Domenica 22 settembre 2013 - Roma, stadio Olimpico - Roma-Lazio 2-0 22 settembre 2013 - Campionato di Serie A - IV giornata - inizio ore 15.00
ROMA: De Sanctis, Maicon, Benatia, Castan, Balzaretti, Pjanic (85' Taddei), De Rossi, Strootman, Florenzi (51' Ljajic), Totti (91' Borriello), Gervinho. A disposizione: Skorupski, Burdisso, Romagnoli, Jedvaj, Torosidis, Dodò, Marquinho, Ricci, Caprari. Allenatore: Garcia.
LAZIO: Marchetti, Cavanda (70' Floccari), Ciani (78' Dias), Cana, Konko, Ledesma, Candreva, A. Gonzalez, Hernanes (78' Ederson), Lulic, Klose. A disposizione: Berisha, Strakosha, Elez, Vinicius, Onazi, Pereirinha, Felipe Anderson, Keita, Perea. Allenatore: Petkovic.
Arbitro: Sig. Rocchi (Firenze) - Assistenti Sigg. Stefani e Faverani - Quarto uomo Sig. Liberti - Assistenti di porta Sigg. Orsato e Gervasoni.
Marcatori: 63' Balzaretti, 94' Ljajic (rig).
Note: osservato un minuto di raccoglimento in memoria di Paolo Zantelli, campione di motonautica deceduto in un incidente di gara. Espulso Dias. Ammoniti De Rossi, Florenzi, Lulic, Maicon, Cavanda, Cana, Strootman. Calci d'angolo: 7-5. Recuperi: 0' p.t., 4' s.t.
Spettatori: 45.000 circa con 23.723 paganti (incasso 1.213.654 euro) e 21.583 abbonati (quota 419.303 euro).
La Gazzetta dello Sport titola: "Derby, trionfa la Roma: 2-0 sulla Lazio e primato solitario. Dopo quattro stracittadine senza vittorie, la squadra di Garcia strappa i tre punti grazie alle reti nella ripresa di Balzaretti e Ljajic (su rigore), vola in vetta e ora attende l'esito del posticipo fra Milan e Napoli. Espulso il neo entrato Dias al 36' s.t.".
Continua la "rosea": La prima vittoria della Roma americana nel derby conferma quanto di buono mostrato sinora dalla banda Garcia. Squadra equilibrata, che concede poco agli avversari ed esce alla distanza sapendo colpire in maniera letale. La Lazio, un po’ troppo passiva, ha sperato che la macchina giallorossa frenasse e al momento dell’accelerata non è stata capace di restare in corsa. Decisivo l’ingresso di Ljajic che mette il sigillo nel finale procurandosi e realizzando il rigore del 2-0. Roma vola e rimane a punteggio pieno in vetta: era dal 1960 che non riusciva a vincere quattro partite di fila in avvio di campionato. La Juve e le altre sono avvertite. Garcia non è un bluff, anche se il suo "il derby non si gioca, si vince", poteva sembrare un azzardo. Garcia per il suo debutto preferisce lasciare in panca Ljajic e schierare il fidato Gervinho, che assicura maggiori equilibri in fase difensiva. Non a caso parte a destra, dal lato di Lulic. Petkovic risponde con un 4-5-1 ancora più coperto per evitare di rendere vulnerabili la coppia di centrali, non proprio titolare, Ciani-Cana. Ne viene fuori un primo tempo noioso e bloccato, come fosse una partita di fine stagione. D’accordo la temperatura è ancora estiva, ma i ritmi sono decisamente blandi e la voglia di scoprirsi un po’ quasi nulla. In avvio due raddoppi degli esterni laziali, con Cavanda da una parte e soprattutto Konko a sinistra (pericoloso il suo cross rasoterra dal fondo) sembrano mettere pepe alla partita. Impressione sbagliata, visto che per 45’ i portieri non subiscono un tiro degno di questo nome e potrebbero essere anche i raccattapalle a vivere qualche minuto di gloria fra i pali senza far danni.
