Domenica 6 aprile 2014 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Sampdoria 2-0 6 aprile 2014 - Campionato di Serie A - XXXII giornata - inizio ore 12.30
LAZIO: Berisha, Konko, Biava, Cana, Radu, Onazi, Biglia, Lulic (77' Minala), Candreva, Postiga (61' Mauri), Keita (88' Perea). A disposizione: Strakosha, Guerrieri, Ciani, Serpieri, Pereirinha, Cavanda, Felipe Anderson, Kakuta. Allenatore: Reja.
SAMPDORIA: Da Costa, De Silvestri, Mustafi, Regini, Berardi, Palombo, Krsticic (74' Renan), Gabbiadini (58' Sansone), Eder, Soriano, Maxi Lopez (61' Okaka). A disposizione: Fiorillo, Falcone, Costa, Fornasier, Bjarnason, Obiang, M. Rodriguez, Wszolek, Salamon. Allenatore: Mihajlovic, in panchina Sakic per squalifica del tecnico titolare.
Arbitro: Sig. Calvarese (Teramo) - Assistenti Sigg. Galloni e Petrella - Quarto uomo Sig. Posado - Assistenti di porta Sigg. Candussio e Chiffi.
Marcatori: 42' Candreva, 73' Lulic.
Note: espulso Biglia per somma di ammonizioni. Ammoniti De Silvestri, Regini, Lulic tutti per gioco scorretto, Keita per simulazione. Angoli 3-12. Recuperi: 1' p.t., 4' s.t. Esordio in Serie A per Joseph Minala. Alla partita ha assistito il C.T. della Germania Joachim Loew.
Spettatori: 13.000 circa di cui 4.051 paganti.
La Gazzetta dello Sport titola: "Lazio sprint, 5° posto a -2. La Samp va in punizione".
Continua la "rosea": Il sogno europeo continua. Anzi, è quasi realtà. E’ sempre a due punti, ma da ieri per la Lazio ha una doppia opzione: non più solo il sesto posto, ma anche il quinto. Non più una sola squadra nel mirino, il Parma, ma anche un’altra, l’Inter. E pensare che quel quinto posto era lontano undici punti quando, dopo Natale, Reja iniziò il mandato-bis in biancoceleste. La zona-salvezza, sei punti sotto, era decisamente più vicina. Tre mesi dopo la situazione è capovolta. E l’Europa League è lì a portata di mano. Vittoria chirurgica, quella sulla Samp. Figlia del carattere (che emerge soprattutto quando la squadra resta in dieci) e della crescita degli uomini chiave. Una maturità collettiva che compensa le assenze nobili. All’ultimo, infatti, oltre a Marchetti Reja perde pure Klose, bloccato dall’ennesimo guaio muscolare. Postiga, al debutto da titolare (ma a corto di condizione) lo farà rimpiangere parecchio. Attorno a lui, però, il resto della combriccola lavora bene. Candreva e Keita diventano incontenibili quando pigiano sull’acceleratore. E Lulic, pur partendo dalla mediana, è ugualmente devastante con le sue accelerazioni. Non è un caso che i gol portino le loro firme. Apre Candreva, poco prima dell’intervallo, su assist al bacio di Keita. Raddoppia Lulic a un quarto d’ora dal termine a conclusione di un’azione avviata da Candreva e rifinita da Mauri (che, dopo il rosso a Biglia, rileva Postiga).
La Samp torna a casa a mani vuote e con un Mihajlovic (confinato in tribuna) su tutte le furie, tanto da cancellare il giorno di riposo previsto per oggi. La sua assenza in panchina si rivela più pesante di quella di un giocatore importante. Perché la Samp fa bene il suo compitino, specie nel primo tempo, ma manca di cattiveria. Fosse stato in panca Sinisa gliel’avrebbe sicuramente trasmessa. E invece i blucerchiati ricamano bene, raccolgono una marea di angoli (12), ma concludono poco o niente (ci sarebbe un rigore su Okaka, ma nel finale, sul 2-0). Un atteggiamento sbagliato che diventa colpa grave quando la Lazio resta in dieci all’11’ della ripresa (doppio giallo a Biglia, sacrosanto il secondo, dubbio il primo). Si è ancora sull’1-0 e la partita può diventare un’autostrada per la Samp. Che invece si siede, tanto che in superiorità numerica pare essere la squadra di casa. Nella quale, a un quarto d’ora dal termine, fa il debutto in A Joseph Minala. Sì, proprio lui, il ragazzo camerunese la cui carta d’identità dice 17 anni e mezzo, ma il cui volto sembra molto più maturo. E maturo è anche il modo in cui si cala nella partita. Sulla sua età reale si continuerà a discutere, sulle capacità tecniche potrebbero invece presto essere tutti d’accordo.
