembre 2012- Torino, Juventus Stadium - Juventus-Lazio 0-0 17 novembre 2012 - 3.492 - Campionato di Serie A 2012/13 - XIII giornata - inizio ore 18.00
JUVENTUS: Buffon, Caceres, Bonucci, Chiellini, Isla (70' Pepe), Vidal, Pogba (84' Bendtner), Marchisio, Asamoah, Giovinco, Quagliarella (67' Matri). A disposizione: Storari, Barzagli, Lucio, Lichtsteiner, Marrone, Giaccherini, Padoin. Allenatore: Conte (in panchina Alessio per squalifica del tecnico titolare).
LAZIO: Marchetti, Konko, Biava, Dias (20' Ciani), Radu, Ledesma, A. Gonzalez, Hernanes, Brocchi (57' Ederson), Candreva, Klose (81' Kozak). A disposizione: Bizzarri, Carrizo, Cavanda, Stankevicius, Cana, Onazi, Floccari, Rocchi, Zarate. Allenatore: Petkovic.
Arbitro: Sig. Orsato (Schio) - Assistenti Sigg. Faverani e Stefani - Quarto uomo Sig. Padovan - Assistenti di porta Sigg. Banti e Giannoccaro.
Note: ammoniti Marchetti, Radu, Ledesma, Bonucci, Vidal. Calci d'angolo: 11-1. Recuperi 2' p.t., 5' s.t.
Spettatori: 38.839 per un incasso globale di € 1.376.410.
La Gazzetta dello Sport titola: "Marchetti ferma la Juve. La Lazio strappa lo 0-0. I bianconeri dominano, ma prima sbagliano occasioni con Giovinco e Quagliarella, poi nella ripresa il portiere biancoceleste si esalta e salva un prezioso pari per Petkovic. Traversa di Bonucci nel finale. L'Inter può andare a -2 se batte il Cagliari".
Continua la "rosea": La prova di Champions alla Juventus non riesce bene. Resta un'incompiuta, buona solo per metà. Quella della prestazione, contro la Lazio. Ma il risultato, invece, non la premia. Solo 0-0. Una miriade di attacchi, parecchie occasioni, nessun gol. E così, arriverà alla partita già decisiva di coppa con il Chelsea, cui in Premier League è andata pure peggio, ha perso col Wba, martedì ancora allo Juventus Stadium, dove tornava in campionato dopo la prima sconfitta dell'impianto, patita contro l'Inter, con le gambe pesanti e tanti rimpianti. La squadra di Conte ha galoppato per 90', la condizione è parsa ottima, e schiacciato così una Lazio ordinata, che si è però aggrappata alle parate di Marchetti e agli errori di mira delle punte juventine. E' sembrato di rivedere per lunghi tratti la partita di Torino dello scorso campionato: Juve in forcing costante, ma sprecona. Allora ci pensò Del Piero su punizione nel finale a scardinare una partita che sembrava maledetta, per quelli che sarebbero poi diventati i campioni d'Italia. Stavolta gli attaccanti hanno fatto cilecca. La Lazio può dirsi soddisfatta. Se cercava la prova del nove, dopo il successo nel derby, è riuscita appieno. Nei piani alti della classifica ci sta con merito, senza timore di sfratti.
Il primo tempo in sintesi è: Juve tutta avanti, però tira solo Giovinco, e gli manca sempre un centesimo per fare un euro. O meglio, gol. I bianconeri, stasera in maglia nera, giocano costantemente nella metà campo avversaria, ma non sfondano. Pogba fa il suo, da vice Pirlo, la linea difensiva gioca "alta", attentissima, ma la Lazio riesce comunque a limitare i danni. Grazie alle sponde di Klose, che si sbatte solitario, eppure sempre lucido, là davanti, e ad una predisposizione a difendersi cercando il palleggio che si accentua quando tocca palla Hernanes, sempre elegante. E grazie agli errori sottoporta degli attaccanti della Juve. Giovinco fa e disfa. Delizioso in un paio di agganci volanti che lo portano al tiro, sciagurato quando manca la porta, due volte, solo davanti a Marchetti, con altrettanti diagonali. Quando la Formica Atomica, cinque gol stagionali, ma nessuno decisivo, si esibisce in un'acrobazia indovinata, Marchetti si allunga bene in tuffo, e poi Quagliarella non trova la porta da pochi passi. Un erroraccio, per l'attaccante napoletano, in giornata poco felice. Il primo pallone placido diretto verso la sua porta, Buffon lo tocca ben oltre la mezz'ora. Ma questo non cambia le cose: all'intervallo è 0-0. Juve padrona del campo, ma senza colpo del k.o.. Lazio ben disposta, e rinunciataria solo gioco forza. Eppoi, comunque, Marchetti ha fatto una sola parata, neanche prodigiosa.