Garcia prova a invertire gli esterni offensivi, poi ad accentrare Gervinho per cercare il dialogo stretto con Totti. Pura accademia. L’unico mezzo brivido una punizione dalla trequarti del capitano romanista radiocomandata sulla testa di Gervinho, che schiaccia fuori da distanza ravvicinata. Poi ci prova Petkovic a invertire i suoi esterni, ma con Candreva liberissimo a sinistra, su una rapida ripartenza, Konko si incaponisce per vie centrali facendo svanire una parvenza di pericolo per la Roma. L’ingresso del fantasista serbo infiamma nella ripresa la partita e rompe gli equilibri. Ljajic gioca trequartista e soprattutto si butta negli spazi. Totti ora ha un interlocutore valido. Nel breve volgere di qualche minuto la Roma prende il sopravvento in velocità e crea pericoli. La Lazio però ribatte e colpisce una traversa con un colpo di testa da angolo, di Ciani. Poi Klose divora da pochi passi il cross di destro a giro di Lulic, che taglia l’intera difesa giallorossa. E’ l’istantanea dell’attuale Lazio: spuntata. La Roma appare trasformata e fa male con gli esterni. Maicon arriva al tiro ora con più facilità .
Ma è soprattutto Balzaretti a diventare decisivo, col suo sinistro prima colpisce il palo e, sul successivo calcio d’angolo (battuto corto e Totti solo con grave colpa della difesa laziale) il suo diagonale è perentorio e la Roma passa. Piange di gioia Balzaretti, per lui una giornata eccezionale come poche ne aveva vissuto nella capitale. Petkovic corre ai ripari inserendo Floccari come seconda punta, ma la Lazio non punge e non sembra avere nemmeno furore agonistico anche se Candreva percorre praterie. Irriconoscibili Klose e Hernanes, difficile inventare qualcosa. Petkovic teme l’espulsione di Ciani e lo sostituisce con Dias cacciato al primo fallo su Totti (forse eccessiva la valutazione "da ultimo uomo" di Rocchi). E così in contropiede più volte la Roma si avvicina al raddoppio che arriva allo scadere per un abbraccio inutile di Ledesma in area. Il 2-0 sancisce che questa Roma segna solo nella ripresa, ma è letale per tutti.
Il Messaggero titola: "La Roma s'è ripresa il derby, stop al digiuno dopo due anni e mezzo".
L'articolo prosegue: Comanda la Roma. Nel derby e anche in campionato. Dopo 53 anni, superando 2 a 0 la Lazio all’Olimpico, è di nuovo a punteggio pieno alla quarta giornata. E resta prima con il Napoli. Il risultato premia Garcia che interviene al momento giusto per arrivare al successo, meritato per le occasioni costruite dai giallorossi nella ripresa. L’unico alibi dei biancocelesti: la stanchezza per l’impegno di giovedì in Europa League. Il derby vinto, dopo un digiuno di 2 anni e mezzo, e il primato in classifica permettono alla Roma di guardare avanti e non indietro, a quel 26 maggio in cui lasciò la Coppa Italia alla Lazio in una finale storica. Garcia, al debutto in questa sfida, è il protagonista del pomeriggio: il francese, in poco più di due mesi, ha girato concetti semplici ed efficaci al gruppo. In campo c’è una squadra. Organizzata e ordinata, esperta e talentuosa. Di carattere e qualità . La proprietà Usa non festeggia solo il primo successo contro la Lazio, dopo quattro sconfitte e un pareggio. Ha finalmente risolto il problema più urgente: dopo tre tentativi a vuoto, ha un allenatore.
Garcia ha più scelta di Petkovic. La Roma del 26 maggio non c’è più. Restano, tra i titolari, solo Castan, Balzaretti, De Rossi e Totti che comunque sono tra i migliori. La Lazio è quella di prima. Nemmeno una faccia nuova, anzi due assenze dietro come Biava e Radu. Per otto-undicesimi è la stessa della finale. Gli innesti giallorossi si sentono: interpreti d’esperienza come De Sanctis e Maicon, fisici come Benatia e Strootman e imprevedibili come Gervinho. Ma per completare l’opera serve l’artista. Irrompe dalla panchina e si prende il derby. Quando appare in campo Ljajic scompaiono i biancocelesti. Il 4-1-4-1 di Petkovic va in tilt. Il talento serbo è a destra. Anzi è ovunque. La prudenza della prima parte, appoggiandosi a Klose là davanti, non aveva pagato. Candreva attacca a destra, ma Strootman aiuta Balzaretti. Lulic fa poco. Il tedesco soffre di solitudine. I compagni pensano solo a chiudere le due linee, reparti stretti, con Ledesma in mezzo a decidere a chi affidare la ripartenza. Pressing minimo e solo contropiede. Gervinho e Ljajic non trovano spazi, Pjanic sale alle spalle di Totti, trasformando il 4-3-3 nel 4-2-3-1, senza però riuscire a concludere. L’unica palla gol è sulla testa di Gervinho, pescato da Totti: palla schiacciata a terra e finita a lato. I giallorossi sentono Garcia e non si sbilanciano. L’assetto è solido.