Il Corriere dello Sport titola: "Candreva più Lulic: tanta spinta anche in 10. L’azzurro apre, il bosniaco chiude. Espulso Biglia ma il 4-4-1 regge".
Prosegue il quotidiano sportivo romano: Un’altra vittoria nel segno di Candreva, Lulic e Keita. Si può diventare più forti cedendo Hernanes, il centrocampista di maggior classe? Non c’è una risposta scontata, ma il calcio è strano e di sicuro se alla qualità non abbini un’organizzazione tattica i risultati non arrivano. La Lazio di Reja, venduto il Profeta, ha trovato un equilibrio tattico che prima non aveva e si è messa a rincorrere l’Europa League spinta sulle corsie esterne da Candreva e Keita, gli esterni ideali per il tridente, e dalle percussioni di Lulic, risorto nel ruolo di mezz’ala sinistra. Il bosniaco ha restituito il cambio di passo a un centrocampo troppo lento e ha aggiunto pericolosità all’attacco. Ora il friulano è settimo in classifica e si trova a due soli punti dall’Inter, che ha aggiunto la classe di Hernanes e smarrito la compattezza del centrocampo. Mazzarri è imbottito di trequartisti e sul campo non sa più come far quadrare i conti, che invece tornano a Lotito: venti milioni in più da investire a luglio e l’obiettivo europeo di nuovo nel mirino. L’Olimpico, senza contestatori, s’è emozionato applaudendo una squadra orgogliosa, piena di cuore e capace di battere la Sampdoria giocando in dieci nell’ultima mezz’ora. Si diverte solo soffrendo la Lazio, abile a sopportare le difficoltà e l’ennesimo stop di Klose, trovando i colpi decisivi con i suoi solisti, a cui si è aggiunta nella ripresa l’intelligenza e l’astuzia di Mauri, di nuovo ai suoi livelli. Reja e Bollini nel finale hanno fatto debuttare anche Minala e il successo è stato completo. Due gol all’attivo e un salvataggio di Biava per sventare il tentativo di rimonta.
Mihajlovic, squalificato e costretto a guardare la partita dalla Monte Mario, dovrà scudisciare i suoi ragazzi. Poco concreti, si sono guardati allo specchio e di fatto non hanno mai tirato seriamente in porta: c’è stata vera Samp solo nella prima mezz’ora, ma davanti Eder, Soriano e Maxi Lopez erano in vacanza. Solo Gabbiadini era difficile da tenere e ha avuto una buona opportunità per portare in vantaggio i blucerchiati, ma il suo sinistro è finito sopra la traversa. Un minuto prima (era il 22’) la difesa della Lazio si era salvata a capo di una mischia furibonda. Forse lo spavento deve essere servito per svegliarsi, alzare il ritmo e cominciare ad attaccare. Decisiva l’inversione degli esterni. Quando Keita è passato sulla fascia destra, il gioco è decollato e le occasioni sono fioccate. Helder Postiga, ancora fuori condizione, era totalmente assente in area. E allora Candreva, per la seconda domenica di fila, si è travestito da centravanti. Ha tagliato da sinistra verso l’area e sul cross del ragazzino spagnolo è arrivato per primo all’appuntamento con il pallone: destro volante in diagonale e Lazio in vantaggio. A un soffio dall’intervallo, Regini con un prodigioso recupero ha evitato il raddoppio di Keita, che era andato via con un’azione travolgente.