Nella ripresa la pressione della Juve si alleggerisce un po'. Continua, ma meno pressante. E allora Petkovic osa: fuori un mediano, Brocchi, dentro Ederson, un centrocampista offensivo. Marchetti dimostra un gran riflesso su un destro dalla distanza di Vidal deviato da Quagliarella. Grandissima parata. Dentro Matri, dopo 20', per Quagliarella. E Pepe, all'esordio stagionale dopo mille acciacchi, per Isla, opaco. La Juve fa un respirone e si ributta in avanti con tutto il fiato che ha. Colpisce una traversa con Bonucci, in mischia, chiama al tuffo Marchetti con un destro di Marchisio, ma non sfonda neanche nei 5' di recupero. Col pari si porta a +5 sull'Inter, che però contro il Cagliari ha l'occasione di riportarsi a una gara di distanza. No, la prova di Champions della Juve non è andata secondo i piani.
Il Messaggero titola: "Juventus-Lazio 0-0. Marchetti super, Petkovic regge. I biancocelesti reggono l'urto dei campioni d'Italia, che colpiscono una traversa con Bonucci e si scontrano con la grande giornata di Marchetti".
Continua il quotidiano romano: Juventus-Lazio 0-0 nel primo anticipo della 13esima giornata del campionato di calcio di serie A. I bianconeri di Conte dominano nel possesso palla ma orfani di Pirlo creano meno del solito: si ricordano una traversa di Bonucci e due-tre interventi decisivi di un Marchetti in serata di grazia. Petkovic se ne va dallo Juventus Stadium con un punto in tasca e la convinzione di poter fare lotta d'alta classifica, grazie a un'organizzazione di gioco che finisce per chiudere tutti gli spazi anche al temibile centrocampo bianconero. La Juve allunga per il momento a +5 in classifica sull'Inter e comincia a pensare al Chelsea, la Lazio si conferma quinta e prende la mira su Fiorentina e Napoli. E così la Juve perde altri due punti e torna ad essere in ansia per il primato. I bianconeri ci hanno anche messo del loro, perché nel primo tempo anche l'extraterrestre Marchetti, nulla avrebbe potuto sul tiro radente di Giovinco, dopo una veronica stupenda, ma il pallone gli è sibilato fuori di pochi centimetri. Così come, dopo aver respinto (è stato uno dei tanti prodigi) una micidiale conclusione dello stesso Giovinco dal limite, la palla è finita sui piedi di Quagliarella, a portiere ancora a terra, ma è stata spedita in bocca al portiere, che nel frattempo aveva avuto il tempo di rialzarsi. Nemmeno sulla traversa piena colpita da Bonucci nel finale ben oltre il dischetto, il portiere ospite avrebbe potuto arrivare, ma evidentemente era scritto così.
Altri miracoli su Marchisio e Matri da due passi (doppia prodezza), un altro clamoroso su un tiro di Bonucci deviato e reso quasi imprendibile da Quagliarella, ma i riflessi di Marchetti hanno prodotto un colpo di reni da fantascienza, con un pizzico di fortuna che ha anche assistito il portiere della Lazio, già autore di una prova strepitosa lo scorso anno sempre a Torino. Evidentemente i trascorsi granata, seppur lontani, si sono fatti sentire nel suo inconscio. Ma la Juve non è piaciuta. Sempre devastante la sua potenza, il suo ritmo e possesso di palla, però gli schemi d'attacco sono da rivedere: non basta più la palla filtrante per la punta centrale, perché mancano gli automatismi complementari. Uno su tutti, le ali: Isla proprio non c'è e Asamoah, a dispetto della enorme quantità, ha pasticciato parecchio. Poi c'è il caso Giovinco: è andato vicinissimo al gol e si è mostrato attivo, ma ha anche perso una quantità industriale di palloni e non ha mai prodotto il guizzo giusto in area, nemmeno contro difensori massicci e poco veloci come Dias prima e Ciani dopo. E Vucinic non ci sarà nemmeno martedì, perché è tornata a farsi sentire l'infezione intestinale che lo aveva colpito un mese fa. Non è un bel saluto di benvenuto al Chelsea, che questa sera ha fatto riposare tutti i più forti, mentre Conte ha optato per l'undici tipo, Pirlo a parte perché squalificato.