La Lazio si inceppa: nel primo tempo aveva sempre segnato. La Roma non c’è mai riuscita. Astinenza confermata. Ma nella ripresa ha sempre fatto centro. E, dopo che Castan di testa prende la traversa rischiando l’autorete e Klose perde l’attimo davanti a De Sanctis, va a vincere la partita. Nella ripresa come a Livorno. Come all’Olimpico contro il Verona e come lunedì a Parma. E come sempre, passa in vantaggio dopo una sostituzione: Ljajic per Florenzi. E per Totti che trova l’interlocutore giusto. Il capitano disegna calcio. E storia. La più romantica la scrive con Balzaretti, il romanista più discusso. Invitato al tiro da Totti, prende il palo e Ljajic non ne approfitta. Il lob al bacio del capitano, dopo pochi secondi, trasforma l’infinita disperazione del terzino in lacrime di gioia. Sinistro al volo e 1 a 0 al diciannovesimo. Petkovic replica con Floccari per Cavanda. La Lazio, però, non ce la fa a reagire. Totti pensa a De Rossi, colpo di testa e risposta di Marchetti, e a Gervinho che non si sa dove tira, prima di far cacciare Dias, anche se il rosso per il brasiliano, entrato per Ciani, è troppo. Ederson, dentro per l’opaco Hernanes, ha sul destro la palla del pari. Ci pensa De Rossi. Borriello per Totti nel recupero che Ljajic si gode fino all’ultimo: steso in area da Ledesma, su rigore spiazza Marchetti per il 2 a 0. Segna Klose. Tardi e in fuorigioco. Rocchi annulla.
La Repubblica titola: "Roma-Lazio 2-0, Balzaretti e Ljajic firmano riscatto e primato. Con un secondo tempo ancora micidiale, i giallorossi vincono il derby dopo due anni e mezzo. Apre il terzino, che poco prima aveva colpito un palo, chiude il serbo che trasforma un rigore in pieno recupero. Espulso Dias".
L'articolo prosegue: Sconfitta in finale di Coppa Italia lo scorso 26 maggio la Roma si prende la rivincita con gli interessi sulla Lazio e, dopo 2 anni in mezzo, torna a rivincire la stracittadina. Una vittoria dal sapore particolare perché conferma i giallorossi in vetta alla classifica e ribadisce che la squadra di Garcia quest'anno va assolutamente presa con le molle nei secondi 45' in cui finora è risultata sempre micidiale. La Roma voleva il riscatto e l'ha trovato. E non è un caso che ci sia riuscita con l'uomo più criticato dalla tifoseria, quello su cui per tutta la settimana si erano concentrate le attenzioni per le temute incursioni di Candreva. L'ex terzino del Palermo ha dimostrato, invece, perché è arrivato fino in nazionale sfoderando una prova di grande personalità . Ma decisivo è stato anche l'innesto di Ljiajc: ha dato il giusto apporto di velocità e imprevedibilità che un confusionario Florenzi, fino a quel momento, non era riuscito a dare, e ha tolto a Totti quel raddoppio di marcatura che nel primo tempo lo aveva limitato. Infine, in pieno recupero, si è tolto la soddisfazione di segnare ancora alla Lazio per la quarta volta in carriera.