Capitolo Biglia. La partita era in controllo quando l’argentino l’ha rimessa in discussione con un’ingenuità imperdonabile per un giocatore del suo livello. Palla persa a centrocampo, Krsticic gliel’ha soffiata e ha puntato la difesa della Lazio. Biglia lo rincorreva e nonostante fosse già ammonito lo ha tamponato: fallo da dietro, inevitabile il secondo giallo e l’espulsione. Ultima mezz’ora in dieci: Reja ha subito richiamato Helder Postiga e ha inserito Mauri, sistemandolo in partenza sulla fascia sinistra. In inferiorità numerica, la Lazio si è raccolta bene a centrocampo: Onazi e Lulic facevano coppia, Candreva si è abbassato davanti a Konko, Keita è rimasto come unico punto di riferimento offensivo. Modulo 4-4-1. La Samp ha perso per infortunio Gabbiadini (sostituito da Sansone) e ha inserito l’ex romanista Okaka al posto dello spento Maxi Lopez. I blucerchiati si sono sbilanciati alla ricerca del pareggio, ma la Lazio era molto più pericolosa quando ripartiva. Mustafi in acrobazia ha salvato evitando l’impatto di Mauri su un altro strappo formidabile di Keita. Al 28’ è arrivato il raddoppio di Lulic. Azione avviata sulla fascia sinistra da Candreva, dribbling e passaggio indietro di Mauri, inserimento del bosniaco e destro potente sotto la traversa: secondo gol consecutivo, quinto in campionato, record personale dell’eroe della Coppa Italia. Nell’ultimo quarto d’ora c’è stata ancora qualche apprensione. Biava ha salvato sulla linea dopo un’uscita bucata da Berisha, Okaka ha protestato per un rigore non concesso da Calvarese, ma la Lazio non ha ceduto di un centimetro. E Reja ha potuto festeggiare una vittoria pesantissima.
Il Messaggero titola: "Lazio, l’Europa è a un passo".
Continua il quotidiano romano: La Lazio è viva. Il sogno diventa speranza, l’Europa è più vicina, il finale di torneo si annuncia intrigante. Dopo il Parma anche la Sampdoria viene spazzata via e la classifica adesso torna a sorridere ai biancocelesti, che braccano da vicino l’Inter. Non ha smalto ma corsa, cuore e determinazione, il tutto corroborato da una concretezza alfieriana che le consente di finalizzare le poche occasioni importanti costruite. Un successo pesante e meritato, al culmine di una sfida meno insidiosa del previsto perché la Sampdoria (con Mihajlovic squalificato in tribuna) è avversario con qualche idea, però fragile in difesa, leggero in attacco e senza costrutto. Il faro della gara è il giovane Keita, ormai non più una sorpresa, neppure per gli avversari che vanno spesso in raddoppio di marcatura. Ma il giovanotto è agile, ha tecnica, velocità, è un virtuoso del pallone e manda in tilt le difese da solo. Regala finte, veroniche, scatti, assist: una bellezza solare vederlo in azione. Reja gli restituisce una maglia da titolare (dovrebbe dargliela sempre) e lui risponde con una prova d’autore. Quando la Sampdoria, in virtù di una buona organizzazione a centrocampo e di inserimenti rapidi e puntuali, sembra poter comandare l’incontro, Keita offre a Candreva la palla che cambia il destino del match. E’ la fine del primo tempo e i doriani spariscono dai radar della sfida, affondati dalla coppia che dimostra di avere l’argento vivo addosso. Keita è un predestinato, il romano è tornato su livelli di rendimento altissimi. Insieme all’altro protagonista, Senad Lulic, che mette in ghiacciaia il risultato.