La sua assenza, inutile dirlo, si è sentita moltissimo, soprattutto nel momento del gran finale, quando serviva ragionare e Pogba ha dimostrato di non poter diventare il suo erede, perché ha altre caratteristiche. Infatti nella ripresa il regista lo ha fatto Vidal e il francesino ha fatto l'interno di destra. La Lazio del saggio Petkovic va anche capita: ne aveva presi quattro a Catania e tre a Napoli e quindi si è presentata con un catenaccio gigante e il solo, generosissimo Klose in avanti a cercare avventura. Difesa ordinata senza dubbio, ma senza Marchetti il risultato sarebbe stato ben diverso. E Buffon ha rischiato il raffreddore perché si è mosso solo per raccogliere la palla da rimettere in gioco.
La partita. Primo brivido dopo 3': brutto retropassaggio di Biava a Marchetti, il portiere biancoceleste si inventa un dribbling su Giovinco che fa gelare il sangue a Petkovic e libera. Nel quarto d'ora iniziale Juve più attendista del solito, ma grande merito ai biancocelesti ben messi in campo e pericolosi negli inserimenti. Ma la partita deve ancora accendersi. Miracolo Marchetti al 19': Marchisio serve Giovinco che si inventa una mezza rovesciata destinata all'angolino basso, ma il portiere si supera. Sulla ribattuta l'accorrente Quagliarella spara sull'esterno della rete. La partita è una battaglia a scacchi in mezzo al campo. Juve un po' imprecisa, Pogba volenteroso ma si sente l'assenza di Pirlo. Al 32' Giovinco supera Biava con un pregevole stop a seguire su lancio di Bonucci, ma schiaccia troppo il destro che termina a lato. Nel finale di tempo la Lazio abbassa il baricentro e viene schiacciata nella propria metà campo dai bianconeri, che però non trovano varchi né sulle fasce né con il duo d'attacco Giovinco-Quagliarella. La prima frazione si chiude a reti bianche: 0-0, ai punti meglio i bianconeri con due palle gol, ma l'11 di Petkovic non sfigura in casa dei campioni d'Italia.
La ripresa parte con lo stesso copione: Juventus padrona del possesso palla, ma poco incisiva grazie alla ragnatela biancoceleste intessuta da Petkovic. Le aree sono off limits, così le due squadre iniziano a provarci da fuori. Prima Candreva e il neo entrato Ederson sparano alto, poi ci prova Vidal e sulla deviazione di Quagliarella Marchetti in controtempo compie un altro miracolo. Al 65' protagonista ancora Marchetti, che vola in uscita bassa a togliere dai piedi di Marchisio il facile tap in del vantaggio su cross di Isla. Fischi dello Juventus Stadium per la sostituzione di Quagliarella con Matri. Al 75' traversa di Bonucci sugli sviluppi di un calcio d'angolo. Il forcing della Juve aumenta col passare dei minuti, Lazio alle strette. Nel finale assedio bianconero, Alessio prova anche la carta Bendtner al posto di un Pogba un po' in ombra, ma il fortino biancoceleste regge. Juventus-Lazio finisce 0-0.
Il Corriere dello Sport titola: "Cuore Lazio, pari a Torino. Marchetti ferma la Juve. A Torino finisce 0-0, un super Marchetti e la traversa si oppongono ai tentativi bianconeri. Ora Inter e Napoli possono accorciare le distanze dalla capolista".
Continua il quotidiano sportivo: Una grande Lazio, quadrata e compatta, si presenta a Torino a fermare i desideri di fuga della Juventus e costringe i bianconeri al secondo pari in campionato dopo quello di Firenze. E se le assenze di Mauri e Lulic hanno tolto molto alla possibilità di offendere degli uomini di Petkovic, con Buffon praticamente inoperoso, il cuore biancoceleste ha permesso di uscire imbattuti da una delle trasferte più difficili del campionato, con un sacrificio di gruppo e un'abnegazione da grande squadra, oltre a un Marchetti ancora una volta da Nazionale. Per la Juve, senza il suo faro Pirlo, un pari che comunque lascia sensazioni positive in vista della sfida decisiva in Champions League contro il Chelsea: partita dominata per lunghi tratti e sulla quale pesa anche l'assenza davanti di Vucinic, fermato dalla febbre e a questo punto in dubbio anche per l'Europa. Lazio con Brocchi per cercare di arginare lo strapotere bianconero nella mediana e Hernanes spostato all'esterno. Dall'altra parte Pogba vice Pirlo, a imbeccare più volte gli attaccanti. L'occasione migliore per la Juve arriva al quarto d'ora: Quagliarella controlla e mette al centro dove Marchisio serve Giovinco, acrobazia e palla verso il palo più lontano di Marchetti che in tuffo allontana, arriva Quagliarella e da due passi la ribattuta dell'attaccante finisce sul palo esterno.