La squadra biancoceleste è durata un'ora. Ha tenuto brillantemente testa agli avversari fino a quando non è stata sorpresa da Balzaretti poi non ha saputo reagire. La stanchezza per la gara di Europa League è un alibi che non regge, soprattutto in un derby. I rifornimenti alle punte non sono più arrivati, il centrocampo si è improvvisamente smarrito. E per la Roma è stato un gioco da ragazzi riuscire a ripetere in tutto e per tutto (rigore nel finale incluso) l'ultima vittoria, quella del 13 marzo 2011. Garcia ha fatto un unico cambiamento rispetto a Parma con preferendo Gervinho a Ljajic nel tridente d'attacco. Petkovic ha risposto affidandosi al collaudato 4-5-1 rilanciando in mediana Hernanes e Gonzalez e rimpiazzando in difesa l'infortunato Biava con Ciani. La Lazio è partita col piglio giusto e ha provato a prendere d'infilata i cugini in velocità sugli esterni con le discese di Konko e Candreva. La Roma, sorretta soprattutto da un attento Castan, ha retto l'urto poi ha alzato il baricentro iniziando a tessere la sua classica ragnatela di passaggi che, però, non ha prodotto frutti, complice l'accorto schieramento dei biancocelesti, bravi a non farsi sorprendere, in particolare, dai continui scambi di fascia tra Florenzi e Gervinho. Il risultato è stato un primo tempo senza particolari brividi con 0 tiri nello specchio della porta e tanta paura di andare sotto.
Come ipotizzabile, la musica è cambiata nella ripresa in cui le due squadra hanno d'incanto accelerato. Le avvisaglie sono arrivate dalle prime due occasioni da rete, mancate di un nulla da De Rossi e Klose. La Roma, con Ljajic al posto di Florenzi, ha attaccato con maggior incisività e al 63' è passata con Balzaretti che si è rifatto per un palo colpito appena 1' prima, sfruttando nel migliore dei modi, con un bel sinistro al volo, un perfetto cross di Totti. Petkovic ha provato a ridisegnare la Lazio varando il 4-4-2 con Floccari al posto di Cavanda ma la squadra ha faticato a ritrovarsi e a prendere possesso del centrocampo. La Roma lo ha capito e ha insistito, sfruttano gli spazi di rimessa. E proprio con due discese, la prima di Gervinho e la seconda di Totti, ha fatto la differenza. Sulla prima Rocchi ha ammonito Cana, sulla seconda ha deciso di espellere Dias, appena entrato, per aver fermato una chiara occasione da rete (decisione opinabile). Fatto sta che in 11 contro 10 la Roma ha dilagato e, dopo aver sfiorato il raddoppio con due colpi di testa, di De Rossi e Borriello, subentrato a Totti, ha chiuso i conti, in pieno recupero, su rigore, conquistato (netto fallo di Ledesma) e trasformato da Ljiajc che si è preso le responsabilità del caso, scavalcando anche la gerarchia di Garcia (il secondo rigorista è Strootman). Un altro segnale di personalità . Quella che quest'anno la Roma sembra davvero aver trovato.
Tratte dal Corriere dello Sport, alcune dichiarazioni post-gara:
E’ difficile accusare Petkovic, perché la Lazio è stata tradita dai suoi giocatori migliori. Ha sbagliato partita (e può succedere) gente come Klose, Hernanes e Lulic, che il 26 maggio avevano vinto il derby e la Coppa Italia. Era la formazione che tutti si aspettavano e il tecnico bosniaco aveva pure sistemato la difesa, orfana di Biava e Radu, reparto fragile di una squadra che fatica ad accompagnare la manovra offensiva e ha bisogno di essere protetta. La coperta è corta e la differenza si vede quando passi in svantaggio con un avversario di pari livello (se non superiore): rimontare diventa durissima, rischi il contropiede a ripetizione. La Lazio è crollata nella ripresa, come un pugile messo all’angolo del ring. Il calo è stato evidente. Petkovic ha cercato di esaltare gli aspetti positivi. "Sono molto contento di come la Lazio ha giocato, di come si è comportata. Abbiamo controllato la partita nel primo tempo, creando più occasioni. Nella ripresa era importante chi segnava per primo. Complimenti alla Roma. Ma la mia squadra non ha demeritato". E’ tornato al 4-1-4-1 e non ridiscuterà l’assetto. "Abbiamo creato più occasioni della Roma, se mettiamo il modulo in discussione siamo sulla strada sbagliata". Klose era circondato. E neppure in forma. "Forse è un po’ meno brillante, dipende dai gol segnati. Come a tutti gli attaccanti, ora gliene serve uno per sbloccarsi, dopo tutto andrà meglio". A precisa domanda, non si è lamentato del mercato. "Un tecnico deve sempre avere fiducia e dare fiducia alla società , apprezzando il parco giocatori a disposizione. Anche da noi è così, siamo contenti della rosa, speriamo che tutti siano presto a disposizione. Ora ci sono diversi infortunati, ma sono convinto che questa rosa dimostrerà durante l’anno il suo valore".