Lulic viene ancora schierato da mezzala e, negli spazi, crea molti problemi alla Samp. Non ha la classe, però forza, passo, senso dell’inserimento gli appartengono e queste qualità gli consentono di capitalizzare al meglio una splendida giocata di Mauri. Il raddoppio arriva nel momento forse più difficile della gara, poco dopo l’espulsione di Biglia, che mette in difficoltà il centrocampo. L’argentino, già ammonito per fallo tattico, commette un ingenuo intervento da dietro, quando ci sono due compagni pronti a intervenire, beccandosi il secondo giallo. Reja toglie Postiga (un fantasma), inserisce Mauri sulla sinistra, sposta Keita a fare il centravanti e chiede a Candreva un supplemento di copertura. L’assetto diventa un 4-4-1 che lascia pochissimi varchi agli ospiti nonostante possono disporre, per oltre mezzora, della superiorità numerica. La Lazio si compatta, difende bene, è più aggressiva e non soffre l’uomo in meno. Così, invece del temuto pareggio, arriva il 2-0. La Sampdoria conquista 12 angoli, crea qualche mischia e sfiora il gol soltanto grazie a una grave incertezza di Berisha, con salvataggio di Biava sulla riga.
Mihajlovic non può che essere scontento della opaca prova dei suoi: dopo il 3-0 di Bergamo la squadra incappa in un’altra dura sconfitta. Senza attenuanti. In trasferta non è la stessa Sampdoria di Marassi e il passaggio a vuoto spegne qualsiasi sogno di grandezza, anche se resta l’ottimo campionato con il serbo in panchina. La Nord è ancora vuota, per la protesta nei confronti di Lotito. I presenti si fanno sentire e regalano l’ovazione al più giovane in campo quando, a pochi minuti dal termine, viene sostituito per la passerella. Copertina anche per l’altro giovane, Joseph Minala, che fa l’esordio in serie A. Una giornata perfetta per la Lazio, che sale e vede l’Europa all’orizzonte. Il calendario non è semplice ma la squadra dà l’impressione di poter lottare fino all’ultimo.
Tratte dal Corriere dello Sport, alcune dichiarazioni post-gara:
La rincorsa cominciata contro il Parma grazie alla traversa bassa colpita colpita da Candreva non accenna a fermarsi. I tenori anzi restano sempre gli stessi (oltre al romano di Tor de’ Cenci, in gol c’è andato anche Lulic in entrambe le partite) per una Lazio che crede fermamente di poter centrare una qualificazione alla prossima Europa League. Che non solo permetterebbe alla squadra biancoceleste di riaffacciarsi in un palcoscenico continentale comunque blasonato, ma darebbe anche un senso a una stagione travagliata dal punto di vista tecnico e ambientale. La Lazio che rialza la testa ha una faccia ben precisa, quella fatta di rughe di vita vissuta di Edy Reja che ha riportato calma in uno spogliatoio in ebollizione. La psicologia nel gruppo ha preso una svolta virtuosa. La vittoria in inferiorità lo dimostra. "Subentra un aspetto mentale, si gioca quasi meglio in dieci. Era difficile contenere la Samp. Abbiamo cambiato testa da un mese a questa parte. O gioca uno o l’altro è uguale, nonostante le tante assenze. Klose si è fermato all’ultimo scatto dell’allenamento, ma ha giocato Postiga e il rendimento è lo stesso. Abbiamo sofferto un po’ nel primo tempo ma loro sono una buona squadra, quindi il merito è doppio. E’ da un po’ di tempo che stiamo andando forte e adesso possiamo centrare l’obiettivo sperato. Anche i giovani stanno migliorando. Abbiamo sofferto, contenuto la Samp. Vogliamo centrare a tutti i costi l’obiettivo dell’Europa, sono convinto che la squadra farà bene, anche se non sarà facile, perché il nostro calendario non è agevole. Speriamo che Klose accusi solo una contrattura – ha spiegato Reja – e che, in una settimana, riesca a recuperare. Complessivamente la squadra sta facendo bene e sono soddisfatto".