Subito dopo Dias si ferma: problema muscolare, il brasiliano costretto a uscire zoppicante, al suo posto dentro Ciani che non tradisce alcuna incertezza e blinda insieme a Biava la difesa biancoceleste. Hernanes mette in mostra la sua classe mentre tutta la Lazio si esalta in una lotta fisica all'ultimo pressing che rende il match godibile e ad alto livello agonistico, con Orsato spesso bravo a lasciar correre i vari contrasti e a non interrompere il flusso di gioco. La pressione della Juve è soffocante ma non trova sbocco verso Marchetti, costretto però a disimpegnarsi anche con dribbling per sfuggire agli avversari. Quando però gli uomini di Petkovic riescono a sfuggire in velocità, rischiano di fare malissimo in contropiede e solo la lucidità di Chiellini ferma Hernanes lanciato a rete. L'occasione più pericolosa per i bianconeri è sul destro di Giovinco, stavolta applaudito dallo stadio, che con uno splendido stop al volo su lancio di Bonucci dribbla due avversari e poi in diagonale non centra la porta. Qualche piccola protesta bianconera per un fallo di Ledesma su Vidal al limite dell'area non sanzionato, timide anche quelle biancocelesti per un fuorigioco di Isla non segnalato in un'azione che poteva portare al gol, due minuti di recupero e intervallo. Altri dieci minuti di forcing bianconero senza pericoli e finisce la partita di Brocchi, con Petkovic che lo richiama per Ederson che va a fare l'esterno riportando Hernanes al centro della manovra. La partita a scacchi continua, Conte piazza Vidal regista e Pogba nel suo ruolo naturale, libero di inserirsi.
Proprio il cileno al 16' va alla conclusione, destro dai 25 metri che viene deviato da Quagliarella in maniera quasi imparabile: quasi perché Marchetti si esalta e con un riflesso incredibile salva la porta della Lazio. Altri sei minuti e termina la partita dell'attaccante di Castellammare, che lascia il campo nervoso con Vidal colpevole di non averlo servito mentre era tutto solo in area avversaria: dentro Matri, per continuare l'assalto. E dentro anche Pepe, talismano dei bianconeri contro la Lazio, alla sua prima presenza stagionale. Barzagli di testa su corner di Giovinco, spizzata per Bonucci che impatta violento col pallone e coglie la traversa con Marchetti battuto e lo stadio che non ha neanche il tempo di trattenere il fiato. Marchetti comunque si riprende subito la scena quando vola a togliere il destro di Marchisio dall'angolino. Dieci minuti di fuoco: espulso Carrera per proteste, Kozak in campo per Klose e Bendtner per Pogba: Juve a tre punte e lanci lunghi a non finire per cercare di sfruttare le torri, ma la Lazio regge e Vidal (mostruoso, migliore in campo) all'ultimo minuto è costretto al giallo per fermare Hernanes e una ripartenza che avrebbe potuto avere anche il sapore della beffa per la Juve.
Tratte dalla Gazzetta dello Sport, alcune dichiarazioni post-gara:
Bene il risultato ma poco altro. Vladimir Petkovic non si nasconde dopo lo 0-0 con la Juve: "Abbiamo preso un punto di cui sono contento ma non ci sono state tante cose positive. Abbiamo sofferto quasi per novanta minuti e complimenti alla Juventus. La Juve è stata troppo forte, hanno fatto pressing per 90 minuti, ci hanno messo in difficoltà. Noi dovevamo giocare, tentare di più, ne avevamo parlato anche alla vigilia e alla fine, grazie al nostro portiere e a una difesa abbastanza solida, abbiamo ottenuto questo punto che è buono per la classifica e magari per credere di più la prossima volta nei nostri mezzi". A voler vedere il bicchiere mezzo pieno, punto a parte, c'è l'aver mantenuto la porta inviolata. "Nelle ultime partite avevamo preso troppi gol, soprattutto fuori casa, almeno stasera possiamo dire che siamo riusciti a non prendere reti. Ma la squadra era troppo bassa, abbiamo subìto troppo". Nemmeno l'ingresso di Ederson è servito a molto. "Abbiamo aumentato il livello tecnico, siamo riusciti a tenere un po' di più la palla. Ederson è un po' più offensivo di Hernanes, ma in queste circostanze era impossibile arrivare negli ultimi 16 metri".