Primo tempo equilibrato. Ripresa della Roma, ma anche la Lazio ha sfiorato il vantaggio. "Poteva succedere da tutte e due le parti, era importante chi segnava per primo. Ci sono state altre situazioni, per esempio il rosso di Dias. Se avessimo sfruttato certe occasioni, sono sicuro che il derby sarebbe andato in un’altra direzione" ha spiegato Petkovic, pronto ad allontanare l’idea di un gruppo con poca benzina. "Non penso che la squadra fosse sulle gambe, certi cambi ci sono stati in Europa League, avevo giocatori freschi. Eravamo usciti bene a inizio ripresa, in modo più offensivo, nel primo tempo avevamo controllato ed eravamo ripartiti, creando difficoltà alla Roma. Sino al primo gol siamo stati più pericolosi". La bambola è arrivata intorno al ventesimo. Palo di Balzaretti e sull’angolo successivo il gol decisivo dell’ex terzino azzurro. Ma la Lazio aveva cominciato a sbandare prima. "Per qualche minuto non siamo stati bravi a mantenere la calma, perdendo due o tre palloni in uscita. Così abbiamo consentito alla Roma di alzare il ritmo, ai loro tifosi di entrare in partita e portarli su. Ci sono state quelle due azioni consecutive. Dopo aver colpito il palo, Balzaretti si è nascosto dietro la porta. Siamo stati poco concentrati, poco attenti". Non ha contestato la regolarità del gol, semmai i suoi difensori. "Sul cross di Totti, Balzaretti era in posizione regolare. Hanno battuto un angolo veloce, dovevamo essere più svegli. Lui si è disperato per dieci secondi dietro la porta, ma è colpa nostra averlo perso di vista. Certo è stata un’azione anomala, può succedere". Era invece scocciato per il rosso a Dias. Rocchi, secondo Petkovic, avrebbe dovuto rilevare il fallo di Totti su Cana. "Ho visto l’azione in tv. C’erano due ostruzioni. La prima era a favore nostro, la seconda ha sorpreso tutti l’arbitro con un rosso diretto".
E’ una fortuna tornare subito in campo. "Una risposta definitiva l’avremo in settimana. Ho una squadra mentalmente forte, mercoledì rientreremo in campo. Non vedo l’ora di giocare col Catania, penso anche miei giocatori". La squadra di Garcia ha voluto la vittoria. "Forse la Roma ci ha creduto di più, ha osato di più. Dopo l’1-0, anche in dieci, siamo stati bravi a credere nella rimonta. Ederson poteva pareggiare. La Roma non ha rubato niente. Con un briciolo in più di fortuna potevamo girare il risultato dalla nostra parte. Un derby lo decidono gli episodi".
Da La Repubblica:
"Complimenti alla Roma ma io sono molto contento per come ha giocato La Lazio". Vladimir Petkovic prova già a girar pagina dopo la sconfitta nel derby. E cerca di vedere il bicchiere mezzo pieno: "Nel primo tempo abbiamo controllato, costruendo più occasioni. Nella ripresa sarebbe potuto succedere di tutto. Era più importante chi segnava per primo ma sono convinto che, se avessimo sfruttato le chance avute, l'incontro avrebbe preso un'altra direzione. Abbiamo perso ma non abbiamo demeritato". Miroslav Klose è rimasto ancora a secco ma il tedesco non è certo in discussione: "Forse è un po’ meno brillante del solito ma dipende dal fatto che non trova il gol. Quando si sbloccherà , andrà meglio. Keita? Le tappe non vanno bruciate, deve inserirsi con calma negli schemi ed imparare a giocare a certi livelli. Serve un po' di tempo ma avra’ spazio in questa stagione". Petkovic, infine, si dice sicuro che la rosa a disposizione sarà all'altezza, così come afferma il presidente Lotito: "Un allenatore deve sempre avere fiducia nella società e nel parco giocatori a disposizione. Per il momento siamo contenti della rosa, speriamo di avere tutti a disposizione ma sono sicuro che, durante l'anno, saprà dimostrare il suo valore".