Non è andato in gol, ma il crac della partita è stato Keita. Accelerazioni, dribbling, giocate. Un talento puro. Ma l’esperto Reja sa come trattare il suo "nipotino": "Non deve esagerare, quando può giocarla la deve giocare. Per la gente può andare anche bene ma quello che è importante è il bene della squadra. Rischia solo di spendere molte energie. Uno come lui nei 90' non dovrebbe perdere nemmeno una palla. Keita è un talento, ma bisogna sempre dargli addosso. Postiga è appena arrivato e bisogna concedergli una prestazione così, con questo caldo. Lui è dotato tecnicamente, bisogna solo dargli tempo. Ha mezzi importanti". L’Europa dopo la Samp è più vicina: "Quando vinci queste partite è facile fare sei punti, perché le altre davanti i punti li perdono. Le avversarie vanno piano? E’ la Lazio che va forte – puntualizza il goriziano – siamo in corsa per un obiettivo che sembrava insperato. Sono contento che oggi ci sia stato più pubblico, qualcuno in più delle altre volte, che ci ha sostenuto criticando anche le decisioni arbitrali. Il rammarico è sia per questa partita che per quella con l’Atalanta, dove abbiamo subito qualche torto. Auspico maggiore equità nel giudizio. Il pubblico? Questo è un ambiente che critica, ma forse i nostri tifosi a volte lo fanno per eccessivo affetto". Il goriziano ha speso parole anche per il debuttante Minala: "Ieri ha giocato 90' contro la Fiorentina (nel campionato Primavera) ma siccome Gonzalez non era in forma (El Tata ha spiegato a fine partita che difficilmente rientrerà con il Napoli, molto più probabilmente contro il Torino) gli ho chiesto se aveva un quarto d’ora nelle gambe e l’ho buttato dentro all’ultimo. Da qui fino alla fine della stagione può darci una grande mano".
Reja comprensibilmente la chiusa la dedica a se stesso: "Io poco considerato? Conoscete il mio curriculum. Qui anche Eriksson è stato criticato...". Consueta partita ricca d’attenzione per Konko che ha le idee molto chiare sulle potenzialità della Lazio: "Abbiamo fatto dei punti importanti in casa, possiamo raggiungere l’obiettivo dell’Europa League. Non sarà facile, ci aspettano incontri importanti come quella con il Napoli, sono tutte finali, le affrontiamo con concretezza. Abbiamo ritrovato ritmo e armonia di gioco. Abbiamo riacquisito fiducia, i giovani si sono integrati, come Keita. Il gruppo sta crescendo, dobbiamo continuare così".
Il siparietto che da solo è valso il prezzo del biglietto è andato in scena in uno stadio Olimpico che iniziava a svuotarsi. In campo si erano attardati in pochi, nel cerchio di centrocampo solo Keita e Cana. Per capire la scenetta messa in piedi dall’ex blaugrana però bisogna riannodare il nastro e concentrarsi sul coast to coast dell’albanese che sradica il pallone a un avversario al limite dell’area, riparte palla al piede, si fa tutto il campo, entra in area si allarga e con le ultime forze rimaste – dopo che qualcuno aveva sperato addirittura in una conclusione in porta – riesce a scaricare su Candreva. Il lato comico della scena è stato colto con arguzia da Keita che ha preso in giro il compagno imitando la sua corsa affaticata con il busto proteso in maniera innaturale in avanti tanto da sembrare sul punto di cadere sui suoi stessi piedi. Cana ha provato a spiegare le sue ragioni: la stanchezza dopo un’azione comunque "eroica", come Cannavaro ci aveva abituati ai Mondiali in Germania. Ma non c’è stato nulla da fare: la canzonatura della stella biancoceleste è arrivata davanti a tutti. Con l’albanese che alla fine non è riuscito a trattenere le risa davanti alla gag. Keita è istrionico, consapevole di avere qualità tecniche fuori dal normale (e ricordiamo sempre che è un classe ‘95), ma anche un carattere che non rende difficile ipotizzare per lui un futuro da leader. I tifosi se ne sono già accorti e quando ha lasciato il campo il suo nome è stato invocato. Per il popolo biancoceleste è già una sorta di talismano. A uno così si perdonano errori, esagerazioni e gol sbagliati. Perché si ha la netta sensazione che Keita è – e sarà sempre di più – capace di togliere le castagne dal fuoco alla Lazio.