Dal Messaggero:
Il punticino accontenta i tifosi della Lazio, sicuramente non quelli della Juve che, a fine partita, se la prendono con il tecnico degli avversari, Vlado Petkovic. Insulti pesanti verso il tecnico della Lazio, che lì per lì risponde a brutto muso tanto sono vicini gli spettatori alle panchine, poi a freddo in sala stampa usa la diplomazia. "Alla fine era giusto così, magari i tifosi della Juve si aspettavano di vedere un altro tipo di partita da parte nostra ed erano delusi perché la Lazio è riuscita a portare via un punto da Torino. Questo basta per subire insulti? Non è un problema, ho le spalle larghe. Bisogna guardare avanti". Avanti la Lazio ci va e dopo il derby, continua il suo momento d'oro. "Non era facile uscire da questo stadio imbattuti. Non succederà a tante squadre - prosegue il tecnico bosniaco - Nel primo tempo abbiamo avuto troppa paura, troppo rispetto e non riuscivamo a ripartire, subendo oltremodo il gioco della Juve. Non avevamo preparato la partita così e non siamo riusciti ad imporre il nostro gioco. Da partite come questa si deve imparare tanto: bisogna credere di più nei propri mezzi e bisogna giocare contro questi avversari senza timori. La cosa positiva è non aver subito reti, su questo campo poche squadre fanno risultato. La prestazione di Marchetti è da nazionale? Ha giocato una grande partita e ha fatto almeno tre parate eccezionali, con queste prestazioni può mettere in difficoltà qualsiasi allenatore". Parola infine all'eroe della serata, Federico Marchetti. "Sono molto contento, anche Buffon mi ha fatto i complimenti per la prestazione. Fa sempre piacere ricevere parole del genere da un numero uno. Il merito è di tutti, non solo mio. Senza i miei compagni non avrei fatto niente. Ci godiamo questo punticino, anche se non siamo stati brillanti, dal punto di vista del gioco non è stata la solita Lazio".
Dal Corriere dello Sport:
Ai microfoni di Sky Sport HD, nel dopo partita di Torino, l'allenatore della Lazio Vladimir Petkovic. Esame di laurea superato per questa Lazio? "Si, abbiamo preso un punto, del quale sono contento, ma non ci sono state tantissime cose stasera per tirare delle somme positive, perché abbiamo sofferto troppo, quasi per 90 minuti, complimenti alla Juventus".
Si è sentita l'assenza di Mauri, o è stata la Juventus a farvi fare una partita molto difensiva? "Abbiamo qualche volta tentato di giocare, ma la Juventus stasera era troppo forte, anche con il pressing, esercitato per 90 minuti, che c'ha messo in difficoltà. Dovevamo crederci di più e tentare di più e grazie anche al nostro portiere, con la difesa che stata abbastanza solida, abbiamo ottenuto questo punto".
Positivo il fatto di non aver preso gol? "Sicuramente, perché nelle ultime partite abbiamo preso troppi gol, soprattutto fuori casa contro squadre forti. Almeno questa sera possiamo dire che siano riusciti anche a giocare a zero dietro, ma dovevamo avere più coraggio, dovevamo prenderci di più delle responsabilità. Ero convinto che negli ultimi dieci minuti si poteva anche fare qualche cosa di più".
Candreva non è riuscito mai a ripartire e a servire Klose. "Si, in poche circostanze, perché la tenuta difensiva di tutta la squadra era troppo bassa, abbiamo subito troppo e dopo, quando subisci, anche quelli dietro di te ti chiamano per essere aiutati e questo è successo anche con Candreva".
Ederson non poteva essere inserito prima? "Abbiamo aumentato il livello tecnico quando è entrato e siamo riusciti qualche volta di più a liberarci, anche a tenere la palla, portarla più avanti. E' un giocatore simile ad Hernanes, ma un po' più offensivo, che riesce ad entrare di più nei 16 metri, ma in questa circostanza era quasi impossibile arrivare in questa zona. Loro erano molto aggressivi e, come ho detto, complimenti a loro perché sono andati per 90 minuti al 100% e c'hanno messo in grossa difficoltà. Comunque, un punto è buono per il morale, per la classifica, ma anche, forse, per giocare di più la prossima volta e credere di più nei propri mezzi".
Che idea si è fatto del nostro calcio? Perché non si riesce a riempire gli stadi, come accaduto oggi nel suo Olimpico per Italia-Nuova Zelanda di rugby? "E' stato bellissimo, un ambiente eccezionale, ma anche qua a Torino era bellissimo, stadio pieno, è quasi sempre esaurito. L'importante è avere stadi come quello di Torino, fatti su misura per il calcio, per gli spettatori, perché è difficile nel calcio portare sempre 70-80mila spettatori, ma 40-50mila, con un gioco più bello di quello che abbiamo fatto noi oggi, si possono anche portare".