Keita ha fornito l’assist a Candreva, ma la sua partita è stata un continuo di giocate. Davanti ha l’atleta De Silvestri? Nessun problema, sulla sinistra sfonda. Cambio di fascia. Nessun problema, anzi. Secondo qualche osservatore, sulla corsia di destra, la sua prestazione è ancora superiore. Parte largo, semina il panico, si accentra e il gol che non arriva è solo questione di centimetri. La sua firma manca, ma sulla paternità del successo contro la Samp non c’è nessun dubbio di paternità. "Tre punti importanti, una vittoria sofferta, ma lottando tutti insieme abbiamo portato a casa il risultato". Keita sta correndo, la Lazio sta diventando sempre più sua. Inevitabilmente il suo futuro dovrà essere trattato in maniera adeguata da parte della società. L’ex Barcellona però i dribbling ce li ha nel sangue e li usa anche fuori dal campo: "Siamo tranquilli, penso al campo, a fare bene e prendere punti per l’Europa". Reja vuole gestirlo nel migliore dei modi, ma è difficile farne a meno. Keita ha con lui un buon rapporto: "Sa gestirmi, mi aiuta a crescere e a tirare fuori il meglio di me. Il gol sbagliato? Ho fatto un cambio di ritmo e ci ho provato, peccato essere arrivato stanco al momento di calciare. Faccio il mio gioco (ride), provo a fare il meglio. Ho imparato tanto al Barcellona e in Primavera. Cerco di aiutare i compagni e se non posso segnare cerco di fare assist". Keita contro la Samp è stato impiegato in tutti i ruoli d’attacco, compreso punta centrale nel finale di partita: "A me basta giocare anche come difensore centrale. A destra, sinistra o al centro io voglio aiutare la squadra e fare il mio lavoro. Entrare in campo con tranquillità e giocare come sappiamo. Abbiamo giocatori di qualità come Biglia e Candreva e se giochiamo sereni si va avanti. Quando il gol di testa? Spero presto...anche di naso! L’importante è segnare...". L’importante – si augura la Lazio – è continuare a vincere per inseguire il sogno.
È raro che di un giocatore si parli tanto prima ancora del suo debutto in Serie A. Ma è raro anche che un giocatore che è stato al centro di polemiche poi non ne risenta quando scende in campo. Joseph Minala, evidentemente, è nato per far discutere, per non passare mai inosservato. Dopo le polemiche delle settimane scorse sulla sua età (17 anni e mezzo per la carta d’identità nonostante quel volto da persona decisamente più matura) ieri per il giocatore camerunese è arrivato l’atteso e sospirato debutto in Serie A. Esordio positivo. Minala ha giocato il quarto d’ora finale, dimostrando qualità e personalità. Reja lo ha gettato nella mischia non per fargli rompere il ghiaccio, ma perché aveva bisogno di lui in quel concitato finale. Aveva giocato 90 minuti il giorno prima in Primavera, ma questo non gli ha impedito di rispondere presente alla richiesta di Reja. "Gli ho detto: "Te la senti di giocare un quarto d’ora?". E lui mi ha risposto che avrebbe giocato anche mezzora", ha raccontato alla fine il tecnico. Minala alla fine è il ritratto della felicità. "È stata un’emozione grandissima esordire all’Olimpico – racconta il giocatore camerunese –, ringrazio la gente che viene a vederci allo stadio. Mi trovo bene con tutti e per me è stato bello inserirmi in questo gruppo. Una gioia fantastica. Quando stavo per entrare ho sentito chiamare il mio nome. I tifosi mi sono stati vicini sempre, anche quando c’è stata quella situazione (il riferimento è alle polemiche sulla sua età, ndr). Voglio lavorare e dare il cento per cento per ripagare l’affetto che la gente mi ha dimostrato". Poi Minala passa alle dediche: "Alla mia famiglia innanzitutto che mi ha sempre sostenuto e mi ha consentito di realizzare i miei sogni. E poi devo ringraziare Bollini che mi ha voluto fortemente. E naturalmente anche Reja e i miei compagni perché senza di loro non sarei arrivato qui". La felicità per il debutto in prima squadra non gli fa dimenticare la Primavera e l’appuntamento di mercoledì con la finale di ritorno di Coppa Italia: "Sappiamo cosa dobbiamo fare. Speriamo di portare la coppa qui".